252° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il regime autocratico azero ha posto fine all’assedio degli Armeni dell’Artsakh?

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 20.08.2023 – Vik van Brantegem] – Lo stiamo chiedendo da 8 mesi e purtroppo la risposta è sempre no. Anzi, con l’appeasement della comunità internazionale, la situazione peggiora da giorno in giorno. Visto che le buone maniere non hanno funzionato per tutto questo tempo, qualcuno potrebbe far capire con le cattive maniere ad Aliyev, che trasformare l’Artsakh in un campo di concentramento e far morire di fame gli Armeni che ha confinato, come i nazisti hanno fatto con gli Ebrei, lo rendono l’Hitler di oggi? Senza l’azione energica e risolutiva del mondo civilizzato, l’autocrate guerrafondaio armenofobo genocida di Baku andrà avanti, sentendosi giustificato dall’appeasement, come lo fu Hitler.

Nell’Artsakh senza luce, si aspetta la luce (foto di copertina). La forza d’animo degli Armeni dell’Artsakh è incrollabile. C’è chi voleva (come insegna la storia) e vuole ancora sterminarli nel 2023 (come dimostrano i fatti), ma oggi gli Azeri capiscono chi sono gli Armeni; hanno ciò che gli Azeri non avranno mai: la fede, l’amore per la terra ancestrale e la resilienza.

Per coloro che mi dicono che la cosa è complicata, ecco, la tragica situazione del blocco azero dell’Artsakh spiegata perfettamente da un ragazzino americano di 11 anni… e che è imperativo intervenire. Chapeau! A me, il brevissimo video di questo ragazzino, mi ha fatto venire la pelle d’oca.

Promemoria amichevole per tutti coloro che pensano di doverci informare su ciò che sta accadendo nel #ArtsakhBlockade. Sì, lo sappiamo. Non siamo noi che abbiamo ignorato negli anni passati la situazione nel Caucaso meridionale. E tutti coloro che ci pongono la domanda nel titolo, invitiamo gentilmente di leggere la nostra copertura [QUI] (abbiamo soltanto pochissimi giorni, per motivi tecnici, guasto elettronico). Se questo è chiedere troppo, allora ascoltino il ragazzino americano.

I bambini Armeni dell’Artsakh sotto assedio hanno deciso di portare un po’ di gioia ai loro genitori e amici. I bambini dell’Artsakh esemplificano lo spirito armeno incrollabile.

«È l’ultima scatola di cibo per Lea di 7 mesi. La madre versa un po’ meno del normale, in modo che sia sufficiente per almeno 1 settimana» (Ani Abaghyan, giornalista in Artsakh).

«Le ultime consegne di forniture mediche sono avvenute il 7 luglio mentre l’ultima consegna di cibo è avvenuta il 14 giugno» (Comitato Internazionale della Croce Rossa, 19 agosto 2023).

Vengono segnalate gravi carenze di farina e pane in Artsakh. La gente faceva già la fila anche durante la notte per il pane, severamente razionato, ora una disponibilità di farina significativamente ridotto significa niente più pane disponibile fra poco, poiché il territorio rimane bloccato dall’Azerbajgian.

«Sono il numero 212 nella coda del pane. Secondo il proprietario del panificio, la consegna è alle 3-4 del mattino. Camminando due chilometri per una pagnotta. Probabilmente dormo» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).

«I nostri giorni. Giorni dell’Artsakh. Code interminabili per una pagnotta. Essendo il 172° della lista devo stare sveglio fino al mattino» (N. Sarkisian, studente in Artsakh).

«Qui, a Stepanakert, dobbiamo fare interminabili file per un po’ di pane anche di notte e sotto la pioggia. Non riesco nemmeno a immaginare come sopravviveremo durante l’inverno» (Aspram Avanesyan, giornalista in Artsakh).

Il nonno sta portando con il suo asino a sua figlia che vive a Stepanakert quanto ha raccolto nel suo orto. I funzionari statunitensi ritengono che gli Armeni dell’Artsakh stiano riuscendo a sopravvivere solo grazie agli alimenti prodotti negli orti. Temono che entro due mesi, con l’avvicinarsi dell’inverno, la popolazione possa morire di fame. Gli Armeni temono il ripetersi del genocidio ottomano del 1915, una memoria storica sempre presente per gli Armeni di tutto il mondo.

«Sì, la gente non ha cibo, acqua, la gente sta morendo di stenti».

La quantità di bot/troll negazionisti armenofobi azeri che saltano freneticamente sulla tastiera per rilanciare post di questo tipo è interessante. Questo è quanto per cui Aliyev spende per mantenere l’Artsakh in blocco sotto assedio e commettere un altro genocidio.

L’Istituto Lemkin per la Prevenzione del Genocidio è angosciato per i recenti sviluppi del blocco dell’Artsakh da 8 mesi da parte dell’Azerbajgian. Il blocco, che ha intenti genocidi, ha iniziato a causare la morte diretta dei cittadini armeni dell’Artsakh per fame. L’Istituto Lemkin chiarisce ancora una volta che è urgente che i leader internazionali agiscano immediatamente contro l’Azerbajgian per prevenire ulteriori morti nell’Artsakh.

Segui il testo completo dell’allarme per il genocidio in corso dell’Istituto Lemkin nella nostra traduzione italiana dall’inglese.

Allarme per il genocidio di Azerbajgian in corso in Artsakh
18 agosto 2023


L’Istituto Lemkin per la Prevenzione del Genocidio è angosciato dalla notizia della morte di K. Hovhannisyan, 40 anni, morto di fame il 15 agosto 2023, come conseguenza diretta del blocco azero dell’Artsakh, come evidenziato dai rapporti del medico legale della Repubblica di Artsakh. Il blocco dell’Artsakh, in corso dal 12 dicembre 2022, è la causa dell’aumento della malnutrizione, degli aborti spontanei e delle complicazioni mediche legate all’impossibilità di accedere a cibo e cure mediche adeguate. Ora, il blocco ha iniziato a causare la morte diretta dei cittadini armeni dell’Artsakh per fame.
Questo blocco è genocida nel suo intento, che è quello di eliminare la popolazione armena dell’Artsakh, attraverso lo sfollamento di massa o la fame di massa. Lo stesso Presidente azero, Ilham Aliyev, lo ha detto in diverse occasioni, anche nella sua dichiarazione del 29 maggio 2023, quando ha minacciato: “Non ci sarà un terzo invito. O loro stessi verranno da noi umilmente o gli eventi si svilupperanno in una direzione diversa. Abbiamo tutte le opportunità per effettuare qualsiasi operazione in quella regione. Pertanto, il “parlamento” deve essere sciolto, l’elemento che si autodefinisce “presidente” deve arrendersi, tutti i “ministri”, “deputati” e altri devono lasciare i loro incarichi. Solo in questo caso si può parlare di qualsiasi tipo di amnistia”.
L’Istituto Lemkin chiarisce che leader come il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, il Presidente russo Vladimir Putin, il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il Presidente francese Emmanuel Macron, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Segretario di Stato americano Anthony Blinken e tutti gli altri leader che hanno creato l’impunità con cui ora opera il Presidente Aliyev, sono direttamente responsabili della morte di quest’uomo, così come di tutti gli altri che potrebbero morire a causa di questo blocco. Potrebbero anche essere complici del crimine di genocidio.
L’Istituto Lemkin chiarisce ancora una volta che qualsiasi individuo e/o Stato che consenta all’Azerbajgian di bloccare l’Artsakh, direttamente attraverso aiuti esteri o indirettamente rifiutandosi di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici a sua disposizione, è complice di questo genocidio dei 120.000 cittadini della Repubblica di Artsakh, e potrebbe essere ritenuto responsabile per complicità in tribunale. È urgente che i leader internazionali intraprendano azioni immediate contro l’Azerbajgian per prevenire ulteriori morti nella Repubblica di Artsakh.

Prima Hikmet Hasanov pubblica una foto di Stepanakert (si suppone per dimostrare che non c’è un #ArtsakhBlockade). Poi, Rasim Babayev chiede se c’è ancora carburante per l’autista dell’autobus. Infine, Hasanov risponde: “Questa è una vecchia foto”. Patetico. Quindi, ammette che il #ArtsakhBlockade c’è, perché ha solo vecchie foto per mostrare traffico per le strade dell’Artsakh, idem per il cibo e le feste.

«Il rappresentante dell’Azerbajgian all’ONU mostra delle foto di feste di compleanno e matrimoni in Karabakh, pieni di cibo» (Dott. Fariz Ismailzade).

«Il fatto è che un’affermazione di blocco è molto difficile da dimostrare, ma basta una torta alta 5 piedi in un matrimonio per confutarla. Il rappresentante dell’AZ ha fatto proprio questo» (Un troll azero qualsiasi).

Patetico, il diplomatico pagato da Aliyev, come unico argomento per dimostrare che non c’è una crisi umanitaria in Artsakh, mostra delle foto prese dai social network, scattate non si sa quando e dove. I troll azeri esultano e rilanciano. Ma non devono essere abbastanza efficace per il clan Aliyev, perché i loro follower lo stanno abbandonando a causa delle loro fastidiose bugie e i loro assegni si stanno riducendo. Il Karma è dolce!

A proposito, una delle foto che il rappresentante dell’Azerbajgian ha mostrato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, proviene da un video di un matrimonio in cui puoi vedere che la torta nuziale è fatta di cartone (come di consueto per le foto in questo tipo di feste).

Questi megafoni delle bugie e della disinformazione di Aliyev sono prevedibili. Con lo classico schema di accusare gli Armeni delle loro stesse azioni, adesso i troll azeri sui social network accusano le autorità dell’Artsakh, dopo aver auto-bloccato l’Artsakh, di aver interrotto l’accesso ai social media, mentre sono le forze armate dell’Azerbaigian che hanno interrotto il cavo in fibre ottiche per il collegamento Internet. Questo è anche abbastanza verosimile, perché l’Artsakh ha tutto l’interessa di mostrare al mondo la crisi umanitaria, mentre l’Azerbajgian ha tutto l’interessa di nascondere i suoi crimini e di far vedere solo le proprie menzogne attraverso i suoi bot e troll. Per lo stesso motivo per cui proibisce gli osservatori e media internazionali di recarsi in Artsakh.

«Il regime di “Artsakh” interrompe l’accesso del popolo del Karabakh ai social media, perché la condivisione sul web dei loro sontuosi matrimoni e compleanni smentisce la narrativa del “blocco”» (Un troll azero qualsiasi).

«Comunque, il tempo lo dirà. Privare i giovani soprattutto di Internet e ne sentiremo parlare abbastanza presto. Finora la coesione sociale ha tenuto e maggiore malcontento e divisione è l’ultima cosa di cui le autorità de facto hanno bisogno. Il Karabakh corre già il rischio di sgretolarsi dall’interno» (Un troll azero qualsiasi).

«Poiché Artsakh è bloccato, ci sono sempre pochi invitati ai matrimoni. Cercano di organizzare un matrimonio con qualche cibo prodotto localmente. Il blocco non impedisce nemmeno di vivere in Artsakh» (Ani Balayan, Fotografo in Artsakh – e-mail).

Un noto troll negazionista armenofobo azero commenta che ci sono “matrimoni poveri e matrimoni ricchi”… Vabbè, la stupidità non ha limiti.

L’autocrate Aliyev dell’Azerbajgian pochi giorni fa ha fatto sparare alla Missione di monitoraggio dell’Unione Europea in Armenia, dopo aver minacciato più volte di farlo. Lui quello che dice fa. È lo stesso autocrate che attualmente sta facendo morire di fame 120.000 persone in Artsakh incoraggiato dall’appeasement di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea (Tedesca) e Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo (Belga francofono).

«Markus Ritter, Capo EUMA, Toivo Klaar, Rappresentante Speciale per il Caucaso meridionale e la Crisi in Georgia dell’Unione Europea, e Andrea Joana-Maria Wiktorin, Capo della Delegazione delle Istituzioni dell’Unione Europea con sede in Armenia, si sono incontrati a Yerevan. Si sono scambiati pensieri e informazioni sugli sviluppi regionali e sugli sforzi dell’Unione Europea nel sostenere il processo di pace nella regione» (Missione dell’Unione Europea in Armenia-EUMA, 18 agosto).

Traduzione: Toivo Klaar è uscito temporaneamente dall’ibernazione e aveva voglia di una vacanza agostana a Yerevan, però, lontano dal #ArtsakhBlockade e dal luogo dove è in corso un genocidio.

Domande: hanno investigato perché l’Azerbajgian ha sparato contro il personale dell’Unione Europea e la EUMA ha tentato di negarlo, finché non sono emerse le prove video? In che modo l’appeasement dell’Azerbajgian favorisce il processo di pace?

L’alta nomenclatura dell’Unione Europea può creare un oceano di belle parole che tutti ascoltano con la bocca aperta, ma di fatto guarda solo ai propri profitti da mettere in tasca e per ciò si schiera sempre e ovunque con i dittatori fregandosi dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale. Osservano, sanno perfettamente cosa sta succedendo ma non agiscono. A differenza con la guerra in Ucraina.

«Un giornalista in Azerbajgian chiede che siano investigati gli intellettuali turchi che hanno firmato una lettera in cui si chiede all’Azerbajgian di revocare il blocco [QUI]» (Lindsey Snell).

Come abbiamo riferito [QUI], l’Azerbajgian il 17 agosto 2023 ha sparato all’aeroporto di Kapan, nella regione di Syunik di Armenia (che gli Azeri chiamano “Gafan”, come chiamano Armenia “Azerbajgian occidentale”), prima e dopo il volo del Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, per il viaggio inaugurale della tratta aerea che collegherà da lunedì la capitale con la parte meridionale del Paese. La pista dell’aeroporto di Kapan corre lungo la linea di contatto con l’Azerbajgian. Oltre la recinzione, dalla parte opposta della aerostazione, a pochi centinaia di metri, in linea di vista, ci sono le posizioni dell’Azerbajgian.

Un’altra dichiarazione “pacifica” dell’Azerbajgian, di cui abbiamo riferito [QUI]. Il parlamentare azero minaccia direttamente le infrastrutture civili sul territorio sovrano dell’Armenia: l’aeroporto di Kapan, nella regione di Syunik dell’Armenia.

Per quanto riguarda l’accusa che l’Armenia non avrebbe notificato il volo dell’Azerbajgian, è opportuno ricordare, che in occasione del volo di prova del 26 aprile 2923, il Comitato per l’aviazione civile dell’Armenia ha chiarito che l’aereo non è uscito dallo spazio aereo dell’Armenia durante il volo Kapan-Yerevan e ritorno. Comunque, il Comitato per l’aviazione civile dell’Armenia ha trasmesso le informazioni sul volo del 26 aprile il giorno precedente ai servizi di navigazione aerea dell’Azerbajgian.

Anche per il volo di prova Yerevan-Kapan del 2 maggio 2023, l’Armenia ha informato l’Azerbajgian il giorno precedente.

Si può presumere che la stessa cosa è successo con il volo di inaugurazione ufficiale con a bordo il Primo Ministro armeno.

E nel frattempo proseguono i voli tra Nakhchivan e Baku.

Il Capo di stato maggiore dell’Ufficio del Primo Ministro dell’Armenia, Arayik Harutyunyan, e il Segretario del Consiglio di Sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, si sono recati nella provincia di Syunik con un volo da Yerevan a Kapan.

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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