Il decennale della beatificazione di Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie. Bella come un angelo

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.02.2024 – Vik van Brantegem] – Giovedì 1° febbraio 2024 alle ore 19.00 presso la Real Basilica di Santa Chiara in Napoli dove riposa nella Cappella Reale dei Borbone, è stata celebrata la solenne Santa Messa nella memoria liturgica della beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie e madre dell’ultimo Re delle Due Sicilie, il Servo di Dio Francesco II di Borbone.

La Cappella Reale dei Borbone con l’omaggio floreale alla Beata Maria Cristina di Savoia, deposto dal Real Circolo Francesco II a nome del Capo della Real Casa delle Due Sicilie, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Nella Cappella è tornato dal 21 dicembre 2023 il busto del figlio della beata, il servo di Dio Francesco II, ultimo Re delle Due Sicilie, anche lui ivi sepolto.


La solenne celebrazione, che quest’anno è coincisa con il decimo anniversario della sua beatificazione, ha visto la partecipazione corale dei sodalizi che storicamente rappresentano la famiglie di nascita della beata: la Real Casa di Savoia, essendo la Principessa Maria Cristina figlia di Vittorio Emanuele I e di Maria Teresa d’Asburgo, Sovrani del Regno di Sardegna; e la famiglia acquisita, avendo sposato il Re Ferdinando II e dato alla luce l’erede Francesco II, la Real Casa delle Due Sicilie, in cui ha espresso la propria spiritualità negli aspetti più profondi.


La celebrazione è stata organizzata dall’Istituto della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, guidata dal Dott. Edoardo Pilone Poli, che ha invitato a partecipare, per esprimere al massimo l’unità di intenti di ambedue le famiglie della beata Maria Cristina, la Delegazione degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, guidata dal Delegato il Nob. Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula, Commendatore dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro, e la Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, guidata dal Delegato Nob. Manuel de Goyzueta di Toverena, dei Marchesi di Toverena e di Trentenare, Cavaliere di Giustizia. Inoltre, in Rappresentanza della Real Commissione per l’Italia dell’Ordine Costantiniano, ha presenziato il Responsabile della Comunicazione, il Comm. Vik van Brantegem, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.


Ha presieduto la solenne Concelebrazione Eucaristica, il Vicario della Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, Fra’ Giuseppe Sorrentino. Hanno concelebrato 16 frati della comunità francescana, tra cui il Provinciale Fra’ Carlo Maria D’Amodio, Cappellano di Merito; il Guardiano di Santa Chiara, Fra’ Massimiliano Scarlato; il Cancelliere della Curia Arcivescovile di Napoli, Fra’ Luigi Ortaglio; e il Cappellano Capo della Delegazione di Napoli e Campania dell’Ordine Costantiniano, Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, Cappellano di Giustizia, Commissario Generale della Custodia di Terra Santa a Napoli.


Nella sua omelia, incentrato sulle letture (1Corinzi 13: « Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!» e Matteo 5,13-16: «Voi siete il sale della terra e la luce del mondo»), Fra’ Sorrentino ha sottolineato che chi partecipanti alla celebrazione si sono riuniti alla presenza di Dio, perché hanno incontrato il Signore nel volto della beata Maria Cristina di Savoia, che con totale devozione ha incarnato la fede, la speranza e la carità, e con la sua pur breve vita è stata sale della terra e luce del mondo. Fra’ Sorrentino ha inoltre evidenziato e che la beata Maria Cristina di Savoia ha inteso il suo ruolo di Regina come una continua ricerca di opere di carità per i suoi sudditi più poveri e bisognosi.


Al termine della celebrazione, Fra’ Sorrentino ha benedetto il simulacro in silicone che riproduce alla perfezione le fattezze della beata Maria Cristina di Savoia, realizzato da un gruppo di artisti di Trani, e perfetta anche la ricostruzione degli abiti e dei gioielli, realizzata dall’Atelier Bencivenga di Grumo Nevano, presenti alla celebrazione. Sembra davvero viva, dormiente in un sorriso serafico, i lineamenti delicati e l’incarnato bianco.


L’effigie, che è stata accolta con gratitudine lo scorso il 28 gennaio da Fra’ Massimiliano Scarlato e dalla comunità francescana, rimarrà esposta sino al 4 febbraio prossimo. In questi otto giorni viene ricordato un aspetto diverso della vita della beata Maria Cristina di Savoia, dal suo modo di esercitare la carità sovvertendo il concetto di semplice obolo con l’impegno concreto per dare agli ultimi e gli emarginati l’effettiva possibilità di un riscatto sociale, a come ha affrontato le sfide in seno alla sua famiglia acquisita, nel suo essere sposa cristiana, capace di spegnere anche ruggini e vivaci contrasti in seno alla famiglia acquisita o alla costanza con cui cercò costantemente nell’orazione una via per l’intimità con Dio. Aspetto quest’ultimo di grande attualità nell’anno di preghiera indetto da Papa Francesco in preparazione al giubileo.


Complimenti sentiti sono stati espressi da Fra’ Massimiliano Scarlato a nome della comunità francescana, in particolar modo per la riuscita della celebrazione e alla comunione di intenti degli Ordini presenti, oltre che un ringraziamento per la partecipazione della comunità parrocchiale.


Successivamente, i Delegati rispettivamente degli Ordini Dinastici di Casa Savoia e del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio hanno letto i messaggi di saluto e partecipazione da parte di S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia e di S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie. Infine, il Nob. Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula ha recitata la Preghiera per la beata Maria Cristina di Savoia e il Nob. Manuel de Goyzueta di Toverena la Preghiera del Cavaliere Costantiniano.


Riportiamo di seguito il Messaggio del Capo della Real Casa delle Due Sicilie indirizzato al e letto dal Nob. Don Manuel de Goyzueta di Toverena, dei Marchesi di Toverena e di Trentinara, Cavaliere di Giustizia, Delegato di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, da Madrid il 18 gennaio 2024:

Caro Manuel,
È con grande soddisfazione che apprendo della solenne Santa Messa nella memoria liturgica della beata Maria Cristina di Savoia, che verrà celebrata il 1° febbraio prossimo nella Real Basilica di Santa Chiara in Napoli.
È con particolare gioia che ricevo la notizia della partecipazione a questa solenne evento di una rappresentanza della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, su gentile invito dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, con la partecipazione degli Ordini Dinastici di Casa Savoia.
La solenne Santa Messa si configura come un momento di profonda spiritualità e riflessione, nel quale si onorerà, a 10 anni dalla beatificazione, la memoria della madre dell’ultimo Re delle Due Sicilie, il Servo di Dio Francesco II di Borbone.
La preghiera comune in questa occasione non solo contribuirà a preservare e promuovere la ricca storia della nostra Terra, ma rafforzerà anche il legame con le nobili tradizioni.
Che la fede forte della “regina innamorata di Gesù” e l’esempio che ha dato con la sua breve ma intensa vita, nell’avviare un concetto nuovo di carità, per offrire ai bisognosi l’opportunità di una vita migliore, sia ispirazione e stimolo per le nuove generazioni a cooperare perché si ridesti nella pratica la vita cristiana e nelle opere eminentemente sociali di carità cristiana nella nostra Terra.
Confidando nella sua partecipazione a guidare la rappresentanza Costantiniana in questo evento di grande significato e nell’importante ruolo che la Delegazione di Napoli e Campania svolge in questa occasione, auguro a tutti i partecipanti di vivere un’esperienza profondamente culturale e spirituale.
Con cordiali saluti,
Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie
Duca di Calabria, Conte di Caserta
Capo della Real Casa delle Due Sicilie


Alla solenne celebrazione ha fatto seguito una informale conviviale realizzata spontaneamente per il desiderio di proseguire la serata in amicizia e sulla base dei comuni valori cavallereschi, durante la quale si è creata una sincera e piacevole integrazione tra i Cavalieri dei prestigiosi Ordini dinastici, promuovendo la fraternità e condividendo i comuni valori cavallereschi in un’atmosfera di unità e rispetto reciproco.


In particolare, oltre ai Cavalieri Costantiniani erano presenti tra gli altri il Delegato degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, Gran Uff. Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula; il Delegato dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Tombe del Pantheon, Comm. Eduardo Pilone Poli; la Dama di Commenda Rosanna Tifi; l’Uff. Giovanni Felice di Prisco; l’Uff. Salvatore Guzzi; l’Uff. Salvatore De Chiara; il Nob. Conte Alessandro del Balzo di Presenzano; il Cav. Rev. Don Luigi Abid Sid; la Guardia d’Onore Filippo Zara e tanti altri amici.

Molto toccante il brindisi finale fatto dal Delegato degli Ordini Dinastici di Casa Savoia in onore a S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone Due Sicilie, Duca di Calabria, seguito dal brindisi proposto dal Delegato di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio in onore di S.A.R. Vittorio Emanuele, Principe di Napoli.


La beata Maria Cristina di Savoia
Bella come un angelo

La beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie, era la figlia minore del Re di Sardegna, Vittorio Emanuele I, e dell’Arciduchessa Maria Teresa d’Asburgo-Este. Nata il 14 novembre 1812 a Cagliari, è stata la prima moglie di Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie. Trapassata neppure ventiquattrenne il 31 gennaio 1836 in odore di santità, fu definita dai Napoletani “la reginella santa”. La fede della “regina innamorata di Gesù” era così forte, che in punto di morte rincuorava chi piangeva per lei e pronunciando con il poco respiro rimasto: «Credo in Dio, amo Dio, spero in Dio».

È stata una delle prime ad avviare un concetto nuovo di carità, con l’adoperarsi per offrire ai bisognosi l’opportunità di una vita migliore. Nei quartieri più abbandonati di Napoli aprì mobilifici e maglifici, e inserì nelle seterie del Casertano una produzione di abiti e tessuti dando lavoro e riscatto a tantissime persone.

Bella, mite e colta – «charmante et parfaite», la definiva il Conte di Cavour – a suo agio con ambasciatori, sovrani e lazzaroni, portatrice di una vision politica di orientamento riformista e, talvolta, apertamente liberale: sono queste le caratteristiche di Maria Cristina, che nel breve arco della sua vita sarà capace di ritagliarsi un profilo di grande spessore, a dispetto della sua estrema riservatezza.

La sovrana riuscì ad instaurare col marito un rapporto di profonda stima reciproca e ad essere al suo fianco non solo nella vita coniugale, ma anche nella vita politica e sociale, seppure in modo discreto. Accanto a questo “ruolo indiretto” spicca il vero e proprio protagonismo della regina nella gestione dell’assistenza e della beneficenza pubblica, nella promozione del mecenatismo di Stato, nell’ideazione di progetti relativi alla custodia ed alla valorizzazione dei beni architettonici e culturali del Regno. Anche sotto il profilo delle relazioni diplomatiche, Maria Cristina è in grado di incidere profondamente dando vita ad una complessa trama di affari, capace di rafforzare la proiezione internazionale della Corona delle Due Sicilie.

Lo studio dei documenti permette di tratteggiare il volto di una regina “moderna” e cosmopolita, ostile alle persecuzioni politiche (celebri sono le sue intercessioni per la sospensione della pena di morte, che hanno portato ad una moratoria per i condannati politici), attenta ai temi dell’emancipazione (soprattutto femminile), della tutela delle arti e delle antichità, della comunicazione con le masse, dell’assistenza agli indigenti e dell’assistenza sociale di Stato, che rappresentano a tutti gli effetti un “surrogato” del protagonismo politico vero e proprio.

A lei si deve l’istituzione di un opificio di letti, indumenti e coperte presso il convento di San Domenico Soriano, per distribuirne i prodotti alle famiglie meno abbienti; a lei si deve il rilancio della lavorazione del corallo a Torre del Greco e quello dell’industria serica a San Leucio, due straordinarie misure di politica economica che aspettano ancora di essere ricostruite in modo approfondito e analitico: è stata lei a percorrere sul lavoro alcuni principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Infatti, a lei si devono, ancora, l’estensione delle misure di protezione sociale e il rilancio delle manifatture e dei commerci in tutte le province del Regno, e in particolare nella “ribelle” Sicilia, nella convinzione che solo una rinnovata presenza dello Stato e un volto più clemente della monarchia avrebbero potuto colmare la distanza fra l’isola e la capitale partenopea.

Maria Cristina morì non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce l’unico figlio Francesco, che alla morte del padre sarebbe salito al trono, divenendo in tal modo l’ultimo Re del Regno delle Due Sicilie. Lo stesso Francesco sarebbe stato educato nel culto di sua madre, chiamata la Regina Santa. All’unica figlia del Servo di Dio Francesco II e di sua moglie Maria Sofia di Baviera, una bambina che nacque quando i genitori erano già in esilio, venne dato il nome della nonna. La piccola Maria Cristina Pia visse però solo alcuni mesi.

Anche per via delle grazie che il popolo napoletano attribuiva alla sua intercessione, e per l’interessamento del Re Ferdinando II, il 6 novembre 1852 l’Arcivescovo metropolita di Napoli, il Venerabile Cardinale Sisto Riario Sforza, avviò il Processo sulla fama di santità, virtù e miracoli della Regina consorte Maria Cristina. Nel corso del Processo Ferdinando II dichiarerà: «Lei mi ha insegnato a vivere e a morire». Il 9 luglio 1859 fu dichiarata Serva di Dio da Papa Pio IX e iniziò il Processo di Beatificazione e Canonizzazione. il 6 maggio 1937 fu dichiarata Venerabile da Papa Pio XI. A questo punto però, anche a causa della Seconda Guerra Mondiale e delle vicende conseguenti, tra cui il bombardamento di Napoli e la distruzione del complesso monumentale di Santa Chiara, la Causa subì un rallentamento negli anni seguenti. In seguito, fu proclamata la Repubblica in Italia e Re Umberto II di Savoia andò in esilio.

Poi, la causa di beatificazione e canonizzazione fu rimessa in moto dai Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia e sabato 25 gennaio 2014, alle ore 11.00, presso la Reale Basilica di Santa Chiara di Napoli, dov’è sepolta nella Cappella Reale dei Borbone, si tenne il rito di beatificazione in una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli, concelebranti dal Cardinale legato Angelo Amato, dal Cardinale Renato Raffaele Martino e dagli Arcivescovi Tommaso Caputo, Armando Dini, Fabio Bernardo D’Onorio, Arrigo Miglio e Mario Milano.

O pellerino, che da fore viene
A bede chisso Regno, e sta Celate;
Si maje dinto a lo cuorpo anema tiene,
Smicceja tutte sti viche, e chesse strate.
Tu non bide autro, che dolure e pene ,
E no maro de lacreme jettate !
‘Ncielo è sagliuto mo tutto lo bene.
Simmo restate affritte, e annecrecate!
Ma si po si ccortese, e’ntienne ammore,
Fremma lo passo dinto Santa Chiara;
Llà nc’è d’ogni Vertù muorto lo sciore !
Chella Regina nosta accossi ccara,
Non cerca che na lacrema de core
Da dinto a chella scura e fredda vara!
(Giuseppe Rivelli, 1836)

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