228° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Baku definisce l’invio di aiuti umanitari una “provocazione”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 27.07.2023 – Vik van Brantegem] – Nel giorno 228 della pulizia etnica in Artsakh/Nagorno-Karabakh, il convoglio di 20 camion con gli aiuti umanitari dell’Armenia è in attesa da ieri di entrare in Artsakh attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin). Non c’è alcuna indicazione che qualche camion del convoglio sia arrivato in Artsakh. L’Azerbajgian continua a bloccare il passaggio delle 400 tonnellate di aiuti umanitari inviati dal governo armeno al popolo dell’Artsakh. Ignorando i propri crimini durante i 227 giorni del #ArtsakhBlockade e 42 giorni di assedio totale senza rifornimenti di cibo, medicine, carburante e tutti i beni di prima necessità, le autorità dell’Azerbajgian lo definiscono una “provocazione”.

L’Azerbajgian tiene bloccato il Corridoio di Berdzor (Lachin). La colonna di camion con gli aiuti umanitari dall’Armenia all’Artsakh è stata bloccata dagli Azeri ed è ancora ferma a Khornidzor. Inutile il negoziato con le forze di mantenimento della pace russe. L’Unione Europea ha emesso un duro comunicato, mentre sono in corso ulteriori trattative. Il momento di sanzioni ad Aliyev è già scaduto da tempo.

L’Ambasciatore della Francia in Azerbajgian, Anne Boillon, ha citato in un post su Twitter le parole di Josep Borrell, aggiungendo il link al testo completo della dichiarazione: «Spetta alle autorità azere garantire la sicurezza e la libertà di movimento lungo il Corridoio di Lachin e non permettere che la crisi si aggravi ulteriormente».

Il Ministero degli Esteri francese ha dichiarato: «La Francia deplora il persistente blocco del Corridoio di Lachin, che contravviene agli impegni presi nell’ambito degli accordi di cessate il fuoco. La Francia invita l’Azerbajgian a rispettare i suoi obblighi internazionali».

L’emozione di un bambino che è riuscito a procurarsi il pane per la sua famiglia. «I bambini dell’Artsakh sono privati di un’infanzia normale. Invece di giocare nei cortili e assaporare la frutta estiva, sono costretti a sopportare lunghe code solo per procurarsi il pane. Piuttosto che affrontare tali difficoltà, meritano di condurre una vita dignitosa nella loro patria, in Artsakh» (Tatevik Hayrapetyan).

«Le minacce esistenziali continuano a incombere sul popolo dell’Artsakh. Il regime criminale dell’Azerbajgian non è in grado e non è disposto a fornire garanzie di sicurezza al nostro popolo. Invece, ciò che offre è pulizia etnica o sottomissione forzata. Il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione dell’Artsakh è l’unico modo per garantire la sicurezza e la libertà della sua popolazione indigena dall’odio etnico e dalla politica discriminatoria condotta dall’Azerbajgian» (Difensore per i Diritti Umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh).

Aram Harutyunyan, deputato del partito al governo al Parlamento della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha ribadito la disponibilità di Stepanakert ad avere colloqui con Baku all’interno dei meccanismi internazionali stabiliti. Tutti i discorsi secondo cui Stepanakert rifiuta il dialogo sono falsi: «Il Nagorno-Karabakh è pronto per i negoziati con l’Azerbajgian all’interno dei meccanismi internazionali. Tuttavia, creando condizioni insopportabili per la vita degli Armeni in patria, l’Azerbajgian dimostra ancora una volta di non essere interessato a trovare soluzioni costruttive».

«Sono state create le condizioni per il libero passaggio dei residenti armeni del Karabakh dal punto di uscita “Lachin”, ancora una volta» (APA). I media statali azeri mostrano una manciata di Armeni che attraversano il Corridoio di Berdzor (Lachin) con accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa, IN USCITA dall’Artsakh e ancora una volta affermano che hanno “libero passaggio”, probabilmente nel tentativo di distrarre dal fatto che l’Azerbajgian impedisce da ieri di far passare IN ENTRATA all’Artsakh un convoglio di camion che trasportava aiuti umanitari tanto necessari per la popolazione sotto assedio.

Aspettando…

Al momento ci sono a Kornidzor, nei pressi dell’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin) solo gli osservatori europei accanto ai camion cariche di merci umanitarie armene. Non c’è presenza fisica delle forze di mantenimento della pace russe, che hanno il loro posto di blocco all’inizio del ponte Hakari, prima del posto di blocco azero dopo il ponte Hakari. La Missione di osservazione dell’Unione Europea ha dichiarato che rimarrà a Kornidzor fino a quando la questione non sarà in qualche modo risolta.

«Domani i diplomatici accreditati in Armenia visiteranno l’area del Corridoio di Lachin, dove l’Azerbajgian ha fermato con la forza i camion armeni con carichi umanitari diretti al Nagorno-Karabakh», ha dichiarato Vardan Sargsyan, rappresentante del Gruppo di lavoro statale armeno per la gestione delle crisi umanitarie nel Nagorno-Karabakh.

Vardan Sargsyan ha spiegato: «Il processo richiede una certa comprensione, un approccio paziente e una certa sequenza di passaggi. Al momento non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta, stiamo aspettando una risposta». Ha comunicato che hanno fatto appello sia alle forze di mantenimento della pace della Federazione Russa che alla parte azera, ma che entrambe le parti tacciono.

Marut Vanyan ha twittato da Stepanakert, pubblicando un video dell’elicottero delle forze di mantenimento della pace russe: «Sembra quello che stanno facendo in Nagorno-Karabakh, solo volando sopra Stepanakert».

La Missione di osservazione dell’Unione Europea presso l’ingresso al Corridoio di Lachin in Armenia è accompagnata da giornalisti e troupes televisive, mentre la colonna di camion con gli aiuti umanitari cerca di passare per l’Artsakh.

La Missione dell’Unione Europea in Armenia ha scritto in un post sul suo account Twitter: «Con la nostra presenza, EUMA tiene informati Brussel e gli Stati membri dell’Unione Europea sugli sviluppi della sicurezza nelle zone di confine tra Armenia e Azerbajgian, compreso all’ingresso del Corridoio di Lachin. I nostri rapporti contribuiscono agli sforzi dell’Unione Europeo nel sostenere il processo di pace nella regione».

L’Unione Europea ha respinto i tentativi di Baku di normalizzare il blocco del Corridoio di Lachin, per chi sa ascoltare e leggere… ed è capace/vuole capire: «Abbiamo preso atto della disponibilità espressa dalle autorità azere a fornire merci anche attraverso la città di Aghdam Questo non deve essere visto come un’alternativa alla riapertura del Corridoio di Lachin».

La dichiarazione rilasciata dall’Unione Europea in merito alla difficile situazione umanitaria in Artsakh è corretto, in questo modo per la prima volta. L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’Unione Europea, Vicepresidente della Commissione dell’Unione Europea, Joseph Borrell, ha osservato che il movimento attraverso il Corridoio di Lachin è bloccato da più di sette mesi, nonostante l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite di riaprirlo.

L’Unione Europea afferma che è responsabilità delle autorità azere garantire la sicurezza e la libera circolazione lungo il corridoio Lachin e impedire un’ulteriore escalation della crisi.

L’Unione Europea registra che le forniture mediche e di prima necessità scarseggiano o sono già state esaurite nel Nagorno-Karabakh, il che avrà gravi conseguenze per la popolazione locale.

L’Unione Europea prende atto della disponibilità espressa dalle autorità azere a fornire merci attraverso la città di Aghdam, ma rileva che ciò non dovrebbe essere considerato un’alternativa alla riapertura del Corridoio di Lachin.

L’Unione Europea rileva che le operazioni del Comitato Internazionale della Croce Rossa nella regione hanno avuto un notevole impatto e ne chiede la loro ripresa, comprese l’evacuazione medica e le forniture umanitarie.

Si può consultare il testo integrale della dichiarazione dell’Unione Europea [QUI].

Il Difensore per i Diritti Umani della Repubblica di Artsakh/ Nagorno-Karabakh ha dichiarato: «Accogliamo con favore la dichiarazione dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’Unione Europea, Joseph Borrell, sulla crisi umanitaria in Artsakh, invitando l’Azerbajgian ad aprire immediatamente il Corridoio di Lachin e a mantenere i suoi obblighi internazionali. La valutazione obiettiva della situazione di crisi umanitaria nell’Artsakh da parte di organizzazioni rispettabili come l’Unione Europea è di fondamentale importanza. L’uso documentato delle questioni umanitarie nell’Artsakh come leva da parte dell’Azerbajgian dimostra ancora una volta le sue intenzioni genocide nei confronti dell’Artsakh e della sua popolazione pacifica. Ora ci aspettiamo che l’Unione Europea utilizzi tutti i suoi strumenti e meccanismi disponibili, passi dal fare dichiarazioni e intraprenda azioni concrete per prevenire la catastrofe umanitaria nell’Artsakh».

Un ringraziamento per la dichiarazione di Josep Borrell, ma sono solo affermazioni molto in ritardo da parte dell’Unione Europea. Inoltre, Aliyev ha ignorato in passato simili dichiarazioni del Dipartimento di Stato americano, del Parlamento Europeo, del Consiglio d’Europa, ecc. Il regime fascista azero viola impunitamente anche l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia all’Azerbajgian di aprire il Corridoio di Lachin. Il tempo delle solo parole è scaduto da tempo e da tempo occorrono azioni energiche e risolutive. La deliberata campagna di pulizia etnica di Aliyev in Artsakh si sta svolgendo sotto i nostri occhi alla luce del sole L’Azerbajgian usa come arma non solo il cibo, ma anche i farmaci e tutto l’essenziale contro il popolo dell’Artsakh, bloccando completamente le loro forniture per 43 giorni. La comunità internazionale deve far capire ad Aliyev nell’unico modo che lui riesce a comprendere, che le sue azioni sono inaccettabili, che non c’è narrazione che regge e applicare sanzioni per questa crisi umanitaria che ha provocato. Se non è questo il momento per sanzionare Aliyev, se vengono applicate delle sanzioni anche per reati minori e più brevi nel tempo in altri contesti, quando sarà il momento?

«L’Azerbajgian ha accusato di provocazione anche la Missione di osservazione dell’Unione Europea in Armenia: “Alla provocazione hanno preso parte anche la Missione dell’Unione Europea in Armenia e il corpo diplomatico, dimostrando che si trattava di una mossa prestabilita”, dichiara Baku. Osservatori dell’Unione Europea monitorano la situazione nel Corridoio di Lachin dal territorio dell’Armenia.
L’Armenia ha inviato aiuti umanitari per il Nagorno-Karabakh. Tuttavia, l’Azerbajgian non consente ai 120.000 Armeni di ricevere la spedizione di #CiboPerLaVita. L’Azerbajgian definisce l’invio di cibo alle persone condannate alla fame una provocazione. Questo perché l’obiettivo di Aliyev è di deportare con la forza 120.000 Armeni condannandoli alla fame. Le azioni dell’Azerbajgian dimostrano che il Nagorno-Karabakh sarà sottoposto a trattamenti inumani e crudeli se passa sotto il controllo di Baku. Aliyev non è un Presidente in grado di garantire ai 120.000 Armeni di vivere in sicurezza in Azerbajgian. Mentre Aliyev devasta gli Azeri, perseguiterà gli Armeni, contro i quali ha condotto una grande propaganda di inimicizia, con ancora maggiore crudeltà. Un Armeno non può essere al sicuro in Azerbajgian. Se vengono visti per le strade di Baku, subiscono danni. Questa è una dolorosa realtà» (Robert Ananyan).

Promemoria, prima di leggere quanto segue: secondo l’ordine legalmente vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, l’Azerbajgian deve garantire l’accesso senza ostacoli alle merci attraverso il Corridoio di Lachin, secondo le disposizioni dell’Accordo trilaterale del 9 novembre 2020, firmato anche dal Presidente dell’Azerbajgian.

Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Azerbajgian «sulle ulteriori provocazioni dell’Armenia contro la sovranità della Repubblica di Azerbajgian e il valico di frontiera di Lachin»: «Incapace di digerire l’esistenza del valico di frontiera di Lachin istituito dalla Repubblica di Azerbajgian per controllarne i confini e prevenire le provocazioni dell’Armenia, la parte armena ha inviato convogli di auto nei territori sovrani dell’Azerbajgian sotto il nome di “carico umanitario” senza l’accordo con il nostro Paese è un attacco all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Azerbaigian, contro il valico di frontiera di Lachin è la prossima provocazione.
Il fatto che la parte armena abbia compiuto un tale passo subito dopo i colloqui a Mosca, comprese discussioni dettagliate sulla situazione attuale, dimostra che questo Paese non è sincero nel processo e intende confondere la comunità internazionale aggravando la situazione.
Il 15 giugno, la citata provocazione della parte armena, compreso l’attacco alle nostre guardie di frontiera a Lachin, tentativi di contrabbando, è un chiaro esempio di come questo Paese non rinunci alla sua insidiosa politica aggressiva.
Questa provocazione mostra ancora una volta che le affermazioni dell’Armenia sulla “tesa situazione umanitaria nella regione” non sono altro che l’intenzione di continuare la manipolazione e le attività illegali di questo Paese.
Nonostante il fatto che la parte azera abbia avanzato una serie di proposte, tra cui l’uso della strada “Aghdam-Khankendi” e altre strade alternative, per soddisfare le esigenze dei residenti Armeni, e queste proposte siano state sostenute dall’Unione Europea e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, la parte armena non ha accettato le proposte, così come quelle menzionate dall’Azerbajgian: opposizione al trasporto di merci da parte del CICR attraverso le strade, ostruzione delle attività umanitarie rilevanti, blocco dell’accesso al territorio mediante collocazione barriere concrete su strade alternative dimostrano che le loro affermazioni sulla situazione umanitaria sono un ricatto politico. Questi passi, insieme alla politicizzazione delle attività umanitarie, contraddicono le dichiarazioni relative al riconoscimento della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Azerbajgian.
Il coinvolgimento della Missione dell’Unione Europea in Armenia e del corpo diplomatico nella suddetta provocazione ha dimostrato che si trattava di un passo prestabilito.
Chiediamo ancora una volta all’Armenia di fermare tali provocazioni».

Hikmet Hajiyev ha scritto su Twitter che ha informato gli Ambasciatori dell’Unione Europea, Turchia, Stati Uniti e Svizzera sulla situazione a terra e sul passaggio stradale: «L’Armenia è impegnata in manipolazioni politiche e speculazioni sulla questione della strada di Lachin, funzionale alle evacuazioni e alle consegne mediche.
A Brussel è stato concordato che la strada Aghdam-Khankandi sarà utilizzata per un maggior volume di consegne. È stato anche ribadito nella dichiarazione del CICR.
Insistere per utilizzare solo la strada Lachin ma rifiutare la strada Aghdam, mettere blocchi stradali e politicizzarla è inaccettabile.
I “leader” fantoccio dei separatisti a Khankandi tengono la popolazione locale in ostaggio per le proprie ambizioni politiche.
Invece di scene teatrali e di portare i camion per spettacolo al check point di Lachin l’Armenia dovrebbe porre fine alle sue rivendicazioni territoriali contro l’Azerbajgian, ritirare elementi delle sue forze dalla regione del Karabakh dell’Azerbajgian e cessare di finanziare il regime fantoccio illegale.
Deve essere assicurato il disarmo di tutte le forze illegali.
La comunità internazionale dovrebbe inviare un chiaro segnale sull’uso della strada Aghdam-Khankandi e sull’integrazione degli abitanti Armeni del Karabakh in Azerbajgian.
Non c’è altro modo! Il gioco è finito!»

Da un’intervista con il capo bugiardo del Caucaso meridionale, Hikmet Hajiyev, a JAM-news: «Tuttavia, ora l’Armenia ha lanciato una nuova narrativa. Presumibilmente, la strada Lachin è “bloccata”, l’Azerbajgian si sta preparando a commettere un “genocidio” contro gli Armeni che vivono in Karabakh. Abbiamo detto dal primo giorno che la strada Lachin non è chiusa, le forze di mantenimento della pace russe, la Croce Rossa e il carico umanitario passano liberamente lungo la strada. Dal 12 dicembre ad oggi, sulla strada Lachin-Khankendi sono transitate più di 3.600 auto. C’è davvero un blocco?». Non serve altro per comprendere con chi abbiamo a che fare.

Troll azero: «L’Azerbajgian è sempre stato un sostenitore della pace. E l’offerta di pace dell’Azerbajgian è l’ultima possibilità per l’Armenia. Oggi è l’Azerbajgian a dettare le regole!»

La Croce Rossa, e praticamente chiunque altro non sia soggetto all’autocrate dell’Azerbajgian, sa che stanno mentendo. Basta menzogne, basta bloccare il Corridoio di Berdzor (Lachin), basta pulizia etica.

«L’Azerbajgian blocca il trasporto di beni umanitari inviati dall’Armenia ai 120.000 Armeni del Nagorno-Karabakh attraverso il Corridoio di Lachin. Baku accusa la parte armena di aver inviato convogli al Nagorno-Karabakh senza il suo accordo. Il Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian afferma che ciò viene fatto sotto il nome di “aiuto umanitario”. L’Azerbajgian ha definito la fornitura di aiuti umanitari al Karabakh una “invasione” e una “provocazione” della sua integrità territoriale.
Ci si aspettava che il regime di Aliyev, che ha condannato alla fame 120.000 Armeni del Nagorno-Karabakh, rifiutasse il trasferimento degli aiuti umanitari. L’Azerbajgian parla della sua disponibilità a trasportare merci da Aghdam a Stepanakert, affermando falsamente che l’Armenia ha acconsentito a questo a Brussel.
Il Consigliere del Presidente dell’Azerbaigian, Hikmet Hajiyev, sta mentendo.
Charles Michel ha menzionato la strada di Aghdam nella sua dichiarazione come una proposta dell’Azerbajgian. Yerevan non ha acconsentito al trasferimento delle merci attraverso Aghdam perché non ha il diritto di prendere una decisione al posto del governo del Nagorno-Karabakh.
Sai qual è l’assurdità? L’Azerbajgian offre il suo “aiuto” per superare la crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh, che ha creata. Se il dittatore Aliyev vuole risolvere la crisi umanitaria del Karabakh, può facilmente aprire il Corridoio di Lachin e il problema sarà risolto. Qual è la necessità di far morire di fame le persone e poi offrirsi di salvarle?
Dal 9 novembre 2020 al 12 dicembre 2022, il corridoio di Lachin ha funzionato normalmente.
Gli Armeni del Karabakh sono condannati alla morte di fame perché l’Azerbajgian ha istituito un posto di blocco nel Corridoio di Lachin, violando la dichiarazione del 9 novembre 2020. L’Azerbaigian vieta al Comitato Internazionale della Croce Rossa e alle forze di mantenimento della pace russe di trasportare aiuti umanitari nel Nagorno Karabakh.
E perché l’Azerbajgian sta facendo morire di fame gli Armeni del Nagorno-Karabakh mentre allo stesso tempo si offre di fargli avere aiuti attraverso la strada di Aghdam? L’Azerbajgian vuole soggiogare con la forza gli Armeni del Karabakh, privandoli dei loro diritti fondamentali: mangiare, essere curati, muoversi e ricevere servizi comuni. Aliyev trasforma il Nagorno-Karabakh in un campo di concentramento di cui è il carceriere.
Se gli Armeni accettano di ricevere aiuto dall’Azerbajgian attraverso la strada di Aghdam, Aliyev chiederà che ricevano anche gas ed elettricità dall’Azerbajgian. Quindi Aliyev proibisce agli Armeni di importare merci dall’Armenia, proibisce loro di ricevere sostegno finanziario dall’Armenia e soggiogherà gli armeni con la forza. Hitler avrebbe voluto applicare i metodi di Aliyev, ma era in ritardo di 80 anni» (Robert Ananyan).

«Sull’offerta dell’Azerbajgian di fornire aiuti umanitari all’Artsakh tramite Aghdam: cosa faresti se un terrorista ti bloccasse l’accesso a una sorgente d’acqua in un deserto, ti torturasse per un po’, poi ti offrisse la sua urina da bere? E se anche un poliziotto ti spingesse ad accettare questa “generosità”?» (Artak Beglaryan, Consigliere del Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh).

«Buona decisione del governo armeno come reazione alla dichiarazione del Presidente dell’Artsakh sul disastro umanitario in Artsakh. Bloccare l’accesso a questi aiuti umanitari rappresenta un altro crimine da parte dell’Azerbajgian e un innesco per una risposta internazionale urgente» (Artak Beglaryan, Consigliere del Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh).

Se le 400 tonnellate inviate dall’Armenia non sono aiuto umanitario, che cosa sarebbero? Sigarette e batterie per telefonini, dichiarati contrabbando dall’Azerbajgian? I capi delle missioni diplomatiche e i rappresentanti delle organizzazioni internazionali sono stati informati e hanno ispezionato le merci incluse nella spedizione di merci umanitari (foto sopra).

L’Azerbajgian desidera disperatamente continuare a far morire di fame la popolazione dell’Artsakh. Questa è l’ottica per impedire ad un convoglio di camion con #CiboPerLaVita di arrivare a chi ne ha bisogno. È un crimine.

Invece, i media statali dell’Azerbajgian riferiscono che l’intenzione di fornire aiuti umanitari attraverso il Corridoio di Lachin all’Artsakh è una “provocazione e spettacolo politico” da parte dell’Armenia, insistendo che gli aiuti umanitari devo essere inviati da Akna (Aghdam), dal territorio della Repubblica di Artsakh occupato dalle forze armate dell’Azerbajgian.

L’Azerbajgian chiama i tentativi armeni di consegnare rifornimenti #CiboPerLaVita alle 120.000 Armeni che l’Azerbajgian ha intrappolato nell’Artsakh: “manipolazione”, “sabotaggio” e, cosa più assurda, “una chiara manifestazione di razzismo”.

L’agenzia di stampa statale dell’Azerbajgian APA ha scritto che «l’Armenia ha fatto ricorso ad un’altra provocazione» e riferisce: «La parte armena invia camion al posto di frontiera senza accordo con l’Azerbajgian.
L’Armenia sta ancora una volta creando uno spettacolo politico concentrando i veicoli al valico del confine di stato di Lachin. Questa è manipolazione e un altro tentativo di sabotaggio.
L’Azerbajgian ha ripetutamente affermato che la strada Aghdam-Khankendi può essere utilizzata per il trasporto verso le aree in cui sono temporaneamente di stanza le forze di mantenimento della pace russe. Gli indicatori tecnici e naturali della strada, in particolare la strada Barda-Aghdam, in fase di ricostruzione dopo l’occupazione, consentono di consegnare le merci in modo più rapido ed efficiente.
Non è comprensibile che persone che si definiscono rappresentanti del cosiddetto regime separatista si rifiutino di usare questa strada.
In realtà, questa è una chiara manifestazione di razzismo e un tentativo di confondere l’opinione pubblica internazionale.
L’Armenia crea uno spettacolo politico con questa provocazione».

Hikmet Hajiyev sta manipolando e diffondendo informazioni false, perché a Brussel non c’è stato un accordo del genere. Continua a mentire sui leader separatisti fantoccio, ignorando la volontà dell’intera popolazione dell’Artsakh. Ha mentito così tanto che crede alle proprie menzogne.

La crisi umanitaria in Artsakh viene politicizzata dall’Azerbajgian da tempo e con l’escalation sta innescando ulteriori tensioni geopolitiche nel Caucaso meridionale già tesa e soggetta ad azioni di guerra. Questa volta tra grandi giocatori…

La dichiarazione dell’Unione Europea significa che l’Azerbajgian deve eseguire l’ordine legalmente vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite di riaprire il Corridoio di Berdzor (Lachin) e che la strada via Aghdam non è un’alternativa.

La dichiarazione disumana e cinica di Baku secondo cui “il gioco è finito” significa che tutti i i discorsi che il Corridoio di Berdzor (Lachin) è aperto sono finiti. Anzi, quel gioco è finito da otto mesi ormai. È ora che il Presidente degli Stati Uniti d’Americo fa una chiamata energica e risolutiva ad Aliyev: ferma immediatamente genocidio degli Armeni dell’Artsakh.

Cosa stanno facendo gli Azeri lo sappiamo, hanno totalmente bloccato l’ingresso in Artsakh di quanto necessario per sopravvivere. Ma cosa fanno i Russi, a parte di sorvolare Stepanakert con l’elicottero?

«”Una forte e stretta cooperazione tra Russia e Azerbajgian è uno degli elementi chiave della stabilità nel Caucaso meridionale”, ha affermato Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Esteri russo. “Dopo la firma della dichiarazione Russia-Azerbjigian sulla cooperazione alleata, le nostre relazioni si stanno sviluppando a un livello qualitativamente nuovo. Stiamo lavorando insieme per realizzare il pieno potenziale di questo documento strategico e per rendere globale la nostra partnership”, ha affermato Zakharova.
La Signora Zakharova ha perfettamente ragione. La Russia ha sostenuto direttamente l’Azerbajgian nella sconfitta dell’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh nella guerra dei 44 giorni del 2020. La Russia ha venduto armi per miliardi di dollari all’Azerbajgian. Nel periodo 2010-2020, il 67% dell’arsenale dell’esercito azero era costituito da armi vendute da Russia e Bielorussia. Le truppe russe di mantenimento della pace di stanza in Karabakh non hanno impedito all’Azerbajgian di imporre un blocco totale sul Nagorno-Karabakh, per far morire di fame 120.000 Armeni.
Dopo il 9 novembre 2020, l’Azerbajgian ha occupato villaggi, alture e territori appartenenti al Nagorno-Karabakh, ha ucciso e catturato Armeni, ma le forze di mantenimento della pace russe non hanno impedito le occupazioni da parte dell’Azerbajgian. Di recente, la Russia ha indirettamente annunciato di rinunciare alla responsabilità di garantire la sicurezza del Nagorno-Karabakh, accusando la parte armena di riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, “che ha cambiato l’ambiente delle attività delle forze di mantenimento della pace”.
Nel frattempo, dopo la guerra dei 44 giorni, il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato due volte che il Nagorno-Karabakh è territorio dell’Azerbajgian secondo le norme del diritto internazionale. E Lavrov ha descritto il modello in cui il Nagorno-Karabakh dovrebbe far parte dell’Azerbajgian, simile al modello della minoranza serba in Kosovo o russa nel Donbass.
Lavrov ha annunciato che la Russia ritiene accettabile garantire i diritti degli Armeni del Nagorno-Karabakh nell’integrità territoriale dell’Azerbajgian e nel quadro della legislazione dell’Azerbajgian.
La Russia ha sostenuto l’Azerbajgian nella subordinazione del Nagorno-Karabakh. La Russia sostiene anche l’Azerbajgian nella richiesta del “Corridoio di Zangezur” in Armenia. La Russia ha lasciato sola l’Armenia durante le aggressioni militari dell’Azerbajgian negli ultimi tre anni.
Penso che il popolo armeno non dimenticherà mai le attività “amichevoli” del suo “alleato”» (Robert Ananyan).

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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