A Milano chiusa la Porta Santa si apre il tempo di Avvento
Per la diocesi di Milano domenica scorsa è stata speciale, in quanto il card. Angelo Scola ha chiuso la Porta Santa diocesana ed in contemporanea ha aperto il tempo di Avvento ambrosiano, che anticipa di due settimane quello romano. Nell’omelia, commentando il Vangelo domenicale di Matteo 24, ha affermato:
“Alcuni dei Padri della Chiesa hanno identificato in questo segno il Crocifisso Glorioso, il volto della Misericordia del Padre. Con le sue braccia aperte egli attira gli uomini a sé e li raduna. Amandoci fino alla totale dedizione di sé sulla Croce, Gesù ha vinto definitivamente il peccato e la morte.
Per questo misericordia (alla lettera ‘aprire il cuore agli infelici’) è la parola definitiva sulla nostra esistenza. L’Anno Santo che oggi si conclude in ogni diocesi del mondo, mentre verrà chiuso da Papa Francesco a Roma domenica prossima, ci ha aiutato a risvegliare la necessità di riconciliarci con Dio, con gli altri e con noi stessi”.
Il tempo di Avvento è un tempo per educarsi all’attesa del Natale: “Colui che attendiamo viene quindi definitivamente per offrirsi alla nostra libertà, nella concreta situazione storica in cui versa. Annunciando la sua ultima venuta, la fine del tempo Gesù vuole focalizzare l’attenzione dei suoi discepoli, anche la nostra quindi, sul senso del tempo e della storia.
Il loro scopo è consentire l’annuncio del ‘vangelo del Regno… in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli’. La comunità cristiana riceve in tal modo un compito missionario di grandi proporzioni. Per noi che viviamo in Europa e, come qualcuno ha scritto, siamo la società della stanchezza, è importante sostenerci in questo prezioso compito che appaga la nostra sete di pienezza e viene incontro a quella di tutti i nostri fratelli uomini”.
L’Avvento permette al cristiano di sperimentare la virtù della speranza: “Da duemila anni i cristiani condividono l’esistenza dei loro fratelli uomini segnati dal dono della venuta del Signore che riempie le giornate di speranza. Lo esprime bene il Prefazio dell’odierna liturgia: ‘Con la sua prima venuta nell’umiltà della carne Cristo portò a compimento l’antica speranza e aprì il passaggio all’eterna salvezza; quando verrà di nuovo nello splendore della gloria potremo ottenere, in pienezza di luce, i beni promessi che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa’, come dice il Prefazio.
La virtù dell’Avvento è la speranza. Di questi tempi un bene tanto raro, quanto necessario e urgente. La speranza, e di questo è testimone secolare il cattolicesimo popolare lombardo, è imprescindibile fattore anche di operosità sociale. La speranza genera uomini e donne guidati non dall’utopia, ma da un ideale realizzabile, perseguito insieme a tutti, capace di accettare l’inevitabile perfettibilità di ogni tentativo e tenace nel ricominciare ogni mattina”.
Compreso in questo modo il tempo di Avvento è “un tempo di ripresa quotidiana che la Provvidenza ci dona anche perché l’amicizia civica nelle nostre terre ambrosiane diventi cemento della società civile. Così, nel dialogo teso al riconoscimento reciproco, fiorirà la persona, si mobiliteranno i corpi intermedi, trarranno beneficio le Istituzioni”.