Papa Francesco ai sacerdoti: si va incontro a tutti con il Vangelo in mano, controcorrente

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La vocazione secondo Papa Francesco ha tre punti fermi: é Dio che chiama, per annunciare il Vangelo e incontrare tutti.Nella cattedrale di Rio de Janeiro, dove ha incontrato i giovani argentini, il Papa parla ai sacerdoti, ai seminaristi, ai religiosi alle centinai di vescovi arrivati in Brasile da ogni parte del mondo per la GMG.

Nel grande edificio che ricorda le costruzioni precolombiane, con le note  del canto gregoriano eseguito dalla Schola Cantorum del Seminario arcidiocesano São José e dal coro giovanile arcidiocesano, accompagnato da un orchestra sinfonica composta da giovani provenienti da una comunità di periferia di Rio de Janeiro, il Papa spiega ai sacerdoti che vivere in Cristo “segna tutto ciò che siamo e facciamo. E questa “vita in Cristo” è precisamente ciò che garantisce la nostra efficacia apostolica, la fecondità del nostro servizio”. Quel rimanere in Lui” contemplarLo, adorarLo e abbracciarLo, in particolare attraverso la nostra fedeltà alla vita di preghiera, nel nostro incontro quotidiano con Lui presente nell’Eucaristia e nelle persone più bisognose.” Non certo un isolarsi dal mondo, ma “rimanere per andare all’incontro con gli altri.”

E si va con il Vangelo in mano, come missionari, e non solo lasciando la casa e la famiglia, ma vedendo la terra di missione vicina, perchè  “il primo luogo in cui evangelizzare è la propria casa, l’ambiente di studio o di lavoro, la famiglia e gli amici.”

A questo vanno formati i giovani, vanno aiutati “a riscoprire il coraggio e la gioia della fede, la gioia di essere amati personalmente da Dio, che ha dato suo Figlio Gesù per la nostra salvezza. Educhiamoli alla missione, ad uscire, ad andare.” Insomma non basta aprire la porta ma bisogna uscire, ripete il Papa riprendendo uno dei sui temi più cari: “ Con coraggio pensiamo alla pastorale partendo dalla periferia, partendo da coloro che sono più lontani, da coloro che di solito non frequentano la parrocchia. Anche loro sono invitati alla mensa del Signore.”

E da questo nasce l’incontro che combatte la “cultura dello scarto” che nega il posto agli anziani e a figli non voluti. “A volte- dice il Papa-  sembra che per alcuni, i rapporti umani siano regolati da due “dogmi” moderni: efficienza e pragmatismo”. E allora c’è da andare controcorrente, e non rinunciare “all’unica famiglia dei suoi figli.”

Accoglienza, solidarietà, fraternità “rendono la nostra civiltà veramente umana.”

Dovremmo essere ossessivi in questo senso, dice il Papa: “ Non vogliamo essere presuntuosi, imponendo “le nostre verità”. Ciò che ci guida è l’umile e felice certezza di chi è stato trovato, raggiunto e trasformato dalla Verità che è Cristo e non può non annunciarla.”

L’esempio è Maria  che ha dato “l’esempio di quell’affetto materno che dovrebbe ispirare tutti quelli che cooperano nella missione apostolica che ha la Chiesa di rigenerare gli uomini”, conclude il Papa citando la Lumen Gentium.

Nel suo saluto l’ arcivescovo di Rio de Janeiro Tempesta ha ricordato che il tema della GMG è stato voluto da Benedetto XVI alla luce del documento di Aparecida che ha portato “ un nuovo entusiasmo” nelle comunità brasiliane.

La cattedrale può ospitare fino a 25 mila persone ed è stata costruita solo negli anni ’70 nonostante la diocesi fosse istituita nel 1676, con una Bolla di Papa Innocenzo XI. Solo nel 1964, dopo che lo Stato di Guanabara donò un terreno, Dom Jaime de Barros Camera, il 20 gennaio di quell’anno, collocò la prima pietra, benedetta da Paolo VI, del futuro tempio la cui costruzione finì 15 anni più tardi. Il 2 luglio 1980 e il 4 ottobre 1997 il beato Giovanni Paolo II celebrò in questa chiesa la Santa Messa, prima con tutti i presuli membri del CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano) e poi a conclusione del Congresso Teologico-Pastorale. In questi giorni della GMG ospita una reliquia del beato Giovanni Paolo II che sarà’ esposta durante i principali eventi della Giornata mondiale della gioventù. La teca che è arrivata in Brasile il 7 luglio, e resterà nel Paese fino al 13 ottobre, dopo essere stata esposta alla venerazione dei giovani, nella cattedrale delle città carioca, durante la Gmg. Quella di Giovanni Paolo II non è l’unica reliquia presente. Il Comitato organizzatore, infatti, sta lavorando per portare quelle di altri protettori della Gmg: per esempio di Pier Giorgio Frassati, Santa Teresa di Lisieux, della beata Chiara Luce Badano, del beato Federico Ozanam e del santo brasiliano Antonio Galvao de Santana.

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