282° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Azerbajgian attacca su larga scala l’Artsakh

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.09.2023 – Vik van Brantegem] – Le forze armate dell’Azerbajgian stanno effettuando attacchi militari su Stepanakert, la capitale della Repubblica di Artsakh/Nagorno Karabakh. Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian riferisce che «nella regione sono state lanciate misure antiterrorismo locali per garantire la sicurezza dei militari azeri e ripristinare l’ordine costituzionale dell’Azerbajgian». Come abbiamo avvertito in precedenza, l’Azerbajgian ha iniziato una guerra contro l’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Questo è un atto di pulizia etnica e genocidio contro i 120.000 Armeni pacifici che vivono nel Nagorno Karabakh.

L’Azerbajgian ha informato la Russia dell’attacco. Secondo la dichiarazione del Ministero della Difesa dell’Azerbajgian: «Il comando del contingente di mantenimento della pace della Federazione Russa e la leadership del Centro di monitoraggio congiunto turco-russo sono stati informati delle attività in corso».

L’Azerbajgian sta bombardando l’Artsakh, passando dalla fame agli attacchi diretti contro gli Armeni. Aspettiamo la risposta di USA e Unione Europa. Si vede che il recente avvertimento rivolto a Baku è stato abbastanza forte, come era prevedibile. Si stanno ancora congratulando per i due camion della Croce Rossa che sono entrati ieri dopo mesi di blocco e la carestia in corso.

Il Vice segretario di Stato ad interim Yuri Kim: «Non tollereremo alcun attacco contro il popolo del Nagorno-Karabakh. Sono passati un paio di giorni da questa dichiarazione e l’Azerbajgian lancia un attacco al Nagorno-Karabakh. Erano solo parole vuote o di fatto la posizione degli Stati Uniti a difesa di 120.000 vite armene innocenti? Il momento per il riconoscimento dello Stato dell’Artsakh è adesso. Autodeterminazione!

L’Azerbaigian sta usando droni e l’artiglieria pesante contro i civili in Artsakh. Bombardamenti anche su altre zone del territorio.
Aggiornamento: funzionari del Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh in serata hanno riferito che le forze armate azere impiegano anche l’aviazione.

I bambini corrono nelle cantine, piangendo.

Le forze armate azere hanno attaccato il reggimento di combattimento elettronico radiofonico dell’esercito di difesa dell’Artsakh a Stepanakert.

++++ AGGIORNAMENTI ++++

Ore 11.40 – «L’Azerbajgian ha avviato un massiccio attacco di artiglieria contro il Nagorno-Karabakh, colpendo città e civili su larga scala. Dopo aver imposto un blocco totale di 9 mesi agli 120.000 Armeni, sottoponendoli alla fame e creando difficoltà morali e psicologiche, ora li prendono deliberatamente di mira per eliminarli. Ciò serve come prova perfetta che l’inerzia, i semplici appelli e richieste ad Aliyev sono inefficaci. Ha ignorato tutti gli avvertimenti, il che porterà inevitabilmente a numerose tragedie umane. La comunità internazionale è responsabile degli eventi che si stanno verificando nel Nagorno-Karabakh» (Ruben Vardanyan, ex Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh).

12.20 – Quando il regime ereditario petrolifero fascista guerrafondaio armenofobo genocida azero, lancia un attacco militare su vasta scala contro la popolazione indigena armena isolata e affamata dell’Artsakh,l’unica cosa che sa fare con lacrime di coccodrillo Toivo Klaar, il Rappresentante speciale per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia dell’Unione Europea (eternamente in letargo e quando si sveglia fa solo danni aprrendo la bocca), è fare appello al dialogo, continuando a non condannare il casus belli inventato dall’autocrate Ilham Aliyev per giustificare il genocidio: «Tragiche notizie di perdita di vite umane a causa delle esplosioni di mine oggi. Tuttavia, l’azione militare in corso non farà altro che peggiorare la situazione. Urgente necessità di un cessate il fuoco immediato per consentire un dialogo autentico tra Baku e gli Armeni del Karabakh come unico modo per raggiungere una coesistenza pacifica».

Ore 12.30 – Il Ministero della Difesa della Repubblica dell’Artsakh informa che Il 19 settembre 2023 intorno alle ore 13.00 ora locale (ore 11.00 di Roma), le forze armate azere hanno violato il regime di cessate il fuoco lungo la linea di contatto, lanciando attacchi missilistici e di artiglieria.
La Federazione Russa è attualmente in contatto con l’Azerbajgian sulla situazione nel Karabakh, ha riferito Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Esteri russo. Il Ministero degli Affari Esteri russo rilascerà una dichiarazione sull’esito dei contatti con la parte azera sulla situazione nel Karabakh.

Ore 12.40 – Secondo quanto riferito da fonti sul posto, un tentativo della fanteria azera di attaccare in direzione di Martakert è stato sventato.

Ore 12.50 – Lo spazio aereo dell’Artsakh si è svuotato. Gli aerei stanno evitando la zona di combattimento.

Ore 12.55 – La Russia invita l’Armenia e l’Azerbajgian a cessare le azioni militari e a riprendere i negoziati diplomatici, ha dichiarato Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Esteri Russo. Vale la pena notare che mente apertamente: l’Armenia non ha forze armate nell’Artsakh.

Ore 13.05 – Sette bambini con ferite di vario grado, comprese gravi, sono stati trasportati all’ospedale pediatrico di Stepanakert dopo il bombardamento delle forze armate azere sul villaggio di Akbulakh nel distretto di Askeran.

Ore 13.10 – Ha avuto luogo una conversazione telefonica tra i Ministri della Difesa dell’Azerbajgian e della Turchia. Durante la telefonata, il Colonello generale Zakir Hasanov ha informato il suo omologo turco sulle misure di “antiterrorismo” adottate nell’Artsakh. Il Ministro della Difesa turco, Yaşar Güler, ha affermato il continuo sostegno della Turchia all’Azerbajgian, proprio come ha fatto costantemente in passato.

Ore 13.15 – Il Deputato dell’Assemblea Nazionale dell’Armenia, Tigran Abrahamyan, riferisce che, parallelamente agli attacchi con droni, missili e artiglieria, si stanno svolgendo intensi combattimenti nella sezione di interposizione della linea di contatto.
Rapporti azeri affermano che droni da ricognizione del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran stanno attualmente operando nello spazio aereo sopra Artsakh per valutare la situazione. L’Azerbajgian sta cercando di trascinare l’Iran in questa guerra.

Ore 13.20 – Fonti giornalistiche iraniane riferiscono che le forze armate della Repubblica Islamica dell’Iran sono in allerta nelle province nordoccidentali.

Ore 13.25 – Comunicato del Consiglio per la comunità armena di Roma: l’Azerbajgian attacca con droni e artiglieria pesante la popolazione inerme del Nagorno-Karabakh:
«È in corso da questa mattina un nuovo attacco delle forze armate dell’Azerbajgian contro la Repubblica armena del Nagorno-Karabakh/Artsakh.
Ancora una volta il regime autocratico di Aliyev sceglie la strada delle bombe invece dei colloqui di pace.
Dopo aver accumulato nei giorni scorsi armi e soldati ai confini del Nagorno-Karabakh e dell’Armenia, dopo aver ripetuto fake news riguardo a presunte provocazioni armene, questa mattina l’artiglieria e i droni azeri hanno cominciato a bombardare la capitale Stepanakert e i villaggi limitrofi.
Dalle notizie che giungono risultano tra le vittime molti bambini feriti dalle esplosioni e portati in ospedale.
Si tratta della operazione finale che giunge dopo nove mesi di blocco imposto alla popolazione rimasta senza cibo, medicine, carburante e beni di prima necessità.
L’Azerbajgian ha anche annunciato la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione della popolazione dalle zone pericolose del Nagorno-Karabakh, un modo per “cacciare” gli Armeni da quella terra che è stata da sempre quella dei loro avi.
Le comunità armene denunciano questo nuovo criminale atto di guerra e rimangono in attesa che le istituzioni internazionali agiscano immediatamente per condannare questa aggressione militare e impongano sanzioni al guerrafondaio dittatore azero.
Ci rivolgiamo al parlamento e al governo italiano (che in questi mesi è rimasto silente di fronte alla crisi umanitaria causata dal blocco della regione) affinché intervenga con urgenza a sostegno della popolazione e condanni l’ennesima guerra scatenata dall’Azerbajgian.
Questo nuovo atto di guerra è il frutto di una politica internazionale che ha tollerato negli ultimi anni la criminale attività del dittatore azero arrivando a definirlo “partner affidabile“, lanciando appelli a generici percorsi di pace mentre l’Azerbajgian affamava la popolazione del Nagorno-Karabakh e invadeva centinaia di chilometri quadrati del territorio della Repubblica di Armenia.
Ancora una volta la popolazione armena è vittima dei giochi di potere internazionale.
Non vi è altra soluzione se non quella di garantire il diritto all’autodeterminazione del popolo armeno dell’Artsakh essendo fin troppo evidente che lo stesso non potrà mai vivere all’interno dei confini di una dittatura armenofoba come quella azera.
Non bastano parole di condanna è tempo di agire senza esitazione. Le vite di 120 mila persone sono in pericolo. Il loro destino dipende dalle nostre azioni. Interessi economici non possono calpestare i diritti di ogni essere umano a vivere, e vivere in libertà».

Ore 13.30 – Il Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh informa che il 19 settembre, intorno alle ore 13.00 ora locale (ore 11.00 di Roma), le forze armate azere, effettuando attacchi missilistici e di artiglieria lungo la linea di contatto, hanno tentato di sfondare la profondità della difesa dell’esercito di difesa dellaArtsakh, che sta offrendo una forte resistenza.

Ore 13.35 – Il fumo si sta alzando vicino al Centro Medico Repubblicano di Stepanakert.

Ore 13.40 – L’Azerbajgian sta bombardando le aree residenziali civili di Stepanakert.

Ore 13.45 – Il Portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, nega che l’Azerbajgian avrebbe “precedentemente” avvertito le forze di mantenimento della pace russe dell’inizio delle ostilità. Ha definito queste informazioni non corrispondenti alla realtà. Secondo Zakharova, l’informazione sarebbe stata trasmessa al contingente di mantenimento della pace russo pochi minuti prima dell’inizio delle ostilità.

Ore 13.45 – Il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha scritto in un post su Twitter: «Oggi riceviamo notizie terribili dalla regione del Nagorno-Karabakh. Le operazioni militari dell’Azerbajgian devono essere immediatamente fermate affinché sia possibile un vero dialogo tra Baku e gli armeni del Karabakh».

Ore 13.50 – A Yerevan, vicino al palazzo del governo dove si sta svolgendo una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza nazionale armeno, i cittadini si stanno radunando per chiedere alle autorità armene di intervenire in difesa della Repubblica di Artsakh.

Ore 13.55 – Video su social media azeri di un grande convoglio militare dell’Azerbajgian diretto verso la zona di combattimento.

Ore 14.05 – Dichiarazione dell’Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia, Tsovinar Hambardzumyan sull’aggressione di oggi dell’Azerbajgian:
«Oggi l’Azerbajgian ha avviato un massiccio attacco non provocato contro il Nagorno-Karabakh, colpendo città e civili su larga scala. Dopo aver imposto un blocco totale, per 9 mesi, sottoponendo la popolazione di 120.000 Armeni alla fame e sofferenze morali e psicologiche, ora l’Azerbajgian li sta prendendo deliberatamente di mira per eliminarli.
Questa aggressione non provocata nel Nagorno-Karabakh può essere descritta solo come atrocità di massa. L’Azerbajgian sta ignorando completamente tutti gli sforzi precedenti per stabilizzare la situazione e i relativi appelli internazionali.
Mentre la comunità internazionale chiede all’Azerbajgian l’immediata apertura del Corridoio di Lachin e propone un meccanismo di dialogo tra Stepanakert e Baku, quest’ultimo inizia un attacco di aggressione contro la popolazione.
Come prima di ogni attacco, anche questa volta, l’Azerbajgian ha iniziato una propaganda diffondendo false notizie e incolpando le forze armene per aver attaccato le postazioni dell’Azerbajgian. Queste fake news sono state puntualmente smentite sia dall’Armenia che dal Nagorno-Karabakh sapendo che in questo modo l’Azerbajgian prepara una nuova aggressione.
Come ha scritto il Direttore di Difesa Online Andrea Cucco nel suo articolo a pochi minuti dall’attacco [QUI] la giustificazione dell’aggressore “di doversi difendere dagli Armeni ricorda molto l’episodio del 1939 (incidente di Gleiwitz) con cui i nazisti giustificarono l’invasione della Polonia”.
Pochi giorni fa il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha dichiarato apertamente che l’Azerbajgian sta schierando le forze armate sul confine con l’Armenia e intorno al Nagorno-Karabakh, ma questo messaggio di allarme è caduto nel vuoto.
Gli appelli della comunità internazionale non hanno prodotto nessun risultato. Ilham Aliyev ha ignorato tutti gli avvertimenti e tutti gli appelli della comunità internazionale. Tutto questo rischia di portare inevitabilmente a ulteriori numerose tragedie umane.
In questa situazione è necessario dare un forte messaggio politico di condanna da parte della comunità internazionale e di adottare immediate sanzioni al Paese che sta ignorando la stessa comunità internazionale».

Ore 14.05 – Maurizio Lupi (Noi Moderati), governo si attivi per evitare genocidio in Armenia. Evitare escalation pericolosa se non letale per i civili – “Desta infinita preoccupazione la notizia secondo cui l’Azerbajgian ha chiuso lo spazio aereo all’Armenia annunciando l’avvio di un’operazione militare ‘antiterrorismo’ nel Nagorno-Karabakh, territorio conteso tra Baku e Erevan. Sappiamo per esperienza, purtroppo, in che cosa si può trasformare un’operazione formalmente definita di antiterrorismo che di fatto si annuncia come un’occupazione militare”. Lo dichiara in una nota il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. “L’ Europa non può assistere indifferente a un altro genocidio contro il popolo armeno, perché questo è quello che si profila all’orizzonte. Chiedo al Governo italiano di attivarsi per evitare un’escalation pericolosa, se non letale per i civili del Nagorno-Karabakh” (ANSA).

Ore 14.10 – Comunicato di Jean-Louis Bourlanges, Presidente della Commissione per gli Affari Esteri dell’Assemblea Nazionale francese:
«Da questa mattina gli Armeni del Nagorno-Karabakh subiscono un massiccio attacco da parte della Repubblica di Azerbajgian che, dopo averli isolati, rinchiusi, presi in ostaggio e affamati, ha deciso non solo di sottometterli ma di farli sparire come comunità autonoma. La comunità internazionale, che, nonostante i ripetuti appelli della Francia, ha sinora dimostrato una vergognosa passività, ha il dovere di reagire per porre fine a quella che ormai assomiglia ad un’impresa di pulizia etnica che colpisce non solo una popolazione nelle sue libertà ma anche nella sua sopravvivenza sulla sua terra».

Ore 14.15 – Il Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Gegham Stepanyan, informa che sono state segnalate numerose vittime e feriti civili, compresi bambini. Sulla base dei dati attuali, ci sono stati almeno 2 morti, tra cui un bambino, e 11 feriti, di cui 8 bambini, a seguito degli attacchi dell’Azerbajgian.

Ore 14.30 – La scrittrice italo-armena Antonia Arslan ha trasmesso un accorato appello al governo italiano perché chieda di fermare l’aggressione.

Ore 14.55 – «Le forze di mantenimento della pace russe hanno la responsabilità maggiore dei tragici eventi del Nagorno-Karabakh, poiché sono di stanza lì per proteggere la popolazione civile armena, che è sotto attacco. Invece di agire, si affrettano a dare la colpa a Pashinyan. Devono agire» (Tatevik Hayrapetyan, ex Deputato dell’Assemblea Nazionale della Repubblica di Armenia, studiosa dell’Azerbajgian).

Ore 15.10 – «Sto caricando il cellulare al Centro Medico Repubblicano di Stepanakert. Si sentono colpi di artiglieria senza sosta. Un medico è appena passato con le mani insanguinate» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

Ore 15.25 – Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Armenia sull’aggressione dell’Azerbajgian nel Nagorno-Karabakh:
«Il 19 settembre, l’Azerbajgian ha scatenato un’altra aggressione su larga scala contro la popolazione del Nagorno-Karabakh, con l’obiettivo di completare la sua politica di pulizia etnica.
Guidato dal senso di impunità, l’Azerbajgian si è assunto apertamente la responsabilità dell’aggressione. Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian ha annunciato che sta avviando “misure antiterrorismo” nel Nagorno-Karabakh, nell’area di responsabilità delle forze di mantenimento della pace russe, di cui, secondo la dichiarazione ufficiale della parte azera, sono stati informati il ​​comando delle forze di mantenimento della pace russe e il centro di monitoraggio russo-turco.
Condanniamo fermamente l’aggressione dell’Azerbajgian contro il Nagorno-Karabakh e il crimine di massa che è la continuazione dell’attacco su larga scala scatenato dall’Azerbajgian contro il Nagorno-Karabakh esattamente tre anni fa, nel mese di settembre nel 2020. I centri abitati civili, la città di Stepanakert e altre città e villaggi sono sottoposti a bombardamenti da parte dell’Azerbajgian sotto il falso pretesto della “distruzione di postazioni militari”.
La parte armena ha ripetutamente segnalato che le continue azioni aggressive dell’Azerbajgian contro il Nagorno-Karabakh, la lampante retorica belligerante, la propaganda assolutamente falsa e riprovevole che definisce la popolazione del Nagorno-Karabakh come “terroristi” perseguono un unico obiettivo: quello di sottomettere la popolazione del Nagorno-Karabakh a una pulizia etnica con l’uso della forza, per privare la popolazione del Nagorno-Karabakh della libertà e del diritto di vivere e procreare con dignità nella propria patria. Hanno perseguito lo stesso obiettivo nel dicembre del 2022 con il blocco illegale del Corridoio di Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno-Karabakh con l’Armenia e il blocco completo del Nagorno-Karabakh.
L’attacco è stato preceduto dalla diffusione di false informazioni da parte del Ministero degli Esteri azero su presunte operazioni minamento e di sabotaggio, che indicano la pianificazione dell’attacco e la realizzazione di una propaganda informativo. Dichiariamo ancora una volta che nel Nagorno-Karabakh non ci sono forze armate e equipaggiamento militare della Repubblica di Armenia, tutte le notizie sulle presunte operazioni di minamento e di sabotaggio sono false e inventate.
Il nostro appello ai partner internazionali, ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che hanno la responsabilità primaria per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale – compreso il contingente di mantenimento della pace russo dislocato nel Nagorno-Karabakh secondo le diposizioni della dichiarazione trilaterale del 2020 firmato dai leader di Armenia, Azerbajgian e Russia – di adottare tutte le misure necessarie e inequivocabili per mettere fine all’aggressione dell’Azerbajgian».

Ore 15.30: Ufficiale: l’Artsakh/Nagorno-Karabakh fa appello all’Azerbajgian affinché cessa immediatamente il fuoco e si sieda al tavolo delle trattative per risolvere la situazione.

Ore 15.30 – L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha dichiarato:
«L’Unione Europea condanna l’escalation militare lungo la linea di contatto e in altre parti del Karabakh. L’Unione Europea si rammarica della perdita di vite umane a seguito dell’escalation. Chiediamo la fine immediata dello scontro ed esortiamo l’Azerbajgian a fermare le attuali operazioni militari. È urgentemente necessario riprendere il dialogo tra Baku e gli Armeni del Karabakh. Questa escalation militare non deve essere usata come scusa per costringere la popolazione locale ad emigrare. La violenza deve cessare per creare un ambiente favorevole ai negoziati di pace e di risoluzione. È necessario il reale impegno di tutte le parti a lavorare per raggiungere i risultati negoziati. L’Unione Europea resta pienamente coinvolta nella facilitazione del dialogo».

Ore 15.35 – Il Nagorno Karabakh Observer riferisce che secondo notizie non confermate, una base del contingente di mantenimento della pace della Russia presso l’aeroporto vicino alla città di Askeran è stata presa di mira dall’Azerbajgian.

Ore 15.40 – La Francia chiede di convocare una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La dichiarazione ufficiale di Parigi dice:
«La Francia condanna fermamente l’operazione militare dell’Azerbajgian nel Nagorno-Karabakh con armi pesanti, anche contro le zone residenziali. Nessun pretesto può giustificare un’azione così unilaterale che minaccia migliaia di civili che hanno già subito mesi di blocco illegale. Questi passi sono contrari agli sforzi della comunità internazionale per raggiungere una soluzione negoziata.
La Francia chiede all’Azerbajgian di fermare immediatamente il suo attacco e di ritornare al rispetto del diritto internazionale. L’Azerbajgian sarà l’unico responsabile della sorte della popolazione civile del Nagorno-Karabakh.
La Francia chiede di convocare una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La Francia sta lavorando a stretto contatto con i suoi partner europei e americani per organizzare una risposta forte a questo attacco inaccettabile, che è commisurato alle minacce alla sicurezza nella regione».
Aggiornamento: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si occuperà della situazione nel Nagorno Karabakh, il 21 settembre prossimo. Lo riferisce l’agenzia TASS. Si presume che la sessione si terrà alle ore 12.00 ora di New York (ora 18.00 ora di Roma). Ora è in corso la 78ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Ore 15.50 – La Santa Sede di Etchmiadzin della Chiesa Apostolica Armena ha rilasciato una dichiarazione sul nuovo attacco su larga scala dell’Azerbajgian al Nagorno-Karabakh, invitando tutte le strutture internazionali a frenare le autorità dell’Azerbajgian e a dare una risposta adeguata alle azioni genocide di quel Paese:
«Con profonda preoccupazione, abbiamo appreso che l’Azerbajgian ha lanciato operazioni militari su larga scala contro l’Artsakh con il falso pretesto di effettuare una “operazione antiterroristica”, bombardando gli insediamenti pacifici dell’Artsakh, prendendo di mira la capitale Stepanakert. Condanniamo fermamente questa nuova azione ostile dell’Azerbajgian e invitiamo tutte le strutture internazionali a frenare le autorità dell’Azerbajgian e a rispondere adeguatamente alle azioni genocide dell’Azerbajgian».

15.55 – Le forze di mantenimento della pace russe sul posto riferiscono che sul territorio e sulle postazioni del contingente sta arrivando il fuoco sia dal lato dell’Artsakh che da quello azerbajgiano. Al momento non si registrano vittime.

Ore 16.00 – Usando l’aviazione militare, l’artiglieria pesante e i droni, l’Azerbaigian effettua attacchi militari, prendendo di mira civili, edifici residenziali e case nel Nagorno-Karabakh.

Ore 16.10 – Nell’ambito dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri dell’Armenia, Ararat Mirzoyan, ha presentato al Vicesegretario di Stato americano, Yuri Kim, l’aggressione su larga scala dell’Azerbajgian contro la popolazione del Nagorno-Karabakh. Mirzoyan ha sottolineato l’urgente necessità di intraprendere passi concreti e inequivocabili per prevenire l’aggressione dell’Azerbajgian e la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh.

Ore 16.20 – La situazione in piazza della Repubblica a Yerevan è estremamente tesa. I cittadini chiedono azioni immediate da parte del governo per proteggere l’Artsakh.

Ore 16.20 – Il Presidente della Commissione per le relazioni estere del parlamento tedesco, Michael Roth, ha scritto in un post su Twitter: «Ho detto poco fa all’Ambasciatore dell’Azerbajgian che l’aggressione militare dell’Azerbajgian contro gli Armeni del Nagorno-Karabakh è inaccettabile. Aliyev minaccia i negoziati di pace tra Armenia e Azerbajgian e mette in pericolo anche la stabilità dell’intera regione».

Ore 16.30 – Le azioni dell’Azerbajgian non sono altro che una politica di pulizia etnica e genocidio e, attuandola, Baku manipola il corridoio umanitario e altri falsi programmi umanitari, si legge in un messaggio diffuso dall’ufficio del Presidente della Repubblica di Artsakh:
«Ancora una volta violando la dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, l’Azerbajgian il 19 settembre ha lanciato operazioni militari su larga scala contro la Repubblica di Artsakh, prendendo di mira obiettivi civili e la popolazione civile, a seguito delle quali si sono verificate vittime e feriti, tra cui donne, anziani e bambini.
Le azioni dell’Azerbajgian non sono altro che pulizia etnica e politica genocida e, attuandole, Baku manipola il corridoio umanitario e altri falsi programmi umanitari».
Va notato che il Presidente della Repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha convocato d’urgenza una riunione del Consiglio di Sicurezza e ha discusso la situazione creatasi e le ulteriori azioni. Tenendo conto della minaccia alla vita e alla salute di migliaia di persone, Shahramanyan invita gli attori internazionali e tutte le parti interessate ad adottare immediatamente tutte le misure necessarie per fermare l’aggressione contro l’Artsakh.
«La Repubblica di Artsakh è sempre stata sostenitrice della soluzione pacifica e riafferma la sua disponibilità a risolvere tutte le questioni attraverso i negoziati», sottolinea il messaggio.

Ore 16.40 – Il Ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock. ha dichiarato che l’Azerbajgian deve cessare immediatamente i bombardamenti sulla regione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh e ritornare al tavolo delle trattative.

Ore 16.50 – L’Azerbajgian è pronto a incontrare le autorità della Repubblica di Artsakh a Evlakh. Però occorre alzare bandiera bianca e abolire il “regime illegale”. Altrimenti “l’operazione” continuerà fino alla fine, ha dichiarato il regime del Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev. La comunità internazionale e gli Stati possono protestare come vogliono, l’autocrate di Baku va avanti per la sua strada finché non verrà fermato con i soli modi che rispetta.

Ore 17.00 – Attualmente l’unità medica pediatrica Arevik di Stepanakert ha ricoverato 9 bambini con ferite da schegge in varie parti del corpo. Di questi, 6 sono in condizioni moderate, mentre 3 sono in condizioni critiche. Un bambino è in sala operatoria con una diagnosi di emorragia interna, un altro ha già subito un intervento chirurgico al torace per una ferita penetrante da schegge al petto e un terzo bambino con una grave lesione cerebrale traumatica si sta preparando per l’intervento.
Evito di riportare reazioni dei troll azeri all’aggressione dell’Azerbajgian, ma questa non riesco a non riportare: “Nessuna foto/video è una bufala”. Sempre la stessa musica: non c’è fame in Artsakh, perché non c’è un blocco; non ci sono morti e feriti in Artsakh, perché non c’è un’aggressione militare, soltanto un’operazione “anti-terroristica”.

Ore 17.10 – La comunità di Yeghtsahogh nel distretto di Shushi, con una popolazione di 150 persone, è finita sotto il fuoco diretto della parte azera. Le forze armate azere hanno distrutto la scuola della comunità. Non vi è alcuna possibilità di evacuare i residenti poiché sono completamente circondati dalle forze armate azere.

Ore 17.15 – «Viale principale di Stepanakert » (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

Ore 17.20 – Le forze armate azerbaigiane, nel loro stile inconfondibile, stanno diffondendo video in cui si afferma di mostrare la “distruzione di una stazione radar”, ma in realtà si tratta di una torre relè della Karabakh Telecom, utilizzata per le comunicazioni mobili.

Ore 17.25 – Il Ministero della Sanità della Repubblica di Artsakh ha riferito che ci sono circa 80 feriti e 5 morti a seguito dell’aggressione azera.

Ore 17.30 – Dopo una breve interruzione, Stepanakert è nuovamente sotto il fuoco dell’artiglieria, e suona la sirena dell’allarme aereo.

Ore 18.00 – Il Consigliere del Capo di Stato maggiore del Presidente dell’Ucraina, Mykhail Podoliak, ha commentato l’aggressione militare dell’Azerbajgian nel Nagorno-Karabakh։ il “mantenimento della pace” russo o l’adesione all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) è sempre un coltello nella schiena in una situazione di crisi. Un altro promemoria per tutti i Paesi post-sovietici. La Russia tradisce sempre tutti, e il “mantenimento della pace” russo o “l’adesione alla CSTO incentrata sulla Russia” sono sempre un coltello nella schiena in una situazione di crisi, a meno che tu non sia disposto a rinunciare a parte della tua indipendenza a favore della Russia”. Egli ha avvertito che non è mai necessario firmare accordi con la Russia, condurre negoziati seri con essa e accettare da essa “truppe di mantenimento della pace”. “Non aprite la porta alla propaganda e alla corruzione russa, l’amicizia con la Russia finisce sempre allo stesso modo”, ha osservato Podoliak.

Ore 18.00 – «La Russia ha tradito i 120.000 Armeni del Nagorno-Karabakh e li ha lasciati soli contro l’attacco militare dell’Azerbajgian. Lo scenario da me previsto molte volte in precedenza si è avverato: l’Azerbajgian ha lanciato un attacco militare al Nagorno-Karabakh e le forze di mantenimento della pace russe si sono rifiutate di adempiere ai loro obblighi di sicurezza. L’Azerbajgian sta portando avanti la pulizia etnica e il genocidio. La comunità internazionale deve fermare queste azioni sanguinose.
L’Azerbajgian ha riferito di aver informato le forze di mantenimento della pace russe e il gruppo di monitoraggio russo-turco delle operazioni militari contro il Nagorno-Karabakh.
In un’intervista con Interfax, il Presidente del Comitato di Difesa della Duma di Stato russa, Andrei Kartapolov, ha dichiarato: “Le forze di mantenimento della pace russe nel Nagorno-Karabakh non hanno il diritto di usare le armi finché non vi è pericolo per loro”. Questa è una bugia e una bugia: la Russia si è impegnata a garantire la sicurezza di 120.000 Armeni in Karabakh.
La Russia, invece di garantire la sicurezza degli Armeni del Nagorno-Karabakh, dichiara di sperare che “tutte le parti garantiscano la sicurezza delle forze di mantenimento della pace”. “Il contingente di mantenimento della pace russo continua a svolgere i suoi compiti. Partiamo dal presupposto che la sicurezza dei nostri caschi blu sarà garantita incondizionatamente da tutte le parti. Il comando della forza di mantenimento della pace russa è in costante contatto con i rappresentanti degli Armeni del Karabakh e le autorità dell’Azerbajgian al fine di stabilire un cessate il fuoco e ritornare all’attuazione dei menzionati accordi tripartiti al massimo livello”, ha affermato Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Esteri russo.
Per mesi la Russia stava preparando le basi per rifiutarsi di adempiere ai propri obblighi di sicurezza nei confronti dell’Artsakh. Pochi giorni fa Putin ha accusato l’Armenia di riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbajgian. I Russi affermano che il riconoscimento dell’integrità territoriale dell’Azerbajgian ha cambiato lo status delle forze di mantenimento della pace russe nel Nagorno-Karabakh. È una bugia e una falsa narrativa, inventata dal Cremlino, il cui scopo è incolpare l’Armenia per questo attacco preparato dall’Azerbajgian e dalla Russia.
Il Primo Ministro armeno ha ritenuto strano il motivo per cui la Russia non ha informato l’Armenia dell’attacco militare dell’Azerbajgian. Nikol Pashinyan afferma che la parte armena si aspetta passi concreti e tangibili dalle forze di mantenimento della pace russe: “E come già menzionato nella dichiarazione del Ministero degli Esteri, crediamo che in primo luogo, le forze di mantenimento della pace della Federazione Russa dovrebbero adottare misure” (Robert Ananyan).

Ore 18.05 – «120.000 civili tra cui 30.000 bambini nel Nagorno Karabakh sono sotto attacco militare. L’Azerbaigian ha ripreso la guerra contro il Nagorno Karabakh, bombardando civili e infrastrutture civili dopo 9 mesi di blocco deliberato, carestia e negazione dell’accesso umanitario. Come hanno detto gli esperti, questo è un genocidio. Invito i miei tifosi, il mondo dello sport e i colleghi dei media a reagire e a contribuire a diffondere la voce per ripristinare la pace. I bambini NON sono un bersaglio, eppure 1 bambino è già stato ucciso e 11 feriti» (Henrikh Mkhitaryan, Ambasciatore UNICEF).

Ore 18.20 – «Continua il bombardamento a Stepanakert» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

Ore 18.25 – Funzionari del Ministro della Difesa dell’Azerbajgian hanno tenuto un briefing per gli addetti militari delle rappresentanze diplomatiche nel Paese, affermando che “misure antiterrorismo [operazioni militari in corso nel Nagorno-Karabakh] mirano a prevenire provocazioni su larga scala da parte delle forze armene”.

Ore 18.30 – La popolazione di 6 comunità nell’Artsakh (Kramort, Khnabat, Sarnaghbyur, Nakhijevanik, Matkhalashen e Chankatagh) è stata evacuata, riferisce il Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh.

Ore 18.40 – Secondo le informazioni pervenute dall’obitorio di Stepanakert all’Ufficio del Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh, alle ore 20.00 ore locale (ore 18.00 ora di Roma), sono 25 le vittime dell’attacco terroristico su vasta scala da parte dell’Azerbajgian, di cui 2 civili (tra cui 1 bambino).
Ci sono 12 bambini ricoverati nell’ospedale pediatrico di Stepanakert, tra cui 3 critici. Nel Centro Medico Civico di Stepanakert sono ricoverati 128 feriti nell’ospedale principale di Stepanakert.
A causa della mancanza di carburante e di comunicazioni, il trasferimento delle vittime e dei feriti a Stepanakert è ostacolato.
Anche questa volta non posso evitare di riportare la reazione di un troll azero sui social media: «”È una buona percentuale…” Beckett».
Nessun numero disponibile da parte dell’Azerbajgian in termini di perdite, si presume che la fanteria azera stia attaccando lungo la linea di contatto, con droni, missili a lungo raggio e artiglieria pesante che colpiscono obiettivi più profondi all’interno dell’Artsakh.

Ore 19.00 – A Yerevan sono scoppiati scontri tra cittadini radunati e la polizia nei pressi del palazzo del Governo. I partecipanti alla protesta chiedono le dimissioni immediate del governo, guidato dal Primo Ministro Nikol Pashinyan, che accusano di tradimento, e la successiva formazione di un governo temporaneo. La polizia sta adottando misure speciali contro i cittadini riuniti davanti al palazzo del governo a Yerevan. Hanno lanciato granate luminose e sonore tra la folla.

Ore 19.00 – Secondo Report, il Capo del servizio stampa del Ministero della Difesa dell’Azerbajgian, il Colonnello Anar Eyvazov, parlando in un briefing per i rappresentanti dei media, ha affermato: «Solo degli obiettivi militari legittimi vengono neutralizzati dalle nostre unità». Per un Azero è normale mentire, non temendo che i fatti lo contraddicono, perché la sua parola non verrà contraddetta sui media statali azeri. Ha definito le notizie al riguardo «provocazione e disinformazione»: «Lo scopo qui è danneggiare l’immagine del nostro esercito e creare un’idea sbagliata delle misure di antiterrorismo locale nella comunità internazionale». Poi ha aggiunto, leggere per credere: «Dai video dal sito ufficiale del Ministero della Difesa che condividiamo sui nostri account sui social media è chiaro che solo obiettivi militari legittimi vengono colpiti dalle nostre unità». Esilarante.
Inoltre, ha affermato che «le misure antiterrorismo locali portate avanti dalle forze armate della Repubblica dell’Azerbaigian nella regione del Karabakh dell’Azerbaigian continuare con successo». Ha sostenuto che durante “l’operazione anti-terroristica locale” più di 60 posizioni di combattimento “delle unità delle forze armate dell’Armenia” [e qui dice un’altra menzogna, perché non ci sono in Artsakh] furono trasferite sotto il controllo delle nostre forze armate. Ha aggiunto: «Allo stesso tempo, più di 20 veicoli militari appartenenti alle unità delle forze armate forze dell’Armenia [menzogna ripetuta], furono neutralizzate più di 40 unità di artiglieria, più di 30 mortai, 2 installazioni missilistiche antiaeree, più di 6 stazioni di combattimento radioelettroniche “Martira” e altro equipaggiamento militare.
Poi, ha concluso: «Invitiamo i membri delle forze armate armene situate nella regione economica del Karabakh in Azerbaigian [menzogna ripetuta per la terza volta] a deporre le armi e ad arrendersi. Consigliamo inoltre ai civili presenti nella zona di non avvicinarsi a loro e di non fornire alcuna assistenza. Le notifiche di avviso vengono fornite tramite altoparlanti e altri mezzi tecnici».

Ore 19.10 – Secondo le informazioni pervenute dalle istituzioni sanitarie dell’Artsakh, alle ore 21.00 ora locale (ore 19.00 di Roma) ci sono 138 feriti, di cui 29 civili. Impossibile al momento stabilire un collegamento con le istituzioni sanitarie di Askeran e Martuni.

Ore 19.30 – “Siamo molto preoccupati per il massiccio attacco sferrato questa mattina contro il Nagorno-Karabakh che ha già provocato diverse vittime. Nonostante la comunità internazionale chieda da mesi l’immediata apertura del Corridoio di Lachin e proponga un meccanismo di dialogo tra Stepanakert e Baku, quest’ultima inizia un attacco di aggressione contro una popolazione già stremata da 9 mesi di blocco dei rifornimenti. Chiediamo un cessate il fuoco immediato, la riapertura del Corridoio di Lachin, e la ripresa dei negoziati”. Lo dichiarano in una nota congiunta i parlamentari: Enrica Alifano, Stefano Borghesi, Andrea Casu, Giulio Centemero, Gianmauro Dell’Olio, Paolo Formentini, Marco Grimaldi, Lorenzo Malagola, Roberto Menia, Luigi Nave, Federica Onori, Andrea Orlando, Andrea Orsini, Catia Polidori, Emanuele Pozzolo, Luigi Spagnolli, Sandra Zampa.

Ore 19.45 – L’Ambasciata americana a Yerevan ha emesso raccomandazioni ai suoi cittadini in Armenia a causa delle ostilità in corso nell’Artsakh. Queste raccomandazioni includono l’evitare aree specifiche della Repubblica di Armenia e l’astenersi dal partecipare a grandi raduni e manifestazioni nelle principali città.

Ore 20.00 – La Germania presenterà gli eventi del Nagorno-Karabakh per essere discussi nella sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il Ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha affermato che tale incarico le è già stato assegnato. «Ora mi rivolgerò direttamente all’ONU con la conversazione che ho avuto in precedenza con il Presidente dell’Azerbaigian, Aliyev», ha detto Baerbock durante la conferenza stampa, trasmessa sul canale televisivo tedesco Phoenix.
Baerbock ha detto che nelle ultime settimane, insieme ad altri esponenti politici, ha parlato più volte con la parte azera e ha ricevuto da Baku la promessa che sarebbe stato garantito il movimento sicuro dei convogli umanitari, nonché l’assicurazione che non ci saranno non ci sia violenza. «Vediamo che quella promessa non è stata mantenuta», ha aggiunto il Baerbock.
Bene che si sono svegliati. L’Azerbajgian non ha mantenuto mai una promessa.

Ore 20.15 – Gli Stati Uniti chiedono che l’Azerbajgian interrompa la guerra contro il Nagorno-Karabakh ha dichiarato il Dipartimento di Stato: «Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per le azioni militari dell’Azerbajgian nel Nagorno-Karabakh e chiedono all’Azerbaigian di cessare immediatamente queste azioni. Queste azioni stanno peggiorando una situazione umanitaria già terribile nel Nagorno-Karabakh e minare le prospettive di pace. Come abbiamo precedentemente chiarito all’Azerbajgian, l’uso della forza per risolvere le controversie è inaccettabile e va contro gli sforzi volti a creare le condizioni per una pace giusta e dignitosa nella regione. Chiediamo la fine immediata delle ostilità e un dialogo rispettoso tra Baku e i rappresentanti della popolazione del Nagorno-Karabakh».

Ore 20.40 – Abbondano sui social media le prove che dimostrano che l’Azerbajgian prende di mira gli insediamenti civili del Nagorno Karabakh, a Stepanakert in questo momento.

Ore 20.45 – Nelle ultime 1-2 ore ci sono stati diversi livelli di attività di combattimento, ma continuano senza sosta. Sebbene a Stepanakert si possano sentire delle esplosioni, a giudicare dai suoni, recentemente si sono verificate nelle zone circostanti. Non abbiamo ancora ricevuto informazioni consolidate e verificate da altre direzioni, riferisce il corrispondente di guerra David Torosyan.

Ore 21.00 – Stepanakert è nuovamente sotto attacco.

Ore 21.25 – «Manca elettricità a Stepanakert. Nel cielo scuro dalla mia finestra vedo levarsi fiamme rosa. Bombardamenti senza sosta. I bambini dormono negli scantinati. Altri piangono, le mamme cercano di calmarli. Si sentano continuamente colpi di artiglieria. L’incubo di Stepanakert… Non riesco a capire cosa sta succedendo. Nella città buia sento intorno a me solo colpi di artiglieria. Sirene accese a Stepanakert… » (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

Ore 21.30 – Attualmente è allerta raid aereo a Stepanakert: le forze armate azere continuano a colpire la capitale dell’Artsakh. Il deputato dell’Assemblea Nazionale della Repubblica di Armenia, Tigran Abrahamyan, riferisce che nell’Artsakh continuano feroci battaglie in varie direzioni.

Ore 21.30 – Una madre e suoi quattro figli sono stati uccisi nella zona di Askeran durante i bombardamenti di oggi, lungo la linea di contatto con l’Azerbajgian.

Qui chiudiamo la cronaca di oggi, anche si in Artsakh i bombardamenti e la guerra continua. È stata una giornata lunga, che concludiamo con la riflessione su alcuni punti.

1. L’aggressione militari su larga scala dell’Azerbajgian oggi è avvenuto nel mezzo del blocco dell’Artsakh che è entrato nel 10° mese. Agli Armeni etnici nel territorio mancano di tutti i prodotti di base, innanzitutto il cibo, con la carestia che è iniziata circa un mese fa. Code per il pane, quasi nessuna medicina e gli ospedali sprovvisti da quasi tutto (provate ad immaginare cosa significa con i feriti che arrivano), tutti i negozi chiusi, nessun prodotto da acquistare.

2. Un fatale malinteso è quello di equiparare l’Artsakh all’Armenia. L’Artsakh ha una popolazione locale di etnia armena che ha iniziato il movimento del Karabakh nel 1988 e si è sollevata in armi in difesa contro i pogrom azzeri nel 1991, con l’Armenia che successivamente è venuto in aiuto economicamente e militarmente. In tutti questi anni l’Artsakh ha subito guerre e assedio. Yerevan si è completamente ritirata dall’Artsakh dopo la sconfitta nella guerra dei 44 giorni (27 settembre-9 novembre 2020) e ha ceduto i territori al’Azerbajgian, con una minima parte restata sotto il governo della Repubblica di Artsakh.

3. La richiesta di Baku che le forze armate armene si ritirino dall’Artsakh, precondizione per fermare l’attuale “operazione militare antiterrorismo” nel territorio, non saranno soddisfatte, perché non potranno essere soddisfatte, visto che l’Armenia non mantiene più forze armate in Artsakh dopo il 2020, minacciando la vita dei restanti 120.000 Armeni nell’Artsakh.

4. L’attuale leadership dell’Armenia ha annunciato ufficialmente che oggi non cercherà lo scontro con l’Azerbajgian sulla questione dell’Artsakh (giocando all’abbandono degli armeni dell’Artsakh). Il risultato plausibile è che, senza il sostegno straniero (Stati Uniti, Russia, Unione Europea, Francia, ONU, ecc.), il territorio rischia la pulizia etnica, come nel caso della regione di Hadrut, che prima della guerra dei 44 giorni del 2020 ospitava 40.000 persone di etnia armena. Lì on è rimasto nessun Armeno.

5. Baku ha lentamente costruito negli ultimi mesi una forte narrazione (accusando l’Artsakh di usare onde radio per prendere di mira aerei, scavare nuove trincee, trasportare armi, posizionare mine, effettuare spedizioni terroristiche in Azerbajgian, ecc.), creando un pretesto per la comunità internazionale per quella che ha definito una “operazione antiterrorismo nella regione economica del Karabagh dell’Azerbajgian” ancora in corso.

6. La Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha poca o nessuna capacità militare per rispondere agli attacchi azeri, nessuna difesa antiaerea, un arsenale di droni insufficiente, posizioni militari improvvisate, niente sistemi radar, quasi nessun veicolo blindato. L’unica vera difesa, senza contare il fattore psicologico, sono le armi leggere. Sebbene ci siano informazioni secondo cui l’Azerbajgian ha acquisito il controllo su alcune posizioni e settori, persistono pesanti combattimenti ad ogni metro. Le forze dell’esercito di difesa della Repubblica di Artsakh stanno combattendo e gli Azeri stanno subendo perdite significative sul campo di battaglia, il che ha rallentato il loro progresso in varie direzioni. Le forze armate azere continuano con il fuoco intenso, come riferito dal deputato dell’Assemblea Nazionale dell’Artsakh, Seyran Ayrapetyan.

7. Oggi sono arrivati continuamente rapporti documentati di attacchi azeri su obiettivi civili. Ciononostante, il Capo del servizio stampa del Ministero della Difesa dell’Azerbajgian, il Colonnello Anar Eyvazov, parlando in un briefing per i rappresentanti dei media, come abbiamo riferito alle ore 19.00, ha tirato fuori dal suo arsenale di menzogne quanto segue: «Come sapete, il nostro arsenale dispone di armi ed equipaggiamento da combattimento di alta precisione che soddisfano i requisiti più moderni. In molti casi, i compiti assegnati per la distruzione di oggetti militari presi di mira dal nostro personale militare professionista utilizzando queste armi sono stati interrotti dopo che si è scoperto che nell’oggetto militare si trovavano civili. Vorremmo sottolineare ancora una volta che, nonostante lo spiegamento di equipaggiamento militare da parte delle forze armate armene all’interno o intorno alle aree residenziali, solo i punti di tiro a lungo termine, l’equipaggiamento militare e le infrastrutture militari utilizzate per scopi militari vengono disattivati e neutralizzati a causa dell’elevato -fuoco di precisione».

8. Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian riferisce che è in contatto operativo con il Comando del contingente delle forze di mantenimento della pace della Federazione Russa e stanno creando tutte le condizioni necessarie affinché questi possano adempiere loro compiti.
Ancora una volta: non si comprende esattamente quali obblighi stiano adempiendo in Artsakh le forze di mantenimento della pace russe.

La preghiera serale è per il popolo martire dell’Artsakh. Sono le ore 22.30 e chiudiamo per oggi. A domani.

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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