Numeri ufficiali Covid-19 del 30 novembre 2020. Per il Natale, la Commissione europea raccomanda di valutare di «non permettere la celebrazione delle messe»
Pietanza indigesta 5 (le 4 precedenti seguono)
Bozza Ue, valutare divieto Sante Messe a Natale
Nelle linee guida che saranno pubblicate domani sulle misure anti-Covid, per il Natale, c In particolare chiede di «considerare di evitare cerimonie religiose con grossi assembramenti, sostituendole con iniziative online, in tv, o alla radio», secondo quanto si apprende a Brussel (Fonte Il Sole 24 Ore/SkyTG24).
“L’Ue che non ha mai speso una parola per cristiani perseguitati, per i preti uccisi in Europa, per le chiese profanate nelle nostre nazioni, ora vorrebbe impedire la Messa di Natale negando il senso del Natale, nostre radici cristiane e libertà di culto alla base della democrazia” (Francesco Giubilei).
“Da almeno 15 anni dalle istituzioni e tribunali europei è in atto una vera e propria persecuzione dei Cattolici e delle loro Radici, non nasce certo oggi questa proscrizione” (Vincenzo Dalli Cardillo).
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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi lunedì 30 novembre 2020
In isolamento domiciliare: 751.540 (-7.599) (-1,00%)
Ricoverati con sintomi: 33.187 (+308) (+0,94%)
In terapia intensiva: 3.744 (-9) (-0,24%)
Deceduti: 55.576 (+672) (+1,22%)
Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia
Media giornaliera dei decessi: 196 (+2)
Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.
Il punto della situazione a cura di Lab24
Le notizie che da qualche giorno arrivano dai dati testimoniano, a livello di tendenza al di là delle oscillazioni giornaliere, le prime ricadute positive delle misure di mitigazione sull’andamento dell’epidemia: nuovi casi in calo; riduzione dei ricoverati in area medica; meno pazienti nelle terapie intensive (anche se non sappiamo quanto quest’ultima voce sia correlata al numero elevato dei decessi). I buoni segnali non significano, purtroppo, che abbiamo risolto la questione: siamo sulla strada giusta, ma l’obiettivo resta molto, molto lontano. Gli affollamenti che hanno caratterizzato l’ultima domenica, in particolare nelle Regioni dove il livello di allerta è stato parzialmente allentato, non vanno nella giusta direzione. Le epidemie non si affrontano guardando i colori, serve una maggiore attenzione per evitare di invertire rapidamente il trend calante appena raggiunto.
Al di là delle considerazioni sulla piena affidabilità dei dati ufficiali, basta guardare i target da centrare per capire quanto siamo lontani dall’aver messo sotto controllo il Sars-CoV-2. Anche la pressione sugli ospedali, per quanto in calo, resta a livelli insostenibili: a livello nazionale l’occupazione delle terapie intensive (dati Agenas alla sera del 29 novembre) è del 43% (soglia di allerta 30%), quella dei posti in area medica del 49% (soglia 40%) ma in molte Regioni i valori sono più elevati. Numeri che comportano un’importante riduzione delle prestazioni ai pazienti non affetti da Covid-19 per far spazio ai soggetti contagiati dal nuovo Coronavirus: ne vedremo chiaramente gli effetti, purtroppo, nei prossimi anni. Negli ultimi giorni abbiamo dedicato moltissimo spazio alla lettura dei numeri e alla loro interpretazione. Per riportarci sulla retta via della Medicina e ricordarci, sdrammatizzando, che i numeri in questo campo non sono tutto, un vecchio amico oggi chirurgo a Verona (e attento lettore di questi commenti) ci ha mandato un messaggio con il nome di Robert Liston, molto citato ai tempi (ahimè) lontani dell’università. Liston, un chirurgo scozzese vissuto tra il 1794 e il 1847, divenne molto famoso per la straordinaria velocità con cui eseguiva gli interventi: un fattore fondamentale all’epoca, vista l’assenza dell’anestesia. E quando si ipotizzò l’utilizzo dell’etere per sedare i pazienti, nel 1846 fu il primo medico europeo e il secondo al mondo (poco dopo un collega americano) a sperimentarlo nel corso di un’operazione. Entrambi motivi più che validi per essere ricordato negli annali della Medicina. A farlo entrare nella storia tuttavia non furono questi successi, ma un numero: 300. O meglio ancora una percentuale: il 300%. Durante l’amputazione di una gamba, operazione che di norma eseguiva in poco più di due minuti e circondato dal pubblico (impensabile oggi), Liston amputò incidentalmente anche le dita di un assistente che stava immobilizzando il paziente. Nei giorni seguenti entrambi, paziente e assistente, morirono per infezione (non esistevano ancora gli antibiotici…). Come se non bastasse uno degli “spettatori”, per la crudezza della scena, ebbe un attacco cardiaco e morì all’istante. Un paziente, tre morti: una letalità del 300%. Anche in memoria di Robert Liston, e del suo 300%, rinnoviamo l’invito a non considerare solo il “quanto” dei numeri, presi come se fossero totalmente asettici, ma anche il “perché”. Cosa, spesso, ancora più importante (Fonte Il Sole 24 Ore).
Guido Longo commissario ad acta per la sanità calabrese
Il 27 novembre sera dopo la fine del conclave con relativa fumata bianca, è stato reso noto che l’ex Prefetto Guido Longo prenderà le redini della struttura commissariale che gestirà la sanità della nostra regione nei prossimi mesi (si spera).
Sarà lui il traghettatore che ci porterà fuori dall’emergenza ma sarà lui che dovrà riuscire nell’impresa ancor più ardua, di ricostruire i bilanci delle asp e rimettere in moto la macchina sanitaria garantendo i livelli essenziali di assistenza (LEA).
Chi è il “Super Poliziotto” nominato dal governo?
Longo è stato questore di Palermo, nominato prefetto per meriti straordinari nella lotta a Cosa Nostra e da luglio era commissario a Partinico, comune sciolto per mafia.
Il suo è un curriculum di rilievo: dopo la prima esperienza nella Questura di Reggio Calabria, è stato a Palermo nel periodo delle stragi nel ‘92, prima alla Squadra mobile come dirigente delle sezioni narcotici e omicidi e poi come vice capocentro della Dia, poi a Napoli, a Roma promosso al servizio centrale, a Caserta dopo la strage di Castelvolturno, poi nuovamente a Reggio Calabria e Palermo. A lui si devono, in Campania, i risultati di importanti operazioni antimafia, tra cui la cattura dei superlatitanti dei Casalesi Antonio Iovine, Michele Zagaria e del capo assoluto del clan Francesco Schiavone detto “Sandokan”. Nel 2017 è stato nominato prefetto di Vibo Valentia.
Certo, un uomo delle istituzioni dal curriculum importante, non sarà il super manager che tutti auspicavano, non sarà un rettore dell’università più antica del mondo, non sarà il numero due della protezione civile. Ma una speranza a me l’ha data quando ha risposto alla chiamata ha dichiarato: “Ho accettato come atto d’amore verso la Calabria”.
Buon lavoro al Super Poliziotto Guido Longo servitore dello stato che conosce bene il territorio calabrese, un in bocca lupo per uno dei compiti più difficile in Italia” (Sarah Yacoubi).
Pietanza indigeste 1
Suor Alessandra Smerilli, star dell’economia “francescana”, teologa bizarra
La nota economista suor Alessandra Smerilli, reduce dai celebrati ‘trionfi’ cattofluidi del convegno mondiale di Assisi, in un’intervista alla trasmissione “DiMartedì” del 24 novembre ha rilevato tra l’altro a proposito dei festeggiamenti del prossimo Natale: “Per un bene temporaneo – e non voglio sminuire l’importanza del Natale dal punto di vista familiare e religioso – meglio fermarsi. Sappiamo che c’è un bene più grande. Io mi immagino però come, finito tutto questo, magari ci regaleremo una festa nuova, una festa dell’incontro dopo il Covid”. Insomma… invece di quella tradizionale festicciola natalizia di poco conto faremo, quando ce ne sarà l’occasione, una gran bella festa dell’incontro… una vale l’altra, anzi ci si guadagna! Si noti che questa suor Alessandra Smerilli è una vera ‘star’ in area religiosamente corretta, tanto che – tra i numerosi altri incarichi – è anche consigliera di Stato della Pontificia Commissione (dello Stato della Città del Vaticano) che esercita il potere legislativo al di là delle Mura leonine… Una vera profetessa di Speranza per la nuova Chiesa cattofluida! (Giuseppe Rusconi – Rossoporpora.org, 30 novembre 2020).
Pietanze indigeste 2
Francesco Boccia: un altro teologo al governo. Anche lui vuole “suggerire” alla Chiesa come organizzarsi per Natale
Difficile per un cattolico assaporare quanto ha detto il 26 novembre il ministro italiano per gli Affari regionali Francesco Boccia, sempre riguardo al Natale: “Seguire la messa – e lo dico da cattolico (NdR: bum bum… alla Biden) – due ore prima o far nascere Gesù Bambino due ore prima non è eresia (…) Non facciamo i sepolcri imbiancati. Il Natale non si fa con il cronometro, ma è un atto di fede”.
Eccone un altro, dopo il neo-teologo Giuseppi, che pontifica sul Natale cristiano ‘suggerendo’ – dalla sua poltrona di governo – l’ora di celebrazione della Messa di mezzanotte alla Chiesa. Sarebbe come dire che il cardinal Bassetti ‘suggerisse’ al Governo della Repubblica di anticipare o posticipare il 2 giugno o il 25 aprile: Immaginate in tal caso gli strilli corali, le manifestazioni di piazza, la caccia mediatica e social ai cattolici! Forse per il ministro (anche per le Autonomie) – in attesa che rientri nella sua confezione da cui uscirà a riveder la stella (dell’albero di Natale) – sarebbe giovevole (ri)leggere l’articolo 7 della Costituzione italiana che stabilisce in primo luogo che “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”. I quali Patti Lateranensi all’articolo 2, comma 1 così recitano: “La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica” (Giuseppe Rusconi – Rossoporpora.org, 30 novembre 2020).
Pietanza indigeste 3
Paola De Micheli ignora/o sprezza il valore cristiano e identitario della domenica
Vi pare più facile poi assaporare la pietanza servita dalla ministra italiana delle infrastrutture e dei trasporti (una vera catastrofe) Paola De Micheli in un’intervista a Repubblica del 26 novembre? Richiesta di un parere sulla ripresa della didattica in presenza, la De Micheli rileva che occorrerebbe riorganizzare tutto il sistema scolastico, così da attenuare il problema dell’affollamento dei mezzi pubblici di trasporto. Ad esempio afferma, rispondendo a una domanda specifica in tal senso: “Certo, siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato” (NdR: forse la ministra non sa che già oggi in molti istituti si fa lezione anche il sabato…). Poi… la domanda sulla domenica. E qui così suona la risposta della De Micheli: “Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati”. Leggi, al di là delle cautele da notissimo personaggio di Molière: si può andare a scuola anche la domenica, è un tabù che si può far cadere. Capito? Per la De Micheli, ministro della Repubblica italiana, la domenica è de facto un giorno qualunque, roba in fondo da cattolici bigotti. Il nostro consiglio (che le offriamo gratis)? Si ricicli come segretaria di un emiro e così il problema è risolto (attenta però al venerdì) (Giuseppe Rusconi – Rossoporpora.org, 30 novembre 2020).
Pietanza indigeste 4
Assaporare, assaporare… quant’è difficile oggi! Come si fa ad assaporare le immagini -supertrasgressive delle norme anti-Covid – dei maxi-assembramenti di Napoli in lutto per Maradona, genio calcistico sì ma non certo un esempio da seguire per il resto (abbiamo riesumato quanto scritto da Roma sul ‘Corriere del Ticino’ nel 1990 per la finale dei campionati mondiali di calcio, vedi QUI). E le immagini impressionanti dell’inaugurazione di un nuovo centro commerciale a Roma venerdì 27 novembre? Intanto però capita, in altre parti del Paese, che un pensionato intenzionato a entrare in farmacia si debba mettere in fila per la coda, decida allora di attendere che la coda si smaltisca seduto sulla panchina antistante, apra un giornale e si ritrovi con una multa di 400 euro per violazione delle norme anti-Covid (sosta vietata)… (Giuseppe Rusconi – Rossoporpora.org, 30 novembre 2020).