214° giorno del #ArtsakhBlockade. È solo una questione di tempo: l’Azerbajgian si prende l’Artsakh o poi si occuperà dell’Armenia

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.07.2023 – Vik van Brantegem] – L’Artsakh libero e indipendente NON appartiene all’Azerbajgian. Lo ricorda la data del 12 luglio, una data importante nella storia degli Armeni dell’Artsakh. Il 12 luglio 1988, il Soviet Regionale dell’Oblast autonomo di Nagorno-Karabakh fece un annuncio in cui dichiarava il suo ritiro dalla Repubblica Socialista Sovietica azera e la sua decisione di aderire alla Repubblica Socialista Sovietica armena. Pochi giorni dopo, il Soviet Supremo dell’Armenia ha espresso il suo accordo ad accettare l’Oblast autonomo di Nagorno-Karabakh come parte della sua repubblica. Allo stesso tempo, il Soviet Supremo dell’Azerbajgian ha espresso il suo disaccordo con il ritiro della regione dalla repubblica e il suo trasferimento sotto la giurisdizione di Yerevan. Il 18 luglio, il Soviet Supremo dell’URSS ha dichiarato che né Yerevan né Baku avevano l’autorità per prendere tali decisioni. Di conseguenza, le decisioni dei Soviet Supremi di entrambe le repubbliche sono considerate invalide.

Già il 20 febbraio 1988 il Soviet Regionale dell’Oblast autonomo di Nagorno-Karabakh chiese ai Soviet Supremi di Armenia, Azerbajgian e URSS di trasferire la regione autonoma da una repubblica all’altra. Questa iniziativa non è nata dal nulla. Le discussioni sulla necessità di trasferire l’autonomia della popolazione armena si erano svolte all’interno della leadership dell’Armenia per tutti gli anni ’70 e ’80, ma le autorità centrali avevano precedentemente respinto tali richieste.

In risposta alle richieste legali degli Armeni dell’Artsakh, dal 27 al 29 febbraio 1988 l’Azerbajgian ha perpetrato violenti pogrom di Armeni nella città di Sumgait, che si trova a 35 km da Baku nella Repubblica Socialista Sovietica azera.

Il Primo Ministro della Repubblica di Armenia ha annunciato che è previsto un incontro trilaterale a Brussel il 15 luglio 2023 tra il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, e il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Un incontro totalmente inutile, anzi dannoso per la pace, con l’appeasement del regime autocratico guerrafondaio e genocida dell’Azerbajgian. Aliyev riderò sempre di più, la faccio di Pashinyan sarà sempre più scuro e Michel si mostrerà sempre l’ebete che è.

Il Ministero della Difesa dell’Armenia ha comunicato che il 12 luglio alle ore 05.30, unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco sulle posizioni armene situate nel settore di Tegh, a seguito del quale due soldati delle forze armate armene sono stati ferite, le cui vite non sono in pericolo.

Il contingente per il mantenimento della pace russo in Artsakh ha segnalato una violazione del cessate il fuoco da parte di una parte non specificata nell’area di Martuni, lungo la linea di contatto con l’Azerbajgian. Nessun ferito. Come al solito la Russia non ha detto chi è l’aggressore (l’Azerbajgian, che accusa l’Artsakh). In perfetto stile DARVO [QUI]. Invece, come abbiamo riferito, il Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh ha comunicato che ieri, 12 luglio alle ore 09.00, le forze armate dell’Azerbajgian hanno violato il regime di cessate il fuoco nella regione di Shushi dell’Artsakh, usando un mortaio da 82 mm. Ormai, è quasi impossibile seguire tutte le aggressioni dell’Azerbajgian contro l’Artsakh e l’Armenia, il che dimostra la situazione critica nell’Caucaso meridionale.

«Ho parlato oggi con il presidente dell’Azerbaigian Aliyev per ribadire il forte sostegno degli Stati Uniti per i continui sforzi verso una pace duratura tra l’Azerbaigian e l’Armenia. Gli Stati Uniti si impegnano ad aiutare a facilitare queste discussioni» (Segretario di Stato USA Anthony Blinken). Dichiarazione completamente inutile, anzi dannosa, perché non nomina l’aggressore (Azerbajgian), non condanne le sue azioni criminali, non fa assolutamente niente per fermare il genocidio in atto nell’Artsakh, i pieno stile DARVO [QUI]. Ilham Aliyev è un terrorista e non si fermerà finché non verrà sanzionato e la Repubblica di Artsakh non verrà riconosciuta, messo sotto protezione di forze di mantenimento della pace del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l’Azerbajgian verrà obbligato a cessare l’occupazione militare di gran parte dei territori dell’Artsakh.

Corridoio di Lacin, si aggrava la crisi umanitaria del Nagorno-Karabakh
di Vladimir Rozanskij
Asia News, 13 luglio 2023


(…) Come racconta Anat Tonyan, abitante del villaggio di Noragjukh della provincia di Askeran, “non c’è più niente da mangiare, neanche la frutta, accendiamo la luce per un’ora al giorno, non so come potremo farcela”. Non c’è olio di semi né zucchero, nei negozi si trova al massimo un po’ di riso, di polenta d’avena e qualche pacco di pasta. Di dolci neanche a parlarne, per la disperazione dei bambini; “cerchiamo di coltivare un po’ di cetrioli e di pomodori nell’orto”, racconta Anat.
La carenza di carburanti rende quasi impossibile spostarsi anche all’interno del territorio, ammassandosi nei pochi autobus che girano a itinerario variabile, con scadenze orarie molto poco regolari. Il governo locale ha deciso di limitare al massimo anche i mezzi pubblici, pubblicando orari da conservare con cura; in alcuni villaggi il pullman arriva solo una volta ogni tre-quattro giorni.
Come racconta un’altra abitante, Ashken Grigoryan, dal suo villaggio di Machkalashen può andare alla capitale Stepanakert solo due volte alla settimana, ma “non è detto che riesca a salire sull’autobus, e poi tocca viaggiare due-tre ore stando su una gamba sola”. (…)

«Erdoğan ha detto ieri che la Russia lascerà il Karabakh nel 2025. Questa affermazione non è stata ancora commentata. Interessante anche sapere di quali “accordi” parli Erdoğan, visto che la dichiarazione tripartito parla di una proroga automatica del termine per la presenza delle forze di mantenimento della pace» (Ararat Petrosyan, Vicedirettore di Armenpress).

«Il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, ha inferto un altro colpo alla Russia annunciando che nel 2025 le forze di mantenimento della pace russe dovrebbero lasciare il Nagorno-Karabakh. Alla conferenza stampa tenutasi dopo il vertice della NATO a Vilnius, il Presidente della Turchia ha dichiarato: “Nel 2025, le forze di mantenimento della pace russe devono lasciare la regione del Karabakh dell’Azerbajgian. Secondo l’accordo tripartito del 9 novembre 2020, tra Azerbajgian, Armenia e Russia, il contingente di mantenimento della pace russo deve essere di stanza in Karabakh per 5 anni. Nel 2025, la Russia deve lasciare il territorio. Questo è ciò che è scritto nell’accordo, e credo che la Russia soddisferà questa richiesta”.

Erdoğan ha recentemente accettato l’adesione della Svezia alla NATO, il che significa che la Turchia sta aiutando la NATO ad espandersi nei confini della Russia. Questa è la sconfitta strategica della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Invadendo l’Ucraina, Putin ha chiesto alla NATO di dare garanzie scritte che la NATO non si sarebbe allargata. Putin ha anche chiesto alla NATO di ritirare la sua infrastruttura militare entro i confini del 1997. Tuttavia, non solo la NATO non se ne andò, ma si espanse anche. Il Presidente degli USA Joe Biden ha presentato questo processo in modo interessante, osservando che la Russia voleva “finlandizzare” la NATO, cioè ottenere uno status neutrale dalla NATO, ma è successo il contrario: la Finlandia ha aderito alla NATO. Penso che anche la Svezia entrerà a far parte della NATO e la Turchia ha rimosso l’ostacolo.

Putin, infatti, sta perdendo non solo sul fronte ucraino quando si confronta con l’Occidente. La Turchia sta di fatto chiedendo che le truppe russe lascino il Nagorno-Karabakh entro il 2025, ed Erdoğan ha sottolineato che crede che la Russia accetterà. Non ho dubbi che la Russia, coinvolta nell’estenuante guerra contro l’Ucraina, lascerà il Karabakh al più tardi nel 2025. Non è escluso che partiranno prima del 2025. L’Azerbajgian ha ripetutamente annunciato pubblicamente che le forze di mantenimento della pace russe sono temporaneamente di stanza nel Nagorno-Karabakh. La Turchia lo dice per la prima volta.

Putin ha commesso un errore di calcolo in assoluto, che porterà a un indebolimento senza precedenti dello Stato russo. Prima di attaccare l’Ucraina il 24 febbraio 2022, la Russia ha cercato di proteggersi da sud e ha permesso all’Azerbajgian di entrare in guerra contro il Nagorno-Karabakh. La Russia ha calcolato che avrebbe ottenuto una presenza militare sul territorio dell’Azerbajgian. Dopo aver lasciato la stazione radar di Gabala, la Russia non aveva truppe in Azerbajgian. Dopo la guerra del 2020, Putin ha annunciato che il Nagorno-Karabakh fa parte dell’Azerbajgian secondo le norme internazionali. Le truppe in Karabakh, Putin ha considerato una presenza militare in Azerbajgian. La Russia sostiene il mantenimento dello status quo in Karabakh.

La Russia ha calcolato che in questo modo avrebbe mantenuto una grande influenza su Armenia e Azerbajgian, poiché avrebbero combattuto costantemente l’uno contro l’altro e si sarebbero rivolti alla Russia come mediatore. Nel processo negoziale Armenia-Azerbajgian, il piano Khovayev russo suggeriva di rinviare la questione dello status del Karabakh. In altre parole, la Russia non voleva risolvere il conflitto per continuare ad avere una presenza militare in Karabakh. Il Ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, ha annunciato dopo la guerra contro il Karabakh di aver condotto una brillante operazione con la Turchia in Karabakh.

La Russia ha portato la Turchia nella regione e il centro di monitoraggio russo-turco di Aghdam ne è un simbolo. La cooperazione con la Turchia e l’Azerbajgian contro gli interessi armeni era necessaria affinché Putin pagasse dividendi ad Aliyev ed Erdoğan e guadagnasse la loro lealtà prima di attaccare l’Ucraina. La Turchia, membro della NATO, e il suo alleato Azerbajgian sostengono la Russia per aggirare le sanzioni occidentali. La Turchia è sempre inclusa nell’elenco dei Paesi che aiutano ad aggirare le sanzioni.

Il 22 febbraio 2022, l’Azerbajgian e la Russia hanno firmato una dichiarazione, diventando alleati strategici in campo economico, militare ed energetico. L’Azerbajgian vende gas russo ai Paesi dell’Europa meridionale, sostenendo l’armamento dell’esercito russo occupante. Ora Erdoğan e Aliyev stanno scuotendo le carte da gioco della Russia e chiedono di lasciare il Karabakh. Gli amici turchi e azeri di Putin stanno infliggendo un duro colpo alle posizioni della Russia nel Caucaso meridionale. Putin ha commesso un errore sostenendo la guerra dell’Azerbajgian del 2020 contro il Karabakh e questi tre anni di attacchi contro l’Armenia.

Putin subisce una sconfitta strategica anche nel Caucaso. In realtà, non è il grande stratega che immagina di essere, con il sogno di restaurare lo Stato dell’Unione, ma piuttosto un Presidente fallito che per primo ha tradito la sua alleata Armenia e indebolito la Russia iniziando una guerra contro l’Ucraina. Penso che, se i Russi se ne andranno, la sicurezza del Karabakh dovrebbe essere garantita da USA, Unione Europea e ONU. Tornerò più avanti su questa domanda» (Robert Anayan).

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

Foto di copertina: Benvenuto nell’Artsakh libero (Foto di David Stanley).

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