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Papa Francesco a L’Aquila: la rivoluzione cristiana sta nel servizio

Al termine dell’Angelus papa Francesco ha aperto nella basilica di Collemaggio de L’Aquila la porta santa della Perdonanza celestiniana con una breve ammonizione: “Concedi alla Chiesa questo tempo di penitenza e di perdono perché abbia la gioia di rinnovarsi. Aprici completamente la porta della tua misericordia per schiuderci un giorno le porte della tua dimora in cielo. Concedi a quanti varcheranno questa soglia di ottenere la salvezza”.

L’Aquila attende Papa Francesco

L’Aquila si sta preparando all’arrivo di Papa Francesco tra poco più di un mese. Il 28 agosto infatti il Papa trascorrerà la mattina nel capoluogo abruzzese.  Qualche giorno fa è stato presentato il logo delle visita.

Perdonanza celestiniana: il Giubileo ricorda l’opera di Dio

Si è rinnovata a L’Aquila la celebrazione della Perdonanza Celestiniana, ovvero quell’esperienza di misericordia legata all’indulgenza plenaria concessa da Celestino V il 29 agosto 1294, giorno della sua incoronazione, con la concelebrazione eucaristica, presieduta dal card. Enrico Feroci, parroco della parrocchia di Santa Maria del Divino Amore a Roma, per l’apertura della Porta Santa nella Basilica di Collemaggio, che nell’omelia ha definito ‘di un’attualità sconcertante’ la Bolla di Celestino V per l’indizione del ‘primo Giubileo della storia’:

Card. Zuppi: L’Aquila è città fiera verso futuro

“L’Aquila è un luogo per me familiare. Anzi, è all’origine della mia famiglia, perché i miei genitori si sposarono proprio qui, l’anno dopo la fine della guerra e promisero di amarsi davanti al Vescovo dell’Aquila di allora, il card. Confalonieri, che poi ci accompagnò per tutta la vita con il tratto che ricordate, austero e dolce, cortese ed essenziale, amabile e fermo come chi cerca solo il Regnum tuum e non i suoi onori. Guardava negli occhi tutti, ma per Cristo non guardava in faccia nessuno! Egli difese la città degli uomini in anni di una violenza terribile. Sentiva ogni persona come affidata alla Chiesa”: così nell’omelia di apertura della Porta Santa della Perdonanza celestiniana a L’Aquila ha ricordato il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna.

Da L’Aquila il perdono è una virtù civica e religiosa

Per le otto messe della Perdonanza a L’Aquila, previste dal 28 al 29 agosto sul prato antistante la basilica di Collemaggio, potranno partecipare 1.000 fedeli per ogni celebrazione, per un totale di 8.000 persone. Solo per la celebrazione eucaristica del 28 agosto alle ore 19 i fedeli dovranno munirsi dell’apposito braccialetto verde, secondo le modalità che saranno specificate dal Comitato Perdonanza per controllare gli accessi al prato della Basilica. 

La perdonanza celestiniana è patrimonio dell’umanità

Papa Celestino V, al secolo Pietro di Morrone, fu il papa che fece il ‘gran rifiuto’: in visita sulla sua tomba, il 28 aprile 2009, papa Benedetto XVI vi lasciò il suo pallio. Nel breve periodo in cui fu pontefice (dal 29 agosto al 13 dicembre 1294), Celestino V ha lasciato un segno indelebile alla città dell’Aquila e alla Basilica di Collemaggio dove fu incoronato papa: la ‘festa del perdono’ o perdonanza, che è stata proclamata patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

Alla notizia, il card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, ha ‘esultato’: “La Chiesa e la Città di L’Aquila esultano, unanimi, per questo prestigioso riconoscimento dell’Unesco, che rende la Perdonanza patrimonio immateriale dell’umanità.

La formidabile intuizione di Celestino V, che ha generato questa celebrazione religiosa e civile, ha un significato universale: cioè, vale per tutti e per ciascuno. Il tema del perdono non ha solo una portata spirituale, ma anche culturale e sociale. Il perdono è una chiave necessaria per aprire la porta della pace: a livello comunitario e personale”.

 Questo riconoscimento da parte dell’UNESCO rappresenta per l’arcivescovo “rappresenta, perciò, una spinta ulteriore ad approfondire e dilatare l’impegno del perdono, per testimoniare che solo l’amore, capace di oltrepassare la trincea del rancore e della contrapposizione, può vincere la logica del conflitto, spalancando orizzonti di dialogo costruttivo e di intese convergenti, ricche di verità e di bene: aperte a Dio e, proprio per questo, degne dell’uomo“.

Infatti nella scorsa festa della Perdonanza il card. Petrocchi che la misericordia del perdono si manifesta nella carità: “Un segno fondamentale, che attesta in noi l’azione della misericordia ricevuta e donata, è l’esercizio della carità, che è l’amore di Cristo diffuso nei nostri cuori dallo Spirito. Questo amore abbraccia tutti, nessuno escluso, ma testimonia un’attenzione speciale verso i  più bisognosi. Ciò vuol dire privilegiare gli ultimi: cioè rendere operativa ‘l’opzione dei poveri’.

La comunità cristiana, proprio perché ‘Chiesa dei poveri’, sta dalla parte degli ultimi, degli sconfitti, degli scartati: dove si trova qualcuno che soffre, lì la Chiesa erige la sua tenda. Nella categoria dei  poveri vanno compresi tutti quelli che mancano di qualcosa che è loro necessaria per vivere una esistenza dignitosa, sul piano umano e religioso”.

Quindi come è stato riconosciuto dall’UNESCO, la Perdonanza ha un valore sociale e culturale: “La Perdonanza va celebrata nell’Anima della Chiesa e nel Cuore della Città. Perciò, nel fare un  ‘bilancio’ della Perdonanza si dovrebbe assumere, come indice di successo, il cambiamento in  meglio, registrando, nel corso dell’anno, i progressi avvenuti nella mentalità e nello stile di gestione dei rapporti interpersonali, famigliari, culturali, sociali ed istituzionali.

L’Aquila ha una missione da svolgere, con le parole e nei fatti: quella di proclamare la Civiltà della Perdonanza. Per questo L’Aquila da Città ‘tra’ i monti deve, sempre di più, porsi come Città ‘sul’ monte  (in  senso  evangelico): capace di vivere e di diffondere, a livello planetario, il messaggio di Papa Celestino”.

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