A Ferentino il Premio Cultura ‘Don Giuseppe Morosini’
Nello scorso novembre a Ferentino il Comitato ‘Don Giuseppe Morosini’, presieduto da Primo Polletta, ha conferito il premio a personalità del mondo della cultura. II Comitato Don Giuseppe Morosini è stato costituito nel 1969 per iniziativa di Primo Polletta e Alberto Cedrone, per onorare la memoria del sacerdote ferentinate, fucilato a Forte Bravetta nel 1944 a soli 32 anni, insieme alla Federazione Provinciale dei Combattenti e Reduci di Avellino, coordinata dal prof. Carmelo Testa.
Nel ricordare il sacerdote il sindaco della città, Antonio Pompeo, ha detto: “La figura di don Giuseppe Morosini rappresenta un orgoglio per la città di Ferentino; la sua opera di sacerdote impegnato per l’affermazione dei principi della libertà e della pace, pagata con il sacrifico personale, costituisce un esempio di virtù civili di cui va mantenuto vivo il ricordo e la memoria. Un messaggio attuale anche alla luce del quadro internazionale che stiamo vivendo e da consegnare alle giovani generazioni affinché crescano coltivando i valori della tolleranza e del rispetto tra le comunità”.
Durante la cerimonia il consigliere nazionale dell’ANPC (Associazione Nazionale Partigiani Cattollici), Aladino Lombardi, ha tratteggiato la sua figura: “Condannato perché aveva scelto la strada della difesa dei valori della libertà, contro ogni forma di tirannia e di oppressione. Questo era il suo dovere di prete e di italiano. La storia molte cose non le ha raccontate, forse per mancanza di approfondimenti, ma è un dovere ricordare che alla resistenza hanno partecipato in forma effettiva, ben oltre 160.000 partigiani di ispirazione cattolica.
Una resistenza quindi nella quale, accanto a combattenti dell’idea comunista, socialista, repubblicana e liberale, c’erano anche uomini di ispirazione cristiana, oltre alla numerosa schiera di vescovi, sacerdoti, parroci e suore che, mettendo a rischio la propria vita hanno fornito una collaborazione coraggiosa, preziosa e talvolta temeraria, intesa come servizio alla comunità. In questo contesto dobbiamo collocare l’operato e il sacrificio di don Morosini”.
Ed ha ricordato che è stato, grazie alla fede ‘un ribelle per amore’: “Con coraggio affrontò la dura prigionia dei nazisti, continuando il suo apostolato tra i carcerati, resistette ai lunghi interrogatori senza rivelare segreti della resistenza. Fino all’incontro con la morte, affrontato serenamente. Giustamente fu definito uno dei più fulgidi martiri del secondo risorgimento…
Valori come la libertà, la pace, la sicurezza, la democrazia, lo stato di diritto, la dignità della persona, la solidarietà devono costituire per tutti, nessuno escluso, un riferimento costante per l’ulteriore corso della nostra storia e per la pacifica convivenza tra gli uomini e i popoli. Vivere senza odio nell’amore, con quella forza morale che ha contraddistinto nella lotta di liberazione i partigiani cristiani, nel dichiararsi ‘ribelli per amore’.
La storia della loro partecipazione e azione ci offre ogni giorno delle scoperte. Il primo dovere della nostra associazione è tenere sempre viva la memoria storica di quei tempi e trasmetterla ai giovani perché si rendano conto di quanto sia stato duro e difficile il passato”.
Poi ha ricordato il lavoro che l’associazione svolge nella conversazione della memoria: “Ancora molto deve essere trovato negli archivi scritti e audiovisivi. Ed è questo che sta facendo oggi l’ANPC con la collaborazione dell’Istituto Sturzo. E’ un progetto volto alla gestione, alla conservazione, alla valorizzazione della memoria ed alla divulgazione degli eventi con una particolare attenzione al contributo della componente del movimento resistenziale mosso da una coscienza e da ideali cristianamente ispirati.
Caratteristica innovativa del progetto è la creazione di un impianto multimediale, aperto e aggiornabile nel tempo, capace di assolvere alla funzione di archivio, di elaborazione di studi e di comunicazioni, proponendo in rete fonti bibliografiche e testi, documenti di archivio, dibattiti ed audiovisivi legati alle vicende della lotta di liberazione.
Già dai primi di dicembre può essere visitato collegandovi al nostro sito www.anpcnazionale.com ed entrare nel progetto ‘Resistenza 70’. E’ ora che sia dato ad ognuno ciò che gli è dovuto”. Ed ha invitato ad essere vigili nella difesa della democrazia: “Si respira una brutta aria in Europa e non solo nel nostro continente. Le minacce a ciò che si è costruito con la Resistenza sono reali e diffusi. I giovani fanno fatica a trovare ideali forti e condivisi. E sicuramente è da loro che bisogna cominciare. La Resistenza fu alimentata dai giovani e dalle donne. I giovani e giovanissimi furono i protagonisti del Risorgimento, così come nella Resistenza, che non a caso fu definita il secondo Risorgimento”.