Gli auguri del Papa e quelli del Segretario di Stato. L’infame Super Green Pass bianco-giallo e la difesa dei dipendenti (a parole)
Nel giorno in cui Papa Francesco ha scambiato gli auguri di Natale con i dipendenti della Santa Sede, dello Stato della Città del Vaticano, le Istituzioni collegate e le loro famiglie, esortandoli a guardare a San Giuseppe come esempio di come conciliare lavoro e famiglia, il suo Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, chiede la vaccinazione obbligatoria contro o prova della guarigione dal Coronavirus cinese di Wuhan per tutto il personale. Non sono più ammessi test negativi.
Cardinal Parolin ha emanato oggi un Decreto Generale (foto sopra e di cui riproduciamo di seguito il testo), che richiede a tutti il personale dei Dicasteri, Organismi ed Uffici che compongono la Curia Romana e delle Istituzioni Collegate con la Santa Sede (che si estende ai collaboratori esterni e a coloro che a qualsiasi ulteriore titolo svolgano attività presso i medesimi Enti, al personale delle ditte esterne e a tutti i visitatori ed utenti) di fornire il “Super Green Pass”, ovvero la prova della vaccinazione contro o della guarigione dal Sars-CoV-2 ovvero il Coronavirus cinese di Wuhan. Il mancato conferimento sarà considerato «assenza ingiustificata, con conseguente sospensione della retribuzione per la durata dell’assenza». In più: «Il protrarsi immotivato dell’assenza dal posto di lavoro avrà le conseguenze previste dal Regolamento Generale della Curia Romana», cioè, il licenziamento.
Abolita la possibilità di presentare il risultato del test, la Santa Sede sta essenzialmente imponendo ora la vaccinazione obbligata per tutto il suo personale, anche se un anno fa ha affermato, con una Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, che «appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria» [QUI].
E meno male che nel suo discorso per lo scambio degli auguri di Natale Papa Francesco ha dichiarato che «per quanto riguarda il lavoro, come vi dicevo un anno fa, abbiamo cercato di garantire l’occupazione; ci siamo impegnati a non lasciare nessuno senza lavoro» [QUI].
E c’è di più, per quanto riguarda i diritti “acquisiti e non più garantiti” del personale pontificio. Recentemente è stato modificato un articolo del Regolamento Generale della Curia Romana cancellando il comma che prevedeva che le ferie maturassero per il lavoratore anche nei giorni in cui questo è assente dal lavoro perché malato. Nel nuovo comma 9 dell’Articolo 34 si legge che in caso il dipendente si trovasse in ferie e in caso di malattia o infortunio che ha dato luogo a ricovero ospedaliero queste si interrompono a favore del dipendente, che una volta guarito dalla malattia o l’infortunio può chiedere nuovamente le ferie non fruite a causa della malattia/infortunio.
La parte più importante non è quella che c’è nel nuovo Articolo 34 (anche se non senza importanza), ma quella che non c’è più. Nella vecchia versione c’era un comma 14 che diceva: «Il periodo di ferie non è riducibile per assenza a causa di infermità anche se tali assenze si siano protratte per l’intero anno solare». Invece, nella nuova formulazione questo comma è sparito. Il fatto che le ferie si maturino anche durante i periodi di malattia è una cosa che per esempio in Italia è universalmente accettata e ciò è stato ribadito anche da sentenze della Cassazione. Quindi il comma 14 del Regolamento del 2010 riprendeva questo principio (anche se ovviamente le sentenze della Cassazione italiana non fanno giurisprudenza nello Stato della Città del Vaticano e alla Santa Sede). Il fatto che nella modifica del novembre 2021 il comma sia stato cancellato prelude ovviamente alla riduzione dei giorni di ferie per chi è stato in quarantena o isolamento o malato, se non c’è ricovero ospedaliera (e le ferie non si interrompono).
Crux sancta sit mihi lux
Non draco sit mihi dux
Vade retro satana
Nunquam suade mihi vana
Sunt mala quae libas
Ipse venena bibas
Vade retro Satana: il Papa toglie lo stipendio alle famiglie no vax
La stretta del Vaticano: Green Pass obbligatorio per lavorare alla Santa Sede
Nicolaporro.it, 24 dicembre 2021
Dal “chi è senza peccato scagli la prima pietra” al pugno duro contro i no vax il passo è breve. E ieri, proprio alla vigilia del Natale in cui dovremmo essere tutti più buoni, il Vaticano ha emesso le nuove direttive per arginare la pandemia da coronavirus. Misure ferree, firmate dal Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, e che mettono nel mirino chi non si è ancora immunizzato. I dipendenti no vax della Santa Sede, oltre a non potersi presentare al lavoro, vedranno togliersi dal Papa anche lo stipendio. Alla faccia della misericordia divina. (…) o hai il green pass o non varchi le mura leonine. Che poi Sua Santità richiede il Super Green Pass, quindi quello da vaccinazione o guarigione. Niente tampone. (…) E se non vuoi vaccinarti e non ottieni il Green Pass? Per chi è sprovvisto di lasciapassare sono previste le “pene dell’inferno” (…). C’è speranza per i peccatori. Un po’ meno per i no vax. “Padre perdonali perché non si vaccinano”.
Ed ecco, gli auguri per il Santo Natale 2021 del Segretario di Stato di Sua Santità:
SEGRETERIA DI STATO
DECRETO GENERALE
il Sig. Cardinale Segretario di Stato
– Visto il Decreto Generale del 28 settembre 2021, emanato da questa Segreteria di Stato;
– vista l’Ordinanza del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano N. CDLXI in materia di emergenza sanitaria pubblica, del 16 c.m.;
– considerati il perdurare e l’aggravarsi dell’attuale situazione di emergenza sanitaria e la necessità di adottare adeguate misure volte a contrastarla e a garantire lo svolgimento in sicurezza delle attività, anche in deroga al Regolamento Generale della Curia Romana, dispone quanto segue:
1) l’obbligo di possesso delle certificazioni indicate nell’articolo 1 della citata Ordinanza si applica a tutto il personale (Superiori, Officiali e Ausiliari) dei Dicasteri, Organismi ed Uffici che compongono la Curia Romana e delle Istituzioni Collegate con la Santa Sede, e si estende ai collaboratori esterni e a coloro che a qualsiasi ulteriore titolo svolgano attività presso i medesimi Enti, al personale delle ditte esterne e a tutti i visitatori ed utenti;
2) il personale sprovvisto di valido green pass comprovante, esclusivamente, lo stato di avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 o la guarigione dal virus SARS-CoV-2 non potrà accedere al posto di lavoro e dovrà essere considerato assente ingiustificato, con la conseguente sospensione della retribuzione per la durata dell’assenza, fatte salve le ritenute previdenziali ed assistenziali, nonché l’assegno al nucleo familiare. Il protrarsi immotivato dell’assenza dal posto di lavoro avrà le conseguenze previste dal Regolamento Generale della Curia Romana;
3) a coloro che prestano servizio a contatto con il pubblico dal 31 gennaio 2022 sarà riconosciuta unicamente la documentazione comprovante l’adempimento vaccinale della somministrazione della dose di richiamo successiva al ciclo primario;
4) fatti salvi i controlli demandati al Corpo della Gendarmeria, ogni Ente è tenuto a verificare il rispetto delle prescrizioni, stabilendo le modalità operative per l’organizzazione di tali verifiche e individuando i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi, sulla base di quanto disposto dalla Legge N. LIV sulla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, del 10 dicembre 2007. Per quanto riguarda i Dicasteri, la competenza in merito spetta ai Sotto-Segretari;
5) la valutazione degli elementi per l’eventuale esenzione dagli obblighi della citata Ordinanza è demandata alla Segreteria di Stato (Sezione Affari Generali e, per quanto di competenza, Sezione del Personale di Ruolo diplomatico della Santa Sede), acquisito il parere della Direzione di Sanità e Igiene. Il Responsabile dell’Ente provvederà a sottoporre le istanze alla Sezione per gli Affari Generali;
6) vengono fatte salve eventuali ulteriori restrizioni che le competenti Autorità sanitarie vaticane riterranno necessarie disporre nei confronti di persone provenienti da Paesi con rischio elevato di contagio;
7) il presente Decreto sarà promulgato mediante L’Osservatore Romano, entrando in vigore immediatamente, e quindi pubblicato anche nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.
Dal Vaticano, 23 dicembre 2021
Pietro Card. Parolin