L’attentato messo in scena lunedì scorso da Report era ordito per seppellire Becciu definitivamente. Invece, dalla bara il cardinale è uscito risorto più che mai

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Ennio Flaiano, con i graffi del paradosso e la sua rinuncia alla trama e ai relativi colpi di scena, era uno dei precursori del teatro dell’assurdo. A questo genere appartiene il “caso Becciu”, in cartellone dal 24 settembre 2020. Lo dimostra nuovamente l’amico e collega Renato Farina oggi su Libero Quotidiano, in riferimento alle accuse infondate e le scorrettezze di Report, con l’attentato messo in scena lunedì scorsa, ordito dalle stesse menti raffinatissime, che hanno diretto da dietro le quinti il “caso L’Espresso[QUI].

Sigfrido Ranucci negli studi di Rai Tre dove conduce il programma Report. Nel riquadro il Cardinale Angelo Becciu, dal 24 settembre 2020 Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi (in carica dal 1° settembre 2018).

L’aggregatore para-vaticano Il Sismografo ha definito il Gruppo editoriale GEDI-L’Espresso “autore-ma ndante e ispiratore della campagna di infamie e menzogne contro Becciu, che amplificò altre denunce contro il cardinale palesemente non vere” [QUI]. “Ce lo aspettavamo. Chi aveva ordito nello scorso settembre la trappola assegnando all’Espresso il ruolo di killer ne ha cercato un altro”, scrive Farina. Di fronte al castello di sabbia delle calunnie, che crolla inesauribilmente, era inevitabile che le menti raffinatissime cercassero rimedio, passando da un calunniatore ad un altro, dal lanciatore di coriandoli Coccia su L’Espresso al nuovo accusatore di Becciu apparso su Report, il sedicente “postulatore” ruttigliano Giampaolo. Sempre con lo stesso chiodo da battere: Becciu in un prossimo Conclave non deve entrare. La domanda di fondo rimane sempre la stessa: se davvero il Card. Becciu fosse innocente, la vittima designata di una colossale montatura (architettata da chi?)?

Oggi, Farina scrive in poche righe la parola fine al “atto primo” del “caso Report”, erede del “caso L’Espresso”, il fu “caso Becciu”. E Farina lo fa nella III Domenica di Pasqua, in cui la Chiesa ci propone il Vangelo di Luca (24,35-48), che ci presenta non un Cristo asceta o dogmatico, ma un Gesù dal volto profondamente umano, che rivela la sua divinità condividendo in tutto il mistero dell’umana fragilità ad eccezione del peccato, che egli supera e annulla offrendo la sua vita sul legno della Croce.

Il 13 aprile abbiamo ribadito per l’ennesima volta, che il Cardinal Becciu è innocente, la vittima designata di una colossale montatura: “Una ferita dalla calunnia non guarita, ma nascosta”. Becciu crocifisso per mezzo stampa, come ha scritto l’amico e collega Andrea Paganini nella sua Terza Lettera Aperta «sul “caso Becciu”» [Guai a voi, calunniatori e ipocriti manicheisti, che pensate d’avere la verità in tasca e non cambiate idea mai. La verità, che smaschera bugie e calunnie, ci farà liberi. Tutti – 14 aprile 2021].

Qualunque persona che ragiona con il cervello acceso, capisce che si fanno carte false pur di tirare dentro il Cardinal Becciu nei vari scandali, che poi si rivelano per quello che sono: fake news. Report su RAI 3 ha sprecato spazio, e messo alla berlina la propria reputazione, fornendo degli elementi intesi ad arricchire il “caso Becciu”. L’ha fatto in modo originale, con l’ausilio di alcuni personaggi coloriti sui generis. Abbiamo analizzato il caso della presunta richiesta di tangenti dalla Congregazione delle Cause dei Santi al sedicente “postulatore” di Rutigliano [Card. Becciu innocente, la vittima designata di una colossale montatura. Parte 2: Chi è il novello calunniatore? – 13 aprile 2021]. Siamo ritornato sul caso della lettera del Cardinal Becciu in risposta a Maria Pia Moro [Sasso dopo sasso il castello delle calunnie crolla. La lettera che il Cardinal Becciu scrisse alla figlia primogenita di Aldo Moro di contenuto contrario a quanto da lei affermato – 16 aprile 2021].

Il “caso Becciu” è tutta una montatura, una campagna di killeraggio mediatico. Certamente non mancano gli argomenti seri per avvicinarsi alla verità, che abbiamo presentato in diversi articoli, che ormai formano un dossier corposo. Di cosa si tratta abbiamo documentato e riassunto con poche parole. Colpire un Principe della Chiesa di Cristo è colpire tutto il Popolo di Dio. Ogni persona battezzata, che è parte della Famiglia Cattolica, davanti agli attacchi subiti dal Cardinale Angelo Becciu dovrebbe sentirsi toccata nell’intimo della propria Fede e dovrebbe sentirsi violentata spiritualmente per quanto accaduto. Il Cardinal Becciu è un bersaglio, che rappresenta il simbolo di un vile attacco, premeditato e coordinato, al Pontefice, al Pontificato, al Papato e alla Chiesa Cattolica Romana.

A fine marzo scorso, il castello di sabbia accusatorio iniziò a crollare sotto la sentenza di un tribunale londinese, che ha confermato: Becciu fu diffamato in modo “spaventoso”. Il Papa fu ingannato con il teorema accusatorio dell’Espresso depositato sulla sua scrivania [QUI].

La reazione al débâcle londinese non si fece attendere e il 2 aprile, su un altro organo GEDI – Huffingtonpost.it – la giornalista Maria Antonietta Calabrò, lancia coriandoli contra la cosiddetta “cordata Becciu”, che viene accusata di essere caduta “vittima del muro di specchi di interessati storytelling”. Poi, in un articolo dell’Agenzia Nova, si è concentrata la controffensiva alla medesima débâcle di Londra e alla visita che Papa Francesco ha reso a casa di Becciu, da parte delle stesse menti raffinatissime, che hanno ordito e orchestrato la campagna mirante a far escludere il cardinale da un prossimo Conclave con la carta straccia dell’Espresso [Cosa significa il gesto del Papa, andando a concelebrare Messa a casa di Becciu, procurando al Cardinale “una bella gioia”? – 2 aprile 2021].

Ogni giorno che passa, diventa sempre più chiaro, che il “metodo GEDI”, che Vittorio Feltri in una intervista a Giovanni Minoli ha definito: «La più grande operazione mondiale di diffamazione nei confronti di un uomo»., fa acqua da tutte le parte, sempre meno credibile e debole.

Oggi, Farina approfondisce su Libero Quotidiano come Papa Francesco fu anche ingannato dalla deplorevole menzogna sulla lettera del Cardinal Becciu a Maria Fida Moro. Un’ulteriore micidiale infamia. Ogni giorno diventa più pressante la necessità che Papa Francesco ammette che è stato ingannato e rimedia al suo errore, riabilitando il Cardinale Angelo Becciu. Cosa che ovviamente i “mandanti d’alto rango che credevano di aver definitivamente perpetrato l’assassinio pubblico del Cardinale Angelo Becciu” non posso tollerare, visto che significherebbe vederlo entrare in un prossimo Conclave.

Ancora accuse infondate
L’agguato di Report contro Becciu
La trasmissione di Rai Tre affonda nel ridicolo inciampando in alcuni falsi clamorosi: tutto pur di togliere valore alla visita che Papa Francesco ha fatto al cardinale sardo in segno di attenzione amicizia
di Renato Farina
Libero Quotidiano, 18 aprile 2021


Scuserete se qui si farà un po’ di teatro. E se il genere è misto. Tragedia e farsa. Si può sintetizzarne la trama con un proverbio popolare. «I pifferi di montagna andarono per suonar e furono suonati». Basta sostituire montagna con Vaticano e le sue propaggini Rai e il titolo è perfetto. Ma che tristezza.

ATTO 1

La pistola fumante! Il cardinale Angelo Becciu è un maramaldo, fa sapere Rai Tre alle ore 22 di lunedì scorso su Report di Sigfrido Ranucci, che si professerà, alla fine della puntata intitolata «Lo sterco del diavolo», credente addolorato. Indovina chi è Belzebù? Ovvio. Degno rimpiazzo di Giulio Andreotti, per finirne l’opera di omicida di Aldo Moro, è proprio il potente ecclesiastico. E lui che ha ucciso un uomo morto, torturandone con crudeltà, da bandito barbaricino, la figlia maggiore, Maria Fida. Per fortuna costei – asserisce Report – ha potuto riferire la verità al Papa. E Francesco ha sancito definitivamente la caduta agli inferi di un ecclesiastico che ferisce la Chiesa e l’umanità.

Risultato delle dichiarazioni della già senatrice di Rifondazione comunista primogenita dello statista: Becciu in Vaticano nella Curia romana e tra i vescovi e giornalisti cattolici è scuoiato nel corpo e nell’anima. Povero Papa che lo stava perdonando. Non solo Becciu è ladro e ruba ai poveri, ma pure persecutore della famiglia Moro. Damnatio memoriae. Non si sogni di riaffacciarsi.

Il caso di Maria Fida non è l’unico.

SCENA 1

Dapprima infatti si ospita la denuncia del postulatore, cioè di colui che curava la causa di beatificazione di Moro, il quale sostiene di aver ricevuto la richiesta di una tangente da 80mila euro perché la Congregazione della Cause dei Santi rendesse più rapida la procedura. Avendo rifiutato l’hanno cacciato. Accadde nella primavera del 2018.

Report per bocca dell’autore del servizio, Giorgio Mottola, fa due più due uguale Becciu. Constata che Becciu era stato promosso in quel periodo a prefetto di quel dicastero… Dunque Mottola va sul sicuro.

«La richiesta avveniva…». In gergo si chiama: alzare la palla. E il postulatore, Nicola Giampaolo, schiaccia: «A nome di Becciu, sì». Sigilla il tutto come fosse un dogma lo stesso Mottola, che ripete: «A nome di Becciu è stata fatta questa richiesta». Becciu, purtroppo per Report, ha assunto l’incarico il 1° settembre del 2018. Fino ad allora ha esercitato il ruolo di Prefetto delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato. Il tonfo è clamoroso.

SCENA 2

Trascrizione letterale.
GIORGIO MOTTOLA
(FUORI CAMPO)
È proprio il cardinale Becciu a rispondere per primo alla lettera della figlia di Aldo Moro, in cui denunciava le torbide manovre intorno alla beatificazione del padre.
MARIA FIDA MORO
Mi ha risposto. E veramente la lettera più volgare e violenta che io abbia ricevuto.
GIORGIO MOTTOLA
Alla sua lettera Becciu risponde…
MARIA FIDA MORO – FIGLIA DI ALDO MORO
Come se io fossi pazza… pazza, paranoica.
GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPO
Invece da Papa Francesco arriva un invito ufficiale per un incontro che si tiene a porte chiuse in Vaticano.
MARIA FIDA MORO – FIGLIA DI ALDO MORO
È la prima volta che io mi sono sentita amata.
GIORGIO MOTTOLA
Che cosa le ha detto il Papa?
MARIA FIDA MORO – FIGLIA DI ALDO MORO
La cosa che mi ha colpito è che si era studiato per tutti questi mesi queste cose. Io cominciavo una frase e lui la finiva. Quindi, effettivamente sapeva tutto.
GIORGIO MOTTOLA
Ma lei al Papa lei ha parlato di questa lettera che le ha scritto Becciu?
MARIA FIDA MORO
Sì, gli ho detto: non le ho portato la lettera di questo signore per non amareggiarla, la verità. E lui mi ha guardato con aria contrita e mi ha detto: «Mi sembra che sia stato punito debitamente».

Particolare simpatico. La mostruosa lettera di Becciu è rivelata da Famiglia cristiana di oggi [Sasso dopo sasso il castello delle calunnie crolla. La lettera che il Cardinal Becciu scrisse alla figlia primogenita di Aldo Moro di contenuto contrario a quanto da lei affermato – 16 aprile 2021]. Risponde nel giugno del 2019 a una missiva di Maria Fida Moro del 15 maggio 2019. II testo di Becciu è quanto di più affettuoso e rispettoso possa pensarsi. Scrive che la Causa non è mai arrivata in Congregazione, e che comunque «non posso non deplorare quanto da Lei denunciato». Conclude: «Le assicuro la mia preghiera in questo momento di dura prova».

II resto è calunnia. Voce maligna insufflata nell’orecchio del Papa. Non è la prima, non sarà l’ultima.

VERITÀ INOPPUGNABILE

I documenti cantano una verità inoppugnabile. La superficialità dei sicari giornalistici si è risolta in un nuovo smacco per i mandanti d’alto rango che credevano di aver definitivamente perpetrato l’assassinio pubblico del cardinale Angelo Becciu, dopo che fi Pontefice era stato indotto a indotto a liquidarlo dinanzi al mondo alle 18 e 02 del 24 settembre scorso.

La visita del Papa al cardinale Angelo Becciu il Giovedì Santo, con la concelebrazione della messa nella sua cappellina privata, è stata troppo per chi aveva considerato il piccolo prete sardo come un «morto che cammina» secondo la definizione americana di chi aspetta l’esecuzione capitale. Bisognava invertirne il segno. Ribaltare un gesto di amicizia del Pontefice e di gioia filiale del suo antico collaboratore.

Ce lo aspettavamo. Chi aveva ordito nello scorso settembre la trappola assegnando all’Espresso il ruolo di killer ne ha cercato un altro. Infatti le presunte rivelazioni di [Omissis], sostenuto dal direttore Marco Damilano e da tutto l’apparato Gedi, erano state demolite quali calunnie, dall’inchiesta di Libero condotta da Vittorio Feltri. A questa serie di articoli pubblicati nel novembre scorso, sono seguite le decisioni del Tribunale australiano e del giudice di Londra che hanno ridicolizzato le tesi propalate sui media da manine e manone operanti nei Sacri Palazzi. Chi aveva ordito l’agguato intendeva concludere il lavoraccio. In che modo? Se le accuse peraltro mai formalizzate contro l’ex numero tre della gerarchia cattolica si erano frantumate, occorreva dipingerlo come un criminale sistematico, uno che vende le aureole dei santi e che tormenta chi rifiuta di pagare. Simonia infame.

Eccoci così a lunedì scorso, Report (Rai Tre, servizio pubblico a chi?). Doveva essere un modo per inchiodare nella sua bara Becciu, non lasciargli margini di difesa e neppure di dubbio. Nessuna speranza di riabilitazione per il mostro. E il secondo atto? II prossimo atto crediamo tocchi in alto. In alto alla Rai e in altissimis nella Chiesa.

Leombruno Lorenzo, Allegoria della Calunnia, 1500/33 tavola, cm 76 × 100, Pinacoteca Nazionale di Brera, Milano.
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