Il Papa alle suore: la Chiesa ha bisogno di voi
Nel giorno della festa di santa Maria Maddalena papa Francesco ha invitato i monasteri delle suore contemplative a ‘non lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e della efficienza’, nella costituzione apostolica ‘Vultum Dei Quaerere’ (La ricerca del volto di Dio), scegliendo con cura le vocazioni, evitando di reclutare candidate da altri paesi ‘con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero’, rafforzando le federazioni e l’autonomia giuridica:
“La ricerca del Volto di Dio attraversa la storia dell’umanità, da sempre chiamata a un dialogo d’amore con il Creatore. L’uomo e la donna, infatti, hanno una dimensione religiosa insopprimibile che orienta il loro cuore alla ricerca dell’Assoluto, a Dio, del quale percepiscono, non sempre consapevolmente, il bisogno. Questa ricerca accomuna tutti gli uomini di buona volontà.
Anche molti che si professano non credenti confessano questo anelito profondo del cuore, che abita e anima ogni uomo e ogni donna desiderosi di felicità e pienezza, appassionati e mai sazi di gioia”. Introdotto da una riflessione sull’importanza delle monache e delle contemplative per la Chiesa e per il mondo, il documento indica 12 temi di riflessione e discernimento per la vita consacrata in generale e si conclude con 14 articoli dispositivi.
I 12 temi di riflessione e discernimento riguardano la formazione e la preghiera; la Parola di Dio, Eucaristia e Riconciliazione: Come terzo tema di riflessione Francesco indica la centralità della Parola di Dio; la vita fraterna e autonomia dei monasteri; le federazioni e la clausura; il lavoro ed il silenzio; i mezzi di comunicazione e l’ascesi. La Conclusione dispositiva della ‘Vultum Dei Quaerere’ si suddivide in 14 articoli che definiscono in termini giuridici quanto detto dal Pontefice in precedenza.
In particolare: l’art. 3, dedicato alla formazione permanente ed al discernimento vocazionale, stabilisce che si possono frequentare corsi formativi ‘anche al di fuori del proprio monastero, mantenendo un clima adeguato e coerente’ con il carisma delle contemplative, e che ‘si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero’;
l’art. 7 esorta le contemplative che esercitano ‘il ministero dell’autorità’ a ‘favorire un clima gioioso di libertà e responsabilità’, così da “promuovere la comunicazione nella verità’; l’art. 8 elenca i requisiti necessari all’autonomia giuridica di una comunità, tra cui la capacità formativa e di governo, l’inserimento nella Chiesa locale e la possibilità di sussistenza.
Mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, ha affermato che il documento aggiorna la costituzione apostolica ‘Sponsa Christi’, risalente al 1950: “Non a caso primo elemento a essere evidenziato è la formazione, nei suoi due momenti di formazione permanente e iniziale, ormai da diversi anni oggetto di particolare attenzione da parte del Magistero.
A questo proposito il Pontefice, mentre da un lato ricorda che il luogo ordinario di formazione per una comunità contemplativa deve essere il monastero, dall’altro auspica la collaborazione tra più monasteri, attraverso varie modalità: scambio di materiale, uso prudente dei mezzi digitali, case di formazione iniziale comuni, disponibilità data da sorelle preparate ad aiutare i monasteri con meno risorse. E’ importante che la fantasia della carità aiuti a stringere legami di reciproco aiuto, sempre salvando le norme che regolano una vita contemplativa”.
Altre sottolineature del segretario della Congregazione riguardano l’autonomia e la clausura: “A proposito dell’autonomia, due sono gli aspetti evidenziati: l’attenzione a che autonomia non diventi sinonimo di isolamento e auto-referenzialità; la verifica che all’autonomia giuridica corrisponda una reale autonomia di vita, con criteri chiaramente precisati.
Proprio perché tema delicato e dibattuto, già vengono date a questo proposito alcune linee di comportamento da seguire da parte dei soggetti interessati nel caso in cui non vi sia più autonomia di vita, sebbene poi si rimandi alla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica per la decisione ultima (numeri 28-29).
Tutti i monasteri, salvo casi particolari a giudizio della Santa Sede, dovranno essere federati; è interessante la possibilità contemplata che le federazioni siano configurate non più soltanto secondo un criterio geografico, ma piuttosto ‘di affinità di spirito e di tradizioni’…
Per quanto riguarda la clausura, vengono ridefiniti i tre tipi di clausura già contemplati in certo modo da ‘Vita consacrata’, cioè clausura papale, costituzionale e monastica, consentendo ai singoli monasteri un discernimento attento, che rispetti il diritto proprio, per chiedere eventualmente alla Santa Sede di poter abbracciare una forma di clausura diversa da quella vigente”.