Papa Francesco sempre dalla parte della pace. In una lettera a un giornalista argentino esprime preoccupazione per le campagne di disinformazione che segnano l’agenda delle notizie

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In una lettera autografa del 7 aprile 2022 al suo amico giornalista argentino, Gustavo Sylvestre (foto di copertina) dell’emittente televisiva C5N, Papa Francesco esprime una durissima denuncia contro gran parte della stampa argentina per la falsa informazione e la menzogna: «Sempre in quell’informazione ci sono alcuni dei peccati in cui tendono a cadere i giornalisti: disinformazione, calunnia, diffamazione, coprofilia. E mi è stato detto che alcuni autori di articoli vengono pagati per questo. Triste! Una vocazione così nobile come quella di comunicare così sporcata».

Il Papa dice che i giornalisti che lo accusano di posizione pro-russa hanno un feticcio per gli escrementi
di Inés San Martín
Cruxnow.com, 15 aprile 2022

(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

Papa Francesco afferma che i giornalisti che lo accusano di essere pro-russo per non aver condannato Vladimir Putin per nome per la sua invasione dell’Ucraina stanno cadendo in ” disinformazione, calunnia, diffamazione e coprofilia”. Il Pontefice rispondeva a una lettera inviatagli dal giornalista argentino Gustavo Sylvestre, che lavora per l’emittente televisiva C5N, che è allineata con l’attuale governo del Paese sudamericano.

“Coprofilia” è il termine tecnico per un feticcio sessuale che coinvolge escrementi umani.

Nella sua lettera a Sylvestre, Francesco ha anche affermato che alcuni dei giornalisti che lo accusano di una posizione pro-Putin potrebbero essere pagati per scrivere tali articoli. «Triste! Una vocazione così nobile come quella di comunicare così sporcata», scrive il Papa.

La lettera è stata pubblicata dal giornalista sul suo blog personale, lo stesso giorno in cui Federico Villegas, Rappresentante dell’Argentina presso le agenzie dell’ONU a Ginevra, ha pubblicato un tweet ringraziando gli Ambasciatori di Russia, Cuba, Venezuela, Pakistan, Bielorussia, Cina e Sud Africa per un “grande discussione” su come preservare la “diplomazia multilaterale”.

Sylvestre non ha pubblicato la sua lettera al Papa, ma il suo blog afferma che «il Pontefice ha ringraziato per le espressioni di solidarietà e di vicinanza espresse da Sylvestre nella sua recente lettera, in riferimento agli attacchi mediatici concentrati sulla sua figura».

Nella lettera del 7 aprile, Francesco ha espresso la sua preoccupazione per le campagne di disinformazione che segnano l’agenda delle notizie in Argentina. Alcuni organi di stampa argentini hanno accusato il Papa di non esprimersi a favore dell’Ucraina nel corso dell’invasione russa. Sebbene Francesco abbia evitato di nominare Putin, ha parlato della guerra quattro volte a settimana dall’inizio del conflitto il 24 febbraio.

Nel mezzo di questa controversia, la Conferenza Episcopale Argentina ha rilasciato una dichiarazione a sostegno del Papa. Mons. Ariel Edgardo Torrado Mosconi, Vescovo di Nueve de Julio, ha scritto la risposta dei vescovi: « Non conosco le strane ragioni, gli interessi o i pregiudizi per i quali gran parte dei media si è concentrata sulle dichiarazioni o sui silenzi del Papa sulla guerra in Ucraina. In alcuni casi lo indicano addirittura come complice dei crimini e delle atrocità che vengono commessi lì! Raggiungono la mente e il cuore della maggioranza molto più di un certo linguaggio contorto e tendenzioso di tanti “opinologi” del momento» [*].

Papa Francesco ha usato il termine coprofilia anche in un’intervista del 2016 al settimanale cattolico belga Tertio, parlando dei media: «Credo che i media debbano essere molto chiari, molto trasparenti, e non cadere preda – senza offesa, per favore – della malattia di coprofilia, che è sempre voler comunicare scandalo, comunicare cose brutte, anche se potrebbero essere vere», ha detto al giornale.

La lettera che Papa Francesco ha scritto a Gustavo Sylvestre
Gustavosylvestre.com, 13 aprile 2022

(Nostra traduzione italiana dallo spagnolo)

Il Pontefice ha ringraziato per le espressioni di solidarietà e di vicinanza espresse da Sylvestre nella sua recente lettera, in riferimento agli attacchi mediatici concentrati sulla sua figura. Nella lettera del 7 aprile, Francesco ha espresso la sua preoccupazione per le campagne di disinformazione che segnano l’agenda informativa in Argentina.

Papa Francesco ha avuto un colloquio epistolare con Gustavo Sylvestre in cui ha risposto alle espressioni di solidarietà espresse dal giornalista in una recente lettera. Lo scambio di lettere è avvenuto nel contesto degli attacchi che il Pontefice ha ricevuto da parte di un certo giornalismo ideologizzato, e per l’esistenza di fake news e operazioni di stampa in cui si è cercato di utilizzare l’immagine di Francesco, allineandola con la figura di Putin o della Russia.

Infatti, giorni fa diversi vescovi argentini si sono espressi in difesa del Pontefice e hanno svelato le cattive intenzioni e le bugie di alcuni articoli pubblicati dalla stampa locale.

Nella sua lettera, la massima autorità della Chiesa Cattolica ha sottolineato la sua profonda preoccupazione per l’attuale situazione del giornalismo nazionale che persegue la falsa informazione e la menzogna: «Sempre in quell’informazione ci sono alcuni dei peccati in cui tendono a cadere i giornalisti: disinformazione, calunnia, diffamazione, coprofilia. E mi è stato detto che alcuni autori di articoli vengono pagati per questo. Triste! Una vocazione così nobile come quella di comunicare così sporcata», ha scritto il Pontefice nella lettera personale inviata a Sylvestre.

Nella sua lettera, Francesco ha rivelato anche la sua disponibilità a visitare presto il Paese, vista la domanda fatta al riguardo da Sylvestre nella sua recente lettera: «Dio lo dirà quando potrò fare questo viaggio», ha detto il Papa.

Concludendo la sua lettera, Francesco ha salutato Sylvestre e ha scritto: «Grazie per aver corretto le informazioni. Vi auguro una santa e felice Pasqua di Resurrezione. Che Gesù ti benedica e la Vergine Santa si prenda cura di te. Fraternamente, Francesco».

[*] Francesco sempre dalla parte della pace
Diocesi di Nueve de Julio, 5 aprile 2022
(Nostra traduzione italiana dallo spagnolo)

Davanti a vari media che hanno messo in dubbio le espressioni di Papa Francesco, il Vescovo di Nueve de Julio, Mons. Ariel Edgardo Torrado Mosconi, esorta i suoi diocesani a rimanere fedeli al Papa e a non farsi ingannare da certa stampa tendenziosa.

Non conosco le strane ragioni, gli interessi o i pregiudizi per i quali gran parte dei media si è concentrata sulle dichiarazioni o sui silenzi del Papa sulla guerra in Ucraina. In alcuni casi lo indicano addirittura come complice dei crimini e delle atrocità che vengono commessi lì! La verità è che, in ogni suo intervento sull’argomento, il Santo Padre è stato chiarissimo e non è andato in giro con eufemismi: “crimine”, “atrocità”, “barbarie”, “sacrilegio” sono parole forti. Raggiungono la mente e il cuore della maggioranza molto più di un certo linguaggio contorto e tendenzioso di tanti “opinologi” del momento. Un altro problema è che tali opinioni e condanne del Santo Padre sono messe a tacere, distorte o manipolate. D’altra parte, parlando nel contesto della sua visita pastorale a Malta della situazione dei migranti e dei rifugiati, e rendendo visibili altre realtà internazionali messe a tacere dai mass media, non ha voluto far altro che mostrare la dignità di ogni essere umano, qualunque fosse il paese o il continente. Allo stesso modo, quando si riferisce al fatto che siamo tutti colpevoli, lo fa in un riferimento chiaramente legato alla nostra fede, nella concezione paolina, che rimanda al fatto che per questo Cristo è morto per tutti.
Parimenti, basta una dose di buon senso non molto grande per rendersi conto che il ruolo di mediatore, negoziatore o facilitatore di riavvicinamenti, tregue, aiuti umanitari, ecc. – cosa che di solito si chiede al Pontefice- richiede discrezione, misurata neutralità e, soprattutto, senza dare alcun segno di parzialità o favoritismo, che renderebbero impossibile e invaliderebbe ogni possibilità di mediazione. L’incidenza della religione non è minore in questo contesto. Con una lucida e delicata sensibilità ecumenica, Francesco stringe legami e cerca un riavvicinamento tra i leader delle Chiese e delle Confessioni che hanno qualcosa a che fare con questa tragedia di guerra, e in particolare con la Chiesa Ortodossa Russa. Non un motivo secondario per essere prudenti.
È vero che non ha usato la parola “invasione” che si spiega indubbiamente con le ragioni sopra esposte. Non possiamo essere così ingenui o superficiali da non presumere che una strategia di pace, che cerca soluzioni reali e non semplici parole altisonanti di politicamente corretto per curare l’immagine e compiacere alcuni, richieda discrezione, espressioni misurate e, soprattutto, coraggio, prudenza e capacità di realizzarsi. È quasi superfluo dire che le informazioni che giungono alla Santa Sede attraverso canali così diversi servono al Santo Padre per discernere opzioni, espressioni e atteggiamenti. Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che, molte volte, siamo manipolati dalla distorsione delle informazioni che ci vengono fornite. Se siamo credenti dobbiamo sostenere con la preghiera quest’opera silenziosa ma efficace per il raggiungimento della pace. Come cittadini non possiamo fare a meno di riconoscere e ammirare l’impegno di chi -biograficamente e istituzionalmente, Francesco e la Santa Sede- è sempre stato dalla parte della pace.

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