Il Consiglio dei Cardinali parla anche di una possibile riforma del Sinodo

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C’è stato anche Lorenzo Baldisseri all’incontro con gli otto cardinali designati da Papa Francesco come suo consiglio. Il nuovo segretario generale del sinodo ha passato mezza giornata con loro, discutendo delle eventuali riforme dell’assemblea di rappresentanti dell’episcopato cattolico, che ha il compito di aiutare il Papa nel governo della Chiesa universale. D’altronde, Papa Francesco lo ha detto chiaramente che vuole che le regole del sinodo siano riviste, e ha fatto capire che si va verso una organizzazione più deliberativa, in modo da dare più spazio possibile alle istanze delle Chiese locali.

È uno dei temi sul tavolo del Consiglio di cardinali. Un consiglio dal quale non ci si devono aspettare decisioni, né comunicazioni di particolare importanza. Per ora, gli otto si stanno incontrando. Hanno messo sul tavolo le proposte di riforma che sono giunte loro dai Pontifici Consigli e anche da alcune persone (sacerdoti, laici, vescovi) cui hanno richiesto un parere. Hanno parlato anche di Chiesa dei poveri, del ruolo dei laici. Non si sono avvalsi della commissione per la revisione delle finanze vaticane istituita da Papa Francesco, che però (secondo il chirografo che la costituisce) potrebbe essere consultata. Hanno avviato un dibattito che si preannuncia ampio.

Ci tengono, i cardinali, a far sapere due cose. La prima: che non sono delegati continentali. La parola “delegati” – riferisce padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, che dai cardinali ha ricevuto gli input – rimanderebbe in fondo ad una scelta avvenuta dal basso, magari dalle conferenze episcopali. Non è così: Papa Francesco li ha scelti personalmente, seguendo certo un criterio territoriale, ma anche chiamando attorno a sé le persone con le quali ha più familiarità e con i quali condivide delle idee. “Per dare più serenità al dialogo, e renderlo più fruttuoso”, spiega padre Federico Lombardi.

La seconda cosa che i cardinali ci tengono a far sapere è che la riflessione è stata soprattutto teologicamente fondata, e che ogni mattina inizia con la Messa concelebrata con il Santo Padre. E che ieri hanno cominciato con una riflessione teologica sull’ecclesiologia del Concilio Vaticano II. Un modo per far capire che non si tratta di una riunione tra manager, ma tra persone di Chiesa, e che ogni idea daranno al Papa sarà teologicamente ispirata.

La prima riunione dei cardinali, ieri mattina, ha avuto luogo in terza loggia, nella biblioteca dell’Appartamento Privato del Papa. Lì, dopo aver parlato di ecclesiologia, hanno messo sul tavolo alcune delle proposte che hanno raccolto (e di cui hanno già discusso tra loro) in questi mesi.

Da ieri pomeriggio, però, i cardinali hanno deciso che era scomodo arrivare al Palazzo Apostolico per fare le riunioni. Così da ieri pomeriggio si riuniscono nella Domus Sanctae Marthae, dove tutti risiedono, compreso il Papa, in una saletta attigua alla cappella dove il Papa celebra ogni giorno la Messa.

Papa Francesco non ha scelto di certo gli otto in maniera collegiale. Ma la nuova parola d’ordine è sinodalità, perché questa sembra rappresenti maggiormente le istanze delle Chiese locali. Lorenzo Baldisseri sembra abbia già cominciato a lavorare. E significativamente, il Papa ha chiamato proprio lui a fare da “moderatore” della riunione dei capidicastero avvenuta per i sei mesi di Pontificato.

Poco è trapelato di quella riunione. Si sa che l’ha convocata la Prefettura della Casa Pontificia, e non la Segreteria di Stato, come era prassi, e questo può essere letto come un segnale che la Segreteria del Papa si occuperà sempre meno di affari generali. Raccontano che alla riunione il segretario di Stato uscente Bertone, seduto a fianco al Papa, non abbia proferito parola. Mentre, dopo un breve saluto introduttivo, è stato Baldisseri a dare la parola ai capi dicastero, per avviare un confronto che si sarebbe concluso in maniera particolarmente informale.

La presenza di Baldisseri davanti ai cardinali del consiglio sembra indicare che la prima riforma di Papa Francesco, oltre a quella delle attitudini, sarà proprio quella del sinodo dei vescovi.

Un altro tema sul tavolo è stato quello della pastorale famigliare (con tutta la questione dei divorziati risposati), e anche qui entra prepotentemente al centro del tema il sinodo dei vescovi. Perché ci sarà un sinodo straordinario dei vescovi nel 2014, e già la prossima settimana potrebbe essere comunicato il tema e la data. Sarà con tutte le probabilità un sinodo straordinario sulla famiglia.

La domanda è se questo sinodo avverrà già con una nuova formula, o se sarà l’ultimo sinodo “tradizionale”.Ma d’altronde, di una riforma del sinodo si parla da tempo. Paolo VI aveva pensato addirittura di inserire tra gli elettori del Papa sia i patriarchi orientali sia i quindici vescovi del direttivo del Sinodo, che erano stati in netta maggioranza eletti dagli altri vescovi per un periodo massimo di un triennio. Fu il cardinal Giuseppe Siri – ha raccontato più volte Benny Lai, il decano dei vaticanisti italiani – a far desistere Paolo VI. Dopo un’ora e mezza di colloquio, Siri fece notare al Papa che unire i cardinali, scelti dall’alto, a vescovi eletti dalle conferenze episcopali avrebbe creato un corto circuito. Perché i cardinali non dovevano giustificare il loro operato ad alcuno, mentre gli altri avrebbero dovuto rendere conto delle loro decisioni e per questo – sostenne Siri – “ne sarebbero stati condizionati”. E, palesatasi davanti ai suoi occhi la possibilità di un condizionamento, Paolo VI disse: “Sarà solo il Sacro Collegio”.

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