Il Vatican Mall della discordia. Occhio non vede, cuore non duole. I denari di Giuda e quelli dei Samaritani

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.10.2022 – Vik van Brantegem] – Oggi è il 1° ottobre e quindi – come abbiamo ricordato [QUI] – memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volo Santo (di Lisieux), Vergine e Dottore della Chiesa e l’inizio del mese missionario. In questo giorno dedicato alla Patrona delle missioni, ritorna alla cronaca la questione del Vatican Mall, di cui ci siamo occupato già: Un “Vatican Mall”, che è un centro commerciale di lusso con i cagnolini robot, ma non è in Vaticano – 10 agosto 2022 e La fake news del “Vatican Mall” dentro il “Vatican Wall” è dura a morire, perché alla Santa Sede c’è chi duro d’orecchi fa orecchie da mercante – 16 settembre 2022.

Foto la Repubblica.

Oggi, da un articolo di la Repubblica apprendiamo che c’entra appieno Dicastero per l’Evangelizzazione. Questo Dicastero, costituito dalla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium di Papa Francesco, «è al servizio dell’opera di evangelizzazione affinché Cristo, luce delle genti, sia conosciuto e testimoniato in parole ed opere e si edifichi il Suo Corpo mistico, che è la Chiesa. Il Dicastero è competente per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e per l’istituzione, l’accompagnamento e il sostegno delle nuove Chiese particolari, salva la competenza del Dicastero per le Chiese orientali. Il Dicastero è costituito da due Sezioni: quella per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo [ex Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione] e quella per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari nei territori di sua competenza [ex Propaganda Fide, Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, competente per le missioni]. Il Dicastero per l’Evangelizzazione è presieduto direttamente dal Romano Pontefice. Ciascuna delle due Sezioni è retta in suo nome e per sua autorità da un Pro-Prefetto».

Condividiamo di seguito l’articolo sul Vatican Mall, a firma di Martina Di Berardino su la Repubblica e un articolo sui denari di Giuda e quelli dei Samaritani, a firma del caro amico e collega Salvatore Mazza su Avvenire, pubblicati oggi e che vanno letti insieme. E poi il Postscriptum Occhio non vede, cuore non duole (Proverbio tratto dal Trionfo della morte di Gabriele D’Annunzio) con il brano di Jovanotti.

Ecco il Vatican Mall, lo shopping centre di proprietà della chiesa che fa litigare i cardinali
Il business avviato da Monsignor Tagle non piace ai porporati: “Quelli non siamo noi”
di Martina Di Berardino
la Repubblica, 1° ottobre 2022


Un centro commerciale, il Vatican Mall, con almeno due anime: quella del business e quella religiosa certo, ma non solo. Lo Stato Pontificio vuole questo luxury outlet tanto da metterci il nome? Oppure all’interno delle Mura si sono scontrate due correnti, una pro e una contro l’iniziativa puramente di lucro? Un mistero della fede che ha molti retroscena. L’unica certezza è che dietro l’operazione commerciale a 5 piani c’è Monsignor Luis Antonio Tagle, possibile successore di Bergoglio.

Il Mall, dentro il terminal Gianicolo, è gestito da una società privata di imprenditori, la Gasak, che mette 15 milioni di euro su questa impresa, e che paga un affitto a Propaganda Fide, Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli istituita il 22 giugno 1622, con sede a piazza di Spagna in cui si concentra il governo generale dell’attività missionaria del mondo.

L’ente gode, anzi godeva, di autonomia di movimento e gestione, pur facendo parte della famiglia del Vaticano. Fino al 5 giugno scorso, quando la Congregazione è stata ridimensionata con l’entrata in vigore della costituzione apostolica Praedicate evangelium e le competenze che erano appannaggio esclusivo di Monsignor Luis Antonio Tagle sono ora sotto un nuovo unico Dicastero eretto da Papa Francesco e da lui stesso guidato.

Tagle, cardinale, originario di Manila, è l’ecclesiastico più importante della Curia romana. Era stato nominato da Bergoglio il Papa Rosso, perché questo è l’appellativo riservato al prefetto di Propaganda Fide, e considerato tra i candidati a sedere sul soglio di Pietro. Il monsignore ha scelto il progetto nel nuovo Mall tra numerose altre proposte proprio per le sue caratteristiche tecnologiche e di sostenibilità ambientale.

E così lo spazio del Gianicolo che prima ospitava una scuola di formazione per le infermiere del Bambino Gesù ha cambiato destinazione. Da un nobile profilo ad una cassa per fare soldi. Nasce quindi il Mall della discordia, con lo Stato Pontificio che non riconosce apertamente l’iniziativa, anzi prende con misura le distanze e non nasconde un leggero imbarazzo dietro una serie di “non sappiamo, non siamo noi”, ma intanto lascia correre e soprattutto lascia anche il nome.

E non è finita. Scontri sul bilancio della Santa Sede si erano già verificati in passato, tanto che secondo quanto riportò il The Tablet inglese, Propaganda Fide venne apertamente accusata di opporsi ad una riforma finanziaria promossa dall’allora cardinale George Pell. Una gestione non sempre trasparente di un ente che dispone di ampi possedimenti immobiliari e di grande autonomia.

C’è anche un precedente, tuttavia di peso diverso, che aveva già messo in imbarazzo il Vaticano: il McDonalds di via della Conciliazione [si trova in via Mascherino 5, tra l’ingresso al Vaticano di Porta Sant’Anna e l’inizio di Borgo Pio. V.v.B.], che aprì nei locali dello Stato Pontificio [di proprietà dell’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede e dietro lauto canone mensile. V.v.B.] nonostante una serie di polemiche dei residenti e opposizioni interne alla Curia.

I denari di Giuda e quelli dei Samaritani
di Salvatore Mazza
Avvenire, 1° ottobre 2022


Di che pasta fosse fatto Giovanni Paolo II fu chiaro a tutti da subito. Dal momento in cui si affacciò dalla loggia di San Pietro dopo la fumata bianca, da quel «se sbaglio mi corrigerete» che mandò in soffitta in tre secondi la millenaria tradizione che voleva il Papa “muto” fino all’incoronazione. Diretto, testardo, deciso: Karol Wojtyła era fatto così, e nulla l’avrebbe mai fermato. Perfino poco diplomatico, a volte. Nel maggio del 1990, nel suo viaggio in Messico, incontrò a Durango gli imprenditori messicani, e rivolse loro un lungo discorso. Quel giorno ne aveva tenuti cinque (in quell’epoca i Bollettini della Sala Stampa arrivavano facilmente a pesare sui due o tre etti), e quel discorso fu ignorato da tutti i giornali, radio e TV, salvo “Avvenire”; e le Agenzie di stampa internazionali, a parte l’Ansa, non dedicarono a quell’incontro neppure due righe. Sei mesi prima era caduto il Muro di Berlino, e prima della fine dell’anno del Blocco Orientale non era rimasto nulla. Eppure quel discorso a Durango fu dirompente, a partire dall’affermare che «alcuni interessi vorrebbero… presentare il sistema che ritengono vincitore come l’unica via per il nostro mondo, basandosi sull’esperienza delle sconfitte che ha sofferto il socialismo reale, ed evitando il giudizio critico necessario sugli effetti che il capitalismo liberale ha prodotto, almeno finora, nei Paesi chiamati del Terzo Mondo».

Era in estrema sintesi quello che un anno più tardi la Centesimus Annus avrebbe ribadito e amplificato, con grande scandalo degli ambienti del capitalismo più liberista (e scavato un fossato tra Stati Uniti e Santa Sede ancora non del tutto colmato). Da allora il tratto dei Papi, Benedetto XVI e Francesco, è stato improntato alla stessa, inequivocabile chiarezza. E l’incontro che Bergoglio ha avuto qualche giorno fa con la Confindustria è stato, se mai ce ne fosse stato bisogno, una nuova conferma. «Nel mercato – ha detto – ci sono imprenditori “mercenari” e imprenditori simili al buon pastore, che soffrono le stesse sofferenze dei loro lavoratori, che non fuggono davanti ai molti lupi che girano attorno… I “due denari” che il samaritano anticipa all’albergatore sono molto importanti: nel Vangelo non ci sono soltanto i trenta denari di Giuda; non solo quelli. In effetti, lo stesso denaro può essere usato, ieri come oggi, per tradire e vendere un amico o per salvare una vittima. Lo vediamo tutti i giorni, quando i denari di Giuda e quelli del buon samaritano convivono negli stessi mercati, nelle stesse borse valori, nelle stesse piazze. L’economia cresce e diventa umana quando i denari dei samaritani diventano più numerosi di quelli di Giuda».

Quanto il Papa sia convinto di questo lo dimostra il recente incontro dei giovani che ha voluto convocare ad Assisi su “L’economia di Francesco”. Un’economia, come si legge nel “Patto” sottoscritto, fondato su dieci parole d’ordine: pace, cura, servizio, tutela, amicizia, alleanza, riconoscimento, dignità, condivisione, felicità. Perché la vita degli imprenditori, ha detto alla Confindustria, «nella Chiesa non è stata sempre facile… In realtà, si può essere mercante, imprenditore, ed essere seguace di Cristo, abitante del suo Regno. La domanda allora diventa: quali sono le condizioni perché un imprenditore possa entrare nel Regno dei cieli?… Senza nuovi imprenditori la terra non reggerà l’impatto del capitalismo, e lasceremo alle prossime generazioni un pianeta troppo ferito, forse invivibile. Quanto fatto finora non basta: per favore aiutiamoci insieme a fare di più».

Postscriptum
Occhio non vede, cuore non duole
(Proverbio tratto dal Trionfo della morte di Gabriele D’Annunzio)

Brano di Jovanotti

Il nemico si nasconde, si mimetizza tra le pieghe della coscienza
La sua violenza è subdola, il suo passo di gatto
Difficile davvero coglierlo sul fatto
Il nemico è tra noi, è dentro di noi
Per farlo fuori occorre rinunciare ad una parte di noi stessi
Se un tempo era più facile lottare contro ciò che non andava
Perché il nemico una faccia ce l’aveva
Una voce, una bandiera
Sapevi dove andare a prenderlo in giro la sera
Aveva nomi e facce, ma non è più così
Adesso non si vede, ma lui è ancora qui, più forte che mai
E sotto sotto spinge col suo dai e dai
E ha stipulato un patto con le coscienze addormentate
Nella pubblicità di una realtà falsificata
A migliaia di chilometri di distanza da questa stanza
Uomini e bambini schiavizzati, sottopagati
Diritti negati, derubati dell’infanzia in qualche capannone dell’estremo oriente
Lavorano e producono le griffes dell’occidente
E qui non si sa niente perché sta bene a tanti
Tacere verità che sono atroci e allucinanti
Pilastri di un’economia vincente dal volto appariscente
Che crea la sua ricchezza con la sofferenza di un sacco di gente
E quanti dovranno soffrire, quante mucche impazzire
Quanta aria velenosa bisognerà respirare
Quanti cibi avvelenati bisognerà divorare
Quante malattie ancora per interesse non si potranno curare
Prima che qualcuno pensi che così non va bene
Ma il nemico si è infiltrato dentro al sangue che ci scorre nelle vene
Nei sorrisi compiacenti di politiche fatte di parole
All’insegna di “occhio non vede, cuore non duole”
“Occhio non vede, cuore non duole”
Il nemico ha il volto sorridente, cravatta e doppio petto
Intorno a grandi tavoli fa incetta di rispetto e di sorrisi
Strette di mano, accordi tra potenti che non guardano lontano
E approvano la produzione di mine antiuomo
Di tutti gli armamenti necessari perché questo sistema
Si mantenga bello saldo sui binari di sangue dove viaggia
Cosicché anche il coraggio più coraggio si scoraggia
Di fronte a questo gioco dove tutti hanno ragione
E i peggiori criminali son tenuti in alta considerazione
E viaggiano in corsia preferenziale
Rimbalzano sull’ammortizzatore sociale e non si fanno mai male
E non si fanno mai male
E cambiano i governi ed il nemico gli sorride in silenzio
Protetto dalla logica del tacito consenso di chi gode
Di questa situazione che fa comodo a tanti
Tenere alto il livello di paura e le coscienze ignoranti
Paura della povertà, paura dell’ignoto
Paura di trovarsi di fronte al grande vuoto di sé stessi
Con la coscienza critica in stato di assoluta catalessi
Sconfiggere il nemico è guardarsi dentro
Cercare il proprio centro, dargli vita
Come a un fuoco quasi spento
Renderlo vivo e dargli movimento
Il nemico si nasconde spesso in quello che crediamo
Nei moralismi ipocriti e nelle trasgressioni controllate e organizzate
Nelle droghe illegali e sottobanco ben distribuite
Il nemico crea falsi nemici per farsi scudo e apparire perbene
Modellerà il suo aspetto e prenderà la forma di ciò che lo contiene
Spacciandosi per libertà, ti legherà con le sue catene
Conservare il controllo di ciò che vediamo
Conservare il controllo di ciò che sentiamo
Verificare se sotto l’aspetto invitante di un’esca non sia nascosto un amo
Sconfiggere il nemico è guardarsi dentro
Cercare il proprio centro e dargli vita
Come a un fuoco quasi spento, renderlo vivo
E dargli movimento
E dargli movimento
E dargli movimento
E dargli movimento
E dargli movimento

Foto di copertina: foto la Repubblica.

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