274° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Per gli Armeni dell’Artsakh vale la saggezza di vedere per credere
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 11.09.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi è il giorno 274 dell’assedio dell’Azerbajgian all’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Non è ancora arrivato alcun aiuto. L’Artsakh rimane ermeticamente chiuso e sigillato. Il blocco dell’Azerbajgian resta totale, prosegue il genocidio di 120.000 Armeni Cristiani.
Comunicato Presidente del Comitato per la Giustizia Internazionale e la Pace della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) in relazione al genocidio che si sta consumando ai danni degli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh
Le ostilità tra Armenia e Azerbajgian sul territorio del Nagorno-Karabakh, una regione dell’Azerbajgian a lungo contesa, hanno causato la morte di migliaia di persone nel corso degli anni e minacciato la stabilità della regione. Nel novembre 2020, un accordo mediato dalla Russia con le due nazioni ha permesso di far viaggiare rifornimenti e persone tra l’Armenia e il Nagorno-Karabakh attraverso un’unica autostrada chiamata Corridoio di Lachin.
Tuttavia, dal dicembre 2022, l’Azerbaigian ha bloccato il Corridoio di Lachin. Rapporti recenti dalla regione raccontano dell’impatto devastante che il blocco, durato nove mesi, ha avuto sui 120.000 abitanti di etnia cristiana, in gran parte Armeni, che si trovano intrappolati nel Nagorno-Karabakh e devono far fronte a una terribile carenza di cibo, medicine e forniture mediche, carburante, elettricità e altri elementi essenziali per sostenere la vita.
Il Vescovo di Rockford, Mons. David J. Malloy, Presidente del Comitato per la Giustizia Internazionale e la Pace della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB), chiede una fine pacifica del blocco del Nagorno-Karabakh: “Continuiamo a pregare per la fine del conflitto e di questa crescente crisi umanitaria. Le due visite apostoliche del Santo Padre nel Caucaso meridionale nel 2016 e il suo più recente appello all’inizio di quest’anno per “la grave situazione umanitaria nel Corridoio di Lachin” riflettono la nostra forte speranza per una risoluzione”.
La visita del Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, sia in Armenia che in Azerbajgian nel mese di luglio testimonia gli sforzi della Santa Sede per la ricerca della pace.
“Con la continua impasse di questo conflitto e le crescenti conseguenze di questo blocco, siamo tutti d’accordo nel pregare per coloro che soffrono a causa di questo conflitto – per vedere questa imminente catastrofe umanitaria scongiurata e per vedere questo conflitto risolto alla fine con mezzi pacifici” [QUI].
La festività di Khachverats
Oggi, 11 settembre 2023, nella Chiesa Apostolica Armena inizia la settimana di Khachverats, la festività dedicata alla glorificazione della Santa Croce. Il Giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, che è una delle cinque festività della Chiesa Apostolica Armena, si celebra la domenica tra l’11 e il 17 settembre. Alla vigilia di Khachverats si svolge una processione nelle chiese apostoliche armene. Prima della cerimonia, una Croce o le reliquie della Santa Croce vengono esposte sopra un baldacchino decorato con erbe o fiori (foto di copertina). Con la solenne processione guidata dal sacerdote, il Segno Sacro viene portato fuori, girando intorno alla chiesa e, fermandosi, il sacerdote alza la croce e benedice i quattro angoli del Paese. Dopo la processione, rientrando in chiesa, si canta Adoriamo la tua Croce, Signore, lodiamo e glorifichiamo la tua santa Risurrezione! Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo. Segue la liturgia serale, al termine della quale vengono distribuiti i fiori ai fedeli.
La Santa Croce del Signore è il segno che segnala la sconfitta della morte, il simbolo del rinnovamento attraverso la resurrezione, il potere di preservazione, la fonte della cura. La Croce divenne il ponte che collegava il precipizio tra la terra e il cielo, così come “colui che apre le porte al cielo e colui che dà il regno in eredità” (Grigor Tatevats). Satana si vergognava quando la Croce veniva esaltata poiché “la Croce era una forza spirituale” (Grigor Tatevats). Questo è il motivo per cui le cupole e gli altari delle sante chiese armene sono decorati con croci e perché tutti i rituali vengono eseguiti con il sacro segno del trionfo del Signore.
La televisione NOS dei Paesi Bassi in Armenia
Iris de Graaf, la corrispondente della più grande televisione dei Paesi Bassi, la NOS, ha scritto: «Ora siamo in viaggio verso l’Armenia per la NOS. Nei prossimi giorni riferiremo sulla situazione in loco sull’accordo dell’accesso al Nagorno-Karabakh, ma anche sulle crescenti tensioni. Non è ancora chiaro se questo accordo metterà fine al blocco che dura da nove mesi. Gli accordi non sono stati ancora chiaramente confermati dall’Azerbajgian. E se i camion con gli aiuti potessero entrare, non è ancora chiaro se gli Armeni residenti effettivamente potrebbero entrare e uscire dall’enclave. Per i residenti del Nagorno-Karabakh vale quanto segue: vedere per credere. Allo stesso tempo, negli ultimi giorni le tensioni sono aumentate. Circolano numerosi video di colonne militari dell’esercito azerbajgiano dirette verso il confine della regione. Osservatori indipendenti avvertono di una possibile nuova escalation militare. Da parte armena, da lunedì si terranno esercitazioni militari con soldati americani, il che è una spina nel fianco sia dell’Azerbajgian che dell’alleato armeno, la Russia. Per il momento la regione resterà sotto alta tensione».
Gli Stati Uniti hanno chiesto di aprire contemporaneamente il Corridoio di Berdzor (Lachin) e la strada che attraversa Akna (Aghdam)
Lo si legge nel comunicato del Dipartimento di Stato, che ha osservato che gli Stati Uniti d’America sono preoccupati per il rapido deterioramento della situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh. «Notiamo che i carichi umanitari sono vicino a Lachin e Aghdam e ribadiamo il nostro appello ad aprire immediatamente entrambi i corridoi in modo che i carichi umanitari tanto necessari raggiungano gli uomini, le donne e i bambini del Nagorno-Karabakh», si legge nel comunicato.
All’attenzione di Anthony Blinken, Josep Borrell, Emmanuel Macron e Olaf Scholz: non si raggiungerà un accordo e la situazione non sarà risolta finché non imporrete sanzioni ad Ilham Aliyev. Se volete davvero schierarvi a fianco dei diritti umani e salvare la vita di 120.000 persone, agite subito e togliere il #ArtsakhBlockade. Ne avete le capacità e i mezzi. Sennò il Presidente della Repubblica di Baku continuerà ad usarvi come dei scendiletto e terminerà quello che ha promesso: cacciare gli Armeni dall’Artsakh come dei cani. E certamente userà altri arsenali che non dei scacciacani.
Ieri sera, 10 settembre 2023, alle ore 20.10 il Nagorno Karabakh Observer ha riferito: «Al momento in cui scriviamo, a quanto pare nessun aiuto umanitario è arrivato nel Nagorno-Karabakh. La Croce Rossa russa aveva inviato un camion con probabilmente medicinali. L’ultima volta che sapevamo fosse a Barda in Azerbajgian. Indicazioni che le autorità di Baku si rifiutano di consentire la continuazione dell’operazione».
Alle ore 20.15 di ieri sera, 10 settembre 2023, Artak Beglaryan ha scritto: «Nonostante l’accordo con la parte azera raggiunto ieri con la mediazione russa, l’Azerbajgian non ha aperto a nessuno il Corridoio di Lachin. Inoltre hanno bloccato anche la via di Aghdam su cui tanto insistono. Di conseguenza, finora non è entrato niente nell’Artsakh».
Da parte suo, l’Ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Azerbajgian, negando il suo presunto coinvolgimento fallimento del tentativo di fornire aiuti umanitari al Nagorno-Karabakh, ha dichiarato: «Respingiamo le accuse secondo cui il CICR sta ostacolando gli sforzi della Croce Rossa russa per fornire assistenza nell’area o sta promuovendo qualsiasi programma politico di sorta. La decisione di consentire o meno l’arrivo degli aiuti umanitari è nelle mani delle parti».
Invece, ieri il Vicepresidente della Commissione per gli Affari di Sicurezza del Parlamento dell’Azerbajgian ha annunciato, che oggi il camion della Croce Rossa russa potrà entrare ad Aghdam e da lì ad Askeran. Non ha menzionato il Corridoio di Berdzor (Lachin).
Intanto, l’agenzia di stampa statale azera APA, per proseguire lo show da clown, nella disperazione deve accontentarsi a filmare il camion della Croce Rossa russa bloccato dalle autorità azeri davanti all’albergo a Barda:
Aspettando che l’Assistente presidenziale, HikmetHajiyev, si inventa una nuova scusa?
Continuiamo a seguire l’evolversi della situazione… e i colpi di scena, guardando oltre la narrazione della propaganda azera.
Intanto, per la già conosciuta Ayshan Aslan-Mammadli (docente dell’Università Statale di Baku, dal distretto di Lachin dell’Azerbajgian [se lo specificano vuol dire che non è loro e che è territorio usurpato], sostegno alla pace nel Karabakh), è molto semplice la spiegazione del rifiuto dei cosiddetti “aiuti umanitari” dall’Azerbajgian (che blocca da 9 mesi il Corridoio di Lachin e blocca l’ingresso degli aiuti umanitari dall’Armenia, in conformità della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2023). Per loro tutto è semplice: la “pace nel Karabakh” che intendono è l’integrazione dell’Artsakh in Azerbajgain, ma senza gli Armeni:
Anche per un altro troll azero-turco che conosciamo, ∀sāsīyūn (che sta seguendo la moda di capovolgere la A nel suo nome) la spiegazione è semplice:
Ecco, dove si riforniscono gli “Armeni obesi con troppo cibo per fare le feste”… e se fosse la tua figlia?:
«“Per le strade di una città assediata è possibile trovare anche una banconota, ma mai carte di caramelle” Amleto Martirosyan» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance nel Nagorno-Karabakh assediato).
L’autocrazia criminale e corrotta dell’Azerbajgian mantiene con i petrodollari un’enorme rete di disinformazione e diffusione di menzogne e notizie false, di cui i media azeri (tutti sotto controllo del regime) e gli ambasciatori sono solo il punto dell’iceberg. Sono costantemente impegnato a nascondere quello che sanno fare meglio: invadere, uccidere, decapitare, esiliare, saccheggiare, stuprare, distruggere, intimidire, cancellare, falsificare, nascondere, corrompere, usurpare, molestare, terrorizzare. L’Azerbajgian è uno stato terrorista e dovrebbe essere fermato immediatamente, finché non sarà troppo tardi. È esilarante il modo in cui gli Azeri postano sui social media dicendo quanto desiderano la pace. Se avessero voluto la pace, se il governo azero avesse voluto la pace, non avrebbero chiuso il Corridoio di Berdzor (Lachin) e non ci sarebbe una crisi umanitaria.
Nigar Arpadarai, membro del Parlamento dell’Azerbajgian e Membro della delegazione azera all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, dove sussurra all’orecchio del Segretario Generale, ha farneticato in un post su Twitter: «I separatisti Armeni in Karabakh ora non accettano rifornimenti lungo le strade di Lachin e Aghdam. Entrambe le strade dovrebbero funzionare in parallelo, questo dà fastidio ai separatisti. La narrativa del “blocco” è puramente politica. Gli Armeni del Karabakh sono ostaggi dei militanti».
Detta da uno che rappresenta un regime autocratico che tiene in ostaggio i suoi cittadini azeri è veramente esilarante. Accusa assurda sapendo che l’ex Procuratore della Corte Penale Internazionale ha definito il #ArtsakhBlockade un genocidio premeditato.
L’agenzia di stampa statale azera (va ricordato che non esiste stampa libera in Azerbajgian) APA ha riferito ieri, 10 settembre 2023, che «un militare azerbajgiano ha fatto esplodere una mina antiuomo sepolta sulla strada di rifornimento delle unità dell’esercito azerbajgiano [ricordiamo, di occupazione] nella regione di Aghdam da un gruppo di ricognizione e sabotaggio di Armeni illegali». Coincidenza conveniente con la questione dell’apertura della strada Akna (Aghdam)-Stepanakert. APA aggiunge: «Recentemente si è verificato il massiccio deposito di mine da parte dei resti delle forze armate armene e dei distaccamenti armati per commettere provocazioni».
Quindi, se abbiamo capito bene, APA vuole farci credere – pensando che siamo dei cretini che – usando la fraseologia della propaganda azera – degli “Armeni etnici affamati”, che non possono nemmeno lasciare “la zona dove è temporaneamente di stanza il contingente di mantenimento della pace russo nel Karabakh dell’Azerbajgian” a causa del blocco da parte di Russia e Azerbajgian, in qualche modo, nonostante la flotta di drone turche e israeliani operati dall’esercito azerbajgiano lì (come documentano i video che posta), sarebbero riusciti a piantare mine in un territorio completamente controllato dai reparti speciali del Ministero della Difesa dell’Azerbaigian. ¡jajajajajajajajaja!
Il Ministero della Difesa dell’Artsakh ha osservato che la nota del Ministero della Difesa dell’Azerbajgian, secondo cui unità dell’esercito di difesa dell’Artsakh avrebbero effettuato un’infiltrazione diversiva e piazzato mine, provocando il ferimento di un militare azerbajgiano da una mina il 10 settembre intorno alle ore 13.30, è completamente inventato e falso.
La macchina della propaganda azera sta costruendo il proprio casus belli come fecero i nazisti con i Polacchi nel 1939, in una rappresentazione che vale la nomination all’Oscar.
Al riguardo, il Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh ha riferito: «Come abbiamo già accennato, recentemente il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian ha aumentato notevolmente la frequenza di pubblicazione di messaggi falsi, anche se la natura di questi messaggi falsi è leggermente cambiata. Se finora la parte azera ha diretto al Ministero della Difesa false accuse di violazione del cessate il fuoco o di trasporto di armi e munizioni, ora lancia false accuse di aver effettuato operazioni di sabotaggio o di aver preparato tali operazioni. Tali affermazioni del Ministero della Difesa dell’Azerbaigian non hanno nulla a che fare con la realtà. In questo modo la parte azera sta preparando attivamente le informazioni per un’altra provocazione».
Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian ha dichiarato che questa mattina, 11 settembre 2023, intorno alle ore 01.00, “gruppi armati armeni illegali nel territorio dell’Azerbajgian, dove è temporaneamente di stanza il contingente di mantenimento della pace russe, hanno cercato di scavare nuove trincee [ad Askeran lungo la linea di contatto] davanti alle posizioni dell’esercito azerbajgiano nella regione di Aghdam».
Il Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh ha confutato questa affermazione azera, che le unità dell’esercito di difesa dell’Artsakh presumibilmente stavano conducendo lavori di fortificazione nella regione di Askeran intorno alle ore 01.00 dell’11 settembre e che sarebbero stati interrotti a seguito delle azioni militari dell’Azerbajgian, come «un altro esempio di disinformazione», affermando che «è ovvio che la parte azera non rinuncia alle loro intenzioni di condurre azioni “su larga scala” contro il territorio dell’Artsakh e attua la sua preparazione informativa».
«Le cosiddette “elezioni presidenziali” a Khankendi/Stepanakert non hanno base legale. La situazione umanitaria nella regione e il rispetto degli standard internazionali sono fondamentali. Il Consiglio d’Europa invita tutte le parti ad allentare le tensioni, impegnarsi in un dialogo e ripristinare la pace. Il Consiglio d’Europa è pronto a supportare», ha dichiarato Marija Pejčinović Burić, Segretario Generale del Consiglio d’Europa. Davvero imbarazzante questo sostegno al despota genocida della Repubblica di Baku, che annunciò i risultati delle cosiddette “elezioni presidenziali” PRIMA della chiusura dei seggi elettorali. Un autocrate guerrafondaio armenofobo genocida che è il partner energetico cosiddetto “affidabile”, il che rende le istituzioni europei complice dei suoi crimini genocidi. È davvero imbarazzante questa narrazione di “tutte le parti” mentre c’è una parte che è l’aggressore (Azerbajgian” e un’altra parte che è la vittima (gli Armeni dell’Armenia e dell’Artsakh) e non riuscire a costringere il despota azero di aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin) che provoca la morte per fame a causa del #ArtsakhBlockade. Infine, è osceno invitare “tutte le parti ad allentare le tensioni, impegnarsi in un dialogo e ripristinare la pace”, che è sarebbe stato come invitare gli ebrei nel ghetto di Varsavia e nei campi di sterminio durante la Shoah di “impegnarsi in un dialogo” con Hitler.
Oggi abbiamo bisogno di saggezza più che di forza e coraggio, perché senza saggezza tutto può trasformarsi in male
Questo è il messaggio del Primate della Diocesi di Artsakh della Chiesa Apostolica Armena, il Vescovo Vrtanes Abrahamyan, che si è congratulato con Samvel Shahramanian in occasione della sua elezione alla carica di Presidente della Repubblica di Artsakh:
«Caro signor Shahramanyan,
a nome della classe spirituale della Diocesi di Artsakh e del nostro popolo fedele, vi porgiamo le nostre sincere congratulazioni per la vostra elezione alla posizione responsabile di Presidente della Repubblica di Artsakh. In questo periodo pieno di prove e ostacoli visibili per l’Artsakh, gli occhi di tutto il popolo dell’Artsakh sono puntati su di te, che attendi con speranza un esito positivo delle loro difficoltà e privazioni a cui sono sottoposti. Il giogo è veramente pesante, ma per un Cristiano qualunque giogo diventa dolce e sopportabile se portato con amore e per amore di un’idea santa.
Essendo ben consapevoli della tua storia e del tuo grande contributo alla costruzione dello Stato di Artsakh, siamo sicuri che continuerai a servire il nostro popolo con lo stesso zelo anche in questa nuova posizione. Sono passati 32 anni da quando il popolo dell’Artsakh è stato in prima linea nella lotta per l’esistenza e la dignità del popolo armeno, ha sofferto molte difficoltà e sofferenze e continua ancora a soffrire. Oggi, la nostra gente ha bisogno di amore e sincerità più di ogni altra cosa, e soprattutto, da parte dei leader del loro Paese. L’atmosfera di solidarietà e unità esistente nel campo politico dell’Artsakh dovrebbe diventare la solida base della nostra lotta e la forza trainante dell’intera unità armena.
Perciò, oggi abbiamo bisogno di saggezza più che di forza e coraggio, perché senza saggezza tutto può trasformarsi in male. La Scrittura ci insegna che l’inizio della saggezza perfetta è il Timor di Dio. Una forte fede in Dio e una coscienza pulita sono un forte muro per ogni persona e nazione. «Se il Signore non costruisce la casa, i costruttori si affaticano invano. Se il Signore non protegge la città, le sentinelle vegliano invano» (Sal 127,1). Ispirati da questo bellissimo versetto del Salmo 127, preghiamo affinché tu possa alleviare le preoccupazioni del nostro Paese con saggezza e prudenza, per garantire la vita pacifica degli Armeni dell’Artsakh nella loro patria donata da Dio.
Che Dio benedica la tua nuova missione».
Proteggere il diritto inalienabile degli Armeni dell’Artsakh all’autodeterminazione
Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di Tutti gli Armeni ha inviato un messaggio di congratulazioni a Samvel Shahramanyan in occasione della sua elezione a Presidente della Repubblica di Artsakh:
«Caro Signor Presidente,
dalla Santa Sede di Etchmiadzin, ti portiamo i nostri saluti e la benedizione patriarcale in occasione della tua elezione alla carica di Presidente della Repubblica di Artsakh.
Assumi la posizione di Presidente nella situazione più difficile, mentre l’Artsakh si trova ad affrontare le più gravi sfide di sicurezza, politiche ed economiche e nelle condizioni di un blocco di fatto di nove mesi, difende eroicamente il suo diritto a vivere liberamente e in modo indipendente. Ogni bambino della nazione è coinvolto nella giusta lotta dell’Artsakh e crediamo che con la determinazione e il potenziale di tutti gli Armeni, così come con il sostegno della comunità internazionale, saremo in grado di raggiungere la conclusione desiderata del problema, per proteggere il diritto inalienabile degli Armeni dell’Artsakh all’autodeterminazione nella loro terra natale.
Egregio Signor Presidente,
avendo la testimonianza del tuo servizio coscienzioso, altruista e zelante in varie posizioni elevate, sei pieno di speranza che con la tua esperienza e autorità contribuirai alla creazione di un’atmosfera di solidarietà e cooperazione nell’Artsakh e al rafforzamento dello spirito e dell’ottimismo del popolo, a favore della vita indipendente e sicura degli Armeni dell’Artsakh e della creazione di un futuro prospero.
Dalla Santa Sede di Etchmiadzin, ti portiamo il nostro sostegno, pregando affinché, sotto la benedizione del Signore, tutte le tue iniziative siano coronate dal successo a beneficio del nostro mondo nativo dell’Artsakh».
Questi sono i Capi della Santa Chiesa Apostolica Armena, che stanno vicino al loro popolo che soffre. Invece, attendiamo invano dal Capo della nostra Chiesa Cattolica Romana una parola di condanna dei crimini commessi dall’autocrate di Baku e una parola di conforto con il popolo armeno dell’Artsakh, mentre non manca mai di menzionare l’Ucraina (anche se chi governa a Kiev non l’apprezza) dopo la preghiera dell’Angelus Domini domenicale, come anche ieri: «Sentiamoci chiamati a opporre alla forza delle armi quella della carità, alla retorica della violenza la tenacia della preghiera. Facciamolo soprattutto per tanti Paesi che soffrono a causa della guerra; in modo speciale, intensifichiamo la preghiera per la martoriata Ucraina. Ci sono le bandiere, lì, dell’Ucraina, che sta soffrendo tanto, tanto!».
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]