207° giorno del #ArtsakhBlockade. Le conseguenze del blocco azero completo sono drammatiche per il popolo dell’Artsakh

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 06.07.2023 – Vik van Brantegem] – Dal 15 giugno 2023 la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh vive esclusivamente con le proprie risorse interne. Per un Paese che non ha il necessario livello di autosufficienza e che aveva un legame indissolubile con l’Armenia, tali condizioni sono indescrivibilmente difficili. Lo ha affermato oggi durante una teleconferenza Armenia-Artsakh il Ministro di Stato dell’Artsakh, Gurgen Nersisyan, riferendosi alla situazione che si è sviluppata nel Paese a seguito del blocco totale imposto dall’Azerbajgian dal 15 giugno 2023.

«Dal 12 novembre 2022 al 15 giugno di quest’anno, in Artsakh è stata ricevuta una piccola quantità di cibo, che ha soddisfatto solo i bisogni minimi della popolazione. Naturalmente, insieme a tutto questo, si sono ridotte anche le nostre risorse interne. Per più di 20 giorni i bambini dell’Artsakh, gli anziani, le donne incinte sono state private dell’opportunità di ricevere la quantità richiesta di frutta e verdura, non c’è l’essenziale. I beni di prima necessità disponibili sono distribuiti equamente tra i residenti. Le persone sono private dell’opportunità di ricoverare dei pazienti in un’istituzione medica in Armenia. I cittadini che vivono nelle regioni sono completamente tagliati fuori dalla capitale e dalla possibilità di recarsi presso le strutture mediche di Stepanakert. Le persone che lavorano in agricoltura affrontano seri problemi. L’elettricità viene fornita solo per poche ore, poiché non c’è fornitura di elettricità e gas dall’Armenia», ha detto il Ministro di Stato dell’Artsakh, esprimendo la convinzione che tutto ciò non sia solo una violazione dei diritti umani, ma un annientamento. «Nessuno pensi che la tolleranza per una situazione del genere non avrà conseguenze negative per il mondo intero», ha concluso Nersisyan.

«SOS. 30.000 bambini sono sull’orlo di un disastro umanitario, Mia nipote Sophie e alcune delle cose che mio padre ha coltivato. La scritta sulla maglietta։ EHI! IL DIVERTIMENTO INIZIA ADESSO» (David Ghahramanyan, fotoreporter a Stepanakert).

«A causa del #ArtsakhBlockade, la crisi si è aggravata quando l’Azerbajgian ha imposto il divieto di ingresso di merci umanitarie in Artsakh. Le donne con bambini fanno la fila [foto di copertina] per solo mezzo chilo di zucchero e mezzo litro di olio da cucina [foto copra]» (Siranush Sargsyan).

«I miei figli, Arpi e Nare, sotto assedio» (David Ghahramanyan, fotoreporter a Stepanakert).

«A causa della mancanza di gasolio, il mezzo di trasporto più richiesto in Artsakh, e puoi trovare la Coca-Cola solo sui manifesti pubblicitari» (David Ghahramanyan, fotoreporter a Stepanakert).

Il Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Arayik Harutyunyan, ha inviato una lettera al Presidente russo, Vladimir Putin. Non ne è noto il contenuto.

Il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, e il Presidente della Russia, Vladimir Putin, hanno avuto una conversazione telefonica. Il Cremlino informa che hanno discusso esplicitamente della situazione intorno all’Artsakh/Nagorno-Karabakh, comprese le questioni relative al transito senza ostacoli attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin). Putin ha anche ribadito la disponibilità della Russia ad aiutare l’Armenia e l’Azerbajgian a raggiungere un trattato di pace.

Il Portavoce del Ministero degli Esteri dell’Armenia, Ani Badalyan, facendo riferimento al discorso anti-armeno del Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, durante la riunione ministeriale dell’ufficio di coordinamento del Movimento dei Paesi Nonallineati, ha dichiarato: «Ancora una volta vediamo che l’Azerbajgian sta usando la piattaforma del Movimento dei Paesi Nonallineati e la sua Presidenza per una propaganda aggressiva e anti-armena, inclusa la distorsione delle cause e dell’essenza del conflitto del Nagorno-Karabakh. Ciò viola sia i principi stessi del Movimento dei Paesi Nonallineati e del diritto internazionale, sia le decisioni dei tribunali internazionali».

Nel suo discorso Aliyev, diffondendo come di consueto odio anti-armeno, menzogne e xenofobia con lo scopo della pulizia etnica, ha affermato: «Nel 2020, l’Azerbajgian ha sconfitto l’Armenia sul campo di battaglia e ha posto fine a 30 anni di occupazione armena. L’Armenia, in quanto paese occupante, è stata obbligata a firmare un atto di capitolazione. Così, l’Azerbajgian ha ripristinato la sua integrità territoriale e la sua giustizia storica. Questa vittoria dell’Azerbajgian è un trionfo del diritto e della giustizia internazionale. 30 anni fa, l’Armenia occupava quasi il 20% dei territori dell’Azerbajgian riconosciuti a livello internazionale e perpetrò la pulizia etnica».

La verità è che 30 anni fa, l’Azerbajgian attaccò l’Artsakh e perse la guerra a cui l’Armenia non partecipò ufficialmente. Nel 2020, l’Azerbajgian attaccò nuovamente l’Artsakh e questa volta vinse, con l’aiuto di mercenari siriani, militari turchi e russi, con fornitura di droni turchi e israeliani. L’Armenia non occupò mai le terre dell’Azerbajgian.

Ancora una volta Aliyev descrive l’accordo trilaterale di cessate il fuoco del 9 novembre 2020 come una “capitolazione” dell’Armenia. Ripete che Yerevan l’ha violato, portando mine antiuomo nel Nagorno-Karabakh. Una falsa accusa mai verificata indipendentemente e già più volte smentita dall’Armenia in modo documentato.

Aliyev ha ripetuto anche il famigerato falso storico di un “genocidio” che l’Armenia avrebbe commesso a Khojaly. Anche questa falsa accusa già più volte smentita dall’Armenia in modo documentato e pure smentito da un ex presidente dell’Azerbajgian.

Aliyev ha detto: «L’Armenia continua a causare disastri ambientali transfrontalieri ora lungo il confine con il Nakhichevan. In tal modo l’Armenia viola i suoi obblighi». Invece, gli USA e l’Armenia hanno accusato le forze armate azeri di aver sparato più volte il meso scorso al cantiere di un impianto metallurgico in costruzione con fondi statunitensi.

Aliyev ha detto: «Se l’Armenia è veramente interessata alla pace, allora le sue forze armate devono lasciare completamente la regione del Karabakh in Azerbajgian. Gli elementi militari e paramilitari Armeni sul terreno dovrebbero essere disarmati e smobilitati». Al primo punto: non ci sono truppe dell’esercito armeno in Artsakh. Al secondo punto: l’autocrate di Baku nega l’autodifesa al popolo dell’Artsakh, sotto assedio totale dell’esercito azero sui territori occupati della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh.

Nella riunione del governo, il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha risposto alle accuse infondate di Aliyev contro la Repubblica di Armenia: «In particolare, l’Azerbajgian continua a chiedere all’Armenia il ritiro delle unità dell’esercito armeno dal Nagorno-Karabakh, mentre la Repubblica di Armenia non ha personale militare nel Nagorno-Karabakh. Premetto ancora una volta che non esiste un esercito della Repubblica di Armenia nel Nagorno-Karabakh. L’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh opera nel Nagorno-Karabakh, le ragioni della sua esistenza ogni giorno si possono trovare nella propaganda ufficiale e nelle azioni dell’Azerbaigian, la cui nuda essenza è sottoporre gli Armeni del Nagorno-Karabakh alla pulizia etnica e al genocidio. In effetti, oggi in Nagorno-Karabakh assistiamo a un’attuazione strisciante di questa politica».

Nella riunione di governo, Pashinyan ha parlato anche del fatto che la politica azera di pulizia etnica degli Armeni nell’Artsakh prende di mira organizzazioni internazionali e Paesi che danno una valutazione obiettiva della crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh e delle azioni dell’Azerbajgian: «A questo proposito, l’Azerbajgian sta conducendo da diversi mesi una vasta propaganda anti-propaganda contro la Francia, sulle cui piattaforme ufficiali e pubbliche ci sono valutazioni oggettive e preoccupazioni circa le misure illegali intraprese dall’Azerbajgian contro gli Armeni del Nagorno- Karabach. La propaganda diretta contro la Francia mira a sopprimere le valutazioni mirate della situazione nel Nagorno-Karabakh da parte di altri Paesi. L’Armenia, a sua volta, esprimendo gratitudine alla Francia, dovrebbe adottare tutte le misure affinché sempre più Paesi e organizzazioni internazionali forniscano valutazioni oggettive della crisi umanitaria in Nagorno-Karabakh». Secondo il Primo Ministro, la risposta dell’Armenia a tutta questa situazione dovrebbe essere un lavoro diplomatico continuo: «Non importa quanto sia difficile moralmente, politicamente o emotivamente, in nessuna circostanza dovremmo perdere la pazienza.

L’Azerbajgian non ha abbandonato la sua politica trentennale di accerchiamento dell’Armenia ha detto Pashinyan. «L’Azerbajgian continua ad accusare l’Armenia di non adempiere ai propri obblighi di garantire collegamenti di trasporto attraverso il suo territorio, con alcune interpretazioni ambigue sul Corridoio [di Zangezur]. Anche in questo caso devo ribadire che l’Armenia non ha mai assunto impegni scritti o orali e non accetterà tali commenti. Chiunque può vedere che l’Armenia non ha assunto alcun obbligo internazionale leggendo la dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020», ha affermato Pashinyan.

Per quanto riguarda la revoca del blocco tra Azerbajgian e Armenia, sotto la sovranità e la giurisdizione dei Paesi confinanti, Pashinyan ha sottolineato che l’Armenia ha ripetutamente annunciato e continua ad annunciare di essere pronta per questo: «Molto tempo fa è stata messa in circolazione ufficiale una bozza di decisione del governo armeno, che prevede l’istituzione da parte dell’Armenia di tre posti di blocco al confine tra Armenia e Azerbajgian. Tale decisione non viene accettata a causa dell’approccio distruttivo dell’Azerbajgian, che non ha nemmeno avviato un processo simile e non vuole cedere il passo all’Armenia. In altre parole, la logica è che anche l’Azerbajgian dovrebbe prendere la stessa decisione, in modo che sia l’Armenia che l’Azerbajgian abbiano questi posti di blocco, in modo che le infrastrutture regionali e di trasporto siano sbloccate. L’Azerbajgian non lo fa e l’approccio dell’Azerbajgian è tale perché non ha abbandonato la sua politica trentennale di accerchiamento della Repubblica di Armenia».

«I media statali azeri pubblicano un video che afferma di “mostrare chiaramente” Armeni con la scorta di forze di mantenimento della pace russe “che trasportano armi”. Il video sfocato e non datato mostra camion su una strada. Sarà ancora usato per giustificare gli attacchi pianificati dell'”Operazione Vendetta-3″ dell’Azerbajgian» (Lindsey Snell).

«Un altro servizio dei media statali azeri che afferma che tutta l’Armenia è “l’Azerbajgian occidentale”. Ricorda a tutti che i piani di pulizia etnica e di appropriazione delle terre armene da parte dell’Azerbajgian non si fermeranno al Nagorno-Karabakh. O a Syunik, Gegharkunik, Vayots Dzor, ecc.» (Lindsey Snell).

Le autorità azere sta attivamente diffondendo disinformazione attraverso varie piattaforme di social media e canali Telegram. Stanno diffondendo notizie false secondo cui il personale militare della Repubblica di Artsakh indossa uniformi identiche a quelle delle forze di mantenimento della pace russe. Come “prova”, condividono fotografie di forze di pace armene dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) con toppe “MC”, simili a quelle indossate anche dalle forze di mantenimento della pace russe in Artsakh. Non solo usano foto di forze di mantenimento della pace armeni che sono stati schierati in Kazakistan come parte delle forze collettive di mantenimento della pace della OTSC, ma hanno anche rubato immagini dai social media di Armeni etnici che hanno prestato servizio o stanno prestando servizio in varie missioni e operazioni di mantenimento della pace (Fonte Agenzia 301).

In seguito alla conquista azera della città di Shushi il 7 novembre 2020 e all’abbattimento da parte azera di un elicottero MI-24R russo in territorio armeno il 9 novembre 2020, la sera stessa viene firmato un accordo trilaterale per la cessazione delle ostilità da ambo le parti con effetto dalle ore 01.00 locali del 10 novembre 2020, la mezzanotte di Mosca. L’Azerbajgian consolida la propria posizione nei territori occupati con la guerra dei 44 giorni e ottiene ulteriori zone della Repubblica di Artsakh. La Russia si pone quale paese mediatore e manda 1.960 militari, 90 mezzi corazzati da trasporto, 380 veicoli e materiali speciali della 15ª Brigata di fanteria motorizzata in qualità di forza di mantenimento della pace (contraddistinte dalla sigla in cirillico МС, l’abbreviazione per “forze di mantenimento della pace” in russo, миротворческие силы).

Circa le dichiarazioni dell’Ambasciatore statunitense in Armenia

Il Ministero degli Esteri della Repubblica di Artsakh ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito alle recenti dichiarazioni dell’Ambasciatore degli Stati Uniti nella Repubblica di Armenia:
«Riteniamo necessario menzionare quanto segue in relazione alle dichiarazioni rese dell’ambasciatore degli Stati Uniti nella Repubblica di Armenia nell’intervista rilasciata alla televisione pubblica dell’Armenia il 3 luglio 2023 in merito alle prospettive di risoluzione del conflitto Azerbajgian-Karabakh.
Riconoscendo l’importante ruolo di mediazione a lungo termine che gli Stati Uniti, in qualità di co-Presidente del Gruppo di Minsk dell’OSCE, hanno avuto e continuano ad avere nel processo di risoluzione pacifico del conflitto Azerbajgian-Karabakh, allo stesso tempo riteniamo che gli approcci dei mediatori non dovrebbe predeterminare l’esito dei negoziati. Siamo certi che la risoluzione di un conflitto così complesso e di lunga data tra l’Azerbajgian e il Karabakh, come la questione dell’Azerbaigian-Karabakh, potrà avere successo se tutte le parti in conflitto e i mediatori, pienamente consapevoli della loro responsabilità, mostreranno flessibilità, creatività approccio, costruttività e sono guidati sia dalle norme del diritto internazionale che da valori universali come la giustizia, la dignità e la libertà. Riteniamo che l’adesione incrollabile a tali principi, nonché l’applicazione dell’esperienza di mediazione accumulata dalla co-Presidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE, contribuiranno a una soluzione equa e globale del conflitto e all’instaurazione di una pace stabile e dignitosa nella regione.
Nelle condizioni della politica di conquista e pulizia etnica portata avanti dall’Azerbajgian contro il popolo dell’Artsakh con un evidente intento genocida, il blocco disumano in corso, i ripetuti casi di violenza e aggressione, il crescente incitamento all’odio e la retorica bellicosa, tali dichiarazioni ci ricorderanno della politica appeasement dell’aggressore. Come mostra l’esperienza storica, l’appeasement dell’aggressore è percepita da quest’ultimo come incoraggiamento della sua politica distruttiva, che porta solo a ulteriore violenza e sofferenza umana.
Sottolineiamo ancora una volta che la ricerca di una soluzione equa, equilibrata e dignitosa del conflitto dell’Azerbaigian-Karabakh non dovrebbe avere limitazioni artificiali, ma dovrebbe essere basata sulle norme e sui principi del diritto internazionale, compreso il diritto dei popoli all’uguaglianza e all’autodeterminazione prevista dalla Carta delle Nazioni Unite. Nella storia recente e nella pratica internazionale, ci sono esempi di risoluzione di conflitti così complessi e prolungati basati sulla volontà del popolo».

Gli Stati Uniti non presuppongono l’esito dei negoziati sul futuro del Nagorno-Karabakh e sostengono un accordo che sia durevole, sostenibile e che ponga le basi per la pace, ha detto in una dichiarazione scritta ad Armenpress l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Armenia, Kristina Kvien, quando gli è stato chiesto di chiarire la posizione degli Stati Uniti dal momento che ci sono state molte interpretazioni dei suoi commenti fatti durante un’intervista alla TV pubblica.

Armenpress: Ci sono state molte interpretazioni dei commenti della sua intervista alla TV pubblica, in particolare riguardo al futuro del Nagorno-Karabakh. Quale è la sua posizione?
Ambasciatore degli Stati Uniti Kristina Kvien: Il dialogo diretto è la chiave per risolvere i problemi e raggiungere una pace duratura e dignitosa. Gli Stati Uniti non presuppongono l’esito dei negoziati sul futuro del Nagorno-Karabakh. Gli Stati Uniti sostengono un accordo duraturo, sostenibile e che ponga le basi per la pace. La questione dei diritti e della sicurezza della popolazione del Nagorno-Karabakh è centrale nel conflitto tra Armenia e Azerbajgian.
In definitiva, garantire che questa popolazione possa sentirsi sicura nelle proprie case e che i propri diritti siano tutelati è l’unico modo per garantire una soluzione duratura a un conflitto che dura da troppo tempo e che è costato troppe vite.

All’Armenia è stato negato l’aiuti militare dell’Unione Europea
Azatutyun, 4 luglio 2023

L’Unione Europea ha rifiutato di fornire all’Armenia aiuti militari da un fondo speciale progettato per aumentare la capacità di difesa dei partner dell’Unione Europea, ha detto il Presidente del parlamento, Alen Simonian.

Simonian si è lamentato del rifiuto incontrando il Presidente della Polonia, Andrzej Duda, durante una visita a Varsavia. Ha detto a Duda che il governo armeno aveva richiesto “assistenza tecnica” all’European Peace Facility (EPF) che l’Unione Europea ha creato nel 2021 per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad acquistare attrezzature militari. “Attraverso questo meccanismo, l’Unione Europea assegna aiuti a Ucraina, Moldavia e Georgia”, ha affermato, secondo l’ufficio stampa del Parlamento armeno. “Sfortunatamente, la richiesta dell’Armenia è stata respinta sulla base degli sforzi di mediazione dell’Unione Europea nel miglioramento delle relazioni tra Armenia e Azerbajgian, nonché sulla questione della ‘sensibilità al conflitto'”. “Vorrei ripetere che stiamo parlando di assistenza tecnica volta ad aumentare la capacità di difesa [dell’Armenia]”, ha aggiunto Simonian, che è un membro chiave della squadra politica del Primo Ministro Nikol Pashinian, senza specificare che tipo di aiuto per la sicurezza è stato chiesto da Yerevan.

L’Ucraina è il principale beneficiario dell’EPF, avendo ricevuto 4,6 miliardi di euro in aiuti militari dal fondo dell’Unione Europea da quando è stata invasa dalla Russia nel febbraio 2022. Recentemente, il 26 giugno, i Paesi dell’Unione Europea hanno concordato di aumentare la dimensione massima del fondo da 3,5 a 12 miliardi di euro. La maggior parte del finanziamento extra dovrebbe essere incanalata verso l’esercito ucraino.

Membro dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) a guida russa, l’Armenia non è nota per aver mai ricevuto armi importanti dall’Unione Europea o dai suoi singoli stati membri. La Russia è stata a lungo il suo principale fornitore di materiale militare e di munizioni.

Oltre a criticare il rifiuto dell’Unione Europea di fornire tale aiuto, Simonian ha elogiato il blocco di 27 nazioni per aver dispiegato all’inizio di quest’anno circa 100 osservatori lungo il confine instabile dell’Armenia con l’Azerbajgian. La Russia è stata molto critica nei confronti del dispiegamento, affermando che fa parte degli sforzi dell’Occidente per cacciare Mosca dal Caucaso meridionale.

Armenofobia nelle scuole azere

La Dott.ssa Anzhela Mnatsakanyan ha dato un’occhiata ad alcuni libri scolastici ufficiali dell’Azerbajgian approvati dal Ministero dell’Istruzione.

Raccolta di compiti estivi. Nella foto i bambini vedono un labirinto dove la cuccia del cane si chiama Armenia.

Nel libro scolastico azero di seconda elementare: “Gli Armeni non hanno permesso a Babbo Natale di raggiungere Lachin e Kalbajar”. Ovvero i distretti di Karvachar e Lachin dell’Artsakh. Inoltre, è richiesto agli insegnanti: “Spiega ai bambini che le nuvole nere e i venti grigi rappresentano gli Armeni”.

Nel libro scolastico azero di terza elementare: “Il territorio in cui si trova attualmente la Repubblica di Armenia è stato storicamente la patria del popolo turco-azero”. I bambini non sapranno mai che l’Armenia è una delle civiltà più antiche del mondo, mentre l’Azerbajgian ha una storia di 105 anni.

Nel libro scolastico azero di quarta elementare, ai bambini vengono insegnate storie secondo cui la capitale dell’Armenia, Yerevan, appartiene all’Azerbajgian. Immaginate uno di questi bambini che chiede: “Come può Yerevan, fondata nel 782 a.C., appartenere ad un Azerbajgian con massimo 105 anni di storia?”

Durante le lezioni di storia della prima media, agli alunni azeri viene insegnato che l’intera Armenia e i “distretti meridionali del Daghestan e la Valle Alazani (Ganikh) in Georgia” sono parti storiche dell’Azerbaigian. Georgia e Russia, ne sono a conoscenza?

Nelle lezioni di storia della seconda media, agli alunni azeri si continua ad insegnare storie come: “I signori feudali armeni e georgiani intendevano catturare le terre occidentali dell’Azerbajgian e speravano nell’aiuto dell’Impero bizantino per questo”. I ragazzi non sapranno mai che l’Azerbajgian non esisteva nel 1063.

Ecco la frase di una canzone nel libro scolastico terza media: “Fai uno sputo e ficcaglielo nell’occhio, lascialo annegare nel sangue”.

Un gentile promemoria che questi sono solo alcuni esempi, e questi “libri scolastici” non sono pezzi di propaganda di folli nazionalisti ma libri scolastici ufficiali approvati dal Ministero dell’Istruzione dell’Azerbajgian. Poi, dopo tale “educazione”, questi ragazzi stanno crescendo e si stanno convincendo che è normale uccidere un uomo addormentato durante l’addestramento NATO, torturare e giustiziare anziani e bambini, e decapitare vivo un essere umano. E gli azeri hanno commesso questi e anche peggiori crimini di guerra.

Aliyev ha graziato un ufficiale azero, Ramil Safarov, che ha ucciso con un’ascia ufficiale armeno nel sonno, durante il seminario di addestramento della NATO a Budapest, in Ungheria, nel 2004. Poi è stato estradato in Azerbajgian, dove è stato accolto come un eroe, ricevendo promozioni e anni di paga arretrata.

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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