Chiesa sotto attacco delle associazioni malavitose

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“Ma chi minaccia, in Italia, i preti, oggi? Chi vorrebbe tappare loro la bocca? Il Vangelo viene predicato da duemila anni. Anche don Abbondio, bene o male, recitava il breviario e celebrava la Messa. Non è questo a far paura ai malavitosi. I guai per lui sarebbero iniziati da una eventuale disobbedienza a don Rodrigo. Quell’uomo è potente. Comanda. Ha potere di vita e di morte.

Alle sue dipendenze ha dei farabutti pronti a menar le mani. I ‘bravi’ non sono per niente bravi, al contrario, sono cattivi e stupidi. Ieri come oggi. Senza scendere nella descrizione dettagliata di che cosa sia la ‘ndrangheta calabrese o la camorra napoletana, ci basta ricordare che sono associazioni di uomini e donne che hanno deciso di vivere succhiando il sangue altrui”.

Così si è espresso don Maurizio Patriciello dalle colonne di Avvenire per condannare gli ‘attacchi’ delle organizzazioni malavitose a molti sacerdoti, perché stanno denunciando le illegalità, come era successo qualche mese fa a don Antonio Coluccia nel quartiere ‘Tor Bella Monaca’ a Roma, perché contrastava il fenomeno della droga, ribadendo la presenza della Chiesa nei quartieri ‘emarginati’, come aveva detto all’Agenzia Sir: “La presenza della Chiesa anche nelle piazze dello spaccio è importante perché così può esprimere e difendere la sua cultura per la vita. La nostra vita ha un valore immenso, per questo chiediamo ai giovani di non ‘affogarsi’ nell’alcol e nelle droghe. La droga non ha mai reso felice nessuno. La droga è l’eucarestia di Satana”.

E’ accaduto recentemente a don Felice Palamara, parroco di Pannaconi, frazione di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia che già era stato vittima di danneggiamenti alla sua auto e di lettere con pesanti minacce, che coinvolgevano anche il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Attilio Nostro, durante la messa vespertina di sabato scorso si è accorto che al momento della comunione nelle ampolle dell’acqua e del vino era stata versata della candeggina.

La celebrazione eucaristica è stata interrotta ed il fatto immediatamente denunciato ai carabinieri, ingrossando il fascicolo delle minacce e intimidazioni che hanno colpito i sacerdoti di Cassaniti, paese particolarmente caldo, commissariato per le dimissioni nell’agosto 2023 del sindaco dopo che dall’operazione ‘Maestrale Carthago’ erano emersi possibili condizionamenti mafiosi sull’amministrazione.

Dopo questi eventi il vescovo di Tropea-Mileto-Nicotera, mons. Attilio Nostro, ha chiesto ai fedeli di non lasciarsi scoraggiare dalle intimidazioni: “Mi appello nuovamente alle comunità cristiane perché non si lascino scoraggiare da questo linguaggio di violenza. Non dobbiamo cedere a questa logica, facendoci tentare dallo sconforto e dalla rabbia.

La diocesi sta vivendo un momento di sofferenza a causa di atti intimidatori che nulla hanno a che fare con la normale vita cristiana delle parrocchie. Non possiamo accettare questo linguaggio, non dobbiamo rispondere all’odio con odio, sapendo che non è possibile dialogare davvero con chi si rifiuta di farlo”.

Infine il presule miletese ha ringraziato le forze dell’ordine: “Ringrazio di cuore le forze dell’ordine per la professionalità con la quale ci stanno aiutando e sostenendo in questo momento umanamente difficile, e anch’io continuerò a garantire ai miei sacerdoti la mia costante presenza perché possano svolgere il proprio prezioso servizio in favore del Popolo di Dio”.

Anche un altro parroco della diocesi, don Francesco Pontoriero, aveva ricevuto esplicite minacce di morte. I due sacerdoti sono finiti nel mirino della ‘ndrangheta per il loro impegno costante per la legalità contro le mafie.

Ma non solo in Calabria, perché sempre nello scorso fine settimana a Sant’Andrea del Pizzone, frazione del comune di Francolise (Caserta) l’auto di don Marcos Aparecido de Gòes, parroco di san Germano Vescovo, è stata bruciata mentre era parcheggiata vicino alla parrocchia.

L’arcivescovo di Capua, mons. Pietro Lagnese, ha espresso solidarietà a don Marcos “per il vile attentato che ha subito, in cui gli è stata incendiata l’auto. La Chiesa di Capua è fiduciosa nell’operato delle forze dell’ordine e sostiene il suo sacerdote in attesa dell’accertamento della verità, confermando la stima per la sua azione pastorale”.

(Foto: vibonesiamo.it)

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