Claudio Granzotto: l’artista di Dio
Ultimo di sette fratelli, Riccardo, divenuto poi fra’ Claudio, nacque a Santa Lucia di Piave nel Trevigiano il 23 agosto 1900. Riccardo ebbe un’educazione semplice ma sostanziosa, fatta di concretezza e poche illusioni. E anche il piccolo Riccardo, benché avesse dei sogni nel cassetto, dovette abbandonarli perché, raggiunta la terza elementare, andò a lavorare dapprima nella bottega di un calzolaio e poi in quella di un falegname.
Successivamente venne assunto come muratore dal fratello Giacinto nella sua impresa edile. Però uno di quei sogni che aveva accantonato nel cassetto tornava spesso a rifarsi vivo: gli piaceva modellare e, quando la faceva, dalla sue umani uscivano piccole cose di raffinata bellezza.
Aveva solo 17 anni quando fu precettato per un servizio paramilitare, espletato prima s Susegna e inseguito a Isola Vicentina. Ma quel continuava a frullargli nella testa, un sogno impossibile in quel momento da realizzare perché il mondo intero era piombato nella Prima Guerra Mondiale. Al termine del conflitto fu congedato, ma subito richiamato in servizio di leva che effettuò a Roma, Napoli, Bologna e in Albania.
Nel 1921 fu congedato definitivamente e, quindi, riprese il suo lavoro da muratore, continuando a dedicarsi alla sua passione, modellare, creando opere che suscitavano ammirazione. Il suo parroco, don Vittorio Morendo, notò la sua grande abilità e passione nello scolpire la pietra e lo fece entrare in una scuola d’arte di Conigliano, primo passo che portò Riccardo al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si laureò a pieni voti.
La grazia di Dio lavorava in Riccardo che trovò la sua strada, come accade spesso nelle esperienze spirituali, a partire da una sconfitta personale. Aveva vinto un concorso per la realizzazione di un’opera destinata ad ornare il Foro Italico ma la sua opera, una volta creata, venne respinta perché, nel frattempo, la commissione aveva cambiato i criteri di scelta. Il professor Granzotto si rese conto che quel mondo, con le sue beghe e i suoi giochi fatti di furbizia e perfidia non era fatto per lui.
Cominciò ad essere attratto dalla semplicità della vita francescana. L’occasione che fece maturare a Riccardo la scelta di consacrarsi fu un quaresimale del 1932. Infatti un frate francescano venne nella sua parrocchia a predicare. Tra i due si instaurò subito una profonda e bella amicizia che portò Riccardo ad entrare nel 1933, cambiando il suo nome con quello di Claudio, nel convento di S. Francesco al Deserto nella splendida e romita isoletta della laguna di Venezia.
Nel 1936 emise i voti di povertà, castità ed obbedienza. Fu, poi, mandato nel convento di San Francesco di Vittorio Veneto dove diede esempio di vita integra e di grande amore per tutti. I superiori pensarono di sfruttare le sue grandi dote facendogli realizzare a Verona e a Belluno delle grotte di Lourdes.
Fra’ Caludio le realizzò, dedicandosi anche a servizi umili: assistere ai fratelli malati, lavare le stoviglie, accudire gli animali da cortile, aiutare il cuoco. Morì a Padova l’8 agosto 1947. Giovanni Paolo II lo proclamò beato nel 1994.
Claudio, dotato di un grande talento e una grande passione, toccato dalla Bellezza cha salva e crea, scolpì nella scultura per tutta una vita le sue idee, le sue riflessioni, la sua fede, trasformando un atto “tecnico” in preghiera , in luogo di incontro tra Dio e l’uomo. Egli ha così concretamente mostrato che anche nell’arte c’è una traccia di Dio!