Crimini contro l’umanità A.D. 2021. Per la politica un Tribunale di Norimberga! Per noi un esame di coscienza serio e pentimento sincero

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Stamane mi sono arrivate – a caso – quattro segnalazioni, consecutive. Questo vorrà pur dire qualcosa. Quindi, visto che il caso non esiste, le condivido. Buona lettura e buona riflessione: i principi “etici”, della malvagità però, “scientifica”; ecco il livello della nostra “civiltà”; la furbocrazia, che prolifera con la socialcrazia, nel Paese chiamato Furbistan; la politica ha dimostrato il proprio assoluto disinteresse rispetto alla tutela della salute dei cittadini.

1. I principi “etici”, della malvagità però, “scientifica” eugenetica e della sopravvivenza dei più forti

“(…) Quando però, oggi, i soloni che hanno riccamente gestito (e vergognosamente cavalcato) la pandemia, compiendo disastri sotto tutti i punti di vista (economico, sociale, sanitario), presentano un piano, frutto dei loro approfonditi studi. Quando in quel piano, senza vergogna, scrivono: ‘Quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alla necessità, i principi di etica consentono di fornire trattamenti necessari preferibilmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio’. Ecco, il mio pensiero è che siano per sempre maledetti loro e chi – magari dal pulpito di una chiesa – raccomanda di seguirne diligentemente le istruzioni” (Mauro Visigalli – Facebook, 13 gennaio 2021).

2. Ecco il livello della nostra “civiltà”

Fosse per me, lavori forzati (gli unici realmente “rieducativi”). Si vaccinano a 100 anni contro il Covid-19. Gli haters li attaccano: “Dosi sprecate, per qualche mese in più a vecchi decrepiti”:

“Commenti d’odio verso Gary Spampanato, 102 anni, e Basilio Pompei, 103, i due anziani che hanno ricevuto l’iniezione per difendersi dal coronavirus. Sono segnali di grande forza e di fiducia nella ricerca scientifica. Eppure, o proprio per questo, le storie dei centenari che hanno appena ricevuto il vaccino anti Covid stanno scatenando gli “odiatori” della rete. Accanto ai commenti positivi, di apprezzamento per gesti così carichi di significato, sul web sono apparsi attacchi e insulti verso i vaccinati. Colpevoli unicamente di essere anziani e dunque «non meritevoli» di attenzione” (Luisa Mosello – La Stampa, 9 gennaio 2021).

3. La furbocrazia, che prolifera con la socialcrazia, nel Paese chiamato Furbistan

“La furbizia è il surrogato disonesto dell’intelligenza, che invece manca nel nostro Paese. O è sommersa, disconosciuta o disattivata, a tratti proibita. In ogni campo, in ogni potere, in ogni settore, la capacità e l’intelligenza, la competenza e l’affidabilità sono state sostituite da questo formidabile passe-partout, applicato a ogni settore. L’intelligenza capisce, collega, ha visione, ha strategia, va in profondità, rapporta i mezzi ai fini, va oltre il puro espediente di superficie per ottenere un risultato personale o apparente; l’intelligente cerca la soluzione, il furbo invece l’ha trovata. L’intelligenza mira a una meta, il furbo galleggia e sceneggia. Con la furbocrazia viene meno la competenza, che è esperienza più studio, l’affidabilità, che è capacità più lealtà, e la capacità, che è intelligenza applicata, in grado di affrontare le situazioni reali. Il nemico insuperabile della furbizia è però la realtà” (Marcello Veneziani, 10 gennaio 2021).

4. La politica ha dimostrato il proprio assoluto disinteresse rispetto alla tutela della salute dei cittadini

ESCLUSIVA AGI – Il piano influenzale del 2002 aveva previsto la pandemia. Ma è rimasto ignorato
Nel documento, recuperato dall’AGI, si legge che già nel giro di 11 anni sarebbe potuta arrivare una pandemia. Inoltre si evidenzia, nell’eventualità, il ruolo cruciale della rete dei medici di base poi smantellata
di Manuela D’Alessandro
AGI, 13 gennaio 2021

Nel piano pandemico del 2002, precedente a quello del 2006 in vigore a febbraio, si paventava un possibile contagio globale già nell’arco di 11 anni e si enfatizzava, in questa eventualità, l’importanza della rete dei medici di famiglia di fatto smantellata negli anni successivi. Il documento è agli atti anche dell’inchiesta della Procura di Bergamo che indaga su possibili responsabilità di Governi e Regioni nel non avere evitato che la strage assumesse i contorni che ha avuto.

“In caso di pandemia non ci sarà tempo per le misure preventive”

Nel documento, recuperato dall’AGI, ci si pone la domanda su quando ci sarà un nuovo contagio globale e la risposta è: “Gli intervalli di tempo intercorsi tra le precedenti pandemie hanno oscillato tra gli 11 e i 42 anni, senza un andamento definito. L’ultima pandemia è avvenuta nel 1968/1969”.

“Non è possibile prevedere né il momento né il preciso impatto di una futura pandemia – era la premessa -. La severità della malattia causata da un nuovo ceppo virale, la rapidità della sua diffusione e i gruppi maggiormente suscettibili nella popolazione sono tutti fattori ignoti. Tuttavia, ai fini della pianificazione, l’analisi delle precedenti pandemie può fornire informazioni preziose sulle possibili dimensioni dell’impatto”.

Il documento appare “profetico” anche in altri passaggi, come questo: “Le modalità di disseminazione geografica di una pandemia seguono l’evoluzione dei mezzi di comunicazione. Questo spiega perché le pandemie più recenti hanno fatto il giro del mondo più rapidamente delle precedenti. La rapidità di tale disseminazione potrebbe far credere che in caso di pandemia influenzale non ci sarà il tempo necessario per prendere le necessarie misure preventive e in particolare per l’allestimento di un vaccino monovalente. Tipicamente i nuovi virus influenzali sono comparsi in Estremo Oriente e di lì si sono diffusi nel resto del mondo”.

“Impensabile fronteggiare pandemia senza la rete dei medici di famiglia”

Nel piano si legge anche i “medici di famiglia costituiscono uno degli elementi fondamentali della rete assistenziale che dovrà costituirsi per garantire un’efficace assistenza alla popolazione”. Ed “è impensabile che le strutture pubbliche o private possano garantire da sole una efficace assistenza. Ad essi compete, con la rete dei medici sentinella che si sta costituendo in tutte le Regioni, l’identificazione precoce dei primi focolai di infezione al fine di consentire l’attuazione tempestiva delle misure di intervento previste nelle prime fasi della pandemia. Sarà loro cura inoltre di identificare preventivamente i soggetti a rischio di maggiori complicanze sui quali si dovrà intervenire con la vaccinazione” e a loro, queste le indicazioni del piano, “spetterà il compito di contribuire a ridurre l’allarme della popolazione consigliando i pazienti e adottando tutti gli interventi sanitari che permettano di ridurre al minimo i ricoveri ospedalieri, che dovranno essere riservati solo i casi più gravi”.

Comitato vittime, emergono le responsabilità della politica

“Parole profetiche che evidenziano innegabili responsabilità politiche e una inenarrabile sciatteria burocratica di tutti, in particolare a partire dal 2013 se raffrontata con la professionalità che emerge dalla lettura del piano del 2002″ Così Consuelo Locati, legale del team di ‘Noi Denunceremo’, il comitato dei familiari che ha intentato una causa anche al Governo per non avere messo in atto una adeguata prevenzione, commenta quanto scritto nel piano pandemico del 2002.

“Pare che tutti almeno a partire dal 2013 abbiano dimostrato il proprio assoluto disinteresse rispetto alla tutela della salute dei cittadini”, sono le sue parole in riferimento in particolare allo “smantellamento” della rete dei medici di base la cui rilevanza veniva invece enfatizzata dal piano in caso di pandemia.

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