222° giorno del #ArtsakhBlockade. Turchia e Azerbajgian contro Armenia e Artsakh con la dottrina genocida “una Nazione, due Stati”, mentre il mondo civilizzato osserva

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.07.2023 – Vik van Brantegem] – Il mondo intero sta per essere sacrificato sull’altare dell’Ucraina con l’incombere della Terza Guerra Mondiale. C’è chi si ricorda degli Armeni, ma solo a parole. Il #ArtsakhBlockade è una parodia e agli Armeni si aspettano giorni tristi e brutti. Come sempre, arrivati al dunque, gli Armeni sono soli. Il lato positivo: sono sopravvissuti a cose peggiori. «L’Azerbajgian ha approfittato dell’attenzione del mondo sull’Ucraina per bloccare l’enclave armena del Nagorno-Karabakh, creando una crisi di cibo e assistenza sanitaria – e sta peggiorando», ha scritto Nicholas Kristof, editorialista del New York Times, in un post su Twitter.

++++ «Un gruppo di giornalisti armeni si sta dirigendo da Goris verso il ponte Hakari. Il gruppo intende arrivarci e ottenere l’accesso al Corridoio di Lachin illegalmente bloccato. Il gruppo comprende giornalisti dei media armeni e corrispondenti che lavorano per un pubblico straniero» (Marut Vanyan). ++++

L’Ambasciatore armeno presso la Santa Sede, Garen Nazarian, ha replicato alle affermazioni dell’Ambasciatore dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, Ilgar Mukhtarov, relativamente alle mine presenti nella Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh (affermazioni identiche sono fatte dagli Ambasciatori dell’Azerbajgian in altri Paesi): «In primo luogo, all’Azerbajgian – che persiste nel rifiuto di farsi un onesto esame di coscienza – bisognerebbe rammentare che, a seguito dell’aggressione e della guerra portata avanti contro il Nagorno-Karabakh e l’Armenia nel periodo dal 1991 al 1994, fu l’Azerbajgian a contaminare massicciamente le regioni confinanti con l’Armenia e le altre aree colpite dal conflitto con mine terrestri, munizioni a grappolo e residuati bellici esplosivi. In secondo luogo, è un fatto oltremodo documentato che l’Armenia ha unilateralmente fornito tutte le mappe dei campi minati all’Azerbajgian, nonostante tale impegno non fosse previsto nell’ambito dell’accordo trilaterale e della legge internazionale. Inoltre, siamo pronti a fornire assistenza, in collaborazione con i partner internazionali, nella decodifica delle mappe trasferite. Le richieste di cooperazione della parte armena non hanno ottenuto risposta. Le insussistenti dichiarazioni del Signor Mukhtarov vogliono celare le gravi conseguenze umanitarie del blocco illegale del Corridoio di Lachin da parte dell’Azerbajgian così come le crescenti manifestazioni di armenofobia nella sua nazione. Queste azioni non solo si pongono in flagrante violazione del diritto umanitario internazionale ma contravvengono anche alla Dichiarazione trilaterale del 9 novembre [2020]. Il nostro auspicio è che la comunità internazionale continui a fare pressione sull’Azerbajgian affinché interrompa la sua politica di pulizia etnica in Artsakh».

Il Rappresentante armeno per gli affari legali internazionali ha ricordato, che dopo la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha confermato l’ordine all’Azerbajgian di sbloccare il Corridoio di Berdzor (Lachin).
Il 12 luglio 2023, la CEDU ha riesaminato la richiesta del governo armeno di attuare misure provvisorie contro l’Azerbajgian, in particolare per quanto riguarda lo sblocco del Corridoio di Berdzor (Lachin). La CEDU ha confermato la sua precedente decisione del 21 dicembre 2022 e, pertanto, ha ordinato l’Azerbajgian di intraprendere tutte le azioni necessarie ed efficaci, per garantire il trasporto senza ostacoli di persone gravemente malate bisognose di cure mediche dall’Armenia attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin), nonché facilitare il passaggio sicuro delle persone che sono state sfollate o necessitano di mezzi di sostentamento.

Il Rappresentante permanente dell’Unione Europea presso l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), Rasa Ostrauskaite, ha scritto in un post su Twitter: «L’Unione Europea ha ripetutamente chiesto alle autorità dell’Azerbajgian di garantire pienamente il ripristino della circolazione di merci e persone lungo il Corridoio di Lachin, in linea con gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia, nonché forniture illimitate di energia. La situazione attuale non è sostenibile e crea tensioni». Oltre alle parole, cosa intende fare in concrete l’Unione Europea?

Nell’ultimo mese, l’indicatore delle perdite riproduttive nella Repubblica di Artsakh è quasi triplicato. Le donne incinte non hanno la possibilità di acquistare alimenti ricchi di vitamine. Lo ha dichiarato il 19 luglio 2023 durante un’intervista con Artsakhpress, Vardges Osipov, il Direttore sanitario del Centro sanitario per la madre e l’infanzia di Stepanakert: «Naturalmente, la situazione creata ha avuto un impatto molto negativo sia sulla fertilità che su tutti i tipi di complicazioni che già incontriamo durante il nostro lavoro pratico quotidiano. Devo menzionare che nell’ultimo mese il tasso di perdite riproduttive è aumentato di quasi tre volte. Negli ultimi mesi purtroppo abbiamo anche registrato un aumento dei tassi di mortalità perinatale. Naturalmente, tutto ciò è causato sia dalla situazione stressante che dalla mancanza di una dieta equilibrata».

Più l’Armenia abbassa l’asticella sulla questione dell’Artsakh, più difficile sarà per la gente dell’Artsakh alzarla. L’ha detto il Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh, Gurgen Nersisyan, in onda sul programma Fattore di forza di News.am, reagendo alla dichiarazione del Ministero degli Esteri russo in cui si osservava che l’Armenia ha espresso la volontà di riconoscere l’Artsakh come parte dell’Azerbajgian, a seguito della quale la situazione nella regione è completamente cambiata, sono cambiate le condizioni in cui è stata firmata la Dichiarazione del 9 novembre 2020, e questo ha cambiato anche lo status delle forze di mantenimento della pace russe in Artsakh.
“D’altra parte, la Dichiarazione del 9 novembre è un documento firmato dai Capi di Stato, con il quale le parti hanno assunto obblighi che devono adempiere, compresi Russia e Azerbajgian. Non importa quanto cerchiamo di criticare, il riconoscimento dell’integrità territoriale dell’Azerbajgian da parte dell’Armenia ha spinto l’Azerbajgian a istituire un posto di blocco nel Corridoio di Lachin. Credo che anche la dichiarazione della Federazione Russa si riferisca a questo in una certa misura”, ha aggiunto Nersisyan.
“La Federazione Russa sta svolgendo qui una missione di mantenimento della pace. E nonostante molti problemi, al momento la Federazione Russa è più o meno l’unica garante della sicurezza. Non è consentito trasformare la questione dell’Artsakh in una piattaforma o un campo di competizione tra Occidente e Russia. Se l’obiettivo dei mediatori è rimuovere la Russia dalla regione promettendo al popolo dell’Artsakh un futuro incerto, allora non sarà così facile. Qui non si tratta di proteggere la Russia, si tratta del destino del nostro popolo, e noi siamo contro un tale approccio alla risoluzione dei problemi a scapito del calpestio dei diritti del nostro popolo”, ha affermato il Ministro dello Stato dell’Artsakh.
Ha notato che più l’Armenia abbassa l’asticella relativa alla questione dell’Artsakh, sarà molto più difficile per la gente dell’Artsakh alzarla: “Più l’Armenia abbassa quel livello, maggiori saranno i problemi che noi, il popolo dell’Artsakh, dovremo affrontare”, ha detto Gurgen Nersisyan.

Il Rappresentante Speciale per il Caucaso meridionale e la Crisi in Georgia dell’Unione Europea, Toivo Klaar, ha sottolineato l’importanza dell’apertura del Corridoio di Berdzor (Lachin), con la strada che attraversa Akna (Aghdam), fungendo da collegamento per completare il Corridoio di Berdzor (Lachin). Durante un’intervista con Alpha News, ha riconosciuto la sensibilità della questione e ha chiarito che la priorità è di aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin). Tuttavia, ha anche affermato che eventuali proposte aggiuntive dovrebbero essere viste come complementari, piuttosto che alternative, al Corridoio di Berdzor (Lachin).

Oscena e demenziale. Eternamente in letargo, non ha mai mosso un dito per il blocco da parte delle forze armate azere da 222 giorni del Corridoio di Berdzor (Lachin) tra Artsakh e Armenia (secondo la Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020) e adesso promuovo l’apertura della strada verso i territori occupati dalle forze armate azere, proposta oscena di Aliyev nel piano di integrazione forzata con il ricatto degli Armeni dell’Artsakh in Azerbajgian e completare la pulizia etnica. Quando si sveglia e parla fa solo danni.
Aiuti umanitari da Aghdam a Stepanakert? A parte di prendere conoscenza della totale assenza di logica, Toivo Klaar dovrebbe prendere conoscenza del vero volto della propaganda statale azera di odio e animosità contro gli Armenia. Questa politica fascista anti-armena è la forza trainante dei crimini di guerra ed è fortemente sponsorizzata dalle autorità azerbajgiane.
Toivo Klaar potrebbe leggere e guardare alcuni esempi che seguono.

Il sondaggio anonimo tra gli Azeri (prove innegabili di armenofobia e odio razziale), di cui abbiamo riferito il 18 luglio 2023, per poi parlare. Ma non è onesto, nemmeno un po’, senno avrebbe capito già da tempo che la società azera è completamente intrisa di odio verso gli Armeni.
Ecco il sondaggio anonimo:
«Prevediamo il seguente scenario: è il 2025 e le forze di mantenimento della pace russe hanno lasciato la regione del Karabakh. Mentre cammini per le strade di Khankendi, incontri un bambino armeno che parla una lingua da asino. Come risponderesti?
25% – Farò un’osservazione di smettere di parlare in quella lingua.
32% – Lo schiafferei.
4% – Gli taglierei la lingua.
17% – Lo metterei in un baule, lo porterei a Kurdamir e lo venderei come schiavo.
22% – Sventrerò lo succhiacazzo e lo darò in pasto ai cani locali».

«Diversi soldati azeri affermano di voler seppellire l’intero popolo armeno in un cimitero che è passato sotto il loro controllo» (Ararat Petrosyan, Vicedirettore di Armenpress).

Un futuro killer di Armeni. In Europa, questo genitore perderebbe i diritti genitoriali su questo bambino. Guarda questa “pacifica” madre terrorista azera, che insegna a suo figlio come essere un terrorista Lupo Grigio e odiatore di Armeni.

Ecco un’altra donna azera, forse anche lei madre. Ma decisamente sostenitore dei terroristi Lupo grigi.

Ora arriviamo all’uomo azero, che dimostra l’amore per la decapitazione. Ricordiamo che sui social azeri sono stati diffusi filmati della decapitazione di prigionieri di guerra armeni.

Questa donna azera forse è la “più gentile” di tutte, ma ha ancora la volontà di uccidere gli Armeni.

«Marut Vanian [giornalista a Stepanakert), potresti spiegare perché i ristoranti riescono a mantenere le loro scorte, anche per ingredienti speciali come pesce fresco per sushi, wasabi e salsa di soia, quando i negozi di alimentari mostrano scaffali vuoti? Sono sinceramente curioso di questo. Mi piacerebbe credere che un giornalista della tua statura intraprendesse prima un’approfondita ricerca prima di diffondere opinioni a milioni di persone alla sua portata. Potete rispondere a questa domanda a cui Marut non è stata in grado di rispondere? Le storie sono state condivise ieri» (Adnan Huseyn).

La parola “sincera” e Adnan Huseyn sono come acqua e fuoco. Per mesi questo armenofobo propagandista del regime autocratico di Baku è rimasto sul posto di blocco vicino a Sushi sul Corridoio di Berdzor (Lachin) come portavoce dei falsi eco-attivisti del suo regime, e come un terrapiattista, ha negato quotidianamente il criminale #ArtsakhBlockade del suo regime, che ha provocato la fame per 120.000 Armeni in Artsakh.

«Il Karabakh è il territorio dell’Azerbajgian e non c’è alcun blocco. La popolazione armena del Karabakh continua la sua vita quotidiana. I video di divertimento degli Armeni del Karabakh lo dimostrano. Non credete le menzogne armene sul “#ArtsakhBlockade”» (Esmira Halilova, Comitato di Stato per il lavoro con la diaspora della Repubblica dell’Azerbaigian).

«Un video che mostra il deterioramento della catastrofe umanitaria e gli ultimi sviluppi nell’Artsakh sotto 221 giorni di blocco e 36 giorni di assedio totale da parte dell’Azerbajgian» (Artak Beglaryan, Consigliere del Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh).

Baku ha chiesto a Yerevan di fermare immediatamente la costruzione della fabbrica “metallurgica” di Yeraskh, come riportato dai media azeri. Questa stessa cantiere della fabbrica, finanziati con fondi statunitensi, è stata presa di mira dalle forze armate azere più di una dozzina di volte nell’anno in corso. La richiesta è stata veicolata attraverso una lettera indirizzata al governo armeno, firmata da Mukhtar Babaev, capo del Ministero dell’Ecologia e delle Risorse Naturali dell’Azerbaigian, sottolineando che Yerevan è obbligata a informare Baku del potenziale impatto ambientale di tali progetti. Baku ha inviato una notifica formale al Segretario esecutivo della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa per affrontare la questione.
Così Baku è ancora una volta preoccupata per l’impatto ecologico di un piano industriale in un altro Paese, ma ignora l’effetto più significativo sull’ecologia delle scorie petrolchimiche, delle miniere nel proprio Paese, dei proiettili, dei mortai e delle bombe.

«L’Azerbajgian continua a fare pressioni e minacciare l’Armenia con falsi pretesti. Baku ha lanciato ufficialmente un appello all’Armenia, chiedendo lo stop alla costruzione della grande fabbrica “metallurgica” in costruzione a Yeraskh, al confine con il Nakhichevan. Il Ministro dell’Azerbaigian, Mukhtar Babaev, si è rivolto al Ministro della Protezione Ambientale dell’#Armenia.
Secondo l’agenzia Turan, il Ministro azerbajgiano ha osservato che Baku ha avviato una procedura ufficiale nell’ambito della “Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale nel contesto di confine” (Convenzione ESPOO). Il messaggio del Ministro azero affermava: “Baku chiede di fermare la costruzione dell’impianto fino a quando non sarà chiarito il possibile impatto del suo funzionamento sull’ambiente”.
La parte armena ha più volte sottolineato che l’impianto armeno-americano che si sta costruendo a Yeraskh non è metallurgico ma di fusione di metalli e non rappresenta alcuna minaccia per l’ambiente. Baku sta falsificando le informazioni, cercando di presentare l’impianto di fusione dei metalli come un impianto metallurgico.
Da mesi l’Azerbajgian compie atti di terrorismo contro la fabbrica di Yeraskh, bombardando regolarmente la struttura armeno-americana. Due dipendenti della fabbrica sono rimasti feriti in un attacco. Anche il Portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha risposto a questo terribile incidente, affermando: “Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per il fatto che due dipendenti civili di una società con partecipazione americana in Armenia siano stati feriti dalle sparatorie azere. Ribadiamo il nostro appello alla moderazione lungo i confini”.
Penso che l’Azerbajgian miri a mantenere l’Armenia economicamente debole, non sviluppata e povera. Inoltre, l’Azerbaigian sta cercando di ottenere la supremazia politica sull’Armenia affermando che anche la costruzione della fabbrica dovrebbe essere coordinata con Baku. Questa è un’altra idea assurda del dittatore medievale Aliyev, e ha bisogno di una valutazione della salute mentale.
L’impianto di fusione di metalli è stato costruito con un investimento di 70 milioni di dollari USA e produrrà 180.000 tonnellate di prodotti all’anno. La società GTB STEEL promette di elaborare i rottami di metallo e di produrre rinforzi, ovvero armature. L’azienda giustifica il suo business sottolineando che il volume delle costruzioni nel Paese è aumentato e le barre sono principalmente importate; ora li produrranno localmente.
In risposta ai reclami dell’Azerbajgian, il Ministero dell’Ambiente dell’Armenia ha annunciato che la fabbrica sarà costruita in conformità con tutte le norme e i requisiti ambientali nel quadro delle normative legislative nazionali.

Il regime dittatoriale azero, che sta picchiando gli abitanti del villaggio che protestano contro la costruzione della miniera di proprietà di Aliyev, sta manipolando le questioni ambientali per creare problemi politici. Falsi ecologisti allevati all’interno del governo Aliyev hanno chiuso il Corridoio di Lachin che collega l’Armenia al Nagorno Karabakh nel dicembre 2022, chiedendo illegalmente il permesso di monitorare le miniere del Nagorno-Karabakh. Quella storia finì con l’istituzione di un checkpoint azero nel Corridoio di Lachin e la condanna alla fame degli Armeni del Karabakh.
In genere non ha senso che il regime dittatoriale dell’Azerbaigian sia preoccupato per i problemi di protezione ambientale in Armenia. L’impianto armeno-americano di Yeraskh ha adottato i più alti standard ambientali internazionali, mentre è un vero e proprio disastro ambientale a causa dell’industria petrolifera e del gas nel MarCaspio.

Durante l’estrazione, il trasporto e lo stoccaggio del petrolio nel Mar Caspio, le fuoriuscite di petrolio hanno causato danni ambientali significativi. La vita marina, gli uccelli e gli ecosistemi costieri vengono danneggiati. Le comunità costiere dipendenti dalla pesca e dal turismo stanno subendo gravi perdite economiche.

Gli inquinanti, inclusi metalli pesanti, fluidi di perforazione e sostanze chimiche utilizzate nel processo di estrazione, si stanno riversando nel Mar Caspio. L’inquinamento idrico ha un effetto dannoso sulla biodiversità marina, interrompe la catena alimentare e contamina persino le fonti di acqua potabile.
Nel Mar Caspio, anche l’ambiente di vita viene distrutto. La costruzione di piattaforme petrolifere e di gas offshore, oleodotti e relative infrastrutture ha portato alla distruzione di habitat marini sensibili come le barriere coralline e le alghe.
La combustione del gas naturale durante l’estrazione del petrolio emette gas serra e inquinanti atmosferici nocivi nell’atmosfera, inquinando l’aria e modificando il clima.

I suoli e i sedimenti costieri dell’Azerbajgian sono stati inquinati, portando a un degrado ambientale a lungo termine. Il rumore delle attività di perforazione e costruzione disturba i mammiferi marini e altri animali marini, influenzando il loro comportamento, la comunicazione e i modelli migratori. Inoltre, l’acqua di zavorra utilizzata dalle navi per la stabilità durante il trasporto di petrolio e gas spesso entra nel Mar Caspio, sconvolgendo gli ecosistemi e causando squilibri ecologici.
Invece di prendere misure per eliminare gli effetti dannosi dello sfruttamento di petrolio e gas nel Mar Caspio, l’Azerbajgian ha avviato un’altra campagna terroristica contro l’Armenia. Attiro l’attenzione delle strutture internazionali e dei movimenti ambientalisti sulla catastrofica situazione ambientale nel Mar Caspio» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

lham Aliyev con Recep Tayyip Erdoğan a Baku.

La Turchia e l’Azerbajgian contro Armenia con l’Occidente semplice osservatore
di Kostas Zisiadis
Ethnos, 19 luglio 2023
(Nostra traduzione italiana dal greco)

Recep Tayyip Erdoğan inizia il suo terzo decennio al potere e ora parla alla Storia. Si è affermato come il secondo leader più importante della Turchia dopo Mustafa Kemal Atatürk , che ha fondato la Turchia moderna un secolo fa. E desidera detronizzarlo come nuovo “Ataturk”.
Le questioni che preoccupano di più Erdoğan non sono i tassi di interesse e l’inflazione selvaggia in patria, né l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO, ma come getterà le basi per la creazione di uno stato islamico, smantellando lo stato laico di Atatürk.
L'”ultimo tango” di Erdoğan riguarda l’Armenia, la nazione cristiana più antica del mondo. Mentre cerca di espandere la portata del mondo turco e islamico dai confini della Turchia con la Grecia e la Bulgaria alla Cina, l’Armenia, un piccolo Paese, si frappone sulla sua strada.
I Turchi hanno tentato più di un secolo fa di “risolvere la questione”, sterminando più di un milione di Armeni in un genocidio – un segno distintivo del XX secolo. Gli Armeni affermano che non è un caso che il principale alleato della Turchia, l’Azerbajgian, abbia utilizzato gli F-16 con piloti turchi mentre operava a fianco delle forze speciali turche per lanciare un attacco a sorpresa nel settembre 2020 contro l’enclave armena del Nagorno-Karabakh.
Che i due Paesi agiscano di concerto non è una sorpresa. Entrambi i leader spesso descrivono la loro relazione come “una Nazione, due Stati”. Il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, è oggi per Erdoğan ciò che il Presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, è per Putin. Mentre il governo Biden cerca di negoziare la pace tra l’Azerbajgian e l’Armenia, Aliyev chiede che i 120.000 Cristiani del Nagorno-Karabakh “si trasferiscano” dalle loro case ancestrali…
L’Azerbajgian ha bloccato il Corridoio di Lachin che permette il libero flusso di aiuti, rifornimenti e persone dentro e fuori l’enclave cristiana, provocando una crisi umanitaria. Infuria una guerra non dichiarata con vittime di cittadini innocenti che vivono solo dove sono nati. La Russia era la potenza garante, ma ora ha altre “preoccupazioni”. La capitale regionale del Nagorno-Karabakh, Stepanakert, sta diventando la nuova Srebrenica. I Cristiani della regione hanno bisogno dell’azione della comunità internazionale per evitare una nuova Srebrenica 28 anni dopo.
Come la Turchia, l’Azerbajgian gioca su entrambi i fronti della guerra ucraina e funge da hub per le esportazioni di gas russo. Blocca gli aiuti umanitari statunitensi alla popolazione del Nagorno-Karabakh, ma non subisce sanzioni severe.
Gli Stati Uniti e l’Occidente, ossessionato dai diritti umani, devono vedere la foresta e non l’albero. La libertà religiosa e la democrazia non sono à la carte, da negoziare per vincere un accordo che non durerà nemmeno un mese. La comunità internazionale deve smetterla di fare da struzzo nel caso di Stepanakert e dell’enclave armena da 120mila anime. Le sanzioni contro l’Azerbajgian e la Turchia sono l’unica strada coerente con i valori occidentali. L’adesione ai principi non è un inconveniente diplomatico. A volte, è la diplomazia più saggia di tutte.

6 ottobre 2022. A Praga il primo vertice della Comunità politica europea: 44 leader europei si confrontano su una “nuova” Europa, senza la Russia.

«Alcuni Armeni a volte mi chiedono se l’Unione Europea o gli USA siano interessati ad una profonda cooperazione con l’Armenia. Questa domanda viene posta nel contesto della liberazione dall’influenza aggressiva del neocolonialismo russo. In un formato non pubblico, ho chiesto a un alto funzionario dell’Unione Europea se considerano l’Armenia un probabile candidato per l’adesione all’Unione Europea.
Era il periodo in cui l’Ucraina e la Moldavia diventavano candidate all’adesione all’Unione Europea, e alla Georgia venivano assegnati 12 incarichi. In risposta, quel funzionario europeo si è offerto di sapere dai membri del governo armeno se intendono seguire la strada dell’integrazione europea.
Ho capito che è importante che l’Unione Europea fissi gli obiettivi dell’Armenia, se avvicinarsi o meno ai Paesi occidentali. Se il governo armeno non considera prioritario il tema dell’adesione all’Unione Europea e non presenta domanda, Brussel non può fare nulla.
Credo che i Paesi occidentali comprendano le conseguenze negative della dipendenza dell’Armenia dalla Russia. L’Occidente dovrebbe sostenere l’Armenia per rafforzare la sua sovranità in materia di sicurezza, militare, economia, energia e in altre sfere senza gridare ad alta voce e senza far arrabbiare l’orso russo verso l’Armenia.
L’Armenia è molto piccola rispetto alla Russia e un conflitto aperto porterebbe seri pericoli. Ciò causerebbe il fallimento del processo. È necessario un lavoro sostanziale per liberare l’Armenia da tutte le dipendenze russe.
Non si può escludere che la Russia uscirà dalla guerra così indebolita che le unità di integrazione neocoloniale CSTO e EEU crolleranno da sole. Presumo che il governo armeno stia aspettando la fine della guerra russo-ucraina per passi più concreti. Ma questa è solo la mia ipotesi ottimistica.
Se il regime di Putin esce dalla guerra troppo indebolito o sconfitto, possiamo aspettarci di vedere passi più specifici e rapidi da parte dell’Armenia verso l’Occidente, ad esempio sotto forma di ritiro dall’UEE e dalla CSTO. Almeno ho una tale speranza.
Non è escluso che il governo dell’Armenia si senta molto a suo agio nelle unità di integrazione russe. Ritengo che l’uscita dalla CSTO e dalla EEU sia una questione urgente. Sono club autoritari e non un buon posto per l’Armenia con aspirazioni democratiche.
Inoltre, gli Stati Uniti e l’Unione Europea dovrebbero creare storie positive sulla liberazione degli Stati post-sovietici dal feudalesimo russo. Lettonia, Lituania ed Estonia sono ottimi esempi di come una profonda cooperazione con l’Unione Europea e gli Stati Uniti possa avere un impatto positivo sullo sviluppo di uno Stato post-sovietico.
Tuttavia, penso che il destino di Ucraina, Moldavia e Georgia possa avere un’influenza fondamentale sulle decisioni dell’Armenia e di altri Stati. Il pubblico dell’Armenia vedrà a cosa sono pronti gli Stati Uniti e l’Unione Europea per proteggere i loro nuovi alleati.
Il crollo dell’Impero Russo inizierà se Putin perde in Ucraina. La vittoria dei Russi o la conclusione di un accordo con loro distruggerà le aspirazioni di molti Stati a vivere liberamente e prosperamente. La storia non lo perdonerà ai leader occidentali di oggi» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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