273° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli eventi si stanno sviluppando molto rapidamente

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.09.2023 – Vik van Brantegem] – Aggiorniamo dopo la cronaca di questa mattina [QUI]. Quanto sta succedendo potrebbe essere letto in modo ragionata come una “vittoria” per tutti, cioè uno stallo. L’Armenia finalmente non può staccarsi dall’Artsakh, dall’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e dall’Unione Economica Eurasiatica. L’Artsakh cade sulle spalle della Russia e resta un rompiscatole per l’Azerbajgian. La Russia resta saldamente nella regione. Gli eventi si stanno sviluppando molto rapidamente, senza tener conto del fatto della domenica (ricordandoci che l’Azerbajgian ha iniziato la guerra dei 44 giorni la mattina di domenica, 27 settembre 2020). Continuiamo a seguire la situazione, sia per quanto riguarda il Corridoio di Berdzor (Lachin), che il campo dell’informazione azerbajgiano, dove viene propagato solo il punto di vista del regime guerrafondaio armenofobo genocida di Aliyev, costruendo le false narrazioni con cui giustificare la guerra pianificata contro l’Artsakh e l’Armenia.

++++ AGGIORNAMENTO ORE 15.00 ++++
Il governo della Repubblica di Artsakh, con il sostegno delle forze di mantenimento della pace russe, ha interrotto il trasferimento degli aiuti umanitari russi perché l’Azerbaigian ha avanzato nuove richieste e rifiutato di aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin) in contemporaneo.
In risposta, un deputato dell’Azerbajgian ha accusato il Comitato Internazionale della Croce Rossa di sostenere i “separatisti del Karabakh” e di essersi impegnato nello spionaggio per l’Armenia durante la guerra dei 44 giorno del 2020 [*].
Come abbiamo riferito ieri, il Centro di informazione dell’Artsakh aveva comunicato in serata, che il governo russo aveva avviato l’invio di aiuti umanitari per la Repubblica di Artsakh, visto la crisi umanitaria. I veicoli della Croce Rossa russa avrebbero dovuto consegnare prodotti essenziali. Artsakh aveva autorizzato l’ingresso delle merci russe tramite Askeran e l’Azerbajgian aveva accettato di ripristinare il trasporto di merci attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin) con le forze di mantenimento della pace russe e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (attenzione: questo non significava l’apertura del corridoio senza impedimenti secondo quando stabilito nella dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e l’ordine vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e la fornitura di gas ed elettricità dall’Armenia all’Artsakh rimane interrotta da parte dell’Azerbajgian).
Tuttavia, i rapporti azeri affermano oggi che il carico russo si è fermato a Barda (a 60 km dalla linea di contatto con l’Artsakh), incolpando le autorità dell’Artsakh. Fonti azere suggeriscono adesso una possibile riconsiderazione degli accordi, limitando l’uso del Corridoio di Berdzor (Lachin) per la sola Croce Rossa. La realtà è che l’Azerbajgian ha violato l’accordo, limitando l’accesso via Akna (Aghdam) e rifiutando l’uso del Corridoio di Berdzor (Lachin) per il trasporto di aiuti umanitari. Di conseguenza, il carico destinato all’Artsakh via Akna non è entrato in Artsakh.
Un gruppo di cittadini dell’Artsakh sta continuando a sorvegliare la strada Barda-Akna (Aghdam)-Askeran, anche contro l’uso russo.

[*] Il CICR tiene sotto la sua protezione i separatisti del Karabakh azerbaigiano: l’Occidente è preoccupato
di Elchin Mehdiyev
Trend, 10 settembre 2023
BAKU, Azerbajgian, 10 settembre.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha utilizzato un approccio selettivo per quanto riguarda le consegne di carichi umanitari agli Armeni che vivono nel Karabakh dell’Azerbajgian, ha detto a Trend il deputato del parlamento azerbaigiano Azer Badamov. Ha osservato che il carico della Croce Rossa russa attende davanti all’albergo a Barda e non può passare.
“A prima vista sembra che il CICR agisca secondo la stessa convenzione, ma in realtà ci sono approcci selettivi e la Società della Croce Rossa russa subisce pressioni per l’invio di carichi umanitari a Khankendi. Ciò rivela ancora una volta il vero scopo del CICR. Lo abbiamo visto durante la Guerra Patriottica durata 44 giorni”, ha detto Azer Badamov.
“A quel tempo, il CICR raccoglieva informazioni e le trasmetteva alla parte armena. Anche dopo la fine della guerra, il CICR effettuò trasporti intensivi dall’Armenia a Khankendi. Ma poiché queste spedizioni non venivano controllate, cosa c’era in questi camion solleva interrogativi. Si è scoperto anche che il CICR è stato coinvolto nel contrabbando attraverso il confine con l’Azerbajgian”, ha detto il deputato.
Ora il CICR afferma che solo i beni umanitari provenienti dall’Armenia possono essere portati a Khankendi. “Ciò significa che un’organizzazione internazionale, che dovrebbe essere impegnata in attività neutrali legate agli aiuti umanitari, è impegnata in questioni politiche e nell’attuazione delle sue sporche intenzioni. Se lo scopo del CICR è fornire aiuti umanitari alle persone bisognose, cos’è? L’importanza della sua direzione? Tuttavia, questi sviluppi dimostrano ancora una volta che il CICR si è trasformato in uno strumento di manipolazione politica nelle mani dell’Occidente. L’ufficio del CICR deve capire chiaramente che, anche se la strada Aghdam-Khankendi verrà aperta, non potranno più portare avanti le loro sporche intenzioni sotto il loro emblema come prima”, ha osservato Badamov.
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«Domenica mattina a Stepanakert» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – email). Alcune risposte tipo dei troll azeri: «Voi ragazzi non imparerete mai, ma gli Azeri (Turchi) vi insegneranno». «È un lecca-lecca enorme? Che gusto?».

Samvel Shahramanyan ha assunto la carica di Presidente della Repubblica di Artsakh durante una sessione speciale dell’Assemblea Nazionale (Foto di Edgar Kamalyan).

Secondo le informazioni disponibili, gli aiuti umanitari della Croce Rossa russa non sono ancora arrivati in Artsakh a causa di ulteriori ostacoli e condizioni imposti dall’Azerbajgian e non concordati in precedenza. Gli aiuti russi della Croce Rossa russa, che tenta di consegnare merci di origine russa utilizzando veicoli russi, sono bloccati in Azerbaigian e il Corridoio di Lachin rimane completamente bloccato.

L’Artsakh aveva accettato la proposta russa di garantire l’accesso degli aiuti umanitari attraverso l’Azerbajgian, a condizione che il Corridoio di Lachin fosse aperto per gli aiuti umanitari attraverso il Comitato Internazionale della Croce Rossa e delle forze di mantenimento della pace russe.

Tuttavia, l’Azerbaigian ha costantemente bloccato tutte le iniziative all’ultimo momento, tentando ripetutamente di aumentare la soglia di negoziazione e ritardare il processo, mantenendo la pressione sull’Artsakh e continuando il genocidio.

È imperativo che tutti gli attori internazionali documentino pubblicamente il comportamento distruttivo della Repubblica di Baku, andando oltre le semplici parole ed esercitando una pressione pratica su di esso. L’Azerbajgian è un aggressore annessionista, invasore e occupante colpevole di crimini di guerra contro l’umanità. L’approccio standard dei negoziati e della mediazione con un regime genocida equivale alla complicità.

Le notizie che sono arrivate in mattinata, confermano quanto abbiamo scritto questo mattina e il ragionato scetticismo verso le notizie di prima ora.

Il camion della Croce Rossa russa che trasporta aiuti umanitari non ha ancora raggiunto l’Artsakh e pare sta fermo a Barda. Secondo rapporti non confermati, gli Azeri e i Russi aprirebbe il Corridoio di Berdzor (Lachin) dopo l’apertura della strada Akna (Aghdam)-Askeran. Ha tutto il tono, odore, sapore e senso di un ricatto mafioso in piena regola. La militarizzazione della fame degli Armeni dell’Artsakh da parte di Aliyev e Putin prosegue a pieno ritmo.

«Gli aiuti umanitari inviati dalla Russia non sono ancora arrivati a Khankendi. Aghdam sta aspettando.
Ci sono 2 affermazioni:
– AZ TV: il Comitato Internazionale della Croce Rossa vuole che il carico passi solo per Lachin.
– Lato armeno: l’Azerbajgian ha avanzato nuove richieste che non erano state precedentemente concordate» (Mikroskop Media, ore 11.23).

E nella cronaca quotidiana non può mancare il vangelo secondo Ilham Aliyev, proclamato dall’Ambasciatore dell’Azerbajgian nel Regno dei Paesi Bassi, Rahman Mustafaev:

«Il carico di cibo, inviato dalla Croce Rossa russa e programmato per percorrere la strada Aghdam-Askaran fino a Khankandi in coordinamento con la Mezzaluna azera, non era stato autorizzato a passare dai residenti armeni. L’autoblocco è controproducente. L’apertura delle strade è l’unica via per una pace duratura».

Come si può chiaramente osservare dalle foto, i residenti dell’Artsakh si stanno “auto-bloccando”, mentre il camion umanitario della Croce Rossa russa è parcheggiato, pare a Barda, a 60 km da Askeran.

La Croce Rossa russa impiega un TIR della TRASKO. La Società ha iniziato ad operare sul mercato dei servizi di trasporto nel 1995. TRASKO è incorporata nella TransInvest Holding AG, la cui sede si trova a San Gallo, Svizzera, è membro attivo dell’Associazione Internazionale dei Vettori a Motore ed è incorporata nell’Associazione degli Spedizionieri della Federazione Russa (FAR). La società TRASKO collabora a lungo termine con società di spedizione e logistica russe e straniere, imprese di trasporto, compagnie di navigazione, terminal portuali, magazzini di stoccaggio temporaneo, compagnie di assicurazione. Attualmente sono oltre 2.000 le aziende partner commerciali di TRASKO.

Riassumiamo. Ad oggi stanno fermi alla frontiera della Repubblica di Artsakh 35 camion con aiuti umanitari, bloccati per decisione o per inosservanza degli accordi dall’Azerbajgian: 22 camion dell’Armenia da fine luglio 2023 e 10 camion della Francia da fine agosto 2023, all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin) tenuto chiuso dall’Azerbajgian e dalla Russia + 2 camion dell’Azerbajgian da fine agosto 2023 e 1 camion della Russia dal 9 settembre 2023.

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e il suo omologo fraterno azerbajgiano Ilham Aliyev hanno parlato al telefono oggi, 10 settembre 2023, per discutere gli ultimi sviluppi nella regione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Erdoğan e Aliyev hanno anche avuto uno scambio di opinioni sulle questioni regionali, comprese le relazioni tra Azerbajgian e Armenia, ha detto dichiarato la Direzione delle Comunicazioni di Tuchia. L’agenzia stampa Anadolu informa che Erdoğan ha dichiarato che domani potrebbe avere una telefonata con il Primo Ministro armeno, per discutere gli ultimi sviluppi nella regione.

La Missione di Osservatori dell’Unione Europa in Armenia lungo il confine e la linea di contatto con l’Azerbajgian ha riferito questa mattina: «Pattugliamo giorno e notte le aree di confine Armenia-Azerbajgian e la linea di contatto per osservare qualsiasi sviluppo militare, incluso assembramenti, movimenti o sparatorie. L’EUMA ha rafforzato le pattuglie nelle aree di maggiore preoccupazione per riferire all’Unione Europea sulla situazione e contribuire a calmare le tensioni».

«Sono previsti attacchi militari azeri contro l’Armenia e del Nagorno Karabakh in ogni momento. La situazione resta esplosiva nel Caucaso meridionale. A giudicare dalle dichiarazioni dell’Assistente di Aliyev [che abbiamo riportato questa mattina [QUI], l’Azerbajgian ha violato ancora una volta l’accordo sull’apertura del Corridoio di Lachin.
Ieri, il governo del Nagorno-Karabakh ha rilasciato una dichiarazione [QUI] in cui afferma di aver deciso di consentire l’ingresso di merci russe nel Nagorno-Karabakh attraverso Aghdam, ma che allo stesso tempo era stato raggiunto un accordo per ripristinare il trasporto di merci umanitarie attraverso il Corridoio di Lachin da parte delle forze di mantenimento della pace russe e il Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Tuttavia, l’Assistente di Aliyev, Hikmet Hajiyev, ha affermato in una dichiarazione che “le spedizioni di cibo avviate dalla Croce Rossa russa si sposteranno domani (10 settembre) lungo la strada Aghdam-Askeran verso Khankendi, in coordinamento con la Mezzaluna azera”.
Ha aggiunto che “questo è un accordo separato e non deve essere confuso con la proposta di aprire simultaneamente le strade Aghdam-Khankendi e Lachin-Khankendi per la consegna degli aiuti del CICR”.
In altre parole, si scopre che l’Azerbajgian sta abbandonando l’accordo precedentemente raggiunto e continua a vietare il passaggio di carichi umanitari attraverso il Corridoio di Lachin con la mediazione dei Russi o della Croce Rossa, anche se il Nagorno Karabakh ha deciso di consentirne l’ingresso di merci russe attraverso la strada di Aghdam.
L’Azerbaigian insiste affinché il regime doganale e di controllo delle frontiere azerbajgiano venga mantenuto al checkpoint di Lachin. In altre parole, si rifiutano di aprire il Corridoio di Lachin con la logica del corridoio, come ha accettato Aliyev il 9 novembre 2020.
Baku, rifiutando negoziati costruttivi con il Nagorno-Karabakh attraverso la mediazione di mediatori internazionali, chiede lo scioglimento degli organi statali del Nagorno-Karabakh e lo scioglimento dell’esercito di difesa. Sebbene sia una piccola unità, impedisce il genocidio dell’Azerbajgian.
Parallelamente, l’Azerbajgian sta creando false informazioni per effettuare un attacco militare contro il Nagorno-Karabakh e l’Armenia. L’8 settembre, il Ministero degli i Esteri dell’Azerbajgian ha organizzato un briefing per il corpo diplomatico accreditato nel Paese, durante il quale il Ministro Jeyhun Bayramov ha annunciato che “la parte armena sta scavando nuove trincee, creando fortificazioni, concentrando personale e attrezzature per iniziare un’altra avventura militare, nonostante il fatto che l’Azerbajgian abbia risposto alla precedente dichiarazione del Primo Ministro armeno di riconoscere l’integrità territoriale insieme al Karabakh”.
Vedete, la pressione internazionale su Baku oggi è troppo grande perché possa effettuare operazioni militari. Affinché l’Azerbajgian possa superare l’affermazione consolidata della comunità internazionale sull’inammissibilità della guerra, l’Azerbajgian inventa false narrazioni, incolpando la parte armena. Ad esempio, quando Bayramov dice ai diplomatici stranieri che la parte armena sta scavando nuove trincee, costruendo fortificazioni e concentrando un contingente militare al confine per iniziare un’avventura militare, in questo modo il Ministro sta inventando le false narrazioni dell’Azerbajgian, con cui giustificherà la guerra pianificata contro il Karabakh e l’Armenia.
Come il 13 settembre 2022, l’Azerbajgian dirà questa volta se l’Armenia ha violato il cessate il fuoco o se voleva attaccare l’Azerbajgian insieme alla Russia, e Baku è stata costretta a iniziare una guerra.
L’Armenia, che ha uno squilibrio militare, e ancor più il Nagorno-Karabakh, che è circondato su tutti e quattro i lati da unità militari azerbajgiane, desidera più di ogni altra cosa che non ci sia guerra e che si aprano le strade con mezzi diplomatici.
Allo stesso tempo, l’Azerbajgian continua a sparare ai confini dell’Armenia e del Nagorno-Karabakh. Preparando le basi per iniziare una guerra, Baku accusa la parte armena di violare il regime del cessate il fuoco.
Se l’Azerbajgian fosse costruttivo e avviasse negoziati di pace con il Nagorno-Karabakh, durante quegli incontri verrebbero discussi sia la questione della futura esistenza dell’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh sia il significato del lavoro delle istituzioni statali.
Sono pronti a colpire il territorio dell’Armenia durante la guerra imminente, sostenendo che stanno distruggendo obiettivi militari. Per esercitare una maggiore pressione, l’Azerbaigian arriverà addirittura a colpire Yerevan. Basta seguire il campo dell’informazione dell’Azerbaigian e troverai molte prove a riguardo lo scopo di colpire la capitale dell’Armenia.
Il 9 settembre, il Ministro degli Esteri dell’Azerbajgian, Jeyhun Bayramov, e il Sottosegretario di Stato ad interim degli Stati Uniti per gli affari europei ed eurasiatici Yuri Kim hanno avuto un’altra conversazione telefonica. Il Dipartimento di Stato americano annuncia quasi ogni settimana la necessità di aprire il Corridoio di Lachin, non escludendo la possibilità di aprire anche altre rotte. Hanno discusso della situazione nel Nagorno-Karabakh.
Anche il Ministro degli Esteri dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha parlato con Jeyhun Bayramov e ha insistito sulla necessità di riaprire il Corridoio di Lachin adesso e che altre strade, come Aghdam, potrebbero essere aperte come parte della soluzione, ma non come alternativa. “Nella mia conversazione telefonica con Jeyhun Bayramov, ho ribadito la mia preoccupazione per la situazione umanitaria in cui versano gli Armeni del Karabakh” ha affermato l’alto rappresentante dell’Unione Europea. Nel frattempo, l’Azerbajgian rifiuta di soddisfare queste richieste dell’Occidente, preparandosi alla guerra.
Il 9 settembre, il Primo Ministro armeno ha parlato con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, il Presidente iraniano Ebrahim Raisi, il Presidente francese Emmanuel Macron, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il Primo Ministro georgiano Irakli Gharibashvili, informandoli sull’aumento nelle tensioni ai confini. Pashinyan si è anche detto pronto a tenere un incontro urgente con il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, per allentare la tensione.
Durante le telefonate, Pashinyan ha sottolineato ancora una volta il suo impegno verso un approccio volto a risolvere tutte le questioni esclusivamente attraverso la diplomazia, in un clima costruttivo, sulla base degli accordi raggiunti il 6 ottobre 2022 a Praga e il 14 maggio 2023 a Brussel. In altre parole, l’Armenia non rifiuta di riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, come insiste Baku, che si prepara alla guerra.
Come potete vedere, sullo sfondo delle tese relazioni armeno-russe, Pashinyan non ha parlato con il Presidente russo Vladimir Putin. Penso che semplicemente non ci siano aspettative positive da parte della Russia in questo momento, perché i Russi agiscono esclusivamente nel quadro della logica dell’agenda dell’Azerbajgian e non possono svolgere un ruolo costruttivo.
La Russia accusa l’Armenia di riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, sostenendo che per questo motivo è chiuso il Corridoio di Lachin. Naturalmente questa è una falsa accusa, perché è stato Putin a dichiarare il Nagorno-Karabakh territorio dell’Azerbajgian.
Se Pashinyan chiamasse Putin, sicuramente sentirebbe di nuovo quell’accusa. Di conseguenza, è naturale che l’Armenia preferisca discutere le questioni sollevate dall’Azerbajgian con lo stesso Aliyev, non con Mosca. L’Assistente di Aliyev ha detto che il suo Presidente non ha ricevuto un’offerta per tenere un incontro urgente con Pahinyan.
Non è escluso che si decida di organizzare un nuovo incontro tra Pashinyan e Aliyev a Brussel. L’Azerbaigian, che si prepara alla guerra, vorrà incontrare il governo dell’Armenia?»

L’Istituto Lemkin per la prevenzione di genocidio ha pubblicato una risposta alla Lettera aperta inviata dal Centro Rabbinico d’Europa al Presidente e Primo Ministro dell’Armenia [QUI]. L’Istituto Lemkin spiega il suo sostegno all’uso del termine “genocidio” per riferirsi alle minacce provenienti dall’Azerbajgian, incoraggia la solidarietà e la comunicazione tra i popoli minacciati in tutto il mondo e sottolinea che gli Armeni hanno bisogno di aiuto per contrastare la continua minaccia di genocidio da parte del regime di Ilham Aliyev.

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

Foto di copertina: l’Azerbajgian intento di commettere un genocidio in Artsakh.

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