232° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli Armeni lottano per la libertà, gli Azeri per rimanere schiavi

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 31.07.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi siamo entrati nel giorno 232 della pulizia etnica in Artsakh/Nagorno-Karabakh e secondo delle informazioni non confermate che circolano, nei prossimi giorni i rappresentanti di Baku e Stepanakert dovrebbero incontrarsi in un Paese terzo, probabilmente a Sofia, la capitale della Bulgaria, con l’intermediazione degli USA.

«Non ho informazioni, non siamo affatto contrari alle riunioni se viene mantenuto il formato appropriato, ma l’Azerbajgian non lo mantiene», ha detto al riguardo l’ex Ministro degli Esteri e Consigliere del Presidente della Repubblica di Artsakh, Davit Babayan, in una conversazione con News.am. «Sono note anche le condizioni dell’Azerbajgian, cioè l’Artsakh deve capitolare, smantellare tutte le sue istituzioni statali, e non so cosa ne sarà dell’Artsakh. Questo non è accettabile per noi. Se si vuole effettivamente negoziando la risoluzione del conflitto, questa è una questione diversa, ma abbiamo approcci contrastanti. Il problema è questo. Ed è improbabile che l’Azerbajgian riveda i suoi approcci, specialmente ora, dopo quello che è successo in questi due giorni», ha aggiunto.

Babayan si riferiva al caso “Cibo per la vita”, i 20 camion con 400 tonnellate di aiuti umanitari, bloccati dal 26 luglio, per il sesto giorno davanti all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin), e il caso di Vagif Khachatryan, il cittadino dell’Artsakh rapito ieri al posto di blocco illegale presso il ponte Hakari nel Corridoio di Berdzor (Lachin) con il pretesto di false accuse di genocidio e trasferito a Baku.

Ursula von der Leyen, la ricordiamo che l’Azerbajgian ha lanciato due guerre contro la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh e noi ci ricordiamo che ha definito il Presidente Ilham Aliyev un partner fidato, per aver si suo gas/petrolio russo che esporta in Europa con quello azero. Dov’è la vostra giustizia per l’Artsakh? Dove sono le vostre sanzioni per Aliyev? Dove sono i vostri aiuti per il popolo dell’Arsakh senza cibo, senza medicine, senza gas, elettricità e benzina, senza i beni di prima necessità? Dove è il vostro interesse per i 30.000 bambini dell’Artsakh? Perché l’Unione Europa accetta senza riserve l’autocrazia della famiglia Aliyev in Azerbajgian, che ha invaso il territorio armeno dell’Artsakh e dell’Armenia proprio, e rivendica tutta l’Armenia? L’Armenia, membro del Consiglio d’Europa, è in pericolo esistenziale, insieme all’Artsakh. Non ritiene opportuno nessun ordine internazionale contro l’Azerbajgian, preferendo di stare alla canna del gas del suo partner autocrate?

Il Portavoce del Dipartimento di Stato degli USA, Matthew Miller, ha dichiarato ieri che il Segretario di Stato, Antony J. Blinken, ha parlato il giorno precedente con il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, «per esprimere profonda preoccupazione per la situazione umanitaria in Nagorno-Karabakh. Il Segretario Blinken ha sottolineato l’urgente necessità del libero transito di veicoli commerciali, umanitari e privati attraverso il Corridoio di Lachin e ha sottolineato la necessità di un compromesso su rotte alternative in modo che le forniture umanitarie possano raggiungere la popolazione del Nagorno-Karabakh. Il Segretario ha sottolineato la necessità per tutte le parti di mantenere uno slancio positivo sui negoziati di pace».

Ancora una volta Blinken è “profondamente preoccupato” per gli Armeni dell’Artsakh. Sarà efficace solo se concederà qualche giorno di scadenza all’autocrate Aliyev prima che inizi un ponte aereo umanitario a Stepanakert e l’invio dei marines. Altrimenti, parole, solo parole e ipocrisia. Ma probabilmente Blinken stava scherzando? Avvalla indirettamente la decisione unilaterale dell’Azerbajgian  a consentire il passaggio delle merci solo attraverso Aghdam, nella prospettiva dell’integrazione degli Armeni dell’Artsakh in Azerbajgian, in riferimento alla rotta attraverso Aghdam, di cui non c’è assolutamente bisogno, se fosse il Corridoio di Berdzor (Lachin) fosse aperto.

Gli Armeni in Artsakh vengono rapiti quando scendono dalle auto del Comitato Internazionale della Croce Rosso Internazionale per il “controllo passaporti”, dalle forze armate dell’Azerbajgian che tengono sotto assedio l’Artsakh da quasi otto mesi, causando una crisi umanitaria, e Blinken non ha niente da ridire, anzi vuole che l’autocrazia di padre in figlio del terrorista Aliyev mantenga lo slancio. Il regime autocratico di Aliev è la peggiore feccia di un regime che sia mai esistito. E quando mai l’Armenia e l’Artsakh avrebbero perso “lo slancio positivo sui negoziati di pace”? Gli Armeni lottano per la libertà e la pace, gli Azeri per rimanere schiavi e in guerra eterna.

A giro di posta è arrivata ieri la lettura da parte azera della telefonata tra il Presidente Aliyev e il Segretario di Stato Blinken, con la solita disinformazione. La dichiarazione insiste che Baku è “determinata a reintegrare” gli Armeni del Nagorno-Karabakh, il che non è una novità e sembra che solo Blinken non lo sa:
«Il 29 luglio, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha fatto una telefonata al Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev.
Durante la conversazione telefonica sono stati discussi i negoziati sul processo di pace tra l’Azerbajgian e l’Armenia, nonché l’attuale situazione nella regione.
Affermando che le misure provocatorie intraprese dalla parte armena stanno ostacolando il processo di pace, il Capo di Stato ha sottolineato che la continua presenza illegale delle forze armate armene nel territorio sovrano dell’Azerbajgian è fonte di tensione militare nella regione.
Il Capo di Stato ha menzionato la provocazione militare della parte armena al posto di frontiera di Lachin, le sparatorie contro le nostre guardie di frontiera, il tentativo di contrabbando e l’invio non autorizzato di camion in Azerbajgian.
Il Presidente Ilham Aliyev ha affermato che sebbene la parte azera abbia avanzato una proposta per utilizzare la strada “Aghdam-Khankendi” per soddisfare le esigenze dei residenti Armeni, sostenuta dall’Unione Europea e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, Armenia si oppose a tutte le proposte. L’affermazione della parte armena sulla “situazione umanitaria” e sul “blocco” è una manipolazione politica.
Il Presidente Ilham Aliyev ha affermato che è inaccettabile che l’Armenia si impegni continuamente in attività dirompenti e cerchi di ostacolare i negoziati di pace, nonché lo sviluppo di contatti e dialogo tra residenti Azeri e Armeni locali. Il nostro Capo dello Stato ha ribadito che la parte azera è determinata a reintegrare i residenti Armeni, ricordando che il primo incontro si è tenuto a Khojaly a tale scopo, ed è stata presentata la proposta dell’Azerbajgian per il secondo incontro.
Antony Blinken ha espresso il continuo sostegno degli Stati Uniti ai negoziati sul trattato di pace tra l’Azerbajgian e l’Armenia, ha toccato l’importanza del passaggio attraverso il checkpoint del confine di stato di Lachin e altre rotte alternative e l’importanza di mantenere dinamiche positive nei negoziati.
Nel corso del colloquio telefonico sono stati scambiati anche punti di vista su altri temi di comune interesse».

«Secondo delle informazioni, nei prossimi giorni i rappresentanti di Baku e Stepanakert dovrebbero incontrarsi in un Paese terzo, probabilmente a Sofia, la capitale della Bulgaria, con l’intermediazione degli USA. Non c’è una conferma ufficiale delle informazioni, ma potrebbe non arrivare perché il processo di negoziazione tra Azerbajgian e Nagorno-Karabakh implica riservatezza.
In precedenza, il Karabakh aveva rifiutato l’offerta dell’Azerbajgian di andare a Baku per negoziare. Questo è almeno il secondo tentativo di organizzare un incontro Baku-Stepanakert in Bulgaria. Il precedente risale a mesi fa, a maggio-giugno, ma è fallito a causa della posizione massimalista dell’Azerbajgian. In particolare, i mediatori internazionali avevamp trasmesso le proposte dell’Azerbajgian a Stepanakert, trattandosi di un programma per l’integrazione degli Armeni del Nagorno-Karabakh in Azerbajgian. Il Nagorno-Karabakh non l’aveva percepito come un invito ai negoziati, ma come una presentazione di un ultimatum da parte dell’Azerbajgian. A causa di questa posizione massimalista dell’Azerbajgian, quell’incontro non ha avuto luogo. Ora, l’Azerbajgian si considera un semplice ospite in quei negoziati. L’Azerbajgian si era opposto anche alla presenza di mediatori statunitensi nella sala riunioni con i rappresentanti di Stepanakert a Sofia. Baku suggerì di aspettare nella stanza accanto.
Perché l’Azerbajgian si oppone a negoziati con il Nagorno-Karabakh che si svolgono alla presenza di osservatori internazionali? Durante i negoziati, l’Azerbajgian intende presentare un piano per l’integrazione degli Armeni del Nagorno-Karabakh in Azerbajgian, non discutere o accettare nessuna delle proposte di Stepanakert e minacciare che se Stepanakert non accetterà le sue richieste, Baku inizierà una guerra. In altre parole, l’Azerbajgian immagina quell’incontro come una cerimonia di presentazione dell’ultimatum, non un negoziato. E non vuole che lo osservano gli USA.
Il 1° marzo 2023, l’Azerbajgian ha incontrato i rappresentanti degli Armeni del Nagorno-Karabakh a Ivanyan (Khojaly). Era presente il comando delle forze di mantenimento della pace russe. Stepanakert si offrì di discutere questioni tecniche in quella riunione. Tuttavia, il deputato azero inviato da Baku ha presentato un piano per l’integrazione degli Armeni del Karabakh, interrompendo intenzionalmente l’incontro. L’incontro fallì. Cinque o sei giorni dopo quell’incontro, l’Azerbajgian ha ucciso tre poliziotti armeni del Nagorno-Karabakh. Il Presidente Arayik Harutyunyan ha rivelato dopo quell’incontro che l’Azerbajgian aveva minacciato i rappresentanti del Nagorno-Karabakh che se il piano di integrazione dell’Azerbajgian non sarebbe stato accettato, ci sarebbero state dure azioni militari.
L’arresto di un cittadino del Karabakh di 68 anni nel Corridoio di Lachin e il suo trasferimento a Baku è il tentativo dell’Azerbajgian di far deragliare i prossimi negoziati con Stepanakert. È uso della forza e minaccia dell’uso della forza da parte dell’Azerbajgian contro gli Armeni del Karabakh.
Potrebbe sembrare che l’incontro con gli Armeni del Karabakh sia vantaggioso per l’Azerbajgian, perché è un’occasione per presentare un ultimatum. Tuttavia, la partecipazione del Nagorno-Karabakh ai negoziati con l’Azerbajgian, priverebbe Baku dell’opportunità di creare false basi per l’uso della forza militare. L’Azerbajgian preferisce che il Karabakh non partecipi agli incontri, cosa che potrebbe interpretare come non costruttivo, per avviare un’operazione militare contro il Karabakh. È probabile che Baku fallisca anche in questa partita imminente.
Oltre ad arrestare Vagif Khachatryan, l’Azerbajgian potrebbe organizzare nuove provocazioni militari e impedire alla parte armena di partecipare all’incontro. Ma se l’incontro avesse luogo, penso che lo Stepanakert si presenterà con il proprio programma e agenda.
I mediatori internazionali dovrebbero essere maggiormente coinvolti nei negoziati. Gli USA dovrebbero passare dal ruolo di mero organizzatore di riunioni a quello di forzare le soluzioni.
L’obiettivo dell’Azerbajgian è deportare gli Armeni del Karabakh facendoli morire di fame, creando condizioni di vita disumane. Finché non ci sarà una forte pressione sull’Azerbajgian affinché rinunci alla sua posizione massimalista, la pace non sarà stabilita. Permarrà invece l’alto rischio di un nuovo sanguinoso conflitto» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Sul sito iraniano Karzar.net è stato lanciato «una campagna per informare sul blocco Repubblica di Artsakh da parte delle forze turco-azere e agire per sbloccare il Corridoio di Lachin e prevenire l’organizzazione del genocidio contro gli Armeni». «Oggi è il 231° giorno del blocco del Nagorno-Karabakh e del blocco del Corridoio di Lachin» e la campagna «condanna le azioni della Repubblica di Baku, tra cui:
– il blocco del Corridoio di Lachin;
– l’impedimento del trasferimento di aiuti alimentari e medicinali;
– l’assedio a 120mila residenti Armeni dell’Artsakh;
– il genocidio organizzato dalla Repubblica di Baku».

Il Segretario del comitato editoriale del trimestrale scientifico, culturale e letterario Anahit, Abbas Iqbal Mehran, ha pubblicato sul sito Karzar.net una nota sulla campagna 120.000 residenti Armeni di Artsakh e il genocidio organizzato dalla Repubblica di Baku, che riportiamo nella nostra traduzione italiana dal persiano:
«Sostegno alla campagna per prevenire il genocidio organizzato del popolo armeno dell’Artsakh e condannare il blocco del Corridoio di Lachin e l’impedimento dell’invio di aiuti alimentari e medicinali all’Artsakh da parte del governo di Baku.
Nel nome dell’unico e solo Dio.
I recenti avvenimenti che si stanno verificando nel vicino Artsakh dell’Iran hanno ferito il cuore di ogni persona indipendentemente dalla nazionalità e dalla religione. L’accerchiamento illegale e la presa in ostaggi di 120.000 Armeni che vivono nell’Artsakh da parte della Repubblica di Baku per motivi completamente falsi, mostra un genocidio organizzato e pianificato dallo Stato. Esaurimento del cibo nei negozi, mancanza di medicine e attrezzature mediche in Artsakh nonostante la presenza di 2.000 donne incinte e 30.000 bambini, con il verdetto decisivo della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia che il blocco del Corridoio di Lachin è illegale, mostra il bullismo e la mancanza di attenzione della Repubblica di Baku ad accordi e dichiarazioni internazionali.
La riluttanza degli Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a punire la Repubblica di Baku, rimuovere il blocco dal Corridoio di Lachin e fornire cibo e medicine all’Artsakh è un segno di mancanza di attenzione e di riconoscimento della profondità del disastro umanitario a cui stiamo assistendo oggi in Artsakh. L’inazione per i diritti umani del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonché di organizzazioni e organismi internazionali, ha reso la Repubblica di Baku più arrogante e ha messo in difficoltà la popolazione dell’Artsakh. È necessario che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvi una risoluzione valida per obbligare la Repubblica di Baku a rimuovere il blocco dal Corridoio di Lachin e garantire la sicurezza dei residenti dell’Artsakh. Qualsiasi fallimento in questo senso causerà la ripetizione del genocidio degli armeni organizzato nel 1915 dal governo ottomano e questo significa che il genocidio è in corso nelle menti degli uomini del governo di Baku per la pulizia etnica del popolo armeno dell’Artsakh».

I giovani Armeni dell’Artsakh si sono riuniti a Stepanakert per lanciare un SOS, come naufraghi su un’isola deserta, dal centro del campo di concentramento all’aria aperta di Aliyev.

SOS: un bambino in Artsakh è svenuto mentre tornava dalla fila per il pane. Artsakh è sotto blocco da quasi 8 mesi e le persone devono sopportare la fila per le necessità di base, a volte per ore. Sono stati segnalati più di una dozzina di casi di persone svenute a causa della malnutrizione.

«In fila per le cose essenziali. Stepanakert» (Marut Vanyan).

«Non ci sono albicocche, caramelle, banane, perché la strada è chiusa. Si aprirà quando passerà il compleanno, dice Erica. Stepanakert, Nagorno-Karabakh» (Marut Vanyan).

«Hitler amava uccidere»: credibile.
«Stalin amava ammazzare»: credibile.
«Pinochet amava far sparire»: credibile.
«Pol Pot amava sterminare»: credibile.
«Aliyev ama far morire di fama»: non credibile, perché Aliyev è credibile e dice che è una menzogna e una provocazione degli Armeni che si “auto-bloccano” nelle “regione economico di Karabakh dell’Azerbajgian” e non vogliono essere “integrati” come cittadini azerbajgiani. E Aliyev è credibile perché acclamato difensori delle minoranze etniche in Azerbajgian e rispettoso del diritto internazionale, un partner affidabile dell’Unione Europea per il gas azero/russo e un alleato fraterno del membro affidabile della NATO Turchia).

«Il blocco dell’Artsakh continua e quindi dobbiamo continuare a far sapere al mondo che gli Armeni del Nagorno-Karabakh hanno un disperato bisogno di beni di prima necessità e stanno morendo di fame. Per favore ricondividete questo video» (Serj Tankian, un musicista, un poeta, un attivista politico e, soprattutto, un essere umano).

«”I bambini affamati di #Artsakh”. – Non sto piangendo, stai piangendo» (Asāsīyūn).

Questo esempio vergognoso dalla sterminata produzione razzista armenofoba quotidiana su Twitter di questo troll turco-azero nomade Tartaro, illustra il fondo che ha toccato nella sua armenofobia patologica. Dopo i ristoranti di Stepanakert che mostra pieno di cibo, adesso ha fatto ricorso alla parodia di bambini obesi. Avrà visto Bugiardo bugiardo (Liar Liar), il film statunitense del 1997 diretto da Tom Shadyac e interpretato da Jim Carrey. Nel film, Fletcher Reede, avvocato di grande successo, riesce a difendere e a far vincere i suoi clienti nelle cause giudiziarie, soprattutto ricorrendo alle menzogne che racconta in tribunale.Alcuni giorni dopo che un organo di stampa statale azero ha suscitato indignazione con “Hitler è più umanista di qualsiasi leader armeno nella storia”, un altro organo di propaganda dell’Azerbajgian ha diffuso un video in cui afferma che Armeni e nazisti sono identici, utilizzando immagini delle vittime della Shoah e del Tribunale di Norimberga.

Soldati azeri distruggono un khachkar (una croce di pietra armena) nell’Artsakh occupato. Un troll azero-turco nomade Tartaro commenta: “Grandioso! Non c’è alcun valore storico dei khachkar. Sono solo i vostri segni per marcare il territorio, come il cane che piscia contro ogni albero.

Un azero-turco nomade Tartara su un khachkar distrutto nel Hadrut, regione dell’Artsakh occupata dalle forze armate dell’Azerbajgian, che ha espulso tutti gli abitanti Armeni.

Solo all’interno di Nakhichevan, un’enclave storicamente armena oggi parte dell’Azerbajgian, le forze armate azere hanno distrutto tra il 1997 e il 2006 almeno 89 chiese apostoliche armene medievali, 5.840 khachkar e 22.000 pietre tombali storiche, per far sparire ogni traccia armena storica e poter sostenere il falso storico che era terra storicamente azera, che fu occupata per un certo periodo dagli armeni.

Ritornando sul caso di Vagif Khachatryan [QUI e QUI], di cui abbiamo anche smontato le false accuse accampate per motivare il suo rapimento da una macchina della Croce Rossa, sui social network azeri sono apparse delle affermazioni, secondo le quali il suo rapimento sarebbe stato organizzato da Hikmet Hajiyev, l’Assistente del Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev. Chi è questo capo dell’apparato di propaganda dell’Azerbajgian nel mondo?

Cinquanta sfumature dell’assistente di Aliyev, Hikmet Hajiyev
di Ararat Petrosyan, Caporedattore del quotidiano Respublica Armenia
Greekcitytimes, com, 30 luglio 2023

(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

Fin dal giorno della creazione dell’Azerbajgian, menzogne e disinformazione sono state il fondamento di questa statualità fittizia, dotata della psicologia di un ladro e di un criminale. Le figure politiche e pubbliche di quel “non-Paese” hanno oppresso per anni il proprio popolo, hanno intrapreso guerre espansionistiche con gli Stati vicini e hanno fuorviato la comunità internazionale.

Uno dei nuovi ma degni di nota propagandisti di questo fenomeno è un demenziale e folle Himket Hajiyev, l’Assistente del Presidente dell’Azerbajgian. Hajiyev si distingue tra i suoi compagni criminali per la sua stupidità cosmica. Dalle sue pubblicazioni e dai suoi discorsi pubblici risulta evidente che si tratta di una copia patetica di una personalità demente, che occasionalmente esibisce riflessi umani.
Hajiyev è stato nominato nella sua posizione nel 2019. Sebbene sia stato un periodo relativamente breve, è bastato a Himket Hajiyev per rivelare la sua mancanza di qualità.

Ora non soffermiamoci sui dettagli banali, come i suoi discorsi durante l’epidemia di COVID, che erano infarciti di affermazioni scadenti e fuorvianti, e false informazioni sulla sua vita personale. A proposito, l’Azerbajgian è uno dei pochi Paesi che non ha ancora revocato le restrizioni legate all’epidemia, come la chiusura dei confini. Alcuni esperti lo interpretano non come un atteggiamento premuroso nei confronti del proprio pubblico, ma come un’altra leva per garantire la gestibilità della nuova guerra espansionistica.

La prima menzogna significativa di Hajiyev è apparsa durante la guerra dei 44 giorni nel 2020. A quel tempo, ha pubblicato un’immagine vicino al bacino idrico di Mingechauri, sostenendo che l’artiglieria armena aveva tentato di colpire il bacino idrico. Ma l’immagine mostrava un proiettile conficcato nel terreno e, anche senza mezzi tecnici speciali, era visibile che il proiettile era letteralmente inchiodato in una buca pre-scavata.

L’evidente falsificazione ha ricevuto una grande risposta sia dalla stampa armena che da quella internazionale. Il falso è stato subito smascherato.

Nello stesso periodo, Hajiyev accusò anche i Greci della partecipazione alla guerra degli Armeni. Durante il suo briefing del 2 ottobre 2022 Hajiyev ha annunciato che c’erano mercenari greci nel territorio dell’Armenia. Anche questa affermazione era palesemente falsa e priva di fondamento. Questa sfacciata falsificazione ha trovato una grande risposta in Grecia e gli ambienti pubblici hanno fortemente criticato Himket Hajiev, etichettandolo come un bugiardo.

Dopo questi vergognosi incidenti, l’Assistente del Presidente dell’Azerbajgian è rimasto nascosto per qualche tempo, cercando di sfuggire all’attenzione negativa che circondava la sua persona. Anche allora, non ha smesso di prendere parte attiva ai processi politici, promuovendo tesi ovviamente false e fuorvianti, che erano, tuttavia, allineate con la politica statale dell’Azerbajgian e non con le opinioni personali di Hajiyev.

Il successivo fiasco di Hajiyev è avvenuto all’inizio di dicembre 2022, durante il blocco del Corridoio di Lachin. All’inizio del blocco, Hajiyev ha accusato le forze di mantenimento della pace russe di bloccare il corridoio. In questa fase, le perle del volo dei pensieri di Hajiyev ci sono state presentate con questa enfasi. Inoltre, Hajiyev ha affermato che gli ambientalisti azeri stavano conducendo un’azione di protesta pacifica. Era chiaro fin dall’inizio, e successivamente confermato, che l’obiettivo di quella protesta pacifica era bloccare completamente il Corridoio di Lachin.

Mesi dopo, in un’intervista con un altro organo di stampa, Hajiyev ha affermato che il corridoio non era affatto bloccato, come affermato dalla parte armena, anzi, ha sostenuto che il Corridoio di Lachin è rimasto aperto per il trasporto di beni umanitari e persone, sostenendo la sua affermazione con dati statistici non comprovati.

Forse gli esempi elencati sono sufficienti per farsi un’opinione su Himket Hajiyev, tuttavia, come si sa, la perfezione non conosce limiti, anche se si tratta di perfezione con segno negativo.

Un’altra polemica è sorta il 26 luglio quando il governo della Repubblica di Armenia ha inviato camion carichi di merci umanitarie per alleviare i bisogni primari dei nostri connazionali bloccati nel Nagorno-Karabakh da 8 mesi. Tuttavia, i veicoli non hanno raggiunto Stepanakert, poiché le autorità azere hanno vietato il trasporto di beni umanitari attraverso il Corridoio di Lachin.

A proposito, i camion si trovano ancora nell’area adiacente al villaggio di Kornidzor nella Repubblica di Armenia, vicino al cosiddetto check point criminale azero di Lachin.

La stessa sera del 26 luglio, quando il Primo Ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan, ha scritto sulla sua pagina Twitter, che non possiamo chiudere un occhio sulla situazione in cui si trovano gli Armeni del Nagorno-Karabakh e le 360 tonnellate di carico sono state inviate al Nagorno-Karabakh esclusivamente per scopi umanitari, a quel tempo Himket Hajiyev scrisse un vergognoso commento sullo stesso Twitter, allegando la dichiarazione di Nikol Pashinyan. Hajiyev ha affermato che durante l’incontro tripartito di Charles Michel, Nikol Pashinyan e Ilham Aliyev a Brussel, è stato raggiunto un accordo sul fatto che la strada Aghdam-Stepanakert dovrebbe essere utilizzata come alternativa al Corridoio di Lachin.

Questa affermazione completamente falsa, vile e fuorviante è stata immediatamente respinta dai funzionari europei. Ore dopo, il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha rilasciato una dichiarazione, affermando che la strada Aghdam-Stepanakert non può essere un’alternativa al Corridoio di Lachin e che il corridoio deve essere sbloccato immediatamente.

In effetti, questa nuova menzogna di Hajiyev ha già colpito le relazioni armeno-azerbajgiani ed è entrata nell’arena internazionale. È stato accusato di aver diffuso informazioni palesemente false per screditare i politici europei nel tentativo di coinvolgerli nelle sue azioni di manipolazione.

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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