268° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. «Non sono nato in Armenia, ma l’Armenia è nata in me»

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 05.09.2023 – Vik van Brantegem] – «Hanno provato a seppellirci… Non sapevano che eravamo semi… Ci hanno dato un destino…» (Nanou Likjan).

++++ L’Armenia richiama il suo rappresentante nell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva
Viktor Biyagov è stato richiamato dalla carica di Rappresentante permanente e plenipotenziario dell’Armenia presso la Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Il Presidente armeno Vahagn Khachaturyan ha firmato il decreto per richiamare Victor Biyagov. Il decreto afferma che Biyagov è stato richiamato “sulla base della raccomandazione del Primo Ministro, in conformità con l’articolo 132, parte 1, comma 2 della Costituzione e l’articolo 14 della legge sul servizio diplomatico”.
Con altri due decreti, il Presidente ha nominato Biyagov Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Armenia nel Regno dei Paesi Bassi e Rappresentante permanente della Repubblica di Armenia presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. ++++

++++ L’Armenia invia aiuti umanitari all’Ucraina per la prima volta dall’inizio della guerra russo-ucraina
L’entità e il tipo degli aiuti, così come l’organizzazione che li ha inviati in Ucraina, non sono stati ancora annunciati ufficialmente. Domani a Kiev inizierà il “Terzo Summit delle First Ladies and Gentlemen”, al quale parteciperà anche la moglie del Primo Ministro armeno, che consegnerà personalmente gli aiuti. I nomi di alcune first lady e signori partecipanti sono già stati pubblicati sulle pagine social ufficiali del vertice, ma il nome della moglie del Primo Ministro armeno non è ancora nell’elenco. Il Ministero degli Affari Esteri e il Governo dell’Armenia non si sono ancora espressi ufficialmente su queste informazioni. ++++

«La gente dell’Artsakh può servire da esempio con la loro umanità e i loro valori eccezionali al mondo “civilizzato”. Qualcuno ha perso il tagliando del pane a Stepanakert. Una donna che l’ha trovato, ha scritto un post sui social cercando di rintracciare il proprietario. Tagliando pane, 0,5 pagnotta di pane… #ArtsakhBlockade» (Irina Safaryan).

«Anno 1941: la norma del consumo quotidiano di pane nei campi di concentramento era di 300 g a persona. Anno 2023: la vendita del pane in Artsakh da oggi avviene tramite tagliandi per 200 g di pane al giorno per persona» (Yeraz Yera).

«Ho visto una donna in lacrime oggi. Quando le ho chiesto cosa c’era che non andava, lei ha risposto: “Ho aspettato in fila per un pezzo di pane per 4 ore. Quando è arrivato il mio turno, era finito”. Questa è la vita sotto il blocco per 120.000 persone nell’Artsakh» (Gev Iskajyan).

Nessuno dovrebbe essere costretto a stare in fila 4 ore per un tozzo di pane solo per tornare a casa a mani vuote. Due volte: una volta per il tagliando, un’altra volta per il pane, se c’è…

«Poiché è difficile trovare del pane in Artsakh, tutti i nostri vicini hanno raccolto tutto ciò che avevano in casa (un po’ di farina, un po’ di sale, un po’ di lievito) e hanno cotto dei pezzi di pane. Ognuno di loro ha ricevuto 1 e un quarto pagnotta di pane. Questo mia madre l’ha portato a casa per la nostra famiglia» (Lika Zakaryan, giornalista freelance di Artsakh, autore del libro 44 giorni: diario di una guerra invisibile, co-autore del documentario sulla guerra dell’Artsakh Repubblica invisibile).

Il pattugliamento sulla strada Akna (Aghdam)-Askeran prosegue con un programma che coinvolge i residenti di Askeran, Stepanakert e altri distretti dell’Artsakh.

Per l’Artsakh è accettabile sola la comunicazione senza ostacoli attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin), che è stato concordato con la Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 come unico collegamento tra Armenia e Artsakh e non ha alternative, ha affermato il Ministero degli Esteri dell’Artsakh.

Gli sedicenti “eco-attivisti”, che 9 mesi fa hanno bloccato la strada della vita dell’Artsakh – il Corridoio di Berdzor (Lachin) – si sono riciclato come sedicenti “volontari umanitari” della Mezzaluna Rossa azera e ora stanno partecipando ad uno spettacolo con i cosiddetti “camion con farina umanitaria” sulla linea di contatto ad Askeran.

La realtà è, che il #ArtsakhBlockade con la chiusura del Corridoi di Berdzor (Lachin) fa parte della continuazione da parte dell’Azerbajgian del genocidio armeno. I Turchi fanno quello che hanno fatto per millenni: guerra, omicidio e genocidio. Il modo in cui reagiamo, sapendolo, è ciò che farà la differenza.

Renata Alt, Presidente della Commissione per i diritti umani e l’aiuto umanitario del Bundestag tedesco, ha dichiarato: «La situazione nel Nagorno-Karabakh è motivo di grande preoccupazione e sto monitorando da vicino gli sviluppi nella regione», ha dichiarato Alt in risposta ad una domanda dell’agenzia Haypress. Ha affermato che è impegnata in discussioni con i decisori politici e le organizzazioni non governative per affrontare e migliorare la situazione. Assicura che continuerà a impegnarsi per salvaguardare i diritti umani della popolazione del Nagorno-Karabakh. Ha aggiunto che l’Unione Europea può esercitare una pressione efficace sull’Azerbajgian solo attraverso sforzi uniti e concentrati.
Alt ritiene necessario che il Consiglio Europeo e la Commissione Europea prendono l’iniziativa per imporre sanzioni personali contro i responsabili del blocco azero dell’Artsakh.

Mentre aumentano sempre di più gli appelli al regime “umanitario-filantropico con la farina da Aghdam” azero di porre fine al blocco genocida dell’Artsakh, il glorioso comandante in capo delle forze armate azere e autocrate di Baku sta intensificando i crimini di guerra e le minacce di aggressione dell’Azerbajgian, non solo contro l’Artsakh ma anche contro l’Armenia. Inoltre, le sue ambizioni pan-turche ampliano costantemente l’elenco delle aree che presumibilmente stanno diventando spontaneamente e intrinsecamente “azerbajgiane”.

Mentre la notizia del #ArtsakhBlockade si è diffusa a macchia d’olio, soprattutto grazie ai social network, e ha ottenuto il riconoscimento internazionale, l’Azerbajgian non solo ha tenuto gli Armeni dell’Artaakh sotto un blocco genocida, ma ha intensificato le sue minacce di attacco, con rivendicazioni ingiuste di invasione contro l’Armenia, mentre concentra truppe e armi sulla linea di contatto, come riferiscono le fonti giornalistiche che si moltiplicano, secondo le quali l’Azerbajgian sta concentrando su larga scala truppe, munizioni e attrezzi militari sulla linea di contatto con l’Armenia e con l’Artsakh.

++++ L’Esercito di Difesa della Repubblica di Artsakh ha diffuso filmati che documentano il movimento e la concentrazione dell’equipaggiamento militare delle forze armate dell’Azerbajgian lungo l’intera linea di contatto tra l’Artsakh e l’Azerbajgian. L’Esercito di Difesa dell’Artsakh riferisce che l’ondata di disinformazione diffusa dall’Azerbajgian negli ultimi giorni sta preparando il terreno per un’altra provocazione. Nelle ultime 24 ore, sono stati rilasciati filmati dei movimento delle forze armate dell’Azerbajgian che spostavano attrezzature militari chiave con il pretesto di addestramenti ed esercitazioni militari.
Le riprese video mostrano chiaramente il SandCat, un veicolo corazzato composito, l’obice da 122 mm 2A18 (D-30) e il lanciarazzi multiplo TOS-1A Solntsepyok, in grado di utilizzare testate termobariche.
[QUI] ++++

Sono stati avvistati in Azerbajgian convogli militari azeri con nuovi segni di identificazione (una ∀) sulle strade verso le regioni di confine con l’Armenia, trasportando anche radar e sistemi di guerra elettronica.

Sono sempre più numerosi i video e le foto amatoriali sui social azeri, che mostrano colonne di attrezzature militari e truppe trasportate. Potrebbe essere un’altra minaccia provocatoria da parte di Baku per ottenere ulteriori concessioni dall’Armenia.

Però, le notizie del rafforzamento militare dell’Azerbajgian in questi giorni, non fanno altro che aumentare il timore di una nuova escalation e di essere sull’orlo di un pericolo imminente.

Anche se non abbiamo trovato una spiegazione da parte azera del motivo per l’uso di questo simbolo ∀, teniamo presente che in matematica ∀ significa “per ogni”, “ogni”, “per tutti”. Infatti, il simbolo è una A rovesciata, che deriva dall’inglese “all” (tutto). Poi, che anche Armenia, Artsakh e Azerbajgian iniziano con una A, non potrà essere una coincidenza.

Possiamo pensare ad una analogia con le lettere Z, V e O sui veicoli militari delle forze armate russe coinvolte nell’invasione russa dell’Ucraina del 2022. Tali simboli sarebbero stati ideati con l’intento di distinguere i mezzi della Federazione Russa da quelli dell’Ucraina, dato che entrambe le nazioni utilizzano numerosi veicoli e armamenti simili, molto spesso nati da progetti risalenti al periodo dell’Unione Sovietica, o direttamente dell’epoca. La stessa cosa vale per le forze armate azere e armene.

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 le lettere V e O sono stati utilizzati dalle forze armate russe sui mezzi impiegati nel fronte settentrionale e nelle aree prossime alla capitale ucraina, mentre le forze dispiegate nel Donbass e dalla Crimea presentano principalmente la lettera Z. Quindi, i simboli sembrano corrispondere all’area in cui operavano i veicoli.

Le lettere sono stati poi rilanciati dalla propaganda come simboli militaristi del supporto alle forze russe. Il 3 marzo 2022 il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che Z è un’abbreviazione della frase “per la vittoria” (in russo “za pobedu”), mentre V sta per “la nostra forza è nella verità” (in russo “sila v pravde”) e “il compito sarà completato” (in russo “zadača budet vypolnena”). Il Ministero della Difesa in seguito suggerì significati alternativi per Z, incluso “per la pace” (in russo “za mir”), “per la verità” (in russo “za pravdu”) e la lettera Z all’interno delle parole inglesi demilitarizzazione e denazificazione, che il presidente russo Vladimir Putin ha affermato essere lo scopo dell’invasione. Un’altra interpretazione di Z è la parola russa per occidente (in russo “zapad”), per designare il distretto militare occidentale o la fanteria diretta a ovest, e di V che sta allo stesso modo per la parola “est (in russo “vostok”).

Gli aerei cargo azeri continuano a volare da e verso la base aerea di Ovda in Israele. Un altro aereo da trasporto militare, un Il-76 della Silk Way Airlines, è decollato da Baku verso la base aerea di Ovda. Nelle ultime settimane sono stati osservati quattro voli che trasportavano armi israeliane all’Azerbajgian.

Ricordiamo come Hikmet Hajiyev, il capo bugiardo della macchina di propaganda di Ilham Aliyev, disse durante la guerra dei 44 giorni del 2020 che quegli aerei allora trasportavano “frutta e verdura”.

Considerati i recenti sviluppi con l’Armenia e l’Artsakh, la guerra non può essere esclusa, tenendo presente anche gli aerei cargo della NATO proveniente dalla Turchia e gli aeri con le armi israeliane dirette a Baku, nel mezzo della mobilitazione dell’Azerbajgian in corso.

Va tenuto conto anche della realtà, che tre giorni fa gli Stati Uniti/NATO hanno concluso la loro esercitazione di addestramento con l’Azerbajgian. Anche la Turchia/NATO sta addestrando le forze armate azere. Ora le truppe azere si stanno schierando lungo la linea di contatto con l’Armenia e l’Artsakh, rafforzando le opere militari nelle porzioni dell’Armenia occupate, principalmente vicine al collegamento più breve tra Nakhichevan e i territori occupati dell’Artsakh.

Inoltre, va tenuto presente che il governo armeno ha consentito all’Azerbajgian di utilizzare lo spazio aereo dell’Armenia per la consegna quotidiana di armi, che verranno usati contro gli Armeni dell’Artsakh e dell’Armenia.

L’Azerbajgian sta concentrando le sue forze armate vicino alla regione di Syunik dell’Armenia. L’Azerbajgian non è un membro della NATO, ma ha appena finito di prepararsi, con l’aiuto degli Stati Uniti/NATO e la Turchia/NATO per invadere l’Armenia e pulire etnicamente l’Artsakh. Gli USA e l’Unione Europea hanno reso incredibilmente chiaro che i loro interessi sono esplicitamente allineati con l’Azerbajgian e la Turchia. Idem la Federazione Russa. Persino l’Iran non è più così esplicito nel difendere i confini dell’Armenia.

L’attività aggressiva dell’Azerbajgian è evidente in più direzioni contemporaneamente, ha affermato il deputato armeno Tigran Abrahamyan sulle sue piattaforme di social media. In concreto ha sottolineato che, nonostante la principale aggressione azera si sia concentrata nella direzione di Sotk all’inizio di settembre, l’Azerbajgian continua a mostrare contemporaneamente attività anche dal Nakhchevan. Il comportamento aggressivo dell’Azerbajgian può essere attribuito a diversi fattori, che vanno dalle provocazioni della Turchia alle dinamiche interne al processo negoziale. Ciò suggerisce che i cambiamenti nella situazione potrebbero portare a conseguenze imprevedibili nella regione, ha concluso Tigran Abrahamyan.

«Appello al personale militare! Fratelli, noi crediamo in voi e siamo sempre con voi. Abbiamo una richiesta per voi: non scattare video o foto nei luoghi in cui vi trovate dislocato. Anche se avete scattato le foto, non condividerle sui social network. Prima di tutto, mettete in pericolo la vita vostra e dei vostri compagni. Può interrompere i piani di battaglia generali e causare pesanti perdite. La parte nemica monitora attivamente i profili dei social network appartenenti ai soldati azeri, analizza i video che condividono e scopre le loro posizioni».

Questo post sui social azeri dimostra la preparazione dell’Azerbajgian all’aggressione militare contro l’Artsakh e l’Armenia. L’Azerbajgian vuole attaccare e rivendicare l’Armenia. Il regime genocida azero ha tenuto gli Armeni dell’Artsakh sotto blocco da quasi 9 mesi, usando la fame come strumento per pulire etnicamente la regione e prenderne il controllo. Mentre gli Armeni e quasi tutti gli Stati del mondo chiedono l’apertura del Corridoio di Lachin e attirano l’attenzione sul #ArtsakhBlockade, l’Azerbajgian sta radunando truppe, armi e attrezzature militari per attaccare l’Armenia e l’Artsakh. Ad Aliyev e Erdoğan non piace l’attenzione negativa che la militarizzazione dalla la fame e il genocidio in Artsakh sta guadagnando sulle piattaforme internazionali. Vogliono controllare la narrazione.

«La dittatura dell’Azerbajgian pretende da BBC World di scusarsi per aver (finalmente) denunciato il loro genocida #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian è arrabbiato perché tutto il denaro investito nella pubblicità non è riuscito a comprare il silenzio. Ma “funziona” bene nel caso della CNN: 0 reportage televisivi in 9 mesi» (Nara Matinian).

Contrariamente a quanto circolava nei giorni scorsi, non è stata ancora fissata la data per la sessione dell’Assemblea Nazionale della Repubblica di Artsakh riguardante le elezioni presidenziali, ha riferito il servizio stampa dell’Assemblea Nazionale. Secondo la Costituzione della Repubblica di Artsakh, in caso la carica di Presidente diventa vacante durante uno stato di guerra, l’Assemblea Nazionale deve eleggere un nuovo Presidente non prima di 7 giorni e non oltre 10 giorni dopo la vacanza si verifica.

Il Comando del Contingente di mantenimento della pace russo nel Nagorno-Karabakh ha annunciato ufficialmente che il nuovo Comandante del Contingente, il Maggiore Generale Kirill Denisovich Kulalov, è entrato in carica dal 3 settembre 2023.

Dmitry Peskov, il Portavoce del Presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato che la Russia apprezza il suo rapporto costruttivo con l’Armenia. Tuttavia, ha espresso disaccordo con le affermazioni del Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, riguardo all’efficacia della missione di mantenimento della pace russa in Nagorno-Karabakh, durante l’intervista con la Repubblica, di cui abbiamo riferito ieri [QUI]. «Noi teniamo in grande considerazione il Primo Ministro Pashinyan e apprezziamo il rapporto positivo tra lui e il Presidente Putin. Tuttavia, ci troviamo in disaccordo con il punto di vista del Primo Ministro Pashinyan su questo argomento. La Russia è parte integrante e inseparabile di questa regione, il che rende impossibile per noi di disimpegnarci dall’Armenia», ha dichiarato Peskov ai media. Peskov ha inoltre esortato a «non dimenticare che ci sono più Armeni che vivono in Russia che in Armenia», sottolineando che molti di queste persone sono devoti cittadini della Federazione Russa.

Intanto, mentre Pashinyan mette in guardia contro la Russia, l’Azerbajgian sta gettando le basi per un attacco su larga scala contro l’Artsakh e l’Armenia, dove sono presenti le forze armate russe.

«Il Cremlino prosegue con la sua falsificazione e distorsione dei fatti rispondendo alle ultime accuse del Primo Ministro armeno. L’agenzia TASS ha parlato con una presunta fonte diplomatica (probabilmente Putin, Lavrov o Zakharova), che ha detto che il modo in cui Nikol Pashinyan ha parlato di Mosca nell’intervista a la Repubblica non era accettabile e che Mosca era estremamente infelice. Ecco, come Mosca ha risposto al Primo ministro Pashinyan: “In effetti, stanno cercando di spingere artificialmente la Russia fuori dal Caucaso meridionale, usando Yerevan come mezzo per raggiungere questo obiettivo. La Russia, in quanto vicino e amico più prossimo dell’Armenia, non ha intenzione di farlo. abbandonare la regione. Tuttavia, dovrebbe essere come una strada a doppio senso. Inoltre, l’Armenia non dovrebbe diventare uno strumento dell’Occidente per rimuovere la Russia dalla regione”, ha affermato la fonte diplomatica della TASS.
La dichiarazione della Russia secondo cui non intende lasciare il Caucaso meridionale suona come una minaccia. L’ufficio di Lavrov ha dichiarato che la Russia considera le relazioni con l’Armenia nei settori della sicurezza e dell’economia non come dipendenza di un Paese da un altro, ma come una partnership comprovata, paritaria e reciprocamente vantaggiosa.
Nikol Pashinyan ha affermato che l’architettura di sicurezza dell’Armenia è collegata al 99,999% alla Russia, anche nella logica dell’acquisizione di armi e munizioni. Ma oggi, ha osservato Pashinyan, quando la Russia ha bisogno di armi e munizioni, anche se lo volesse, non potrebbe provvedere alle esigenze di sicurezza dell’Armenia. Questo esempio dovrebbe mostrarci che è un errore strategico dipendere da una sola fonte nel settore della sicurezza. E a posteriori, dopo aver assaporato i frutti amari di quell’errore, stiamo cercando di diversificare la nostra politica di sicurezza. Quando arriva il momento in cui qualcuno deve effettivamente garantire la nostra sicurezza, si scopre che non vuole o non è in grado di garantire la nostra sicurezza, ha affermato Pashinyan.
La Russia ha criticato l’Armenia per aver riconosciuto l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, sostenendo che dopo aver riconosciuto il Nagorno-Karabakh come parte dell’Azerbajgian, il lavoro del Contingente russo di mantenimento della pace nel Nagorno-Karabakh è diventato difficile.
I prossimi eventi diranno se la Russia lascerà o meno il Caucaso meridionale. Per me è ovvio che la Russia ha abbandonato i suoi obblighi di sicurezza nei confronti dell’Armenia e del Nagorno-Karabakh e sta cercando di attribuire all’Armenia la responsabilità delle pesanti conseguenze causate dalla sua inazione.
È ovvio che la Russia ha stretto ancora una volta un accordo con l’Azerbajgian e intende sostenere Aliyev nello spopolamento del Nagorno-Karabakh e nella sua integrazione nell’Azerbajgian. E da oggi critica l’Armenia per aver riconosciuto l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, per incolpare la Yerevan l’integrazione del Nagorn- Karabakh e dello spopolamento.
Parliamo dei fatti. Dopo il 9 novembre 2020, l’Azerbajgian ha effettuato dozzine di attacchi militari sui territori sovrani dell’Armenia, ma la Russia non ha adempiuto ai suoi obblighi di sicurezza nei confronti dell’Armenia, non ha protetto il confine dell’Armenia.
Dopo l’attacco su larga scala dell’Azerbajgian il 13 settembre 2022, durante la sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Russia ha indirettamente giustificato l’attacco dell’Azerbajgian all’Armenia dichiarando che il confine armeno-azerbajgiano non è delimitato e che il confine viene delimitato con il movimento delle forze armate azere.
Persino gli Azeri non avevano pensato a una narrazione anti-armena così terribile. Ricordo che dopo qualche tempo Lavrov accusò l’Armenia di occupare i territori dell’Azerbajgian. Non esiste alcun documento di alcuna organizzazione internazionale che riconosca l’Armenia come occupante.
Questa tesi è una menzogna e una frode russa, perché esiste un confine tra Armenia e Azerbajgian, stabilito dalla Dichiarazione di Alma Ata del 1991 come risultato del riconoscimento della reciproca integrità territoriale.
Nel 1991, l’Armenia e l’Azerbajgian da poco indipendenti firmarono la Dichiarazione di Alma Ata sulla creazione della Comunità degli Stati Indipendenti e accettarono di riconoscere gli ex confini amministrativi dell’URSS come confini statali. In altre parole, la dichiarazione della Russia con la quale giustificava la guerra dell’Azerbajgian contro l’Armenia all’ONU, era una bugia.
La menzogna successiva è l’affermazione della Russia secondo cui l’Armenia non era sola durante gli attacchi dell’Azerbajgian ai suoi territori sovrani. La Russia ha definito infondate le affermazioni secondo cui la Russia sarebbe completamente indifferente all’aggressione dell’Azerbajgian contro il territorio sovrano dell’Armenia. Mosca ha affermato che si sono svolte consultazioni tra i Ministri degli Esteri e della Difesa di Armenia e Russia e che i rappresentanti dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) hanno visitato la regione. “Erevan non sfrutta appieno il potenziale della CSTO e non ha accettato il dispiegamento della missione CSTO e ha fatto una scelta a favore di una missione dell’Unione Europea inefficace”.
Potete dirmi qual è stato il risultato delle consultazioni dei ministri durante gli attacchi all’Azerbajgian? L’Azerbajgian ha lasciato i territori occupati dell’Armenia? La Russia non ha nemmeno lanciato un appello politico all’Azerbajgian affinché si ritiri dal territorio dell’Armenia, come hanno fatto invece gli USA, la Francia e l’Unione Europea.
L’aggressione dell’Azerbajgian è stata fermata il 13 settembre 2022 dall’esercito armeno e dagli Stati Uniti. Il Segretario di Stato Blinken ha chiamato Aliyev, dopodiché Baku ha fermato l’aggressione. Dov’era la Russia in tutto questo?
Inoltre, le guardie di frontiera russe durante l’aggressione dell’Azerbajgian hanno lasciato le loro basi militari nella parte armena, consegnandole all’Azerbajgian. In altre parole, la Russia ha ceduto i territori dell’Armenia all’Azerbajgian. Nel frattempo, secondo l’accordo di “amicizia” firmato tra Armenia e Russia nel 1997, Mosca ha assunto compiti di sicurezza nei confronti dell’Armenia.
In Armenia si trova la 102ª base militare russa, qui si trovano anche il gruppo militare armeno-russo e il sistema di difesa aerea armeno-russo, che si sono mostrati inattivi durante l’attacco dell’Azebajgian e non hanno protetto l’Armenia. In questo momento la Russia è obbligata a liberare i 150 chilometri quadrati occupati dall’Azerbajgian in Armenia. Naturalmente ciò non accadrà.
Inoltre, prima del 13 settembre 2022, durante gli attacchi su larga scala dell’Azerbajgian del 12 maggio 2021, l’Armenia ha fatto appello alla CSTO chiedendo di fornire sostegno militare. Tuttavia, al vertice della CSTO tenutosi a Yerevan il 23 novembre 2022, hanno respinto la richiesta dell’Armenia di valutare l’aggressione militare dell’Azerbajgian e di fornire sostegno militare.
Il Cremlino rileva che l’Armenia non ha sfruttato il potenziale della CSTO non accettando il dispiegamento della missione di osservazione della CSTO, accettando invece la “missione inefficace” dell’Unione Europea. Forse Lavrov ha dimenticato che la CSTO è un’organizzazione che presuppone l’assistenza militare reciproca, non una missione di osservazione.
In altre parole, la CSTO è obbligata a inviare truppe in Armenia su richiesta di Yerevan e, insieme all’esercito armeno, a cacciare gli invasori Azeri dai territori armeni occupati.
Al contrario, sono convinto che la missione di osservazione della CSTO avrebbe comportato ulteriori pericoli per l’Armenia. Il dispiegamento di osservatori della CSTO in Armenia sarebbe diventato un nuovo motivo per l’Azerbajgian per attaccare l’Armenia impunemente. Non ho dubbi che gli osservatori della CSTO non avrebbero registrato nuovamente che l’Azerbajgian è la parte attaccante o avrebbero incolpato l’Armenia. Ciò avrebbe dato all’Azerbajgian motivi per un comportamento sconsiderato.
La CSTO non ha valutato gli attacchi militari effettuati dall’Azerbajgian il 12 maggio 2021 e il 13 settembre 2022, non ha criticato Baku, quindi come avrebbe dovuto la missione di osservazione della CSTO registrare la parte azera come occupante? Naturalmente la CSTO non l’avrebbe fatto.
E dopo lo spiegamento della missione di osservatori dell’Unione Europea, il confine armeno-azerbajgiano si è un po’ stabilizzato, e non ci sono guerre con centinaia di vittime, gli scontri sono su piccola scala.
Inoltre, la missione dell’Unione Europea ha recentemente impedito un attacco su larga scala da parte dell’Azerbajgian all’Armenia. L’Azerbajgian ha diffuso false informazioni secondo cui l’Armenia sta accumulando truppe al confine armeno-azerbjigiano. Tuttavia, gli osservatori dell’Unione Europea hanno smentito le false informazioni fornite dall’Azerbajgian, privando Baku della falsa giustificazione per l’attacco militare.
A proposito, l’Azerbajgian e la Russia stanno cercando di screditare la missione dell’Unione Europea attraverso le loro forze per procura in Armenia, ma la società armena ha fiducia negli Europei. Nel frattempo, gli abitanti dei villaggi di confine di Tavush, Syunik e Gegharkunik hanno visto con i propri occhi come la Russia ha ceduto i territori armeni all’Azerbajgian durante gli attacchi azeri.
Critico le autorità armene per aver acconsentito allo schieramento di guardie di frontiera russe lungo il confine armeno-azerbajgiano dopo il 2020 e alla creazione di basi russe a Syunik. È l’errore del governo di Nikol Pashinyan, che dovrebbe essere corretto, cioè i Russi dovrebbero essere allontanati da Syunik, Tavush e Gegharkunik, e la base militare di Syunik dovrebbe essere spostata nella base militare di Gyumri.
Se davvero la Russia non avesse voluto che l’Armenia riconoscesse l’integrità territoriale dell’Azerbaijan, non lo avrebbe fatto» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Nella Galleria Khanjyan a Yerevan si trova il monumentale murale eseguito dal noto pittore armeno Grigor Khanjyan (1926–2000). Fu commissionato per il monumento sovietico originale, ma lasciato incompiuto al momento della morte di Khanjyan, le tre scene principali del murale illustrano eventi importanti nella storia dell’Armenia: la creazione dell’alfabeto armeno (1992-1994), la battaglia di Avarayr nel 451 d.C. (1995-1998) e la rinascita dell’Armenia (1998-2000).

La battaglia di Avarayr fu combattuta tra l’esercito persiano sassanide e l’esercito armeno cristiano. La guerra ha avuto luogo nella pianura di Avarayr nella regione di Vaspurakan nella Grande Armenia, che attualmente si trova nel nord dell’Iran. Sebbene gli Armeni persero la guerra, essa aprì la strada a un trattato nel 484 d.C. chiamato Trattato di Nvarsak. Questo trattato è stato fondamentale per proteggere il diritto degli Armeni a praticare la propria religione.

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI


Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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