Il cessate il fuoco violato dagli Azeri. Il discorso del Presidente azero a Berdzor, città di Artsakh occupata. Il Primo Ministro armeno partecipa all’Assemblea Generale dell’ONU

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.09.2022 – Vik van Brantegem] – Ieri sera, il 21 settembre 2022 intorno alle ore 20.00 locali (ore 17.00 in Italia), in violazione degli accordi di cessate il fuoco, unità delle forze armate dell’Azerbajgian hanno aperto il fuoco sulle postazioni delle forze armate dell’Armenia nella parte orientale del confine armeno-azero, utilizzando mortai e armi da fuoco di grosso calibro, ha informato il Ministero della Difesa armeno. La parte armena ha intrapreso contromisure per mettere a tacere il fuoco del nemico. Nella sparatoria è rimasto ferito un militare armeno. Alle ore 21.30 locali (ore 18.30 in Italia) la situazione al confine armeno-azero era stabile, non si sparava più.

«Su piattaforme azere di Telegram, il 14 settembre 2022 sono stati creati 119 adesivi pubblici con foto di soldati e civili armeni torturati e smembrati. Gli adesivi includevano anche la guerra aggressiva del 13-15 settembre 2022 dell’Azerbaigian contro l’Armenia. In 5 giorni sono stati registrati 20.000 casi di download. Con il nostro aiuto specializzato è stato bloccato» (Arman Tatoyan).

Il 22 e 24 settembre 2022 il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, partecipa alla parte ad alto livello della 77ª Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, durante la quale pronuncerà un discorso. Nell’ambito della visita sono previsti numerosi incontri di Pashinyan con controparti di diversi Stati e rappresentanti di organizzazioni internazionali.

A margine della 77ª Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, ha incontrato a New York il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić. Mirzoyan ha informato il suo omologo sui dettagli dell’aggressione scatenata dall’Azerbajgian contro il territorio sovrano della Repubblica di Armenia, considerando inaccettabili i casi di attacco deliberato alla popolazione civile e alle infrastrutture, trattamento disumano e tortura di militari armeni e prigionieri di guerra da parte del Forze armate azere. Il Ministro degli Esteri armeno ha osservato che tali azioni dell’Azerbajgian sono una palese violazione delle norme fondamentali del diritto internazionale e degli obblighi assunti dagli Stati membri nell’ambito del Consiglio d’Europa, e dovrebbero avere conseguenze appropriate. Mirzoyan ha sottolineato la necessità di preservare l’integrità territoriale della Repubblica di Armenia, il ritorno delle truppe azere alle loro posizioni iniziali, il rimpatrio immediato dei prigionieri di guerra armeni, nonché il ripristino della stabilità e della pace nella regione. Mirzoyan ha sottolineato l’importanza di garantire l’accesso ininterrotto delle organizzazioni internazionali all’Artsakh/ Nagorno-Karabakh e ha espresso la speranza che il Consiglio d’Europa sia più fermo e coerente nella protezione dei diritti fondamentali del popolo dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Entrambe le parti hanno sottolineato il continuo processo di riforma attuato in Armenia nel quadro della cooperazione Armenia-Consiglio d’Europa.

A margine della 77ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri della Repubblica di Armenia Ararat Mirzoyan ha avuto un incontro a New York con Alice Wairimu Nderitu, Consigliere Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Genocidio. Mirzoyan e Wairimu Nderitu hanno elogiato la stretta collaborazione per quanto riguarda la promozione dell’agenda di prevenzione del genocidio e la lotta contro la xenofobia e la discriminazione. Mirzoyan ha sottolineato l’importanza del mandato del Consigliere Speciale e ha espresso la disponibilità a continuare un’efficace cooperazione nell’ambito di esso. Gli interlocutori si sono scambiati opinioni sul ruolo delle alte tecnologie nella prevenzione dei genocidi e dei crimini contro l’umanità. Toccando la situazione risultante dall’aggressione militare scatenata dalle forze armate azere contro il territorio sovrano dell’Armenia, Mirzoyan ha richiamato l’attenzione dell’interlocutore sulle continue gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte dell’Azerbajgian e ha sottolineato l’importanza di una risposta mirata della comunità internazionale al tali reati e il rafforzamento dei meccanismi di prevenzione.

A margine della 77ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, ha incontrato a New York il Ministro degli Esteri di Svezia, Ann Linde. Presentando i dettagli dell’aggressione militare dell’Azerbajgian contro l’integrità territoriale dell’Armenia dal 13 settembre, Mirzoyan ha sottolineato in particolare la necessità di eliminarne le conseguenze e la risposta mirata e adeguata della comunità internazionale al Paese aggressore, nonché la necessità di frenare la politica massimalista e aggressiva perseguita dall’Azerbajgian. È stata inoltre sottolineata l’urgenza di un’adeguata valutazione dei crimini di guerra commessi dalle forze armate dell’Azerbajgian, in particolare dei casi di trattamento disumano delle donne militari. Le parti hanno toccato l’agenda delle relazioni bilaterali armeno-svedese, esprimendo la disponibilità a intraprendere passi attivi verso un’ulteriore espansione e sviluppo della cooperazione. È stato evidenziato l’approfondimento della collaborazione nell’ambito del rafforzamento delle istituzioni democratiche in Armenia. Sono stati inoltre scambiati pensieri sulla cooperazione su piattaforme internazionali e sul partenariato Armenia-Unione Europea.

Il Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, il 21 settembre 2022 ha innalzato la bandiera dell’Azerbajgian a Berdzor (Lachin), città della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh occupata dall’Azerbajgian il 26 agosto scorso.

Il delirante, esilarante e minaccioso discorso di Ilham Aliyev a Berdzor (Lachin)

Delirante il discorso pronunciato dal Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, ieri 21 settembre 2022 a Berdzor (Lachin), città della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh dal 26 agosto scorso sotto occupazione delle forze armate azere, insieme ai villaggi di Aghavno (Zabukh) e Sus [QUI].

Il Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, il 21 settembre 2022 a Berdzor (Lachin).

Nel suo discorso, Aliyev ha giustificato l’invasione militare azero del territorio sovrano dell’Armenia con il fatto, che non c’è un confine tracciato e quindi il suo esercito può avanzare quando, dove e quanto vuole: «Dopo la fine della seconda guerra di Karabakh [la guerra di aggressione dei 44 giorni contro la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh di fine 2020], siamo entrati nei nostri confini. Se l’Armenia vuole accusarci di entrare nel loro territorio, non c’è alcuna base per questo. In primo luogo, se il confine era dove dicevano che fosse, avrebbero dovuto stabilire il confine, costruire lì linee di confine, stabilire comunicazioni e svolgere lavori di ingegneria. Avevano l’impressione che tutto il Karabakh e lo Zangazur [la Provincia di Syunik della Repubblica di Armenia] sarebbero rimasti per loro, motivo per cui non hanno fatto nulla al confine tra Azerbajgian e Armenia. In altre parole, in assenza di delimitazione del confine, nessuno può rivendicare dove passa il confine».

Il Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, il 21 settembre 2022 a Berdzor (Lachin).

Aliyev conferma che ha occupato posizioni favorevoli per le forze armate dell’Azerbajgian sul territorio sovrano dell’Armenia, per controllare le vie di comunicazione armene: «Siamo sulla nostra terra e stiamo proteggendo la nostra stessa terra. Le nostre posizioni lungo il confine ci danno l’opportunità di anticipare qualsiasi provocazione armena e prendere le misure necessarie. Siamo in una posizione favorevole sul confine tra Azerbajgian e Armenia, dal monte Murov al fiume Araz. Queste posizioni ci danno sia un vantaggio militare, che la possibilità di controllo visivo su una vasta area, compreso il controllo su importanti linee di comunicazione, e siamo già posizionati in queste aree. Non abbiamo avuto accesso a questi confini per 30 anni».

Il Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, il 21 settembre 2022 a Berdzor (Lachin).

Poi, Aliyev nel suo delirio di onnipotenza cita mappe del XIX e XX secolo, e anche di prima. Detto dal Presidente di un Paese – l’Azerbajgian – nato nel 1918, a un popolo – quello armeno – che sta lì da 2000 anni, è decisamente esilarante. Comunque, con un post su Twitter, l’Iniziativa italiana per l’Artsakh gli ha agevolato la mappa di epoca sovietica (che facciamo seguire), dove è indicato chiaramente il confine della Repubblica Socialista Sovietica di Armenia: «Abbiamo proposto loro [all’Armenia] di avviare il processo di delimitazione. Questo processo si è protratto per circa un anno. Ora, sebbene questo processo sia iniziato, è di natura puramente formale, non ci sono negoziati sulla sostanza della questione e nessuna discussione sulle mappe. Abbiamo preparato tutte le mappe, sia mappe del XX secolo che mappe dell’era precedente. Il processo di delimitazione dovrebbe essere effettuato sulla base di queste mappe. (…) Ribadisco che siamo pronti per le discussioni e stiamo trattando il lavoro delle commissioni di delimitazione, le commissioni dell’Azerbajgian e dell’Armenia, con grande responsabilità. Abbiamo raccolto tutte le mappe. Voglio dire ancora una volta che abbiamo tutte le mappe, comprese quelle del XIX secolo, del XX secolo e anche prima, e quelle mappe mostrano chiaramente chi si trova su quale terreno. Nessuno, quindi, può accusarci in assenza di delimitazione».

La mappa di epoca sovietica, dove è indicato chiaramente il confine della Repubblica Socialista Sovietica di Armenia.

Infine, va osservato che Aliyev, come di consueto, nel suo discorso del 21 settembre 2022 a Berdzor (già Lachin), assume i soliti toni minacciosi: «[gli Armeni] Non dovrebbero contare su nessuno. Voglio dire ancora una volta che nessuno e niente può fermarci. Siamo dalla parte della legge, della giustizia, del diritto internazionale. Stiamo proteggendo e ripristinando la nostra integrità territoriale. Siamo stati in grado di mostrare al mondo intero cosa siamo capaci di fare. Abbiamo liberato la nostra terra con la forza e ne siamo orgogliosi».

Questa sanguinosa guerra deve finalmente essere fermata, una volta per tutte

Gli attacchi dell’Azerbajgian all’Armenia, la guerra e l’aggressione in corso negli ultimi due anni, avrebbero potuto essere prevenuti, se la comunità internazionale e gli Stati Uniti avessero condannato il chiaro istigatore di questo conflitto, l’Azerbajgian, invece di usare il linguaggio della falso equivalenza, ha affermato ieri il Membro del Congresso Adam Schiff in una dichiarazione in occasione del Giorno dell’Indipendenza dell’Armenia. «Di volta in volta, il mondo non è riuscito a ritenere Aliyev responsabile della sua belligeranza, creando un ambiente in cui crede di poter invadere impunemente città e territori armeni riconosciuti a livello internazionale», ha detto Schiff. Di seguito la dichiarazione per intero, nella nostra traduzione italiana dall’inglese:

«In questo giorno dell’indipendenza armena, sono solidale con il popolo armeno – i sopravvissuti al primo genocidio del XX secolo – durante questo periodo straordinariamente doloroso e precario. Gli attacchi immotivati della scorsa settimana da parte dell’Azerbajgian sono stati l’ennesimo assalto diretto alla sovranità dell’Armenia e una spaventosa escalation della violenza azera, che ha devastato il popolo armeno negli ultimi due anni. Il mio cuore si spezza per coloro le cui famiglie e i cui cari sono andati perduti, per coloro che sono stati sfollati e per coloro che vivono ogni giorno nella paura del prossimo attacco o invasione.
La terribile tragedia è che questi attacchi – e in effetti la guerra e l’aggressione in corso negli ultimi due anni – avrebbero potuto essere prevenuti, se la comunità internazionale e gli Stati Uniti avessero condannato il chiaro istigatore di questo conflitto, l’Azerbajgian, invece di usando il linguaggio della falsa equivalenza. Se in passato l’Azerbajgian fosse stato denunciato per i suoi continui atti di aggressione, il Presidente Aliyev potrebbe non essersi sentito incoraggiato a espandere i suoi attacchi all’Armenia e all’Artsakh. Più e più volte, il mondo non è riuscito a ritenere Aliyev responsabile della sua belligeranza, creando un ambiente in cui crede di poter invadere impunemente città e territori armeni riconosciuti a livello internazionale.
Ecco perché è essenziale che gli Stati Uniti non solo condannino l’Azerbajgian e il suo leader per questa guerra di aggressione, ma intraprendano azioni immediate e significative per fermarla. I miei colleghi co-Presidenti del Caucus on Armenian Issues del Congresso hanno elaborato una legislazione per far cessare ogni assistenza all’Azerbajgian. E credo che dobbiamo andare ancora oltre: tagliare definitivamente il regime di Aliyev ed esplorare le sanzioni. Continuerò a lavorare con i miei colleghi per sviluppare una legislazione aggiuntiva in risposta al continuo disprezzo dell’Azerbajgian per gli standard legali internazionali nei suoi attacchi non provocati, ingiustificati e illegali contro l’Armenia e l’Artsakh.
Questa sanguinosa guerra deve finalmente essere fermata, una volta per tutte, i prigionieri politici devono essere rilasciati e ci deve essere giustizia e responsabilità per i crimini di guerra commessi da Aliyev e dai suoi sostenitori. Oggi e ogni giorno, sono orgoglioso del popolo armeno e dell’Artsakh, e in particolare dei miei elettori nella comunità armena. La loro forza e resilienza sono state una delle mie più grandi ispirazioni durante il mio periodo nel servizio pubblico e sono onorato di essere la loro voce al Congresso».

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