271° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il trattamento riservato all’Armenia e all’Artsakh è motivo di vergogna a livello internazionale

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.09.2023 – Vik van Brantegem] – Ricordiamo a tutti coloro che parlano di “ambedue le parti” (non indicando chi è l’aggressore – l’Azerbajgian – e chi sono le vittime – l’Artsakh e l’Armenia) e “negoziati di pace”, che cibo e assistenza medica non potranno mai far parte di un accordo di pace. Rendere le persone dipendenti dalla fase del processo di negoziazione per il cibo e l’assistenza medica, che è un diritto umano fondamentale, non è mai una soluzione ad alcun problema.

Una torta nel #ArtsakhBlockade.

«L’amore in una fetta di formaggio, Artsakh. “Ogni giorno tagliavo un pezzo dall’ultima fetta di formaggio e lo lasciavo a lei (la moglie). E lei ne tagliò un altro pezzo, lasciando la fetta a me. Ora l’ultimo pezzo di pane. Dobbiamo quindi porre fine a questa questione”. Colloqui nel blocco #Artsakhblockade» (Lika Zakaryan, giornalista freelance di Artsakh, autore del libro 44 giorni: diario di una guerra invisibile, co-autore del documentario sulla guerra dell’Artsakh Repubblica invisibile).

«Parlando oggi con la madre di una bambina piccola, le ho chiesto se sua figlia ha già iniziato l’asilo. “Questo avrebbe dovuto essere il suo primo giorno di scuola in assoluto, ma è chiusa”. Questa è la storia di solo uno dei 30.000 bambini che vivono sotto il blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbajgian» (Gev Iskajyan).

Accettare la proposta dell’Azerbajgian della “strada di Aghdam” (per la fornitura di “aiuti umanitari”) sì o no in alternativa/complementare al “Corridoio di Lachin” chiuso dall’Azerbajgian dalle ore 10.30 del 12 dicembre 2022 e non permette di entrare gli aiuti umanitarie dal ponte Hakari, è semplicemente osceno. Significa imporre “trattative” per l’integrazione forzata dall’Artsakh in Azerbajgian, in violazione dei diritti umani, del diritto umanitario internazionale e del diritto all’autodeterminazione del popolo di Artsakh.

A differenza dell’Azerbajgian sul territorio sovrano dell’Armenia, l’Armenia che non ha pretese sul territorio sovrano dell’Azerbajgiano, mentre l’Azerbajgian viola i diritti dell’Artsakh con la forza e la minaccia della forza.

Il trattamento riservato all’Armenia e all’Artsakh da coloro che la circondano è motivo di vergogna a livello internazionale. Ancora una volta, i crimini di una nazione ricca di risorse vengono ignorati, e un popolo con una storia così ricca e lunga ne paga il prezzo.

L’Esercito di Difesa della Repubblica di Artsakh smentisce il rapporto dell’Azerbaigian di essere stato “contrastato” mentre lavorava sulle trincee lungo la linea di contatto nell’area di Askeran/Aghdam: «La dichiarazione diffusa dal Ministero della Difesa dell’Azerbajgian afferma che l’8 settembre intorno alle ore 00.25 , le forze di difesa dell’Artsakh hanno effettuato lavori di fortificazione nella regione di Askeran che presumibilmente erano stati sospesi dalle forze armate azere è un’altra disinformazione». Tali rapporti da parte azere sono diventati un evento quotidiano negli ultimi due mesi o più, cambiando la dinamica delle semplici accuse di violazione del cessate il fuoco. Sebbene non siano stati verificati in modo indipendente, riflettono la crescente tensione tra le parti.

Secondo il giornalista Abbas Juma, nel contesto dell’escalation armeno-azera, è arrivato un rapporto dall’Iran secondo cui un drone Shahed 171 da ricognizione è stato avvistato nel cielo vicino a Syunik e ai confini di Iran, Azerbajgian e Armenia.

I servizi segreti siriani condivideranno informazioni sui mercenari con l’Armenia

Secondo fonti strettamente legate al Maggiore Generale Ali Mamluk, Capo del Dipartimento di sicurezza nazionale siriano, è stato riferito che i servizi segreti siriani forniranno all’Armenia dati di intelligence riguardanti mercenari affiliati a gruppi filo-turchi che operano nelle regioni del Paese occupate dalla Turchia. Questi mercenari potrebbero potenzialmente essere trasferiti dalla Turchia in Azerbajgian in caso di guerra. Vale la pena notare che la Siria ha tradizionalmente mostrato sostegno all’Armenia nel conflitto con l’Azerbajgian e la Turchia.

I membri dell’Organizzazione degli Stati Turchi discutono della “gestione dell’emergenza” a Baku, mentre l’Azerbajgian stesso sta effettivamente creando un disastro umanitario, condannando con il #ArtsakhBlockade gli Armeni dell’Artsakh alla carestia.

Erdoğan ha definito “provocatorio” il comportamento dell’Armenia

Il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan si è espresso ancora una volta in modo errato nel suo discorso sull’Armenia. Secondo Anadolu, Erdoğan, riferendosi alle sfide che minacciano la stabilità nella regione, si è riferito anche all’Armenia, sostenendo che la sensibilità degli equilibri è preservata soprattutto grazie al comportamento “provocatorio” dell’Armenia nel Caucaso.

La Commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti terrà la prossima settimana un’audizione sul blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian

Il Senato degli Stati Uniti ha annunciato che la Commissione per le relazioni estere al completo terrà un’audizione per “valutare la crisi nel Nagorno-Karabakh”, giovedì 14 settembre 2023 alle ore 10.00. Verranno ascoltato due funzionari dell’Ufficio per gli affari europei ed eurasiatici del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti: la Signora Yuri Kim, Segretario aggiunto facente funzioni, e il Signor Lou Bono, Consulente senior per i negoziati sul Caucaso.

Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Armenia
7 settembre 2023

Il Ministero degli Esterni armeno ieri ha rilasciato una dichiarazione – che riportiamo nella nostra traduzione italiana dall’inglese – in cui sottolinea che l’Armenia resta impegnata nell’agenda di pace e stabilità nel Caucaso meridionale, sottolineando al contempo la necessità di segnali verbali e pratici simili da parte di Baku. Inoltre, che il blocco del Corridoio di Lachin, la crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh e l’assenza del dialogo Baku-Stepanakert nell’ambito di un meccanismo internazionale non contribuiscono al miglioramento dell’atmosfera nella regione.

Per quanto riguarda la dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian dopo il discorso del Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan alla riunione del governo armeno del 7 settembre 2023, riteniamo necessario sottolineare quanto segue.
Gli stessi utenti azeri delle reti sociali e dei media hanno pubblicato informazioni sull’accumulo di truppe azerbajgiane vicino al confine armeno-azerbajgiano e lungo la linea di contatto nel Nagorno-Karabakh, il che è confermato anche da informazioni provenienti da altre fonti.
Nel suddetto discorso, il Primo Ministro armeno ha dichiarato che l’Armenia è impegnata a rispettare gli accordi raggiunti il 6 ottobre 2022 a Praga, il 31 ottobre 2022 a Sochi e il 14 maggio 2023 a Brussel, che hanno confermato il reciproco riconoscimento incondizionato da Armenia e Azerbajgian della reciproca integrità territoriale. L’Armenia non ha rivendicazioni territoriali contro l’Azerbajgian e si aspetta lo stesso dall’Azerbajgian, che non ha ancora confermato pubblicamente il proprio impegno nei confronti di questi accordi.
L’Armenia non è interessata ad una escalation militare, ha proposto meccanismi per escludere tali rischi, ma finora non ha ricevuto risposte. L’Armenia è pronta a discutere anche l’introduzione di altri meccanismi efficaci.
L’Armenia è pronta a continuare a compiere sforzi attivi per completare il lavoro sulla bozza dell’accordo do pace e la normalizzazione delle relazioni con l’Azerbajgian e firmarlo il prima possibile.
L’Armenia è impegnata e resta impegnata nell’agenda di pace e stabilità nel Caucaso meridionale, sottolineando al contempo la necessità di segnali verbali e pratici simili da parte di Baku.
È ovvio che il blocco del Corridoio di Lachin, la crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh e l’assenza del dialogo Baku-Stepanakert nell’ambito di un meccanismo internazionale non contribuiscono al miglioramento dell’atmosfera nella regione.

Il Ministro degli Esteri azero ha lanciato false accuse contro l’Armenia durante l’incontro con il Rappresentante speciale del Ministero degli Esteri russo

Il Ministro degli Esteri azerbajgiano, Jeyhun Bayramov, ha ricevuto il co-Presidente russo del Gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Igor Khovaev, Rappresentante Speciale del Ministero degli Esteri russo per le questioni delle relazioni armeno-azerbajgiani. Durante l’incontro Bayramov ha lanciato false accuse contro l’Armenia. Secondo l’agenzia statale azera News.am, Bayramov ha accusato l’Armenia di provocazioni, cosa che sta facendo Baku. Secondo i media statali azeri, Bayramov ha continuato a fornire al diplomatico russo informazioni errate sulle azioni della parte armena, che presumibilmente minano gli sforzi volti a stabilire una pace stabile nella regione. Allo stesso tempo, il Ministro degli Esteri azero ha dimenticato di ricordare numerosi crimini, nonché violazioni dei punti della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, che si riferiscono al ritorno dei prigionieri di guerra e di altri detenuti, nonché al mantenimento del regime di controllo russo degli accessi al Corridoio di Lachin e che l’Artsakh è sotto blocco da 9 mesi.

«L’Azerbajgian deve porre fine immediatamente al blocco umanitario del Corridoio di Lachin, la fame e l’espulsione non possono essere una base per una convivenza pacifica» (Michael Roth, Presidente della Commissione per gli Affari Esteri del Bundestag tedesco).

Parole al vento senza significato nel mondo reale dell’Artsakh. Il tempo delle parole è scaduto da 9 mesi. Poi, non si tratta di un blocco “umanitario”, ma di un blocco tout court. Il Corridoio di Lachin deve essere aperto in ambedue le direzioni senza ostacoli (quindi le forze armate dell’Azerbajgian devono uscire dal corridoio) per persone, merci e veicoli. Ripetiamolo: non solo per traffico “umanitario”.

Il deputato repubblicano del Texas, Patrick Edward “Pat” Fallon, ha dichiarato che le parole devono essere trasformate in azioni e che il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, deve essere ritenuto responsabile della sua campagna di pulizia etnica nell’Artsakh. Così ha risposto Fallon alla (ennesima) conversazione telefonica tra il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, e Aliyev, durante la quale Blinken ha ripetuto l’appello per l’apertura del Corridoio di Lachin. Aliyev ha archiviato con cura questo appello con i precedenti: nel bidone dei rifiuti (sicuro, l’ha detto lui stesso mesi fa che è questo il destino degli appelli).
«Il Segretario di Stato Blinken chiede giustamente la fine del blocco del Corridoio di Lachin, ma queste parole devono essere seguite da azioni significative, soprattutto perché la crisi umanitaria nell’Artsakh continua a peggiorare», ha scritto Fallon in un post sul suo account Twitter.
Il deputato ha sottolineato l’importanza di assicurare alla giustizia il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, per l’instaurazione della pace: «I crimini di Aliyev contro l’umanità e la sua deliberata campagna di pulizia etnica nell’Artsakh devono avere delle conseguenze», ha scritto, aggiungendo che la pace non sarà stabilita nel Caucaso se «Aliyev non sarà ritenuto responsabile dell’aggressione dell’Azerbajgian contro il popolo armeno».

L’Azerbaigian usa la fame come strumento per distruggere gli Armeni. L’intervista del Ministro degli Esteri dell’Artsakh al quotidiano francese Ouest-France

Il Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh, Sergey Ghazaryan, ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese Ouest-France, che riportiamo di seguito nella nostra traduzione italiana.

Qual è la situazione nella Repubblica di Artsakh dalla fine della guerra del 2020?
L’Azerbajgian continua la sua retorica minacciosa e la politica genocida contro gli Armeni. Innanzitutto, il 9 gennaio 2022 è stata interrotta la fornitura di elettricità dall’Armenia all’Artsakh e poi, a metà marzo, anche la fornitura di gas. Successivamente, la parte azera ha istituito un posto di blocco illegale nel Corridoio di Lachin. Dal 15 giugno l’unica strada che collega l’Artsakh all’Armenia è completamente bloccata per persone, cibo, medicinali e altri beni essenziali.

Quali sono le conseguenze del blocco?
Le famiglie vengono separate dall’una e dall’altre parre, il normale funzionamento degli ospedali viene interrotto. A causa della mancanza di carburante, i lavoratori agricoli non possono coltivare la terra. Inoltre, sono presi di mira quotidianamente dalle forze armate dell’Azerbajgian, che mirano a ostacolare qualsiasi tipo di attività economica nell’Artsakh e ad aggravare ulteriormente la carestia. Questo è un disastro umanitario.
Le nostre scorte sono esaurite. abbiamo solo una scorta di farina e pane per pochi giorni. La causa di una morte su tre nell’Artsakh è la fame e la malnutrizione. Immaginate cosa accadrà se a questo blocco non verrà posto fine. È necessario adottare misure immediate, altrimenti sarà troppo tardi.

Secondo lei la carestia è organizzata in modo deliberato?
Sì, i maggiori esperti internazionali definiscono la situazione come un genocidio. L’Azerbajgian usa la fame come strumento per annientare gli Armeni.

Come si può prevenire questo genocidio?
I leader dei Paesi e l’ONU devono dar prova di volontà politica. La comunità internazionale ha l’obbligo e la capacità di prevenire i genocidi. Le organizzazioni internazionali competenti sono adeguatamente informate sulla situazione nell’Artsakh. Dovrebbero farne una valutazione obiettiva. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite può adottare una risoluzione adeguata che invita l’Azerbajgian a porre fine al blocco. Le organizzazioni internazionali dovrebbero imporre sanzioni ai responsabili del blocco e inviare aiuti umanitari con tutti i mezzi possibili, anche per via aerea.
Facciamo appello al mondo libero e progressista affinché tuteli i diritti delle persone e dei popoli. Non perdiamo tempo, perché, dopo tutto, si tratta di prevenire il genocidio.

Bloccare gli aiuti umanitari a NK è una violazione dei diritti umani

Il Partito Europeo dei Verdi ha scritto in un post su Twitter: «Situazione critica nel Corridoio di Lachin. Le forze azere bloccano l’ingresso degli aiuti umanitari nel Nagorno-Karabakh. È una violazione dei diritti umani». Inoltre, si sottolinea anche l’appello del Ministro degli Esteri tedesco, Annalena Berbock, all’Azerbajgian e alla Russia di aprire il Corridoio di Lachin per agli aiuti umanitari.

Un dipendente della Società della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian è stato visto frequentare campi militari in stile “gioventù hitleriana”. Questo per quanto riguarda l’“indipendenza”, come se qualsiasi organizzazione in Azerbajgian potesse esistere senza approvazione del Presidente autocratico Ilham Aliyev.

«50 rabbini europei hanno inviato una lettera al Presidente dell’Armenia e a Nikol Pashinyan chiedendo loro di onorare le terribili sofferenze umane subite dal popolo ebraico e di smettere immediatamente di usare espressioni come “genocidio” e “pulizia etnica” per scopi politici nel conflitto con l’Azerbajgian» (Rahman Mustafaev, Ambasciatore dell’Azerbajgian nel Regno dei Paesi Bassi).

Della lettera del Centro Rabbinico d’Europa (RCE) alla leadership armena abbiamo riferito ieri [QUI].

Ricordiamo che l’8 agosto 2023 in un articolo su Le Point, lo storico e saggista ebreo Marc Knobel si è indignato per l’imminente Conferenza dei Rabbini europei, presieduta dal Rabbino Pinchas Goldschmidt, che si terrà a novembre in Azerbajgian, Paese aggressore dell’Armenia e dell’Artsakh: «Rabbini, mi vergogno e sono ebreo» [QUI]. La Conferenza dei Rabbini Europei che si terrà in Azerbaigian a novembre, denuncia Marc Knobel.

Questi idioti a Baku non si rendono neanche conto di quanto tutto questo sia controproducente e si stia per rivelarsi un boomerang. Stanno utilizzando come arma la memoria della Shoah per far sparire dalla cronaca le accuse di genocidio nel #ArtsakhBlockade. Ma sbagliano: non è Nikol Pashinyan che lo chiama genocidio, ma la comunità internazionale. Il fatto che il #ArtsakhBlockade sia genocidio in atto non è solo l’opinione degli Armeni, è l’opinione di esperti, ovvero studiosi e storici del genocidio indipendenti e non affiliati al governo. E lo scrive anche l’ebreo Marc Knobel: «Rabbini e cari amici, sapete che l’Azerbajgian sta effettuando la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh».

La Prof.ssa Brenda Shaffer ha scritto in un post su Twitter: «L’Armenia ha lanciato i missili balistici Iskander di fabbricazione russa contro la capitale dell’Azerbajgian, Baku, negli ultimi giorni delle ostilità nel novembre 2020. Tuttavia, le forze azere hanno intercettato il missile con un sistema di difesa aerea Barak-8 acquistato da Israel Aerospace Industries».

Ringraziamo la Prof.ssa Brenda Shaffer, lobbysta di lunga data per il regime genocida dell’Azerbajgian, per aver dimostrato ancora una volta che l’avidità di Israele è quella di assistere l’Azerbajgian per un secondo genocidio armeno.

Nella foto sopra si puoi vedere chiaramente il Ministro delle Difesa dello Stato di Israel, Yoav Gallant, che guarda la foto di Artsakh, godendo della fame degli Armeni.

Israel è complice dei crimini dell’Azerbajgian, quindi co-responsabile del genocidio armeno 2023. Vergogna, si tradiscono se stessi per 30 denari e il gas azero/russo.

Segnaliamo

Preparativi di guerra in Azerbajgian per il Nagorno-Karabakh di Mariano Giustino – The Huffington Post, 7 settembre 2023 [QUI]: «Il rischio di escalation nel Caucaso meridionale è concreto: Israele e Turchia inviano armi agli Azeri; l’Armenia si ritira dal CSTO, prende le distanze dal suo alleato di lunga data, la Russia, a causa del tradimento subito per la indifferenza davanti all’aggressività di Baku. Il momento migliore per fermare una guerra è prima che inizi e forse è quello che avrà pensato il Presidente francese Emmanuel Macron che, secondo fonti armene, è atteso a Yerevan il 9 e il 10 settembre e subito dopo dovrebbe recarsi nella capitale azera. Ci sono molteplici segnali che indicano un enorme aumento di movimenti di truppe in Azerbajgian al confine con l’Armenia».

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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