Il Papa alla Chiesa d’Albania: Vola in alto, come l’aquila

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“L’aquila non dimentica dove ha il nido, ma vola alto… Volate alto, andate su!”. È l’esortazione rivolta da Papa Francesco al popolo albanese durante l’omelia della Messa celebrata a Tirana, nella piazza dedicata a Madre Teresa di Calcutta, “umile e grande figlia” della terra d’Albania, Paese il cui simbolo è proprio l’aquila. Un “popolo giovane” lo definisce il Papa, il cui modello di convivenza tra religioni diverse è “un esempio per tutta l’Europa”.

Commentando il Vangelo appena proclamato, Francesco ricorda che oltre ai Dodici Apostoli Gesù chiama altri settantadue discepoli e li manda nei villaggi e nelle città per annunciare il Regno di Dio. Una “comunità missionaria” che si reca nelle dimore degli uomini pronunciando un saluto significativo: “Pace a questa casa!”. Allo stesso modo il Papa fa oggi suo questo saluto: “Pace nelle vostre case, pace nei vostri cuori, pace nella vostra Nazione!”.

Nel corso dei secoli, tuttavia, “non sempre è stato accolto l’annuncio di pace portato dai messaggeri di Gesù; talvolta le porte si sono chiuse”. Così è stato per l’Albania: “In un recente passato, anche la porta del vostro Paese è stata chiusa, serrata con il catenaccio delle proibizioni e prescrizioni di un sistema che negava Dio e impediva la libertà religiosa”. Benché l’Albania sia stata tra i primi Paesi a ricevere l’annuncio del Vangelo – nella seconda Lettura v’era un riferimento all’Illiria, che ai tempi dell’apostolo Paolo includeva anche il territorio dell’attuale Albania – “coloro che avevano paura della verità e della libertà facevano di tutto per bandire Dio dal cuore dell’uomo ed escludere Cristo e la Chiesa dalla storia del vostro Paese”.

“Decenni di atroci sofferenze e di durissime persecuzioni contro cattolici, ortodossi e musulmani” sostiene il Papa, fanno dell’Albania “una terra di martiri: molti vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici hanno pagato con la vita la loro fedeltà”. Anche durante le persecuzioni, però, “non sono mancate prove di grande coraggio e coerenza nella professione della fede”, il Signore “è stato accanto a voi per sostenervi; Egli vi ha guidato e consolato e infine vi ha sollevato su ali di aquila, come un giorno fece con l’antico popolo d’Israele”. “L’aquila, raffigurata nella bandiera del vostro Paese – ha proseguito il Pontefice –, vi richiami al senso della speranza, a riporre sempre la vostra fiducia in Dio, che non delude ma è sempre al nostro fianco, specialmente nei momenti difficili”.

L’aquila, quindi, quale simbolo nazionale e segno di speranza: “Oggi le porte dell’Albania si sono riaperte e sta maturando una stagione di nuovo protagonismo missionario per tutti i membri del popolo di Dio: ogni battezzato ha un posto e un compito da svolgere nella Chiesa e nella società”. È una missione che Francesco affida a ciascuno, perché “si senta chiamato a impegnarsi generosamente nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza della carità; a rafforzare i legami della solidarietà per promuovere condizioni di vita più giuste e fraterne per tutti”. “Oggi – nota il Papa – sono venuto per rendervi grazie per la vostra testimonianza, per incoraggiarvi a far crescere la speranza dentro di voi e intorno a voi. L’aquila non dimentica dove ha il nido, ma vola alto… Volate alto, andate su!”.

Il compito che il Papa affida ai fedeli è di “dare slancio all’azione pastorale e a continuare la ricerca di nuove forme di presenza della Chiesa all’interno della società”. E rivolgendosi ai giovani, Francesco affida loro un’esortazione particolare: “Non abbiate paura di rispondere con generosità a Cristo che vi invita a seguirlo! Nella vocazione sacerdotale o religiosa troverete la ricchezza e la gioia del dono di voi stessi per servire Dio e i vostri fratelli”. Aggiungendo poi che, nel percorso dall’aeroporto al palazzo presidenziale per l’incontro con le autorità del Paese, ha salutato molti giovani lungo le strade, Francesco nota come quello albanese sia “un popolo giovane” e “dove c’è giovinezza, c’è speranza”.

L’omelia si è conclusa con un ringraziamento alla Chiesa albanese: “Grazie per il tuo esempio di fedeltà al Vangelo!”. “Non dimenticate le piaghe, ma non vendicatevi, andate avanti volando nella speranza di un futuro grande!” ha raccomandato il Pontefice. L’auspicio finale è che il “sacrificio della vita” e la testimonianza di “tanti tuoi figli e figlie” che “hanno sofferto per Cristo” sostengano “i tuoi passi di oggi e di domani sulla via dell’amore, della libertà, della giustizia e soprattutto sulla via della pace”.

Al termine della celebrazione eucaristica, l’arcivescovo di Tirana-Durrës, Rrok K. Mirdita, ha indirizzato al Papa il suo ringraziamento per questa visita in una “terra bella, segnata però profondamente dalla sofferenza dei suoi abitanti”, che tuttavia “non ha svilito ma ha nobilitato questo popolo”. Dopo la caduta del regime comunista, 23 anni fa, nuovi fenomeni hanno interessato l’Albania: l’emigrazione e i “mille volti illusori del materialismo pratico e del consumismo”. Eppure sono molti i valori del popolo evidenziati dal presule, tra i quali l’accoglienza, l’unità della famiglia, le differenze viste non come un limite, ma come una ricchezza.

Nella preghiera mariana dell’Angelus che ha concluso la celebrazione, il Papa ha rinnovato il suo saluto ai presenti, provenienti dall’Albania e dai Paesi vicini, e si è rivolto nuovamente ai giovani: “Dicono che l’Albania sia il Paese più giovane d’Europa… Vi invito a costruire la vostra esistenza su Gesù Cristo: chi costruisce su Dio costruisce sulla roccia, perché Lui è sempre fedele, anche se noi manchiamo di fedeltà. Gesù ci conosce meglio di chiunque altro; quando sbagliamo, non ci condanna ma ci dice: ‘Va’ e d’ora in poi non peccare più’ ”.

“Cari giovani – ha proseguito Francesco –, voi siete la nuova generazione dell’Albania, il futuro della pace. Con la forza del Vangelo e l’esempio dei vostri antenati e dei vostri martiri, sappiate dire no all’idolatria del denaro, no alla falsa libertà individualista, no alle dipendenze e alla violenza; e dire invece sì alla cultura dell’incontro e della solidarietà, sì alla bellezza inseparabile dal bene e dal vero; sì alla vita spesa con animo grande ma fedele nelle piccole cose. Così costruirete un’Albania migliore e un mondo migliore, sulle tracce dei vostri antenati”.

Il Papa ha quindi invitato al raccoglimento per la preghiera alla Vergine, venerate in Albania soprattutto col titolo di Nostra Signora del Buon Consiglio. “La Madonna vi guidi a camminare insieme con Dio, verso la speranza che non delude mai”.

Terminata la celebrazione e prima degli appuntamenti pomeridiani previsti in questo quarto viaggio internazionale, Papa Francesco si è recato presso la nunziatura apostolica per l’incontro e il pranzo con i vescovi albanesi, e con il seguito papale.

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