273° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. La voce della gente: “Siamo ancora in gabbia come animali dello zoo e hanno appena deciso di darci da mangiare”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.09.2023 – Vik van Brantegem] – Ieri sera, 9 settembre 2023, alle 18.50 (ora di Roma), il Centro di informazione della Repubblica di Artsakh ha riferito via Facebook che sarebbe stato raggiunto – tutto a verificare nella realtà – un accordo per permettere l’ingresso degli aiuti umanitari della Federazione Russa attraverso la strada di Akna (Aghdam) e della riapertura del Corridoio di Berdzor (Lachin), ma soltanto per le forze di mantenimento della pace russe e il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Ecco, il grande inganno Aliyev-Putin!

Poi, appunto, immediata la doccia gelata di Hikmet Hajiyev, Assistente del Presidente della Repubblica di Azerbajgian, Capo del Dipartimento per gli Affari di Politica Estera dell’Amministrazione Presidenziale: «Si tratta di un accordo separato e non deve essere confuso con il suggerimento sull’apertura simultanea della strada Aghdam-Khankandi e della strada Lachin-Khankandi per le consegna del Comitato Internazionale della Croce Rossa».

Tradotto: l’Azerbajgian e la Russia non hanno alcuna intenzione di rispettare l’ordine vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e di aprire, in conformità della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, il Corridoio di Berdzor (Lachin), chiuso dal 12 dicembre 2022.

Ricordiamo che lo scopo del #ArtsakhBlockade dell’autocratico regime della Repubblica di Baku non è di creare una crisi umanitaria in Artsakh/Nagorno-Karabakh, ma di impedire l’autodeterminazione, la sopravvivenza e la libertà del popolo dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, cioè effettuare la pulizia etnica e proseguire il genocidio armeno. Non c’è in Artsakh una “semplice” crisi umanitaria, ma si tratta di una questione di vita o di morte per gli Armeni della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh.

«Se la strada di Aghdam è aperta (verso Nagorno-Karabakh/Artsakh) ma il Corridoio di Lachin rimane chiuso, siamo ancora in gabbia come animali dello zoo e hanno appena deciso di darci da mangiare. Gente del posto» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – email).

Commenti sui social:
«Non cadremo nell’inganno e nella narrativa dei turchi azeri. Vogliono che la pubblicità negativa scompaia il prima possibile con qualsiasi narrazione. Le soluzioni temporanee non sono la risposta».
«Una lettera da Artsakh… Non soffro la fame da mesi, per perdere la mia lotta… Voglio vivere liberamente e indipendentemente nella mia terra natale… Aprite il Corridoio di Lachin!»

Secondo l’agenzia 301, ieri sera alle 21.12 (ora di Roma), i residenti dell’Artsakh erano ancora sulla strada Akna (Aghdam)-Askeran e insistevano sul fatto di non aver permesso a un solo camion di passare attraverso questa strada.

La gente dell’Artsakh è sveglia e ha una memoria millenaria.

Tra le varie forme del potere e il loro modo di comunicare, c’è la macchina del fango con l’uso della menzogna che è una verità artefatta. Manipolare l’informazione significa manipolare le coscienze. Deformare un’informazione per esaudire un’aspettativa nella massa. Anche l’odio razziale dipende in gran parte da questo modo di comunicare. Il regime autocratico della Repubblica di Baku ne fa uso smisurato per stimolare l’odio anti-armeno ad uso domestico e l’inganno per il pubblico mondiale.

Riportiamo il testo del comunicato del Centro di informazione della Repubblica di Artsakh di ieri sera, nella nostra traduzione italiana dall’inglese:
«Il Governo della Federazione Russa ha preso un’iniziativa per fornire aiuti umanitari alla Repubblica dell’Artsakh, tenendo conto della crisi umanitaria creatasi nella nostra repubblica.
Gli aiuti, che contengono prodotti vitali della produzione russa, sono stati inviati l’altro giorno ad Artsakh dalla Croce Rossa russa con i veicoli di questa organizzazione.
Le autorità della Repubblica di Artsakh, sulla base della necessità di mitigare i gravi problemi umanitari causati dal blocco totale attuato dall’Azerbajgian, hanno deciso di consentire l’ingresso delle merci russe nella nostra repubblica attraverso la città di Askeran.
Allo stesso tempo è stato raggiunto un accordo secondo il quale il trasporto di merci umanitarie da parte delle forze di mantenimento della pace russe e del Comitato Internazionale della Croce Rossa sarà ripristinato attraverso il Corridoio di Lachin».

«Ci sono nuovi sviluppi nella situazione nel Nagorno-Karabakh. Il governo del Nagorno-Karabakh ha deciso di accettare il carico umanitario inviato dalla Russia attraverso il territorio dell’Azerbajgian. È possibile che anche attraverso il Corridoio di Lachin vengano importati beni umanitari nel Nagorno-Karabakh. Ciò include i 32 camion inviati da Francia e Armenia, che contengono carichi umanitari.
Il governo del Nagorno-Karabakh rileva che il carico umanitario russo comprende beni vitali di fabbricazione russa che la Russia ha inviato nel Nagorno-Karabakh l’altro giorno attraverso i veicoli della CroceRossa russa.
Le autorità dell’Artsakh affermano di aver deciso di consentire l’ingresso di merci russe nel Nagorno-Karabakh attraverso la città di Askeran al fine di alleviare i gravi problemi umanitari causati dal blocco totale attuato dall’Azerbajgian.
Allo stesso tempo, è stato raggiunto un accordo per ripristinare il trasporto di merci umanitarie attraverso il Corridoio di Lachin da parte delle forze di mantenimento della pace russe e del Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Il governo del Nagorno-Karabakh ha preso la decisione di ricevere carichi umanitari dal territorio dell’Azerbajgian nel momento in cui l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’Unione Europea, Josep Borrell, stava parlando con il Ministro degli Esteri azerbajgiano, Jeyhun Bayramov. Borrell ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria in cui versano gli Armeni del Nagorno-Karabakh. Il funzionario dell’Unione Europea ha detto a Bayramov che il Corridoio di Lachin dovrebbe essere riaperto e che la strada di Aghdam potrebbe essere aperta come parte della soluzione, ma non come alternativa.
Ieri [8 settembre 2023] anche gli Stati Uniti hanno invitato le parti ad aprire immediatamente e simultaneamente il Corridoio di Lachin e altre strade, per fornire forniture umanitarie di fondamentale importanza al Nagorno-Karabakh.
Il camion russo è già nel Nagorno-Karabakh. Resta da vedere se i 32 camion inviati da Armenia e Francia all’inizio del Corridoio di Lachin entreranno nel Nagorno Karabakh» (Roberto AnayanNostra traduzione italiana dall’inglese).

«In risposta alle numerose richieste di giornalisti internazionali, tra cui Reuters, Politico e BBC vorrei chiarire quanto segue:
La Russia ha avviato un carico alimentare della Croce Rossa russa che percorrerà la strada Aghdam-Askaran verso Khankandi in coordinamento con la Mezzaluna Rossa azera. Si tratta di un accordo separato e non deve essere confuso con il suggerimento sull’apertura simultanea della strada Aghdam-Khankandi e della strada Lachin-Khankandi per le consegna del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Così, il 1° settembre l’Azerbajgian ha espresso il suo consenso, come gesto di buona volontà, per garantire l’apertura simultanea delle strade Aghdam-Khankandi e Lachin-Khankandi. Ma il regime illegale ha rifiutato.
Tuttavia, al posto di controllo di Lachin devono essere rispettate le norme doganali e di controllo delle frontiere dell’Azerbajgian.
Le elezioni fittizie, o preferirei chiamarle selezione, rappresentano una grave battuta d’arresto e controproducente. Il regime fantoccio illegale deve essere sciolto e disarmato. È l’unico modo per garantire una pace duratura in cui i residenti Armeni e Azeri del Karabakh possano vivere e coesistere» (Hikmet Hajiyev, Assistente del Presidente della Repubblica di Azerbajgian, Capo del Dipartimento per gli Affari di Politica Estera dell’Amministrazione Presidenziale).

Tradotto: l’Azerbajgian non ha alcuna intenzione di rispettare l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e di aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin), chiuso dal 12 dicembre 2022.

Il Corridoio di Berdzor (Lachin) deve essere completamente ripristinato secondo la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, come deciso dalle ordinanze giuridicamente vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia. Qualsiasi checkpoint illegale dell’Azerbajgian deve essere smantellato. Le menti e i promotori del blocco dell’Artsakh devono essere ritenuti responsabili dalla Corte Penale Internazionale. Questa è l’unica via per la pace.

«Raccoglieremo le dichiarazioni ufficiali di nazioni straniere che disapprovano le presunte “elezioni” condotte dal regime separatista armeno in Karabakh» (Azeri Times).

Si ricorda a questo organo di stampa statale azero, che l’Azerbajgian ha pubblicato i risultati delle “elezioni” presidenziali prima che i suoi cittadini avessero la possibilità di votare. In realtà nella Repubblica di Artsakh i cittadini votano per i loro leader e loro non nominano le loro mogli vicepresidente. L’Artsakh è una repubblica più democratica di quanto lo sarà mai l’Azerbajgian.

Il Presidente dell’Argentina, Alberto Fernández, parlando ieri, 9 settembre 2023, al vertice del G20 a Nuova Delhi, ha denunciato l’Azerbajgian per il suo “doloroso” blocco del Corridoio di Lachin, che ha causato una crisi umanitaria. Questo sarà sfuggito all’Azeri Times.

La notizia di ieri pomeriggio, 9 settembre 2023

«Un camion pieno di prodotti alimentari e non alimentari della Società della Croce Rossa russa si è spostato dal punto di partenza di Samur verso il territorio dell’Azerbaigian per essere consegnato a Khankendi. Attualmente, questo carico si sposta in direzione di Samur-Baku, Baku-Barda, Aghdam e Askaran» (Mikroskop Media).

«La Croce Rossa russa ha inviato un camion di forniture alimentari attraverso la rotta Akna (Agdam), ora controllata dall’Azerbajgian. Questa informazione è stata condivisa dalla Mezzaluna Rossa azera. Questo sforzo di aiuto è stato avviato dal governo russo per rispondere ai bisogni dei residenti dell’Artsakh.
Alle ore 14.30, un camion che trasportava generi alimentari e non alimentari ha attraversato il confine tra Russia e Azerbajgian al checkpoint di Samur. Finora le autorità della Repubblica dell’Artsakh non hanno rilasciato alcun commento in merito» (Agenzia 301).

«Un camion della Croce Rossa russa ha attraversato il valico Yarag-Kazmalyar-Samur lungo il confine con l’Azerbajgian per consegnare aiuti umanitari al Nagorno-Karabakh. Forse è la prima volta dal 23 novembre 2020 che viene utilizzato questo confine terrestre. Sviluppo molto significativo.
Un solo camion, probabilmente medicinali, quasi inesistente nel Nagorno-Karabakh. Inoltre, ora è la Croce Rossa russa, e non la Mezzaluna Rossa azera come hanno cercato di fare le autorità di Baku, e non è attraverso il Corridoio di Lachin, ma attraverso Aghdam. Forse un compromesso…» (Nagorno Karabakh Observer).

«I media azerbajgiani riferiscono che un camion della Croce Rossa russa che trasporta prodotti alimentari e non alimentari per gli Armeni del Karabakh si sta dirigendo verso Aghdam. L’informazione è stata diffusa dall’organizzazione della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian. Il trasporto viene effettuato nell’ambito del memorandum di cooperazione tra la Società della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian e la Società della Croce Rossa della Russia, su iniziativa del governo russo.
Il camion ha attraversato il checkpoint di Samur alle 14.30 ora locale e si sta muovendo lungo la rotta Samur-Baku-Barda verso Aghdam e Askeran. “Ulteriori informazioni verranno fornite dopo che il carico sarà stato consegnato alla destinazione finale”, si legge nel messaggio della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian.
Questo è uno sviluppo interessante. Sul lato armeno, vicino al ponte Hakari stanno fermi i [32] camion che trasportano aiuti umanitari dall’Armenia e dalla Francia, mentre dal lato di Aghdam ai [2] camion provenienti dall’Azerbajgian si uniranno gli aiuti russi [1 camion]. Ciò riflette chiaramente le posizioni di Russia e Francia sulla questione del Nagorno-Karabakh.
Perché la Russia non avvicina il carico dal confine armeno? Forse perché spera che il neoeletto Presidente del Nagorno-Karabakh acconsenta all’apertura della strada di Aghdam?
La Russia sostiene il piano dell’Azerbajgian di aprire la strada di Aghdam entrando nell’Artsakh. Portando le merci da Aghdam al Nagorno-Karabakh, la Russia dimostra di agire dalla parte dell’Azerbajgian.
Mi interessa solo sapere se il neoeletto Presidente del Nagorno-Karabakh accetterà gli aiuti umanitari della Russia dall’Azerbajgian. Se verrà accettata, i camion azeri entreranno sicuramente nel Nagorno-Karabakh dopo il camion russo.
Ma la domanda principale è la seguente: in caso di apertura della strada di Aghdam, Russia e Azerbajgian apriranno anche il Corridoio di Lachin, secondo lo status da loro definito nella dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020? Tendo a pensare che non restituiranno lo status di corridoio sulla strada di Lachin.
È questa la prima sfida seria che dovrà affrontare il neoeletto presidente del Nagorno-Karabakh» (Robert Ananyan).

Il confine tra la Repubblica di Azerbajgian e la Federazione Russa è lungo 338 km e si estende dal triplice punto con la Georgia a ovest fino al Mar Caspio a est. Prima del 1991 era un confine all’interno dell’Unione Sovietica tra la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (inclusa la Repubblica Socialista Sovietica di Daghestan ) e la Repubblica Socialista Sovietica di Azerbajgian. È il punto più meridionale della Federazione Russa. Ci sono quattro valichi di frontiera, tra cui Yarag-Kazmalyar (Russia)-Samur (Azerbajgian)

Commenti sui social armeni:
«Il cavallo di Troia russo è in movimento, rivelando la politica insidiosa della Russia. Assistiamo a un gioco pericoloso mentre la Russia appoggia il blocco genocida del Corridoio di Berdzor (Lachin) da parte dell’Azerbajgian, rinegando la propria firma dell’accordo trilaterale del 9 novembre 2020 e sfidando l’ordine vincolante della Corte Internazionale di Giustizia.
Ancora un’altra prova che i migliori amici e alleati, Russia e Azerbajgian, sono anche partner nel crimine. Il #ArtsakhBlockade è una joint venture russo-azera. Sia la Russia che l’Azerbajgian sono firmatari della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e nessuno dei due ha adempiuto ai propri obblighi».

Il Ministero della Difesa azerbajgiano ha diffuso una dichiarazione, secondo cui il 9 settembre, intorno alle 17.25, unità dell’esercito di difesa dell’Artsakh avrebbero tentato di eseguire lavori di fortificazione nella regione di Martuni, ma sarebbero stati fermati dalle forze azere. Questa è un’affermazione completamente falsa. Il Ministero della Difesa azerbajgiano prosegue con la preparazione del terreno per un’altra provocazione diffondendo messaggi estranei alla realtà.

«Ieri, 9 settembre 2023, sono stati documentati altri voli cargo IL-76 (reg. 4K-AZ40; ICAO 600828) sospettati di essere cargo militari dell’Azerbaigian (non è affatto comune vedere questi aerei da/per Nakhichevan). Stesso aereo è stato osservato due volte» (Nagorno Karabakh Observer).

Il Nagorno Karabakh Observer ha determinato la geolocalizzazione di un video di movimenti di truppe dell’Azerbajgian pubblicato negli ultimi giorni nell’area di Zangilan (sotto controllo della Repubblica di Artsakh prima della guerra dei 44 giorni del 2020) vicino al villaggio di Uchunju Aghali, a 16 km dal confine dell’Armenia vicino all’Iran.

“Se l’Iran interferisce negli affari dell’Azerbajgian, l’esercito turco reagirà rapidamente” (Ministro degli Affari Esteri della Turchia, Hakan Fidan).

«Al momento in cui scriviamo, la linea di contatto tra il Nagorno-Karabakh e l’Azerbajgian rimane stabile, non abbiamo informazioni che indichino alcun tipo di tensione fuori dall’ordinario. Detto questo, ci sono notizie di truppe azere ammassate in alcune zone del territorio» (Nagorno Karabakh Observer).

«Non è inverosimile pensare che la Terza Guerra Mondiale possa iniziare a causa del #ArtsakhBlockade» (Armen Chakmakian).

Il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, ha licenziato Sarkis Hovhannisyan dalla carica di Capo del Servizio di sicurezza dello Stato e i suoi compiti sono stati affidati al Vice Capo, Artur Gasparyan.

Durante la discussione della sua candidatura nell’Assemblea Nazionale, il neoeletto Presidente dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha dichiarato: «Il Nagorno-Karabakh dovrebbe ottenere uno status, dovremmo avere un collegamento diretto con l’Armenia attraverso il Corridoio di Lachin, altre strade possono essere aperte, ma non dovrebbero sostituire il corridoio. Dovrebbero esserci negoziati, il formato può essere sia multilaterale che bilaterale con la garanzia di una terza parte, Stepanakert dovrebbe essere oggetto di negoziati».
Shahramanyan ha sottolineato la necessità di condurre una lotta inconciliabile contro i passi che minano le basi dello Stato, per consolidare tutte le forze nel mantenimento dell’Artsakh armeno. Ha individuato il rafforzamento dello Stato, l’instaurazione della stabilità interna, la realizzazione del diritto all’autodeterminazione dell’Artsakh, il miglioramento della condizione socio-economica delle persone, l’instaurazione della legalità e dell’ordine. Ha fatto riferimento anche alle sfide regionali, alla politica dell’Azerbajgian, alle relazioni Artsakh-Armenia.

L’avvertimento in stile mafioso da parte della Repubblica di Baku: «Un genocidio può verificarsi solo se questa cricca di separatisti continua a tenere in ostaggio la propria popolazione» (Elchin Amirbayov, Rappresentante del Presidente dell’Azerbajgian).

La Turchia considera l’elezione del Presidente dell’Artsakh come un passo volto a minare i “negoziati pacifici” in corso tra Armenia e Azerbaigian. Lo ha affermato il Ministero degli Esteri turco in un comunicato, presentando la Repubblica di Artsakh come “parte dell’Azerbajgian”.
«Lo svolgimento delle elezioni nei territori controllati dalle forze armene illegittime nella regione del Karabakh in Azerbajgian è un tentativo di legittimare unilateralmente la situazione nella regione, che contraddice il diritto internazionale», si legge nella dichiarazione del Ministero degli Esteri turco, che aggiunge: «Ankara condanna le elezioni, che si sono svolte in un momento in cui l’Azerbajgian e l’Armenia stanno cercando di portare avanti i negoziati di pace, e le considera un passo volto a minare tali negoziati. La Turchia non riconosce queste elezioni illegittime, che violano la sovranità e l’integrità territoriale dell’Azerbajgian».
Inoltre, la Turchia invita l’ONU e le organizzazioni internazionali a non riconoscere le elezioni del Presidente della Repubblica di Artsakh.

Il Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Turchi ha diffuso un comunicato “sulle cosiddette ‘elezioni presidenziali’ organizzate dal regime illegale nel territorio della Repubblica di Azerbaigian”, che riportiamo nella nostra traduzione italiana dall’inglese:
«Il Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Turchi esprime la sua profonda preoccupazione per le cosiddette “elezioni presidenziali” organizzate il 9 settembre 2023 dal regime illegale creato dall’Armenia nella regione del Karabakh della Repubblica di Azerbajgian.
Condanniamo fermamente questo atto provocatorio definendolo una grave violazione del diritto internazionale, nonché della Costituzione e delle leggi dell’Azerbajgian, che mina la pace e la stabilità nella regione. Allo stesso tempo, elogiamo gli sforzi dell’Azerbajgian volti a reintegrare i residenti Armeni della regione del Karabagh nel suo sistema costituzionale.
Il Segretario Generale ribadisce che la regione del Karabakh fa parte dell’Azerbajgian e del mondo turco, e pertanto invita ad astenersi da qualsiasi azione che possa ostacolare il processo di normalizzazione tra Azerbajgian e Armenia, e sollecita ad impegnarsi in un dialogo costruttivo».

L’Unione Europea ha rilasciato una dichiarazione in merito all’elezione del Presidente della Repubblica di Artsakh, sposando la linea della Repubblica di Baku. Nabira Masrali, Portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea, ha scritto: «Per quanto riguarda le cosiddette “elezioni presidenziali” del 9 settembre 2023 a Stepanakert, l’Unione europea riafferma di non riconoscere il quadro costituzionale e giuridico per lo svolgimento delle elezioni. Allo stesso tempo, l’Unione Europea ritiene importante che gli Armeni del Karabakh si uniscano attorno a una leadership di fatto che abbia la capacità e la volontà di impegnarsi in discussioni efficaci con Baku. L’Unione Europea è impegnata a sostenere questo processo».

Non solo l’Unione Europea troppo spesso tace riguardo all’Artsakh/Nagorno-Karabakh, ma alza la voce nel momento peggiore possibile. L’atteggiamento dell’Unione Europea riguardo alla situazione degli Armeni che vivono nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh è vergognoso.

L’Ambasciatore del Regno Unito in Azerbajgian fa eco alle esatte parole della Repubblica di Baku sull’elezione del Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, anche in lingua azera: «La Gran Bretagna non riconosce le cosiddette “elezioni presidenziali” tenutesi in Karabakh il 9 settembre. Sosteniamo la sovranità e l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, sottolineando l’importanza dei principi e delle norme del diritto internazionale».

L’Ufficio stampa e informazione del governo tedesco ha diffuso un messaggio riguardante la conversazione telefonica tra il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan: «Il Cancelliere Scholz ha avuto oggi una conversazione telefonica con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan. Al centro dell’attenzione è stata la situazione di tensione creatasi nella regione di confine tra Armenia e Azerbajgian. Il Cancelliere federale ha espresso la sua profonda preoccupazione per la tensione in costante aumento nelle ultime settimane, in particolare per la circolazione delle unità militari. Il governo federale esorta fortemente ad astenersi da qualsiasi escalation militare. Ora è necessario raggiungere rapidamente un accordo sulla fornitura di aiuti umanitari alla popolazione del Nagorno-Karabakh, compresa l’apertura del Corridoio di Lachin. Il conflitto tra Armenia e Azerbaigian può essere risolto solo attraverso la diplomazia. ora tutti dovrebbero lavorare in modo costruttivo per raggiungere questo obiettivo senza indugio».

L’assedio del regime autocratico della Repubblica di Baku
ha trasformato il giardino montuoso
in una cupa prigione all’aperto.

Per gli Armeni dell’Artsakh con gli Azeri-Turchi
è come scrisse Ugo Foscolo, morto il 10 settembre 1827:
«Io non odio persona alcuna,
ma vi sono uomini
ch’io ho bisogno di vedere soltanto da lontano».

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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