251° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Non è possibile un compromesso tra libertà, dignità umana, pace, giustizia e l’annientamento di un popolo
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.08.2023 – Vik van Brantegem] – Da 251 giorni il mondo abbandona gli Armeni dell’Artsakh assediati dall’autocrazia guerrafondaia armenofoba genocida. La riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 16 agosto 2023 ha dimostrato ancora una volta che, nonostante la propaganda di menzogne e disinformazione dell’Azerbajgian, i partner internazionali sono chiaramente consapevoli della terribile situazione umanitaria in Artsakh e comprendono l’importanza di affrontarla. La riunione ha integrato le posizioni mirate espresse in precedenza. Sono ribadite le dichiarazioni che l’Azerbajgian è obbligata a revocare il blocco del Corridoio di Lachin in conformità con la Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e gli ordini legalmente vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite. È stato sottolineato la grave situazione umanitaria in corso da 8 mesi per gli Armeni in Artsakh che dovrebbe essere risolta. Sapevamo che erano chiaramente consapevoli. Ora, dopo 8 mesi di inattività, ribadiscono che la situazione dovrebbe essere risolta. Quello che non sappiamo è cosa faranno al riguardo.
«Non abbiamo il diritto di ammalarci e nemmeno di avere mal di testa. Un normale antidolorifico è un sogno e se sei goffo come me e ti bruci la mano, sopporta il dolore (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).
Totale assenza di farmaci di vitale importanza in Artsakh
L’Ufficio del Difensore per i Diritti Umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha dichiarato: «Il sistema sanitario dell’Artsakh sta vivendo una crisi senza precedenti. I farmaci non vengono forniti all’Artsakh da più di 2 mesi, neanche tramite l’unica organizzazione internazionale umanitaria presente sul campo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Secondo le informazioni ricevute dal nostro Ufficio, tutte le istituzioni mediche stanno vivendo un’insufficienza di farmaci, stimata inferiore al 50%.
Secondo le farmacie, è già registrata l’assenza di farmaci di vitale importanza, come antipiretici, antibiotici, farmaci per la pressione sanguigna, farmaci per persone con malattie croniche (diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie, ecc.), vitamine e integratori alimentari, nonché latte artificiale e farmaci per i bambini.
Se questa situazione continua, la salute pubblica dell’Artsakh subirà un grave collasso. Ci aspettiamo che l’azione internazionale venga intrapresa il prima possibile».
L’Azerbajgian nega il trasferimento di una salma per la sepoltura in Artsakh
Pochi giorni fa il Comitato Internazionale della Croce Rossa aveva raggiunto un accordo preliminare con Azerbajgian sulla questione del trasferimento dall’Armenia all’Artsakh della salma di Helen Dadayan, cittadina dell’Artsakh, morta in un tragico incidente che ha causato la morte di 11 persone sull’autostrada Yerevan-Gyumri. Tuttavia, ieri mattina Baku ha rifiutato il trasferimento. I dettagli della motivazione dell’Azerbajgian non sono stati menzionati esplicitamente dalla Croce Rossa. Forse gli Azeri sono preoccupati che gli Armeni possano con la salma contrabbandare dei biscotti nell’Artsakh
Un gruppo di cittadini ha compiuti ieri un’azione di protesta davanti alla sede armena del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Chiedono che la Croce Rossa prenda provvedimenti immediati per trasportare la salma di Helen Dadayan in Artsakh. La polizia è arrivata e ha chiesto ai manifestanti di “ripulire l’area” o avrebbero usato la forza per garantire la “libertà di movimento” del personale del CICR.
Baku ripete sempre che non può entrare niente in Azerbajgian (neanche in Artsakh che considera la “zona economica di Karabakh dell’Azerbajgian”. Comunque, nega l’ingresso in Artsakh dell’aiuto umanitario bloccata a Kornidzor all’ingresso del Corridoio di Lachin. Adesso nega anche l’ingresso della salma di una cittadina dell’Artsakh per la sepoltura. Difficile trovare ancora parole per la barbaria azera. Sono nomadi Tartari, ma capiscono alla perfezione cosa significa per gli Armeni “terra ancestrale” (cosa che loro non hanno) e volere la sepoltura nella terra di nascita. Quindi, nella loro armenofobia inveiscono pure contro gli Armeni morti, che esprimono anche con la distruzione dei luoghi di sepoltura degli Armeni nelle terre finite sotto loro controllo, per cancellare la realtà di “terra ancestrale” degli Armeni.
«Ho visitato la regione di Vayots Dzor per incontrare il governatore e la Missione di monitoraggio dell’UE, nonché osservare la situazione della sicurezza al confine tra Armenia e Azerbajgian. Gli Stati Uniti sostengono la sovranità e la sicurezza dell’Armenia, nonché una pace duratura nel Caucaso meridionale» (Kristina A. Kvien, Ambasciatrice USA in Armenia). Adesso ha osservato un’altra volta e ribadito il sostegno, ma cosa faranno gli USA concretamente per la difesa dell’Artsakh e dell’Armenia?
L’Azerbajgian sta preparando una base informativa per la provocazione, questa volta incolpando le forze di mantenimento della pace russe
Il Ministero della Difesa dell’Artsakh ha dichiarato ieri, che il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian, nell’ambito delle misure per preparare il terreno informativo per la prossima provocazione, continua a distribuire costantemente video e comunicati, che non hanno alcuna relazione con la realtà: «Nel comunicato del Ministero della Difesa dell’Azerbajgian si menziona che oggi è stato osservato il “rafforzamento” delle posizioni armene, che veicoli medici accompagnati dalle forze di mantenimento della pace russe sono stati utilizzati per il trasporto di mine antiuomo e anticarro, armi ed esplosivi, apparecchiatura presumibilmente destinata ad ostacolare il volo di aerei civili. Il comunicato del Ministero della Difesa dell’Azerbajgian e il video diffuso sono menzogne estreme e disinformazione».
Come abbiamo riferito ieri [QUI], l’Azerbajgian ha sparato all’aeroporto di Kapan, nella regione di Syunik di Armenia, prima e dopo il volo del Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, per il viaggio inaugurale della tratta aerea che collegherà da lunedì la capitale con la parte meridionale del Paese. La pista dell’aeroporto di Kapan corre lungo la linea di contatto con l’Azerbajgian. Oltre la recinzione, dalla parte opposta della aerostazione, ci sono i soldati azeri.
«Un avvertimento mafioso del regime di Aliyev. Vi teniamo sotto controllo…», abbiamo riportato ieri. Poi: «Il terrorista azero minaccia aerei civili e l’aeroporto di Kapan. Allo stesso tempo, il deputato terrorista non ha specificato con quali missili l’Azerbajgian avrebbe attaccato gli aerei civili e l’aeroporto della città di Kapan. L’aeroporto di Kapan subirà il destino dell’aeroporto di Khojaly [aeroporto di Stepanakert], rimarrà una mostra museale, ha affermato Ziyafat Askerov, Presidente del Comitato Milli Majlis per la difesa [della guerra contro l’Artsakh, l’Armenia e l’Iran], la sicurezza [l’insicurezza degli Armeni] e la lotta alla corruzione [la promozione della corruzione]» (Ararat Petrosyan, Caporedattore di Armenpress).
L’Azerbajgian taglia la connessione ad Internet dell’Artsakh
Come abbiamo riferito ieri, l’Azerbajgian ha tagliato il cavo in fibra ottica per l’accesso a Internet in Artsakh [QUI].
«Irina vive a Stepanakert, Nagorno-Karabakh. È conduttrice di un programma di intrattenimento della TV pubblica dell’Artsakh. Irina mi ha detto che ci vogliono ore per caricare una foto/video su Twitter a causa della lentezza di Internet» (Anush Ghavalyan).
L’applicazione di messaggistica ArtsakhX (che non usa il cavo i fibra ottica) – di cui abbiamo riferito il 25 luglio 2023 [QUI] (Il fondatore e direttore esecutivo della società, Vahram Martirosyan, ha affermato che in caso di disconnessione da Internet di Artsakh, il sistema continuerà a funzionare con capacità limitate, fornendo comunicazioni all’interno di Artsakh. Tutti i server e i dati si troveranno all’interno dell’Artsakh, garantendo la trasmissione dei dati anche se la comunicazione viene interrotta dalla soppressione nemica dei sistemi elettronici) – è stata all’altezza delle sue aspettative: sebbene al momento non funzioni con funzionalità complete, garantisce comunque la comunicazione anche in caso di assenza di connessione a Internet, secondo Martirosyan.
Il Presidente dell’Artsakh ha incontrato il comando dell’esercito di difesa
Il 18 agosto 2023, il Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Araik Harutyunyan, ha incontrato il comando dell’esercito di difesa dell’Artsakh. Sono state discusse questioni relative alla capacità di difesa della Repubblica di Artsakh. Il Ministro della Difesa e Comandante dell’esercito di difesa, il Maggiore generale Kamo Vardanyan, ha presentato la situazione operativa. Harutyunyan ha fornito una serie di raccomandazioni, relative a garantire la sicurezza del popolo dell’Artsakh nelle condizioni dell’assedio totale.
L’Azerbajgian ha scelto consapevolmente lo strumento della fame. Il Ministro degli Esteri dell’Artsakh attende passi concreti dalla comunità internazionale
Il Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Sergey Ghazaryan, ha presentato la situazione umanitaria nell’Artsakh, che si è verificata a seguito del blocco del Corridoio di Lachin da parte dell’Azerbajgian: «Come ha informato il Difensore per i Diritti Umani dell’Artsakh, abbiamo già un caso di morte per fame. Vediamo che, purtroppo, quel pericolo diventerà sempre più grave, dato che abbiamo capacità molto limitate. Allo stesso tempo, teniamo conto che la mancanza di carburante provoca gravi danni a quasi tutti gli ambiti della vita, dal sistema sanitario all’agricoltura».
In riferimento al rapporto dell’ex procuratore capo della Corte Penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, Ghazaryan ha sottolineato che l’Azerbajgian ha scelto molto consapevolmente lo strumento della fame, e solo se la comunità internazionale intraprenderà passi concreti, sarà possibile frenare l’Azerbajgian.
Dichiarazione del Ministero degli Esteri dell’Artsakh in relazione alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla catastrofe umanitaria in Artsakh – 18 agosto 2023
Il Ministero degli Esteri della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha rilasciato ieri una dichiarazione in riferimento alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazoni Unite del 16 agosto 2023, che riportiamo nella nostra traduzione italiana dall’inglese:
«Accogliamo con favore la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi il 16 agosto 2023, per discutere della catastrofe umanitaria emersa nella Repubblica di Artsakh a seguito del blocco illegale del Corridoio di Lachin da parte dell’Azerbajgian. Esprimiamo gratitudine a quei Paesi che sono rimasti fedeli ai principi del diritto internazionale e dell’umanesimo, e nelle loro dichiarazioni abbiano sottolineato l’urgente necessità di sbloccare il Corridoio di Lachin e garantire la consegna di rifornimenti vitali alla popolazione bisognosa dell’Artsakh.
Allo stesso tempo, è deludente che alcune delegazioni abbiano tentato di trovare un equilibrio illusorio e altamente rischioso tra le aspirazioni del popolo dell’Artsakh di vivere nella propria patria in libertà, sicurezza e dignità, e l’ambizione dell’Azerbajgian di sottometterlo e annientarlo con la forza. Non può esserci compromesso tra i valori universali di libertà, dignità umana, pace e giustizia da un lato, e le manifestazioni estreme di violazioni sistematiche e su larga scala dei diritti umani, compiute con l’intento della distruzione fisica di un popolo, dall’altro altro.
Ci aspettiamo che gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dimostrino coerenza e una posizione di principio nel prevenire ulteriori azioni criminali contro il popolo dell’Artsakh e consolidino la loro posizione adottando una risoluzione che obblighi l’Azerbajgian a revocare il blocco illegale del Corridoio di Lachin senza alcuna precondizione o collegamento a percorsi alternativi, in stretta conformità con la Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia. Dato l’evidente intento genocida dell’Azerbajgian, qualsiasi tentativo di ostacolare gli sforzi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per porre fine all’assedio disumano e alla catastrofe umanitaria nell’Artsakh equivarrà a una silenziosa approvazione, se non a una complicità nei crimini commessi da Baku».
Durante la Conferenza Stampa tenutasi il 17 agosto 2023, il Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Sergey Ghazaryan, ha osservato che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha il potere e la capacità di impedire la politica di genocidio dell’Azerbajgian.
Dichiarazione di Artur Osipyan sulla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – 18 agosto 2023
Artur Osipyan, il coordinatore del Movimento per la Liberazione dell’Artsakh ha scritto sulla sua pagina Facebook un breve nota, che riportiamo nella nostra traduzione italiana dal russo: «A giudicare dall’isteria sollevata dai media [sotto controllo dello Stato] di Baku, sembra che le cose non stiano andando a favore dell’Azerbajgian al Consiglio di sicurezza. Aggrappandosi all’intervento dell’Albania, gli Azeri hanno urlato al mondo intero che la politica dell’Armenia è fallita, ma questo è solo un intervento dell’Albania più un massimo di due Paesi, tutto il resto era a nostro favore. L’Azerbajgian è in grossi guai e Aliyev sta solo bluffando dicendo che non gli importa. Ma ogni bluff ha una fine, anche la fine di Aliyev è vicina. Il suo posto è dietro le sbarre. Metterlo dietro le sbarre è la nostra missione. Non si scherza con le accuse di genocidio. Se riusciamo ad affrontare con coerenza le questioni politiche, lo faremo rinchiudere. Se noi (il popolo) abbandoniamo l’abitudine di arrenderci prima di una lotta e seguiamo i nostri obiettivi, allora tutto si risolverà».
L’intervento del rappresentante della Russia alla sessione sul #ArtsakhBlockade al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – 16 agosto 2023
Il Primo Vice Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite Dmitry Polyansky ha affermato che il 25 luglio 2023, durante i negoziati dei Ministri degli Esteri di Russia, Azerbajgian e Armenia a Mosca, la Russa ha proposto soluzioni di compromesso realistiche per allentare la tensione, su cui le parti stanno lavorando: «Si riferisce all’apertura parallela dei Corridoi Aghdam e Lachin per il movimento di beni civili e non militari. Ciò creerà i presupposti necessari per il rapido avvio del dialogo diretto tra il governo di Baku e i rappresentanti autorizzati della popolazione armena del Nagorno-Karabakh”.
Il diplomatico russo ha espresso preoccupazione per la continua chiusura del Corridoio di Lachin. A suo avviso, ora più che mai, sono necessari i passi volti all’immediata distensione della situazione intorno al Nagorno-Karabakh, compreso lo sblocco del Corridoio di Lachin e l’utilizzo di altre rotte umanitarie: «La Federazione Russa, con il sostegno di entrambe le parti, compie il massimo sforzo per facilitare la rapida risoluzione della situazione di crisi creata, nonché per contribuire alla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbajgian in generale. Stiamo facendo del nostro meglio a tutti i livelli per prevenire un disastro umanitario nella regione. Continuiamo a impegnarci attivamente con tutte le parti coinvolte per ripristinare immediatamente forniture stabili di cibo e altri beni di prima necessità al Nagorno-Karabakh. L’insieme delle dichiarazioni 2020-2022 del Presidente della Russia, del Presidente dell’Azerbaijian e del Primo Ministro dell’Armenia rimane una road map insostituibile per la riconciliazione di Baku e Yerevan. Il potenziale degli accordi tripartiti non è esaurito e le componenti chiave sono la delimitazione e successiva demarcazione del confine armeno-azerbajgiano con il supporto esperto della Russia, lo sblocco delle comunicazioni di trasporto nell’ambito del gruppo di lavoro tripartito copresieduto dai Vice Primi Ministri di Russia, Azerbajgian e Armenia, supporto alla preparazione del trattato di pace armeno-azerbajgiano, parlamentari e autorevoli rappresentanti della società, sviluppo del dialogo. Sono stati compiuti alcuni progressi in ciascuna di queste direzioni. La Russia è pronta a compiere sforzi adeguati in futuro. È impossibile immaginare la riconciliazione armeno-azera senza garanzie affidabili e chiare per la protezione dei diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh basate su principi internazionali universalmente riconosciuti nel quadro giuridico dell’Azerbajgian. Questa logica deriva dagli accordi recentemente raggiunti dai leader di Armenia e Azerbajgian sul reciproco riconoscimento della reciproca integrità territoriale in conformità con la Dichiarazione di Alma-Ata del 1991».
Il rappresentante della Federazione Russa ha concluso: «Ci aspettiamo che tutti i partecipanti al processo trovino la volontà politica di superare le divergenze al fine di alleviare la terribile situazione di decine di migliaia di residenti del Nagorno-Karabakh e di stabilire un dialogo stabile nel formato Baku-Stepanakert. Siamo pronti a lavorare con tutti gli attori responsabili che sono interessati alla risoluzione della situazione intorno al Nagorno Karabakh e alla riconciliazione armeno-azera in generale. Coloro che sono sinceramente impegnati in questo scenario, che si basa sugli interessi fondamentali dei popoli azero e armeno, dovrebbero lasciare da parte qualsiasi considerazione geopolitica e varie politiche interne. Chiediamo anche un approccio responsabile all’uso della piattaforma del Consiglio di sicurezza in questo contesto. In ogni caso, Baku e Yerevan dovrebbero risolvere i problemi tra di loro, e nessuno schema e risoluzione imposti sostituirà il loro dialogo. Da parte nostra, continueremo a incoraggiarlo, avvicinando le parti alla decisione di vicinato».
Lo status di minoranza etnica per il popolo dell’Artsakh all’interno dell’Azerbajgian è una visione distaccata dalla realtà
Il Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Sergey Ghazaryan, ha commentato il documento che circola sui media, che sarebbe stato presentato dalla Russia dopo l’ultimo incontro tripartito dei Ministri degli Esteri di Armenia, Azerbajgian e Russia il 25 luglio 2023 a Mosca, che propone lo status di minoranza etnica per il popolo dell’Artsakh all’interno dell’Azerbajgian. Durante la conferenza stampa del 17 agosto 2023, Ghazaryan ha affermato che il Ministero degli Esteri dell’Artsakh non ha ricevuto tale documento attraverso i canali ufficiali.
«Nella dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Artsakh del 27 luglio 2023, si è fatto riferimento a tale visione, che prevede la garanzia dei nostri diritti come minoranza etnica nel quadro della legislazione dell’Azerbajgian. Abbiamo chiarito inequivocabilmente che si tratta di una visione distaccata dalla realtà. Questa non è solo la nostra opinione, è documentata dalle realtà che abbiamo sul campo. Se qualcuno dei mediatori avesse tali speranze, allora, vedendo le conseguenze della politica dell’Azerbajgian, quando 120.000 persone vengono deliberatamente fatte morire di fame, la parte azera fa dichiarazioni e minacce bellicose, incluso l’uso della forza, su base giornaliera, vedendo come il patrimonio culturale storico armeno viene distrutto, nessun intermediario ha motivo di affermare che sarà possibile attuare le proposte di tali visioni», ha affermato Ghazaryan.
L’Artsakh invia regolarmente proposte di incontri, che vengono ignorate dall’Azerbajgian
L’Artsakh è molto interessata, in modo che possiamo raggiungere pacificamente, attraverso negoziati, una soluzione globale del conflitto Azerbajgia-Karabakh, ha detto il Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Sergey Ghazaryan, rispondendo alla domanda su come potranno essere organizzati i negoziati tra Stepanakert e Baku.
«Qui dobbiamo solo menzionare alcune circostanze importanti.
In primo luogo, tali negoziati dovrebbero svolgersi nel quadro del formato internazionale, che consentirà alle parti coinvolte di vedere che i negoziati stanno procedendo in conformità con le norme e i requisiti del diritto internazionale.
In secondo luogo, devono essere stabilite chiare garanzie che le parti adempiranno ai loro obblighi, tenendo conto che abbiamo un documento del 9 novembre 2020, che ha anche la firma del Presidente dell’Azerbajgian, e che non viene ritenuto valido», ha osservato Ghazaryan.
Per quanto riguarda le proposte per un incontro con i rappresentanti dell’Azerbajgian, Ghazaryan ha rivelato di aver ricevuto un’offerta per incontrarsi nel territorio di un Paese terzo e tale incontro era previsto all’inizio di agosto, ma la parte azera ha annullato la partecipazione.
«Abbiamo ricevuto una proposta per incontrarci a Evlakh [in Azerbajgian]. Ma, come sapete, il nostro connazionale, Vagif Khachatryan, è stato rapito dalle forze armate azere durante il suo trasferimento in Armenia con il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Secondo tale logica, qualsiasi incontro, in particolare, senza mediatori internazionali, senza la presenza di una terza parte, nel territorio dell’Azerbajgian, è impossibile. Dovrei anche aggiungere che l’Artsakh, attraverso le forze di mantenimento della pace russe, trasmette regolarmente proposte di incontri, che vengono ignorate dalla parte azera. Sapete che l’ultimo incontro di questo tipo si è svolto il 1° marzo, durante il quale sono state discusse questioni tecniche e umanitarie, ma la parte azera ha cercato di distorcere il contenuto di quell’incontro e il 5 marzo abbiamo assistito a un’operazione di sabotaggio da parte azera, durante la quale tre poliziotti sono stati uccisi e uno è rimasto ferito».
Le proposte della Russia per il futuro dell’Artsakh – Mosca, 25 luglio 2023
«Si è saputo quali proposte il Ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov, ha fatto il 25 luglio 2023 a Mosca ai Ministri degli Esteri dell’Armenia e Azerbajgian riguardo al futuro del Nagorno-Karabakh. La Russia vede inequivocabilmente il futuro degli Armeni del Karabakh come parte dell’Azerbajgian. Il documento è stato pubblicato da Tigran Petrosyan, Presidente del Consiglio anticrisi del Presidente del Nagorno-Karabakh. Penso che questo documento sia credibile, ed è quello che ha proposto Lavrov.
Sergey Lavrov ha intitolato questo documento come segue: “I principali principi e parametri per garantire la sicurezza e i diritti della popolazione armena nel territorio dell’ex Regione autonoma del Nagorno-Karabakh della Repubblica Socialista Sovietica di Azerbajgian, in conformità con la legislazione della Repubblica di Azerbajgian”. Il “Nuovo piano Lavrov” è composto da 14 punti.
La Russia propone di escludere per legge la persecuzione degli Armeni che hanno partecipato alle operazioni delle forze armate del Nagorno-Karabakh o che hanno assunto poteri governativi. Tuttavia, secondo Lavrov, l’Azerbajgian può condannare quegli Armeni che sono stati giudicati colpevoli di crimini di guerra dal tribunale. Ciò significa che Azerbajgian può arrestare e processare qualsiasi Armeno del Nagorno-Karabakh, caratterizzandolo come un criminale di guerra. La Russia offre un’opzione così problematica agli Armeni del Nagorno-Karabakh.
Secondo Lavrov, gli Armeni del Nagorno-Karabakh dovrebbero avere una rappresentanza proporzionale nelle strutture repubblicane, regionali e cittadine delle autorità legislative, giudiziarie ed esecutive, compresa la polizia e l’ufficio del pubblico ministero della Repubblica di Azerbajgian.
Dovrebbero poter partecipare allo sviluppo e all’adozione di decisioni riguardanti la popolazione armena a livello nazionale, regionale e locale.
La Russia propone di escludere la discriminazione contro gli Armeni del Nagorno-Karabakh per motivi etnici, linguistici, religiosi o di altro tipo, nonché il reinsediamento forzato della popolazione armena in insediamenti compatti all’interno dell’Azerbajgian.
Lavrov ha proposto di rendere utilizzabile la lingua azera nel Nagorno-Karabakh. E come concessione agli Armeni, viene promesso loro il permesso di usare liberamente l’armeno nelle istituzioni statali, compresa la corrispondenza ufficiale e il lavoro d’ufficio, così come nei luoghi pubblici negli insediamenti dominati dagli armeni, inclusa l’installazione di segnali stradali e annunci in armeno.
Permettetemi di ricordarvi che il Nagorno-Karabakh è un territorio omogeneo abitato da Armeni. Pertanto, l’insegnamento della lingua azera sarà inaccettabile per gli Armeni. Lavrov promette anche che gli Armeni del Karabakh avranno l’opportunità di ricevere un’istruzione in armeno all’interno dell’Azerbajgian.
I Russi promettono agli armeni il diritto all’inviolabilità della proprietà, il diritto di creare organizzazioni pubbliche all’interno dell’Azerbajgian. Lavrov è fiducioso che l’Azerbajgian fornirà condizioni favorevoli per attività religiose, libero credo, istituzioni e organizzazioni religiose per gli Armeni.
Lavrov promette anche che la cultura armena e l’identità nazionale si svilupperanno in Azerbajgian. Ciò include la conservazione del patrimonio storico e culturale, nonché il funzionamento dei mass media in armeno.
Mosca propone che l’Armenia e l’Azerbajgian firmino un accordo che consenta agli Armeni del Nagorno-Karabakh e dell’Armenia di avere stretti legami nella sfera culturale, educativa, scientifica, mediatica, sportiva e in altre sfere umanitarie.
Lavrov ha suggerito che la popolazione armena dovrebbe essere in grado di mantenere i contatti con i propri parenti che vivono all’estero. Inoltre, Lavrov promette agli Armeni che riceveranno senza ostacoli aiuti umanitari dall’estero mentre vivono in Azerbajgian.
Credo che gli Armeni del Nagorno-Karabakh rifiuteranno questa proposta della Russia perché non sono stati proposti meccanismi credibili per garantire sicurezza e diritti. Sotto il regime di Aliyev, nemmeno i diritti degli Azeri sono protetti dalla Costituzione dell’Azerbajgian.
Chi crede che l’Azerbajgian sia in grado di proteggere i diritti degli Armeni quando l’armenofobia è una politica statale in Azerbajgian?
A mio parere, questa proposta dalla Russia è estremamente negativa. In caso di partecipazione al processo di negoziazione nei formati occidentali, gli Armeni del Nagorno-Karabakh potranno ottenere soluzioni molto migliori rispetto al piano di Lavrov» (Robert Ananyan).
Segnaliamo
– Hadja Lahbib avrà il coraggio di aiutare la popolazione del Nagorno-Karabakh? di Benoit Lannoo, storico della Chiesa ed esperto di Cristiani d’Oriente – La Libre Belgique, 18 agosto 2023 [QUI]: «Dopo il blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbajgian, gli abitanti del Nagorno-Karabakh sono privati del cibo. La comunità internazionale non può più accontentarsi di mere dichiarazioni. Il nostro Ministro degli Esteri Hadja Lahbib prevede di visitare la Georgia, l’Armenia e l’Azerbajgian la prossima settimana. Dovrà essere all’altezza della situazione. (…) È scioccante vedere come i leader europei abbiano accarezzato il dittatore azero Ilham Aliyev da quando Ursula von der Leyen è riuscita a concludere con lui un importante accordo sul gas la scorsa estate.
– In Nagorno-Karabakh si scatena la carestia e la situazione umanitaria si deteriora, tanto da far temere un “genocidio” di Maria Udrescu – La Libre Belgique, 16 agosto 2023 [QUI]: «Gli abitanti di questa regione contesa soffrono per il blocco del Corridoio di Lachin da parte dell’Azerbajgian. In questo contesto, il conflitto si intensifica. I membri della Missione di osservazione europea sono stati coinvolti in uno scontro a fuoco martedì».
– Perché gli attori internazionali sono responsabili degli Armeni nel Nagorno-Karabakh di Sossi Tatikyan – EVN Report, 16 agosto 2023 [QUI]: «Le aspettative e lo scetticismo sono entrambi elevati dalla discussione [il 16 agosto 2023] nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Una sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite era stata convocata per affrontare la situazione nel dicembre 2022, due settimane dopo l’inizio del blocco. Nonostante le critiche significative contro l’Azerbajgian, non ha portato all’adozione di una risoluzione. Mentre il fallimento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel raggiungere un consenso non è sorprendente nell’attuale situazione globale e regionale polarizzata, l’Azerbajgian ha presentato il fallimento di una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite come la sua vittoria diplomatica e ha sempre più approfondita e intensificata in blocco. Baku ha ignorato gli ordini legalmente vincolanti della Corte Internazionale di giustizia che chiede il movimento senza ostacoli di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio di Lachin in entrambe le direzioni, dichiarazioni di alti funzionari dell’ONU, dell’UE, del Consiglio d’Europa, dell’OSCE, Stati Uniti, Francia e Russia – ex Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE che svolgono ancora ruoli di mediazione in altri formati, molti altri Paesi, osservatori internazionali dei diritti umani, risoluzioni del Parlamento Europeo e dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, petizioni e appelli delle organizzazioni della società civile di vari Paesi. Invece, ad aprile ha sostituito gli pseudo eco-attivisti con i servizi di sicurezza dello Stato, ha vietato l’ingresso di cibo e forniture di base da parte delle forze di mantenimento della pace russe e del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) a giugno e, sistematicamente, evacuazioni mediche umanitarie da parte del CICR da luglio. A luglio ha arrestato arbitrariamente un paziente che era stato trasferito in Armenia per cure mediche, dopodiché molti altri pazienti, compresi i malati gravi, hanno iniziato a rifiutare l’evacuazione medica temendo la stessa sorte. Parallelamente, le forze armate azere hanno continuato a sparare sistematicamente sui civili che cercavano di raccogliere i loro raccolti, hanno lanciato attacchi militari su piccola scala provocando vittime, e le autorità e le personalità pubbliche azere hanno minacciato di condurre una nuova operazione militare per eliminare la capacità di autodifesa del Nagorno Karabakh. Alla fine, a luglio, il Nagorno-Karabakh ha esaurito il carburante, la maggior parte dei prodotti alimentari e le medicine. (…)».
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]