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Dibattito sui presunti fenomeni ‘soprannaturali’ e di plagio: giurisprudenza e magistero della Chiesa cattolica   

Quanto finora enunciato è confermato anche dal menzionato  Vescovo monsignor Riboldi  in ordine all’esistenza del demonio, nell’omelia da Lui proclamata, annunciata pubblicamente:  Lc 4,1-13 e Mt 4,1-11

                            Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo”:

“ La terza tentazione è davvero incredibile al solo sentirla, se non la si vedesse attuata in tanti, che pensano che da lì venga il successo. “Se sei davvero Figlio di Dio, adorami e sarà tuo tutto il mondo!”. Ma di quale mondo parlava Satana? Quando tutto, ma proprio tutto, appartiene a Dio, il solo Creatore che ha creato anche satana e i suoi angeli ribelli? Voleva dare a Dio ciò che era di Dio!  In cambio chiedeva un atto di sottomissione che spetta solo a Dio. Era satana che, se fosse stato sincero, avrebbe dovuto prostrarsi e adorare il Figlio dell’uomo. Quante volte si sente affermare: “Darei la mia anima al demonio per avere…”, senza pensare che satana può dare solo la farina del suo sacco, ossia il male, magari con l’aspetto di bene, di finta felicità nel piacere, di soddisfazione nel potere, di ingordigia nella ricchezza. E tutti sappiamo che questi cosiddetti “beni”, che il demonio ci dà se ci vendiamo a lui, sono l’inferno del male, che non solo si crea nell’anima, ma nel mondo…con tanti nomi che grondano sangue e lacrime. Che triste anche solo il pensiero di “vendersi a satana”!

 Eppure, esistono qui riti satanici!! Ed esiste chi è posseduto dal diavolo ( tale omelia non è stata mai qualificata un “procurato allarme” avendo dimostrato la sussistenza dei casi di possessione )!! I cosiddetti indemoniati, che sono davvero uno spettacolo orribile. E tutti sappiamo che l’indemoniato è uno che satana sceglie e non sappiamo perché, prendendo dimora nell’uomo, privandolo della sua identità e dandogli quelle manifestazioni che davvero sono l’immagine di satana “   ( cfr. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=http://www.parrocchiasanvitale.it/index.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D329:gesu-nel-deserto-tentato-dal-diavolo%26catid%3D42%26Itemid%3D218&ved=2ahUKEwixx5rG1ZGFAxV6YPEDHV7_D144FBAWegQIEBAB&usg=AOvVaw3cBKsNfx-oBcTUg0uSpu6_ ).

 Aggiungo che il 16 gennaio 2023 fu anche presentata una biografia del Vescovo monsignor Riboldi (Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1951. Inviato nel 1958 in una parrocchia di Santa Ninfa, nella Valle del Belice e Diocesi di Mazara del Vallo, Collaborò con il generale Alberto Dalla Chiesa e con l’allora presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Il 25 gennaio 1978 papa Paolo VI lo nominò vescovo di Acerra. Ricevette l’ordinazione episcopale l’11 marzo 1978 dall’arcivescovo di Palermo cardinale Salvatore Pappalardo…) scritta da Padre Silvano Bracci ed intitolataUna strada nel deserto”.

In merito è illuminante anche la proclamazione del celeberrimo Teologo S. Em.za Cardinale G. Ravasi il quale in questo commento, pubblicizzato anche su internet, della pericope evangelica ( Marco 5,1-20 “. Un uomo dalla forza sovrumana urla e si percuote con pietre. Improvvisamente, visto Gesù da lontano corre verso di Lui. Immaginate lo spavento dei presenti. Qualcuno scappa, altri incitano a scappare. Gesù invece rimane fermo. Da subito non vede in questo energumeno una minaccia per la sua vita, anzi legge la fragilità di un uomo solo e solitario vittima di un abbandono della comunità e in preda ad una rabbia disperata che scaglia contro se stesso condannandosi all’autodistruzione. Così la corsa si arresta ai piedi del maestro. Gesù non perde la serenità e lo minaccia: esci da quell’uomo! Arriva così il secondo atto: la liberazione dal demonio! Vi è un messaggio, in questo vangelo, che è incentrato sull’azione risanatrice e liberatrice di Gesù a favore dell’uomo, contro la potenza del diavolo.  Marco visualizza la potenza dello spirito del male. Uno spirito del male che spinge l’uomo a vivere in terra di morte, nei sepolcri. Un male che è irrefrenabile, sfugge al controllo dell’individuo, la comunità umana non riesce a controllarlo neppure con le sue forze e le sue catene: lui le strappa. Si evidenzia come la persona sia travolta dal male. Gesù si avvicina a quest’uomo che non ha nome, cerca di sapere il nome del demone che lo possiede. Vuole liberare l’uomo dalla schiavitù che lo porta a vivere lontano dalla sua famiglia e dalla comunità umana: “Esci spirito immondo da quest’uomo”. Spirito immondo è il male, è tutto ciò che non è vita e offendendo la vita ci spinge a vivere nei sepolcri.

È interessante cogliere come il demone definisca Gesù Figlio dell’altissimo e lo prega di non tormentarlo. Gesù instaura un dialogo con il male, cerca di conoscerlo, cerca di carpire il suo nome per avere potere su di lui. Nel momento in cui il male viene riconosciuto come tale, Gesù scaccia lontano questo male, lo tratta da male non da bene.   cfr. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://scuolaapostolica.com/parola-del-giorno/marco-5-1-20/&ved=2ahUKEwjp8M_Am9iFAxWUxgIHHW0vBwwQFnoECBUQAQ&usg=AOvVaw0CcfyLCARyimO2rAIuAtzz -Commenti di don Franco Mastrolonardo e del Teologo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia Prof.  Giovanni Nicoli | 30 Gennaio 2023 ).

 Spiegano, pertanto, quando si è in presenza di un indemoniato ( indotto anche a commettere delitti) o di un folle ( se veramente tale, non imputabile). ”Sembra, quindi, di essere in presenza di una sorta di compendio del male del mondo, del demoniaco che avvelena la storia ma anche dell’idolatria, perché Isaia descrive così gli idolatri: «Abitano nei sepolcri, passano la notte in nascondigli, mangiano carne suina e cibi impuri… bruciano incenso sui morti e sui colli insultano il Signore (65,4.7). Qual è, allora, il significato da assegnare a questa narrazione, sia nella sua realtà storica sia nel suo valore esemplare? Innanzitutto il ritratto, offerto dall’evangelista,  lo delinea come un pazzo furioso: non si può legarlo perché reagisce brutalmente, è autolesionista perché si percuote con pietre, urla in modo sconclusionato giorno e notte. Una volta sanato da Gesù è, invece, tratteggiato come «seduto, vestito e sano di mente»  ( cfr. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.famigliacristiana.it/blogpost/indemoniato-o-folle.aspx&ved=2ahUKEwiHxa_xzpGFAxWqBNsEHfRMCmM4ChAWegQIEBAB&usg=AOvVaw02jb0h-LQgx6jc5Ga8f9lT ).                                          

Pertanto,  dobbiamo chiederci conseguentemente se tutti i cattolici conoscono quali tipi di rapporti legano le norme giuridiche ( che sanciscono  i vari reati comuni e canonici) alla Teologia (le specifiche materie che trattano dei vari peccati), la differenza fra  il bene ed il male, dobbiamo inoltre riconoscere la provenienza (da Dio onnipotente ed onnisciente o dal diavolo) della nostra “voce interiore” (su cui  ho elaborato una pubblicazione, molto formativa anche sul piano trinitario, cristologico, dogmatico, antropologico, escatologico, ecc., nonchè, sul peccato contro lo Spirito Santo, opposto allo spirito del male che porta alla perdizione eterna, cfr. https://gloria.tv/post/x29DBQkVEucp2HQfiHkc9omvQ ).

 Le esposte riflessioni mi inducono razionalmente  ad enunciare ulteriori insegnamenti ( specialmente per coloro che si dichiarano atei, ma spesso, i loro comportamenti sono esemplari sul piano morale e giuridico, migliori di tanti sedicenti cristiani) di carattere giuridico/escatologico (Confessione/Riconciliazione, comunione con Dio, Paradiso, Inferno, Purgatorio, ecc.) che nei Vangeli Sinottici (in precedenza  ho spiegato in un articolo qui pubblicato come si sono formati, transitando dalla “Didachè” cioè il primigenio Catechismo recepito dal “logos”) Gesù   tratta con riferimento alla situazione futura, che investe anche i non credenti, utilizzando le espressioni “Regno, Regno di Dio, Regno dei cieli, gloria, cielo, visione di Dio, ecc..

Nelle parabole emergono infatti dei simboli come “banchetto messianico-convito nuziale- città celeste-nuova Gerusalemme” (Mt 22,1-10; Lc 12,35-38; Ap 21,9ss.). In Mt 5,8 si legge: ”Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”, quale beatitudine che riprende il tema presente in alcuni Salmi della ricerca di Dio e del suo volto (1C13,12; Gv 3,2). Il verbo “vedere” per il semita significa “partecipare della vita della persona vista, vivere in sua presenza”, per Paolo (1Cor 13,12) all’attuale conoscenza imperfetta, nella fase escatologica si sostituirà una conoscenza perfetta, determinando una dinamica di somiglianza e d’immedesimazione e ideale di Dio (Gv 3,2), in riferimento al tema della “divinizzazione” sulla linea della “figliolanza”, come sempre più perfetta immedesimazione al figlio di Dio che si compirà nella fase escatologica, che sarà essenzialmente “cristocentrica”.

Per quando riguarda la “vita eterna” nella narrazione del giudizio finale (Mt 25,31ss.) corrisponde al “Regno preparato fin dalla fondazione del mondo, tema approfondito da Giovanni (3,36, 5,24; 1 Gv 3,14) il quale afferma che  essa è l’unica verità già “posseduta” attualmente da chi vive nella fede e che la sua fonte è Cristo  da sempre essendo il Verbo che si è fatto carne, venuto nel mondo per dare la vita, consistente nel conoscere il vero Dio e colui che è stato mandato in intima comunione e non manca il senso della presenza attuale della vita ad opera dello Spirito Santo (Rm 8,2; Gal 5,25).

 La perfetta beatitudine corrisponde quindi alla comunione soltanto con Cristo come nelle parabole delle nozze (Mt 22,1-14), delle vergini (Mt 25,1-13), dei talenti (Mt 25,21) del buon ladrone (Lc 23,42ss.), nel martirio di Stefano (At 7,54-60). Tale cristocentrismo lo si trova ampliamente nelle “Lettere di  Paolo” nella formula “essere con-in Cristo” (Ts 4,17, 2Cor 5,8, Fil 1,23), in Giovanni (Gv 17,24; Ap 3,20): là dove è Cristo, là è il Regno di Dio.

Il Magistero della Chiesa cattolica inoltre nel testo della Costituzione apostolica “Benedictus Deus” fa riferimento  alla “visione di Dio quale costitutivo della vita eterna”, cioè i beati vedono l’essenza di Dio, faccia a faccia, senza alcuna mediazione, tuttavia l’elemento cristologico appare secondario, non appare la realtà comunionale della vita eterna ed il rapporto specifico con le Tre Persone divine ( cfr. Costituzione apostolica del 1336  “Benedictus Deus “ di Papa Benedetto XII in cui si afferma, fra l’altro,  che le anime dei beati dopo la purificazione del purgatorio secondo il loro caso godranno della visione dell’essenza divina a partire dalla loro morte, come anche che i condannati vanno subito all’inferno, cfr. whttps://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.pul.it/cattedra/upload_files/14562/Dispense%2520Antropologia%2520Teologica.doc&ved=2ahUKEwiIse6Bq4qFAxUXBNsEHSxIBdg4ChAWegQIBxAB&usg=AOvVaw0Q1_–QPO7JKe9eSNach4e ).

Pertanto, pur non negando la validità di tale documento oggi si cerca di recuperare  gli aspetti in esso assenti, infatti nel citato documento magisteriale “Lumen Gentium” (n. 48,49,51) si sottolinea la visione di Dio,, l’essere con Cristo, regnare con Cristo glorioso, l’indole sociale della vita eterna: la relazione immediata col Figlio di Dio è relazione con il Padre e con lo Spirito Santo.

Com’è noto ai teologi ed ai canonisti essa è una delle 4 Costituzioni del   Concilio Ecum. Vatic. Secondo del 1965, tuttora vigente  “Indossiamo l’armatura di Dio per potere star saldi contro gli agguati del diavolo” (https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&sca_esv=39bd196d7b057ff4&q=Lumen+Gentium+testo&sa=X&ved=2ahUKEwjAzaae64eFAxWMgf0HHXR-C5cQ1QJ6BAhDEAE ).

Inoltre i documenti magisteriali del  Concilio Fiorentino del 1439 affermano “i beati vedono Dio uno e trino”, l’amore è espressione massima dell’essere personale ed è ciò che avviene nella vita trinitaria ed è ciò che accade nel rapporto escatologico tra Dio e l’uomo, questo rapporto è contemporaneamente integrato dalla densità vitale  che viene accresciuta nella linea della crescita del processo di divinizzazione e dell’intensità dell’amore; l’indole sociale emerge anche dalla considerazione che la persona è inserita anche nella fase escatologica, nella Chiesa, il popolo glorioso di Dio. cioè il soggetto primo della beatitudine eterna.

Esaminando la “morte eterna” si evidenzia che Gesù non è venuto per condannare, ma per salvare il mondo (Gv 12,47; 3,17), infatti nel Vangelo non si afferma una dottrina della “morte eterna”, ma non è assente la citazione di un fallimento assoluto dell’uomo, così destinato ad una situazione escatologica di rovina se non entra dalla porta di Cristo (cfr. il video da me pubblicato “Disamina di un sacerdote sulle tipologie di morti “ https://gloria.tv/share/Vaot8JjRantp62NnuSiFACo66 “).

 Infatti nell’A.T. in Is 66,24 si prefigura la “geenna , in Dn 12,2 si parla di “obbrobrio” , in Sap. 5,14-23 di “orrore eterno”; il N.T. conosce le espressioni “perdere la vita in Mc 8,35; “ perdere anima e corpo nella geenna in Mt 10,28; non essere conosciuto in Mt 7,23; essere cacciato o rimanere fuori in Lc 13,23; non ereditare il Regno in 1Cor 6,9 e in Gal 5,21; non vedere la vita in Gv 3,36” .

A tal proposito, con uno sguardo all’epoca attuale riporto un link sconvolgente che in buona sostanza conferma i vari gradi di rigetto dell’essere umano  divenuto  figlio di Dio onnipotente con il Battesimo (equiparato all’ accettazione progressiva del plagio del diavolo? Cfr. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.quora.com/Come-sbattezzarsi-avendo-anche-la-comunione&ved=2ahUKEwjH2bSJsN-FAxUURuUKHc43CNw4FBAWegQIGBAB&usg=AOvVaw3-mQKUm3ZMwKYbc8yE_DgL costituente peccato contro lo Spirito Santo, in eterno imperdonabile “L’APOSTASIA-lo sbattezzo, visto dalla parte della Chiesa, si chiama apostasìa). Se da un punto di vista dottrinale è un peccato mortale, per il diritto penale della Chiesa ( comparazione effettuata dal Presidente emerito della Cassazione dello Stato Città del Vaticano, citata nel prossimo paragrafo, applicabile a tutti i battezzati, rappresenta invece un «delitto» previsto dal Codice di diritto canonico, can. 1041, cfr. https://www.difesapopolo.it/Media/OpenMagazine/Il-giornale-della-settimana/ARTICOLI-IN-ARRIVO/Quel-rifiuto-ostinato.-Cos-e-il-peccato-contro-lo-Spirito-Santo-e-in-che-senso-non-puo-essere-perdonato ).

Ne consegue che, per la Chiesa cattolica, chi si proclama ateo/eretico e/o si fa ispirare da Satana, anche se non si sbattezza, è da considerarsi un apostata (https://www.amicidomenicani.it/cosa-intende-gesu-per-peccato-contro-lo-spirito-santo/#:~:text=Secondo%20la%20classificazione%20catechistica%20i,peccato%20e%20l%27impenitenza%20finale ) , pertanto soggetto alla scomunica latae sententiae (can.  CIC 1364), un tipo di provvedimento canonico automatico…. ( cfr.https://www.uaar.it/laicita/sbattezzo/ ).

 L’inferno allora consiste nell’esclusione dall’accesso immediato a Dio ed a Cristo, nella impossibilità della salvezza, ormai eternamente perduta, cioè situazione escatologica di totale allontanamento da Cristo; la morte è il contrario della vita eterna (Lc 13,3; Gv 5,24; 1Gv 3,14); questi due stati si presentano definitivi ed irrevocabili, cioè eterni (fornace ardente, fuoco inestinguibile, pianto e stridore di denti, stagno di fuoco e zolfo, verme che non muore).

Secondo queste immagini  alla perdita eterna di Dio consegue una situazione di estrema sofferenza, ma queste immagini dei Sinottici ( com’è noto i 3 Vangeli, quello di Giovanni è prettamente teologico, Lui ha conosciuto bene Gesù storico  ed il Cristo, l’unto da Dio Padre) e dell’Apocalisse scompaiono nel resto del Nuovo testamento in cui si evidenzia in modo più sobrio che nell’Antico Testamento (insussistente  teoria punitiva che ho già spiegato) i reprobi sono condannati perché si sono posti in una situazione di condanna (operano nel male, ispirati dal diavolo). Invito gli studiosi credenti ed atei  ad approfondire questo testo su Cristo, da me pubblicato nel sito cattolico on line https://gloria.tv/post/kRsx7Yncdakv3f8GRhL8Hw21w .

La dottrina dell’inferno è presente negli antichi documenti magisteriali dell’epoca patristica, ma Origene mette in dubbio il carattere eterno della dannazione con l’idea della “apocatastasi” ( concetto respinto dall’attuale Magistero), al quale risponde il sinodo Endemusa ( anno 543) confermando la durata eterna dell’inferno.

 Tuttavia a questo autore si deve l’inizio del superamento di una concezione materiale del fuoco dell’inferno in quanto per lui è il  simbolo del tormento interiore che prova il dannato a seguito del suo totale disordine interiore, conseguente alla perdita di Dio; la sua esistenza viene riaffermata anche dalla citata costituzione “Benedictus Deus” del 1336 e dalla menzionata Costituzione  Lumen Gentium al n. 48”.

Sul piano teologico, quindi, la morte eterna non è frutto della volontà di Dio, è invece la conseguenza della colpa del rifiuto di Dio (la volontaria accettazione del male proveniente da satana), la conseguenza irreversibile di  una situazione di peccato, la causa è l’uomo con la sua irreversibile decisione contro Dio, il giudizio di condanna è la conseguenza di un auto giudizio, di chi liberamente e volutamente ha rovinato la sua vita, decidendo di vivere per sempre lontano da Dio, nel male, compiacendo il demonio che inganna l’essere umano, nel delitto per sistema di vita diciamo noi giuristi, identificato con il peccato mortale, come ho già spiegato in un articolo qui  pubblicato ( sul femminicidio). Situazione di totale irrelazionalità, non di comunione e di solidarietà tra i beati come in Paradiso.

Proprio perché Dio rispetta la volontà dell’individuo ( libero arbitrio), così, non si può accettare la teoria della “apocatastasi(arbitraria unificazione di tutti in una salvezza universale ad opera di Dio al di là della volontà dell’uomo) e nemmeno la teoria dell’annichilimento del peccatore; l’empio esperimenterà il mondo come una realtà nemica, inospitale, la materia lo schiavizzerà

 (termine usato  dalla  sentenza costituzionale e dalle norme del  C.P. già citate).

Tuttavia Mt 19,28 parla di una “restaurazione di tutte le cose”, Paolo presenta Cristo come mediatore della salvezza e della creazione, che riconcilia e ricapitola (Ef 1,10; Col 1,20), per cui la cosmologia, la filosofia, la scienza, la psicologia, la sociologia, l’antropologia e perfino la giurisprudenza si ritrovano unificate nella Cristologia e la Costituzione apostolica “ LG 48 “ parla della perfetta instaurazione in Cristo dell’universo mondo per la solidarietà escatologica uomo-cosmo ( in tale prospettiva uniamoci in preghiera per i 2 bambini morti, soggiogati approfittando della loro età innocente, in balia di fenomeni a loro ignoti).

XI Domenica: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!

Gesù, che ha assunto la natura umana pur essendo Dio, si è incarnato, ha voluto diventare anche uomo per costituire il Regno di Dio tra gli uomini; un Regno eterno ed universale dove non c’è discriminazione tra ebreo e pagano, schiavo e uomo libero, ignorante o dotto, ma c’è l’uomo creato a sua immagine e somiglianza, c’è l’uomo creato per la vita eterna.

Alle Figlie di Santa Macrina il card. Sandri chiede di pregare per l’unità della Chiesa

Sono state fondate 100 anni fa e sono presenti in Sicilia, Albania, Kosovo e India, con il compito di educare e professano il rito bizantino: le Figlie di Santa Macrina festeggiano il Giubileo, aperto da una messa del card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, che nell’omelia ha ricordato che ‘Gesù è stata una presenza viva e reale nel cuore e nell’esistenza della Venerabile Macrina’, battezzata nell’abbazia di Grottaferrata, sotto la direzione spirituale di p. Nilo Borgia, che la invitò anche ad aspettare per la fondazione della congregazione:

XXI domenica: “Signore, tu hai parole di vita eterna”!

Il brano del Vangelo odierno conclude il discorso di Gesù a Cafarnao. La folla dei discepoli, che aveva ascoltato le parole di Gesù “Io sono il pane vivo disceso dal cielo! Chi mangia di questo pane avrà la vita eterna”, era rimasta sorpresa;  si aspettava un Messia diverso e il linguaggio di Gesù appare loro molto duro. Molti della folla preferirono andare via dicendo: “questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”.

Pasqua ortodossa senza fedeli ma la vita è più forte della morte

A una settimana dalla celebrazione della Pasqua cattolica anche i fedeli ortodossi di tutto il mondo (dalla Russia alla Grecia, dalla Serbia alla Turchia) sono stati costretti, domenica scorsa, a causa del propagarsi del Covid-19, a stare in casa a seguire dalla tv o attraverso Internet le celebrazioni dedicate alla Passione, morte e Risurrezione di Gesù. Domenica scorsa infatti, secondo il calendario giuliano, si è celebrata la Pasqua per gli ortodossi di tutto il mondo e per i cattolici di rito orientale.

Crederà alla risurrezione solo chi crede fortemente nell’amore

Fare esperienza di risurrezione a noi è concesso unicamente in questa vita, come avvenne a coloro che sperimentarono di essere riportati in vita – alla vita vera – incontrando l’uomo Gesù di Nazareth. Si tratta di coloro che furono invitati da Gesù a rialzare la testa, ad ascoltare la voce profonda del proprio cuore, a credere fermamente che il proprio desiderio di vita e di felicità era infinitamente più grande di ogni ‘tu devi’.

P. Cantalamessa: Cristo indica la vita eterna

Nel pomeriggio nella basilica di san Pietro si è svolta la celebrazione della Passione nel Venerdì Santo presieduta da Papa Francesco, in cui il predicatore pontificio, p. Raniero Cantalamessa ha riflettuto sul valore della croce e sulla morte di Gesù ed a gridare a Dio per chiedergli aiuto.

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