Il pensiero critico
Apprendo oggi dai media, che il Governo ha appena “sfornato” l’ultima disposizione con le misure di contrasto alla pandemia Covid-19. Premetto che sono stata – per motivi professionali – una pioniera del siero anti-Covid-19. La mia terza dose l’ho effettuata il 4 ottobre, quando ancora non si conosceva l’esistenza di tale booster. La mia riflessione è legata ad un profondo senso di inquietudine e di imbarazzo, nel comprendere che da tempo il nostro Governo pianifica azioni di subdola dittatura, senza tener conto dei vitali principi della nostra Costituzione repubblicana. Sono principi per cui hanno dato la vita nostri connazionali, che nella storia si sono battuti per rendere libero i cittadini e per il loro inviolabile diritto a pensare.
Il mio imbarazzo e la mia inquietudine raddoppia, nel constatare che tutto tace. Nell’aria si respira una rassegnazione angosciante. Il pensiero dell’essere umano è piombato uno stato comatoso, volutamente disabituato a fare ciò a cui è deputato. Oltre a divenire sempre più analfabeta funzionale, non si è reso conto che la sua totale inettitudine ha concesso agli abili manipolatori di sottrarre anche quel poco di individualismo che qualcuno ancora provava a mala pena a difendere, con le unghie e con i denti.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno e questa maledetta pandemia ha sdoganato tutto il marcio dei nostri governanti. É imbarazzante ascoltare un ministro che esordisce dicendo “presenza e sicurezza nelle scuole”, prossime all’apertura, senza aggiungere e dettagliare che cosa si intende per sicurezza nello specifico. Senza specificare e dettagliare come il governo ha investito in termini di sicurezza. L’apertura delle finestre ogni 60 minuti di lezione in piena stagione invernale, è questa la decantata sicurezza? Forse nella preistoria queste modalità potevano essere accettate, ma non nell’era 2.0…
Si pretende dai cittadini senso civico e responsabilità. Ebbene, i cittadini che ancora conservano e coltivano instancabilmente il pensiero critico, chiedono al Governo di testimoniare in primis il valore della responsabilità e del rispetto, piantando bandiera bianca in segno di resa, ammettendo il fallimento totale e lasciando il posto a chi potrebbe eventualmente gestire una condizione, ormai, tanto complessa quanto delicata.
Valentina Villano
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