100 anni di Vita e Pensiero per raccontare il bisogno di Dio
Zygmunt Bauman, Jürgen Moltmann, Luisa Muraro, Mariapia Veladiano, Michela Murgia, John Milbank, Fabrice Hadjadj, José Tolentino Mendonça, Natalino Irti, Sergio Givone: sono solo alcuni protagonisti del convegno ‘Dieci parole. Perché la nostra epoca ha bisogno di Dio’, in programma fino a venerdì 24 ottobre, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e da ‘Vita e Pensiero’ per celebrare i 100 anni della rivista. Ieri i lavori sono stati aperti dall’Arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo, e dal rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli.
La ‘festa’ del centenario del periodico, che ha addirittura preceduto la nascita dell’Ateneo, vuole offrire un’occasione di dialogo sul ‘bisogno di Dio’ mettendo a confronto il pensiero di intellettuali laici e cattolici, moderati di volta in volta da un docente dell’Università Cattolica: Aldo Grasso, Damiano Palano, Francesco Botturi, Simonetta Polenghi, Silvano Petrosino.
Un ciclo di incontri costruiti intorno a ‘dieci parole’ che possono caratterizzare il futuro: crisi e bellezza, mistica e politica, misericordia e giustizia, tecnica e fraternità, pace e silenzio, e sul legame di queste col ‘problema di Dio’, che si ripropone oggi in modalità interessanti e feconde per il pensiero, tanto che formule in voga negli anni Sessanta e Settanta, come la ‘morte di Dio’, paiono ormai obsolete. Dopo l’inaugurazione apre il dibattito Fabrice Hadjadj, giovane pensatore francese e direttore dell’Istituto Philanthropos di Friburgo, in Svizzera, che insieme al filosofo Sergio Givone, tra i più raffinati studiosi di estetica, approfondirà il rapporto tra ‘crisi e bellezza’.
Tra gli interventi più attesi quello del filosofo polacco Zygmunt Bauman, che oggi pomeriggio dialoga con la scrittrice Mariapia Veladiano, vincitrice del Premio Calvino 2010, su ‘mistica e politica’; ‘misericordia e giustizia’ è invece il binomio su cui si confrontano il teologo tedesco Jürgen Moltmann, considerato uno dei più grandi pensatori cristiani viventi, e la filosofa Luisa Muraro.
Venerdì 24 ottobre (aula Pio XI, ore 16.30) il teologo anglicano John Milbank, fondatore del movimento Radical Orthodoxy e il maestro del diritto e accademico dei Lincei Natalino Irti affronteranno la relazione fra ‘tecnica e fraternità’. La scrittrice Michela Murgia, Premio Campiello 2010 con ‘Accabadora’, affiancherà il teologo, scrittore e poeta José Tolentino Mendonça nella riflessione su ‘pace e silenzio’ (aula Pio XI, ore 18.30). Lo sviluppo del pensiero della rivista viene proposto anche attraverso la mostra ‘100 anni di parole di Vita e Pensiero’, curata dal Laboratorio di Editoria dell’Università Cattolica.
I pannelli presentati, arricchiti da preziosi documenti d’archivio, sono suggestioni legate alle dieci parole individuate per rappresentare le tappe di un cammino giunto al traguardo del secolo di vita, il più delle volte impossibile alle riviste di cultura del Novecento: citazioni di grandi firme, da Madre Teresa a papa Giovanni Paolo II, da Luciano Erba a François Mauriac, da Aldo Moro a Carlo Maria Martini, tutte tratte da contributi pubblicati sulla si affiancano alla storia editoriale nel contesto sociale del Paese dagli anni ’10 a oggi.
La prof.ssa Mirella Ferrari, docente di Letteratura latina medievale e di Paleografia latina all’Università Cattolica, così narra la storia della nascita della rivista: “Raccontava monsignor Francesco Olgiati, che in una serata dell’ottobre 1914, nel suo appartamentino di Milano, con padre Gemelli e Ludovico Necchi si discuteva intorno alla necessità di un altro periodico, dopo la ‘Rivista di Filosofia neo-scolastica’ che esisteva dal 1909 ed era rivolta agli studiosi.
Una nuova iniziativa in quel momento sembrava sconsigliabile a causa della guerra, scoppiata in Europa da pochi mesi; tuttavia quella sera, prendendo il coraggio a due mani, si decise di lanciarsi all’opera. Necchi, il più poeta dei tre, inventò il titolo, che comprendeva l’aspetto teorico e l’azione pratica: ‘Vita e pensiero’, prendendo spunto dall’esortazione di Giuseppe Toniolo che diceva sempre: ‘Idee, idee’ e dagli altri che, invece, esortavano all’ ‘azione e organizzazione’. L’intento era divulgare i principi della cultura cristiana, prendendo in esame tutti i fenomeni della vita contemporanea, scienza e letteratura, economia e politica”.
Infatti il 1° dicembre 1914 uscì il primo numero della rivista, con una presentazione di padre Gemelli, che ne spiegava il programma per ‘diffondere una cultura capace di permettere alla personalità umana di svolgersi, creando il pensiero’: “Ecco il nostro programma! Noi siamo medioevalisti. Mi spiego.
Noi ci sentiamo profondamente lontani, nemici anzi della cosiddetta ‘coltura moderna’, così povera di contenuto, così scintillante di false ricchezze tutte esteriori, sia che essa si pavoneggi nelle prolusioni Universitarie o che, filantropica, scenda nelle Università popolari a spezzare agli umili il pane della scienza moderna. Ci muove alla pietà questa povera coltura moderna.
Essa è un aggregato meccanico di parti, non intimamente elaborate, mèsse insieme senza connessione intima, organica… Noi ci sentiamo infinitamente superiori a quelli che proclamano la grandezza della coltura moderna. Questa è infeconda, ed incapace di creare un solo pensiero ed al posto del pensiero ha eretto a divinità la erudizione del vocabolario e della enciclopedia.
Noi vogliamo invece diffondere una coltura organica, una coltura che sia il complesso armonico di tutta la nostra attività spirituale, una coltura capace di permettere alla personalità umana di svolgersi, creando il pensiero. Noi vogliamo una coltura che risponda alle esigenze più legittime, alle aspirazioni più profonde ed inestinguibili dello spirito umano, col riconoscere i valori supremi della nostra vita”.