281° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Artsakh è armeno. Lo è stato sempre… e non rinuncia ad essere armeno

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.09.2023 – Vik van Brantegem] – A mezzogiorno di ieri, domenica 17 settembre 2023 – il giorno di Khachverats nella Chiesa Apostolica Armena, la festività dell’Esaltazione della Santa Croce – abbiamo ascoltato un’altra recita dell’Angelus Domini domenicale, durante la quale Papa Francesco continua a non menzionare il destino dell’Armenia, la prima nazione cristiana, e la drammatica crisi umanitaria causata dall’Azerbajgian, che si aggrava giorno dopo giorno in Artsakh. Perché?

Ani Badalyan, Portavoce del Ministero degli Esteri dell’Armenia, comunica con un post su Twitter che Ararat Mirzoyan, Ministro degli Esteri dell’Armenia parteciperà dal 18 al 24 settembre 2023 a New York alla 78ª sessione dell’Assemblea Generale ed eventi di alto livello delle Nazioni Unite. Aggiunge: «Sono previsti numerosi incontri con funzionari e controparti delle Nazioni Unite di diversi Paesi».

Da un altro post su Twitter, questa volta della Segreteria di Stato della Santa Sede, apprendiamo: «Il Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, parteciperà alla 78ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la Settimana di Alto-Livello, che si terrà a New York dal 18 al 26 settembre 2023».

Certamente, il Segretario Mons. Gallagher avrà occasione di spiegare al Ministro Mirzoyan questo inquietante silenzio della Suprema Autorità che rappresenta a questo Alto Livello.

Il Centro l’informazione della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha pubblicato ieri, 17 settembre 2023 alle ore 13.16 sulla sua pagina Facebook il post che segue (nostra traduzione italiana dall’inglese). Il post informa che il governo della Repubblica di Artsakh ha acconsentito all’apertura della rotta di Akna (Aghdam), con la simultanea apertura del Corridoio di Berdzor (Lachin), per il trasporto umanitario con veicoli della Croce Rossa.

Ricordiamo, che ciò non significa che il Corridoio di Berdzor (Lachin) è aperto, poiché si tratta solo di veicoli della Croce Rossa e per un volume limitato. Quindi, non secondo lo status del Corridoio di Berdzor (Lachin) definito nella dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2023 e l’ordine vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, per l’apertura del corridoio in ambedue le direzioni senza ostacoli per persone, veicoli anche privati e merci (sia umanitari e commerciali).

«Cari connazionali,
la crisi causata dal blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbajgian si aggrava ogni giorno. Il governo organizza l’approvvigionamento di grano e la fornitura di farina ai panificatori in condizioni ristrette, purtroppo non è sempre possibile fornire i 200 grammi di pane giornalieri a disposizione dei cittadini con il sistema dei tagliandi.
Considerando l’aggravarsi del disastro e della situazione di sicurezza nel Paese, le autorità della Repubblica di Artsakh hanno deciso di accettare la proposta congiunta dell’ufficio di Stepanakert del Comitato Internazionale della Croce Rossa e del Comando della missione di mantenimento della pace russo per il trasferimento simultaneo di carichi umanitari della Croce Rossa attraverso il Corridoio di Berdzor, lungo l’autostrada Goris-Stepanakert e lungo la strada Akna-Stepanakert, con autoveicoli del Comitato Internazionale (merci di origine estera).
L’organizzazione del processo è necessaria sia per neutralizzare le minacce alla vita e alla salute dei nostri cittadini, sia per garantire l’ulteriore trasporto di carichi umanitari attraverso il Corridoio di Berdzor.
Vi informiamo inoltre che i mediatori stanno lavorando per organizzare un incontro con i rappresentanti ufficiali dell’Artsakh e dell’Azerbajgian al fine di alleviare la tesa situazione umanitaria e di sicurezza nella Repubblica».

Secondo quanto si apprende, e viene riferito anche dall’agenzia 301, gli aiuti in arrivo da Svizzera, Russia, Spagna e India verranno trasportati nell’Artsakh dalla strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert. Gli aiuti dall’Armenia, invece, seguiranno la strada Goris-Stepanakert, lungo il Corridoio di Berdzor (Lachin) che collega l’Armenia con l’Artsakh. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa gestirà in esclusiva il trasporto delle merci, mentre i veicoli della Mezzaluna Rossa non opereranno sulla strada Akna-Stepanakert.

Il passaggio attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert.

Secondo i rapporti ufficiali del Comitato Internazionale della Croce Rossa Internazionale, la Croce Rossa ha consegnato con successo aiuti umanitari all’Artsakh attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin) e la strada Akna (Aghadam)-Askeran-Stepanakert.

Questa mattina, intorno alle ore 07.30 ora locale, un camion e autoverture del CICR sono passati attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert e sono stati ricevuti da un rappresentante dell’ufficio della Croce Rossa a Stepanakert. Questo carico umanitario, come confermato dal CICR, comprende forniture essenziali come farina e medicine. In contemporanea un camion e autovetture del CICR sono passati attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin) con 23 tonnellate di farina armena.

Il CICR ha affermato che i residenti dell’Artsakh sono in fila per il pane e che le strutture sanitarie mancano di forniture mediche. Ha aggiunto che le spedizioni di aiuti umanitari rappresentano una necessità urgente.

Il passaggio attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert.
Il passaggio attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert, al posto di blocco delle forze di mantenimento della pace russe sulla linea di contatto Artsakh-Azerbajgian.
Il passaggio sul ponte Hakari all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin) dall’Armenia, al posto di blocco illegale dell’Azerbajgian sulla frontiera tra Armenia e Artsakh.

«Come risultato dei persistenti sforzi diplomatici volti a trovare un consenso umanitario tra i decisori, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) lunedì sta portando spedizioni di farina di grano e articoli medici essenziali alle persone bisognose tramite il Corridoio di Lachin e la strada di Aghdam.
“Siamo estremamente sollevati dal fatto che molte persone che dipendono dagli aiuti umanitari riceveranno finalmente il sostegno tanto necessario nei prossimi giorni”, ha affermato Ariane Bauer, direttrice regionale del CICR per l’Europa e l’Asia centrale. “Le strutture sanitarie mancano di forniture mediche. Le persone fanno ore di fila per il pane. Hanno urgentemente bisogno di aiuti continui attraverso spedizioni umanitarie regolari. Questo consenso ha permesso alle nostre équipe di riprendere questo lavoro salvavita”.
Nelle ultime settimane il CICR ha discusso con i decisori politici sulle opzioni per far arrivare gli aiuti nell’area attraverso diversi percorsi, tra cui sia il Corridoio di Lachin che la strada di Aghdam. L’operazione di lunedì prevedeva due camion che consegnavano simultaneamente le merci attraverso il Corridoio di Lachin e la strada di Aghdam» (CICR Ginevra).

«Spero che questo consenso consenta ai nostri convogli strettamente umanitari di riprendere non solo oggi ma nelle settimane a venire in modo da poter fornire regolarmente aiuti a coloro che ne hanno bisogno. Il nostro obiettivo è raggiungere coloro che hanno più bisogno di assistenza in linea con i nostri principi fondamentali di neutralità, imparzialità e indipendenza» (Ariane Bauer, Direttrice regionale del CICR per l’Europa e l’Asia centrale).

«Come risultato dei persistenti sforzi diplomatici per trovare un consenso umanitario tra i decisori, oggi stiamo portando spedizioni di farina di grano e articoli medici essenziali alle persone bisognose attraverso il Corridoio di Lachin e la strada di Aghdam» (CICR Armenia).

«I camion del CICR hanno attraversato liberamente il posto di controllo di frontiera di Lachin dopo essere ispezionato, diretto verso Khankendi di Azerbajgian [cioè, Stepanakert, la capitale della Repubblica di Artsakh, sotto assedio dalle forze armate dell’Azerbajgian da 9 mesi]”, scrivono i media statali azeri, omettendo di menzionare che questa è la prima volta che degli aiuti umanitari attraversano il Corridoio di Berdzor (Lachin) dallo scorso mese di giugno.

Il passaggio del carico umanitario del Comitato Internazionale della Croce Rosso attraverso la strada di Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert è descritto dal giornalista Fardin Isazade, che durante il blocco degli sedicenti “eco-attivisti” del Corridoio di Berdzor (Lachin) si era offerto “scherzosamente” di uccidere degli Armeni in occasione della festa di Novruz.

Poiché è stato raggiunto un accordo affinché la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert sia utilizzata esclusivamente per aiuti umanitari attraverso la Russia trasportati dalla Croce Rossa russa, gli ex sedicenti “eco-attivisti” che hanno bloccato il Corridoio di Berdzor (Lachin), riciclati manifestanti della “farina umanitaria-filantropica” della Mezzaluna Rossa azera liberanno la strada Aka (Aghadam)-Askeran-Stepanakert dallo show e torneranno a casa?

Non ci sono segni di una riapertura generale del Corridoio di Berdzor (Lachin). Finché le persone e le merci (incluso carburante) non potranno viaggiare liberamente tra Artsakh e Armenia in ambedue le direzioni, senza intromissione dell’Azerbajgian nel Corridoio di Berdzor (Lachin); finché la fornitura di gas ed elettricità dall’Armenia non viene ripristinata, il blocco dell’Azerbajgian rimane in pieno vigore. Se il popolo dell’Artsakh ha bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere, significa che si trova ancora sotto blocco in una crisi umanitaria creata dall’Azerbajgian.

«L’integrità territoriale del Paese con una superficie di 29.800 km2, i diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno-Karabakh sono una linea rossa per l’Armenia. Dopo la caduta di Hitler, la pulizia etnica non è più una questione interna di nessun Paese. Le massicce violazioni dei diritti umani non possono mai essere considerate affari interni di nessun Paese. Spero che quando l’Armenia preparerà le sue risposte all’Azerbajgian, avrà luogo un nuovo incontro. Ma è molto importante che l’Azerbajgian faccia passi di fiducia in risposta ai nostri passi. Il processo non può essere unilaterale» (Edmon Marukyan, Ambasciatore con incarichi speciali presso il Ministero degli Esteri dell’Armenia, Leader del partito Armenia Luminosa).

«Un aereo militare azero Ilyushin IL-76MD è recentemente atterrato a Islamabad, in Pakistan, sollevando preoccupazioni a causa del suo volo insolito, senza data di ritorno o destinazione nota. Ciò suggerisce che il Pakistan potrebbe inviare personale o armi all’Azerbajgian» (Agenzia 301).

Avi Scharf, giornalista di Haaretz segnala voli tra Israele-Azerbajgian di cargo militari registrati: «RARO volo di Rosh Hashanah dall’aeroporto azera vicino al confine con l’Armenia alla base israeliana di Ovda. Il 7°! cargo jumbo pesante in 2 settimane (il 105° in 7 anni)».

«”Teheran non permetterà la restrizione o la chiusura della storica rotta che collega l’Iran all’Armenia”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian. “Se l’Azerbajgian vuole effettuare un’operazione militare contro l’Armenia, risponderemo con un’operazione 10 volte più potente in modo che non mandino i loro soldati a morire inutilmente”, ha dichiarato il Membro della Commissione per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Yaqub Rezazadeh» (Agenzia 301).

Segue un articolo di JAMnews (di Go Group Media, con sede in Georgia), in cui viene spiegato in chiare lettere che l’Azerbajgian non solo si sta preparando alla guerra, ma questa è inevitabile. Riprende le parole da un’intervista con l’organo di stampa statale azero Bizim.Media di Elmar Mammadyarov, che è stato Ministro degli Esteri dell’Azerbajgian dal 2004 al 2020. Fu licenziato dopo che il Presidente Ilham Aliyev lo ha criticato per essere stato assente dal Ministero degli Esteri durante uno scontro armato al confine con l’Armenia il 12 luglio 2020. Gli fu vietato di lasciare il Paese, essendo inserito in una no-fly list per il suo coinvolgimento in un’indagine su accuse di corruzione nel Ministero degli Esteri.

“Per firmare il trattato di pace è necessario uno scontro militare” – ex Ministro degli Esteri azerbajgiano, Elmar Mammadyarov sulla probabilità della guerra
JAMnews, 13 settembre 2023

(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

Secondo l’ex Ministro degli Esteri azerbajgiano, Elmar Mammadyarov, per firmare un trattato di pace tra Azerbajgian e Armenia è necessario uno scontro militare. “Può essere uno scontro a breve termine o una guerra. Solo questo potrà costringere Pashinyan a firmare il trattato”, ha aggiunto.

“L’inizio delle esercitazioni militari nelle Forze Armate dell’Azerbajgian ha spaventato gli Armeni. Nonostante il fatto che, secondo alcuni giornalisti, i revanscisti armeni desiderino iniziare una guerra. Questa è un’opinione fondamentalmente errata. Analisi internazionali mostrano che l’esercito armeno è stato schiacciato durante la guerra durata 44 giorni. L’attuale situazione economica dell’Armenia non consente di ricostruire l’esercito. Pertanto, la guerra è ciò che Pashinyan teme di più.

E ora Pashinyan bussa a diverse porte per evitare la guerra. Vuole che i leader dei principali Stati del mondo convincano l’Azerbajgian a non iniziare una guerra. Pashinyan sa che un’altra guerra potrebbe segnare la fine non solo della sua carriera politica, ma anche dell’intera Armenia”.

Così l’ex ministro degli Esteri azero Elmar Mammadyarov ha commentato gli ultimi sviluppi nella regione in un’intervista a Bizim.Media.

Ha sottolineato che gli scontri militari costringeranno l’Armenia a firmare un trattato di pace: “Ho detto molte volte che per firmare un trattato di pace dovrebbero esserci dei tipi di scontri militari. Una guerra o scontri a breve termine costringeranno Pashinyan a firmare il trattato. In questo momento la leadership armena sta facendo un doppio gioco. Non vuole né la pace né la guerra. Sotto la pressione di forze interne ed esterne, il governo di Pashinyan fa spesso dichiarazioni anti-azerbajgiane. Ma poi non riesce a sostenere queste affermazioni e si ritira dalle sue posizioni. Ora chiede nuovi incontri e trattative. Per questo si rivolge ai leader degli altri Paesi”.

Secondo Mammadyarov l’operazione antiterrorismo è necessaria: “Attualmente l’esercito azerbajgiano controlla l’intera zona del confine condizionale con l’Armenia. Ma in Karabakh il quadro è un po’ diverso. I separatisti rappresentano una seria minaccia non solo per il nostro popolo, ma anche per lo Stato. Dovremmo tenere conto del fatto che molti oggetti strategici, a partire dal bacino idrico di Sarsang fino al Bazaar Rosso, sono sotto il controllo dei separatisti armeni. Per questo motivo è necessaria un’operazione antiterrorismo su questo territorio. Un’altra opzione che Pashinyan teme è un’operazione antiterroristica da parte dell’esercito azerbajgiano in Karabakh e l’espulsione dei militanti armeni dal Paese. Questo non promette nulla di buono per Pashinyan. Ecco perché è preoccupato. Attraverso i leader di Francia, Germania e Turchia sta cercando di dissuadere Baku dall’idea di un’operazione del genere”.

«Ovviamente, il Comune di Stepanakert non è in grado di raccogliere la spazzatura a causa della mancanza di carburante. Ovviamente, quel povero cane non riesce a trovare nulla per colazione. Ancora mattina a Stepanakert» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Nove mesi dopo l’inizio del #ArtsakhBlockade in Nagorno-Karabakh, la carenza di pane peggiora. Nonostante il sistema dei tagliandi, oggi [17 settembre 2023] tutti i panifici sono chiusi, rendendo impossibile trovare il pane anche con i tagliandi. I proprietari hanno esposto degli avvisi in cui si dice “niente farina” a causa della continua carenza» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance nel Nagorno-Karabakh assediato).

»Questo ragazzo è andato in bicicletta all’altra parte della città per cercare cibo, ha fatto il giro del mercato, fermandosi, indugiarono per un po’, Poi, è tornato a casa, a mani vuote» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance nel Nagorno-Karabakh assediato)

«Ho appena visitato il mercato di Stepanakert per comprare un po’ di roba…» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Tutti comprano l’uva quanto possono» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«C’è un villaggio in Nagorno-Karabakh/Artsakh chiamato Sos [come SOS-Save Our Souls). Un uomo da lì ha consegnato uva alla città. “Per favore, datemi ancora un po’, ci sono quattro bambini a casa”, ha detto una donna, tenendo in mano il sacchetto di plastica. Così Sos salva le anime della capitale» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

I 9 mesi di blocco significano anche che non c’è più sale in Artsakh. Quindi, la gente produce il sale in casa, perché il sale è fondamentale per conservare per fare le provviste in previsione dell’inverno.

Domenica mattina 17 settembre 2023, Stepanakert. «Un’altra coda. E ancora una volta. per il pane. L’Eucaristia» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Come vi procurate le candele? chiedo al diacono.
– Da Etchmiadzin.
– Ma il Corridoio di Lachin è chiuso.
– Siamo riusciti a portarle l’ultima volta poi la strada è stata chiusa. Sai, è chiaro che presto anche queste finiranno» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«”Ieri mio figlio è andato a dormire piangendo. Sono il peggior genitore di questo mondo”. La crisi alimentare colpisce le famiglie povere di Nagorno-Karabakh/Artsakh» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Russi in Nagorno-Karabakh. Almeno potete portare un sacco di caffè per Stepanakert. Volate in continuazione sopra le nostre teste e non vi chiediamo neanche un risarcimento per l’inquinamento atmosferico. Almeno potete consegnare le sigarette ai vostri colleghi dell’esercito e della polizia in Nagorno Karabakh. Almeno vi chiamate forze di mantenimento della pace… Certamente non è così difficile come aprire il Corridoio di Lachin» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

Code, un sistema di governo azero-turco

Code non solo in Artsakh, ma anche in Turchia. Recep Tayyip Erdoğan dice che il XXI secolo è il “secolo turco” (chi lo spiega che esistono Cina e India?), ma a Defne, nella provincia di Hatay, la gente fa code enormi che secondo il giornalista sono troppo lunghe per lui per camminare e che la gente sarà fortunata per prendere un pacco d’acqua.

Defne è un’antica città greca originariamente chiamata Dafne (Δάφνη) dal nome di una ninfa mitologica associata a fontane, pozzi, sorgenti, ruscelli, torrenti e altri fonti d’acqua dolce. Dafne era una città portuale turistica durante l’impero greco seleucide, famosa per le cascate. Oggi, il 12º e attuale Presidente della Turchia non è in grado di fornire abbastanza acqua dolce alla gente del posto, ma questo secolo è totalmente turco…

«Elmar Allahverdiyev, un ex militare azero, che aveva rivelato i crimini del dittatore Aliyev, ha subito un attentato e la sua moglie è stata uccisa. Allahverdiyev era stato torturato senza pietà nell’ambito del “caso Tartar”, uno dei più grandi crimini ordinati da Ilham Aliyev.
Mentre stava andando in vacanza con la sua famiglia, l’auto (Lexus) su cui viaggiava Allahverdiyev è stata attaccata da altre auto. A seguito di questo attacco terroristico, la moglie di Allahverdiyev, Rahima Allahverdiyeva nata nel 1994, è stata uccisa e lui e 2 figli sono rimasti gravemente feriti
Allahverdiyev ha detto su canali giornalistici YouTube la verità sul crimine di Tartar, su ordine di chi e da chi è stato commesso. Alcune settimane prima dell’attentato, Allahverdiyev era stato minacciato dal DTX [Dövlət Təhlükəsizliyi Xidməti, il servizio di sicurezza dello Stato della Repubblica di Azerbajgian). Gli fu detto che se non stesse zitto, se continuasse a parlare dei fatti di Tartar, avrebbero ucciso lui e la sua famiglia.

Vorrei menzionare che nel 2017, su ordine del Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, più di 1.700 militari [azeri] sono stati brutalmente torturati e alcuni di loro sono stati uccisi a causa della tortura. Le persone che sono state torturate hanno detto che il generale e altri ufficiali che le hanno torturate hanno detto che İlham Aliyev li aveva ordinato di farlo.
Informazioni più dettagliate sul “caso Tartar” si possono trovare su Wikipedia [QUI].
Fino ad oggi, gli autori dei crimini di Tartar non sono stati puniti e coloro che parlano di questo crimine vengono imprigionati e torturati. Le organizzazioni per i diritti umani probabilmente chiederanno sanzioni ad Aliyev e al suo ministero del terrore, il DTX, per questo attentato contro la famiglia di Elmar Allahverdiyev e per l’omicidio di sua moglie» (Manaf Jalilzade, blogger politico azero e fondatore-capo di Diktator TV, residente in Svizzera).

«Il dittatore Aliyev presto farà una provocazione contro gli Armeni. Secondo le precise informazioni che ho ricevuto, Aliyev effettuerà nuove provocazioni al confine con l’Armenia per avviare il prossimo turno di guerra. Il mondo intero sa benissimo che Nikol Pashinyan e il popolo armeno non vogliono la guerra. Si può anche dire che la maggior parte del popolo azero odia gli spettacoli di guerra di Aliyev. Ma Aliyev continua a effettuare provocazioni e a uccidere i giovani. A causa di questo malvagio dittatore, oggi l’Azerbajgian è conosciuto nel mondo come un Paese del terrore. La maggior parte della popolazione in Azerbajgian non vuole più la guerra, ma chi si oppone viene picchiato dalla polizia e imprigionato. Lo ripeto un’altra volta: Aliyev farà presto una grande provocazione per iniziare una guerra con l’Armenia» (Suleyman Suleymanli, blogger politico azero, Defence of Freedom of Speech and Democracy Organization, residente in Svizzera).

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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