I vescovi statunitensi in difesa della vita, contro il disegno di legge della Camera che impone “l’aborto su richiesta” a livello nazionale

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Venerdì scorso, 14 luglio 2022 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato il Women’s Health Protection Act, HR 8296, con un voto di 219 contro 210. Questo disegno di legge imporrebbe l’aborto su richiesta a livello nazionale in qualsiasi fase della gravidanza ed eliminerebbe le leggi pro-vita a ogni livello di governo — compresa la notifica dei genitori per le ragazze minorenni, il consenso informato e le protezioni per la salute e la sicurezza specifiche delle strutture per l’aborto.

HR 8296 obbligherebbe anche tutti gli Americani a sostenere gli aborti qui e all’estero con i loro dollari delle tasse e probabilmente costringerebbe gli operatori sanitari e i professionisti a eseguire, assistere e/o fare riferimento all’aborto contro le loro convinzioni profondamente radicate, così come forzare i datori di lavoro e assicuratori per coprire o pagare l’aborto.

L’Arcivescovo metropolita di Baltimora, Mons. William E. Lori, Presidente del Comitato per le attività per la vita della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB) e l’Arcivescovo metropolita di New York, Cardinale Timothy M. Dolan, Presidente del Comitato per la Libertà Religiosa della USCCB, hanno rilasciato la seguente dichiarazione (nostra traduzione italiana dall’inglese):

«La maggioranza alla Camera dei Rappresentanti ha votato venerdì scorso per approvare il disegno di legge più ingiusto ed estremo sull’aborto su richiesta che la nostra nazione abbia mai visto. Rispondere ai bisogni delle donne promuovendo l’aborto elettivo finanziato dai contribuenti, come farebbe questo disegno di legge, è un grave male e un fallimento nell’amare e nel servire le donne. Offrire aborti gratuiti o a basso costo, invece di aumentare le risorse di cui le donne hanno bisogno per prendersi cura di se stesse e dei propri figli, non è una “scelta” ma una coercizione e un insensibile abbandono. Ripetere semplicemente il mantra che l’aborto è assistenza sanitaria non lo rende tale. Porre deliberatamente fine alla vita di esseri umani indifesi e senza voce è l’antitesi dell’assistenza sanitaria.

Preghiamo coloro che vedono l’aborto come una legittima “soluzione” ai bisogni delle donne ad abbandonare questo percorso di morte e disperazione. Invitiamo invece tutti a unirsi a noi nel perseguire una visione che abbiamo presentato in Standing with Moms in Need (Dalla parte delle mamme bisognose), una visione che sostiene la verità che ogni vita umana è sacra e inviolabile: una società in cui la protezione legale della vita umana è accompagnata da un profondo prendersi cura delle madri e dei loro figli. Esortiamo la nostra nazione a dare la priorità al benessere delle donne, dei bambini e delle famiglie sia con le risorse materiali che con l’accompagnamento personale in modo che nessuna donna si senta mai costretta a scegliere tra il suo futuro e la vita di suo figlio».

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