Ora abbiamo in Piazza San Pietro un “assemblaggio” del genere e la solo cosa che manca, sono quegli asini che lo hanno programmato

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Israele, ex capo della sicurezza spaziale: “Gli extraterrestri esistono. E Trump lo sa” – Il generale in pensione Haim Eshed, responsabile del programma di sicurezza spaziale dello Stato ebraico dal 1981 al 2010, assicura che il suo Paese e gli Stati Uniti sono in relazione con una “federazione galattica” (La Repubblica, 10 dicembre 2020). E gli extraterrestri sono pure atterrati in Piazza San Pietro e sono stati scambiati per le statue del tradizionale monumentale Presepe 2020, che della tradizione di San Francesco niente ha. E lo hanno avuto pure la faccia di bronzo dell’inaugurazione in pompa magna… che non è casuale.

“Un incubo? No, il Presepe di Piazza San Pietro. Un consiglio: se capitate dalle parti di Piazza San Pietro, specie nelle ore notturne, evitate di avvicinarvi al presepe. Se poi avete con voi un bambino, impeditegli di guardare. Potrebbe restarne segnato. Quest’anno il Presepe non è solo brutto: fa spavento. Fili, Redemptor mundi, Deus, miserere nobis” (Aldo Maria Valli – Duc in altum, 11 dicembre 2020).

“Il popolo del web lo ha già catalogato come il peggior Presepe allestito in Piazza San Pietro. Al termine di un annus horribilis come questo, ‘almeno’ il Presepe avrebbe dovuto esprimere bellezza e contemplazione ‘cristiana’!” (Michelangelo Nasca).

“Ci sono delle cose che dovrebbero mantenere nel tempo i peculiari caratteristiche come il Presepe tradizionale: sono uno dei tanti punti fermi che ci ricordano la bellezza della tradizione e della nostra storia. Quest’anno a Piazza San Pietro si celebra l’orrore di un anno che vorremmo tutti dimenticare. Avrei preferito il conforto di un Presepe come quello che inaugurò San Francesco d’Assisi” (Antonella Villani).

“Io forse sono ‘un semplice’ visto che reputo questo allestimento degno di un luna park di cattivo gusto. Sta di fatto che viene lodato proprio perché si discosta dalla tradizione e dalla realtà storica che dovrebbe rappresentare. Ergo, come una pessima scrittura è opaca (non leggibile) rispetto al suo messaggio, rendendolo inaccessibile, così è questo diorama per il racconto della nascita di Gesù” (Michele Balen).

Il Presepe che è stato inaugurato questo pomeriggio in Piazza San Pietro non convince i fedeli. “È orribile”, “non si può guardare”, “molto brutto”, “tetro”, “freddo”, “orrendo è essere generosi”, sono tra i commenti più teneri che gli utenti hanno riservato all’”opera d’arte” al post Facebook di Vatican News.

“Gli antichi greci definivano la bellezza e di conseguenza un’opera d’arte come un qualcosa che ha armonia, proporzione, equilibrio, grazia… Ai nostri tempi un certo Marcel Duchamp, un cosiddetto artista, fece come opera d’arte un water, un urinatoio… con questo si è praticamente deciso di chiamare “opera d’arte” una qualsiasi porcata… Quindi dire che questo presepe è un’opera d’arte non vuol dire nulla… Ormai questa definizione non ha più senso” (Fiorenzo Casarin).

Platone ritiene che l’arte allontani l’uomo dalla realtà, non disvela ma vela il vero, allontana l’uomo dalla politica che significa preoccuparsi delle cose che realmente sono importanti, a delineare il ruolo del vero filosofo, atto al Governo proprio perché si preoccupa delle cose intellegibili e può permettersi il lusso di essere integralmente onesto e votato al bene comune.

L’ arte che è immaginazione secondo Platone, allontana l’uomo dalla vera visione e perciò considera l’artista pericoloso. Malgrado ciò, per Platone esiste una via di salvezza anche per l’arte, quand’essa si mette al servizio del vero sforzandosi di veicolarlo con parabole e storie immaginate, o figurazioni che inducono alla virtù, o musiche che sprigionano nobili commozioni.

Appare, che il Presepe 2020 in Piazza San Pietro non appartiene a questa categoria.

“Senza entrare nel merito della bellezza, bruttezza, modernità o tradizione, resta il fatto che ha un significato particolare e per la scelta del design e per il messaggio che tale design ha” (Valentina Villano).

Infine, segue una presa di posizione – pienamente condivisibile – del Vescovo Adam Rosiek, Primo Vescovo della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia, che tocca in cuore del problema, il messaggio che tale “assemblaggio stile Botero” manda al mondo intero:

L’intenzione non è criticare “quello” che vediamo in Piazza San Pietro. L’intenzione è quella di prendersi cura della Chiesa di Cristo, gran parte della quale è la Chiesa Cattolica Romana, il cui cuore è proprio lì, vicino a Piazza San Pietro in Vaticano.

I nostri cuori cattolici, sebbene non abbiamo la piena comunione formale con il Santo Padre, si sentono spiritualmente uniti con il Pietro del nostro tempo. Siamo molto dispiaciuti che qualcuno abbia permesso questo “assemblaggio”, che non ha niente a che vedere con lo scenario della grotta di Betlemme, con cui minare così fortemente l’autorità del Santo Padre.

Lo so. La Chiesa è grande, multiculturale e potrebbe essere il momento di presentare il presepe di qualche “sottocultura” all’interno della Chiesa. Ma anche se è come posso immaginare, sorge la domanda se il luogo indicato di questa presentazione, sia il luogo centrale dell’intera Chiesa Cattolica nel mondo.

Rispettando tutti, tutte le culture e tutti gli ornamenti della pietà, vorrei ricordarvi che non è giusto che la Grotta di Betlemme presso la Basilica di San Pietro in Vaticano abbia questo aspetto. Si può concludere che ora abbiamo in Piazza San Pietro un Presepe del genere, ma mancano solo quegli asini che lo hanno inventato.

Preferisco la vista di Gesù, Maria e Giuseppe, pastorelli e animali di Betlemme.

Smettetela di distruggere ciò che è Dio nei cuori umani.

È spaventoso pensare a cosa possiamo aspettarci dalla Tomba di Gesù Cristo preparata per questa Pasqua.

+ Adam Rosiek
Primo Vescovo
della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia
Facebook, 11 dicembre 2020

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