Riflessioni sparse nell’era dei bambini onnipotenti al potere. Per capire (spiegare non è giustificare) cosa sta succedendo realmente in Ucraina – Parte 14

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Prosegue da Parte 13: QUI.

Proseguiamo con la nostra “antologia messo insieme con pazienza” (come è stata definita dall’amico e collega Marco Tosatti), dedicata al conflitto russo-ucraino, con riflessioni sulla guerra in Ucraina. Qui non si fa cronaca di una terribile guerra, di cui siamo già sommersi (non stiamo a ripetere di cui i mainstream media sono già stracolmi), con bassa possibilità di verificare le notizie con cui veniamo bombardati, senza fare un fact checking vero e realmente indipendente. E occuparsi della crisi ucraina significa non solo vedere le atrocità che la guerra porta con sé, ogni guerra, ma anche dedicarsi all’archeologia storica. E facendo ciò si comprende che la questione è un po’ più complicato della scelta pro o contro Putin (anche se “chi prova a fare analisi è solo un complice di Putin”, un “putinversteher” da odiare in questi tempi di odio, ma questo non ci fa cambiare idea: non è la pecora nera che è diversa, ma sono le pecore bianche che sono tutte uguali tra loro).

Noi siamo contro la guerra, contro ogni guerra. Noi siamo per la pace, per ogni popolo. Noi preghiamo per la pace di Cristo, il Principe della Pace, l’unico che ci può dare pace.

Tutto questo, ovviamente, non è di facile comprendio per gli analfabeti funzionali, avversi di metacognizione, sommersi nella sciatteria, superficialità e ignoranza, pensando nel contempo di sapere tutto, di poter esternare tutto dappertutto e ergersi come giudici altrui, ex-pacifisti che premono di entrare in guerra, in questa era dei bambini onnipotenti con il potere di poter scatenare una guerra atomica e nel frattempo di far finire inermi civili in fossi comuni.

«Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza» (Lev Nikolàevič Tolstòj).
«La violenza genera violenza» (Anthony Burgess).
«Per il bene di tutti i nostri figli e nipoti, ascoltiamo tutti “i migliori angeli della nostra natura” – e fermiamo questa follia» (Dr. Robert Moynihan).
«Se si elimina Dio non è possibile la pace» (Don Mirco Bianchi).

Il caso Orsini

Del caso Orsini ci siamo già occupati, e ieri sera si è diffusa la notizia che Il Prof. Alessandro Orsini è stato costretto a lasciare Il Messaggero, con cui collaborava come editorialista: «Oggi ho lasciato Il Messaggero. Mi scuso con tutti coloro che avevano sottoscritto un abbonamento soltanto per leggere i miei articoli» (Prof. Alessandro Orsini, 16 marzo 2022). La pandemia ha sdoganato la persecuzione ed il maccartismo. Ormai è sistemico. Non c’è nessuna differenza sostanziale tra la Russia e l’Occidente in tema di censura, se non il metodo. La Russia sarà pure più grossolani e l’Occidente più subdoli.

Orsini è il sociologo della LUISS che ha fatto molto discutere dopo il suo intervento a Piazza Pulita. Le sue tesi sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno provocato una decisa presa di distanze da parte della sua Università e quando Corrado Formigli lo ha invitato per la puntata successiva, ha dovuto premettere di parlare a titolo personale in quanto studioso della materia. Una situazione inconcepibile, proprio per motivo del suo ruolo accademico. Non si tratta solo della necessità di difendere Orsini, ma soprattutto della libertà di pensiero che deve valere tanto per lui quanto per chiunque. In questi tempi che corrono, caratterizzati da tensione e polarizzazione delle opinioni, il dissenso e il dubbio vanno coltivati come ricchezza umana preziosa.

Orsini è Fondatore-Direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS e del quotidiano Sicurezza Internazionale. È Professore associato nel Dipartimento di Scienze Politiche della LUISS, dove insegna Sociologia generale e Sociologia del terrorismo. I suoi libri sono stati pubblicati dalle maggiori università americane e i suoi articoli sono apparsi sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali specializzate in studi sul terrorismo.

Alessandro Orsini era editorialista del quotidiano romano Il Messaggero, per il quale curava il sabato la rubrica “Atlante” e di Huffington Post. Ha pubblicato editoriali anche per La Stampa, L’Espresso, Il Resto del Carlino e Il Foglio. Ha partecipato a più di 200 dirette su Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, La7, TgCom24, Sky TG 24 e Rai News 24.

Durante un dibattito a La7, Orsini ha fornito un’analisi sulle tensioni attualmente in atto fra Russia e Ucraina. «Possiamo uscire da questo inferno soltanto se riconosciamo i nostri errori», ha affermato, riferendosi all’Unione europea. Dopo aver condannato l’invasione voluta da Putin e attribuitogli la paternità della responsabilità militare, Orsini ha fatto poi un’affermazione che, in un contesto di informazione che tende al senso unico, ha fatto scalpore: «La responsabilità politica di questa tragedia è principalmente dell’Unione Europea. In primo luogo, perché questa era la guerra più prevedibile del mondo». La sua analisi è continuata poi su un parallelismo con la crisi missilistica di Cuba, fino a delineare uno schema di comportamenti che «va avanti da centinaia di anni e che accomuna tutte le grandi potenze», quello delle cosiddette “linee rosse” da non valicare. Ed è qui che Orsini ha posto l’accento per una seconda critica all’Unione Europea, colpevole di non aver saputo o potuto imporre alcuna linea rossa all’interno del sistema internazionale. L’ideale, secondo Orsini, sarebbe stato «rifiutare drasticamente qualunque politica capace di mettere in pericolo la vita degli Europei», riferendosi alla possibilità di un’apertura della NATO a est. La reazione in studio è stata immediata: Federico Fubini, Vicedirettore del Corriere della Sera ha accusato Orsini di aver detto cose non vere, consigliandogli di «studiare meglio la storia». Il problema è che è stato Fubini a dire cose che non sono veritiere, come il fatto che gli USA non abbiano mai attaccato Cuba, dimenticando la baia dei Porci e i numerosi tentati colpi di stato.

Cialtroni professionali. Le volgari menzogne della Stampa di Torino – Dietro il Sipario – Talk Show
Visione TV, 16 marzo 2022


Il livello di menzogne raggiunto dal giornalismo mainstream fa davvero impressione. La Stampa di Torino batte tutti pubblicando in prima pagina la foto della strage consumata dagli ucraini a Donetsk falsamente presentata come responsabilità dei russi. I media sono oggi il più grave pericolo per la tenuta democratica del nostro Paese? Francesco Toscano ne parla a “Dietro il Sipario” con Giorgio Bianchi, Fulvio Grimaldi e Angelo D’Orsi.

«La propaganda di guerra mette a nudo lo stato di un’informazione che ha subito un mutamento della propria essenza, trasformandosi in pura comunicazione. Con la guerra in Ucraina la russofobia occidentale dilaga parimenti ad una mistificazione che diventa ribaltamento della realtà: il caso del bombardamento a Donetsk e La Stampa. Gli interessantissimi interventi di tre personalità autorevoli ed esperte in tema di guerre imperialiste e comunicazione, Angelo d’Orsi, Fulvio Grimaldi e Giorgio Bianchi. Grazie a Visione TV per questa bella lezione di giornalismo» (Giorgio Bianchi Photojournalist).

Dal canale Telegram di Giorgio Bianchi Photojournalist, 17 marzo 2022 Ore 11.22 di Roma.
L’intervista di Giorgio Bianchi all’autore della foto utilizzata da La Stampa per fare propaganda antirussa, falsificando la realtà degli eventi.

La Stampa di Torino ha usato in maniera vergognosa una foto ribaltandone il senso. Giorgio Bianchi ha intervistato in esclusiva per Visione Tv l’autore dello scatto usato ignobilmente dal giornale diretto da Massimo Giannini. “Cosa prova sapendo che la sua foto è stata usata da un giornale italiano fuori contesto?”, chiede Giorgio Bianchi. Risponde l’autore dello scatto a Donetsk: “Con un testo si è cambiato completamente il senso della foto. Questa è disinformazione”.

Errori o mistificazioni del mainstream? L’uso non corretto delle immagini della strage di Donetsk
di Francesco Capo
Byobly.com, 16 marzo 2022


La strage di Donetsk del 14 marzo è passata quasi inosservata nei media mainstream, che per lo più hanno omesso di darvi risalto nei programmi di punta o nelle pagine principali dei quotidiani.
La strage ai danni degli ucraini di lingua russa del Donbass
Secondo le informazioni del corrispondente di Byoblu Vittorio Nicola Rangeloni a causarla è stato il lancio da posizioni ucraine di un missile Tochka-U verso la città di Donetsk. Il missile sarebbe stato intercettato dalle forze militari dell’auto-dichiarata Repubblica popolare di Donetsk per evitare ulteriori vittime. Non è ancora chiaro verso quale obiettivo fosse diretto il missile.
I media mainstream hanno riportato la versione che a lanciarlo siano stati i russi, che avrebbero così fatto una sorta di auto-strage per fomentare l’odio della popolazione ucraina di lingua russa del Donbass contro il governo di Kiev: una ricostruzione che lascia molti dubbi, in quanto la Russia supporta le Repubbliche del Donbass, Donetsk e Luhansk.
In tempo di guerra è senz’altro difficile capire dove sta la verità e la corretta informazione è vittima della propaganda. Purtroppo questo tragico evento storico è stato sottoposto anche a mistificazione o quanto meno a gravi errori giornalistici da parte dei media mainstream nostrani.
La prima pagina de La Stampa
È il caso della prima pagina de La Stampa del 16 marzo che ha pubblicato una foto della strage intitolando “La carneficina”. Il titolo è giusto: nella strage di Donetsk hanno perso la vita più di 20 persone e ci sono 35 feriti di cui molti gravi. Il problema è che il quotidiano torinese circonda questa foto da articoli che riguardano esclusivamente la situazione nelle città dell’Ucraina sotto il controllo del governo centrale di Kiev. Nelle pagine del giornale non c’è alcun riferimento alla strage in Donbass. Il lettore, non correttamente informato, attribuisce quindi quella tragica foto alla situazione presente in altre città ucraine.
La verità è che si tratta di una guerra, con aspetti di conflitto tra civili, e i crimini sono commessi da entrambe le parti.
Come è possibile vedere anche dalle immagini esclusive che ci ha inviato il nostro corrispondente quell’uomo anziano immortalato nella foto pubblicata in prima pagina da La Stampa, è a Donetsk, nella via della strage per piangere la morte di un suo caro. Nella città del Donbass hanno perso la vita per lo più anziani in fila a un bancomat per ritirare la pensione e persone su un autobus come ha potuto ricostruire per Byoblu Rangeloni.
Errori o mistificazioni?
Nello stesso “errore” de La Stampa è incappato anche il Tg3 che, nell’edizione del 14 marzo delle ore 14, aveva mandato in onda un servizio su bombardamenti a Kiev inserendo nel montaggio un frammento dell’uomo anziano di Donetsk.
Il video ha fatto il giro del web e diversi utenti hanno protestato contro questo uso con corretto di immagine. Nell’edizione delle 19 l’errore è stato corretto e l’edizione delle 14 non è più presente sul sito.
Anche il Tg5 nei titoli di apertura commette lo stesso errore: il missile lanciato a Donetsk finisce tra scene che riguardano Kiev, mentre la conduttrice presenta un servizio sulla capitale Kiev.
La denuncia di Giorgio Bianchi e dell’Ambasciata russa
A denunciare la disinformazione operata da La Stampa con questa prima pagina è stato anche Giorgio Bianchi, fotoreporter presente in Donbass che ha scoperto che l’autore della foto di Donetsk si chiama Eduard Kornienko.
Il quotidiano di proprietà della famiglia Elkann/Agnelli ha utilizzato “in prima pagina la foto della carneficina di Donetsk…”, ha scritto Bianchi, “per far intendere che si riferisca al territorio sotto il controllo del regime di Kiev”.
Il fotoreporter italiano ha scritto un appello che tutti possono sottoscrivere e inviare alla redazione de La Stampa per ottenere una rettifica ufficiale. Nella lettera Bianchi ha comunicato di aver sollecitato anche l’intervento dell’Ordine dei giornalisti [QUI].
Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Esteri russo, cita la prima pagina de La Stampa in cui viene pubblicata la foto di Donetsk bombardata sul pezzo “così Kiev attende l’assalto finale” additandola come “esempio di speciale cinismo”.
Anche l’Ambasciata russa in Italia ha protestato contro l’uso non corretto dell’immagine da parte del quotidiano La Stampa, pubblicando un tweet sulla sua pagina ufficiale [QUI].

Questo frammento di trasmissione è un vero e proprio cimitero dell’informazione e dell’umanità. E questo è un direttore di giornale che parla in modo sprezzante dei “soliti miserabili del Web”, che non fanno propaganda ma informazione.

Quando la toppa è peggio del buco: l’imbarazzante risposta di Giannini sulla prima pagina della vergogna de La Stampa
La Redazione de L’AntiDiplomatico, 17 marzo 2022


Invece di chiedere scusa ai suoi lettori per la colossale figuraccia della prima pagina de la Stampa di ieri, l’imperterrito direttore Massimo Giannini ha deciso di umiliare ulteriormente l’intelligenza di tutti i suoi (pochi) lettori.
Il missile Tochka-U in pieno centro cittadino a Donetsk trasformata nella “carneficina” russa. Si tratta di una delle opere di disinformazione più spregevoli nel ricco palmares dei media filo NATO italiani.
Una condotta davvero «miserabile», per utilizzare lo stesso termine con cui Giannini ha osato criticare l’operato di uno dei giornali della Fiat. Tra questi anche il Prof. Angelo D’Orsi che ha utilizzato correttamente la parola “pena”. “La prima pagina del giornale che gestisci è arrivata al fondo della disonestà giornalistica: viene presentata l’immagine della strage perpetrata due giorni fa dalle forze governative di Kiev sui civili a Donetsk (14 vittime) in modo tale che il pubblico pensi che i cattivi russi l’abbiano fatto”, ha scritto il Professore in una lettera aperta inviata proprio a Giannini che come L’AntiDiplomatico abbiamo pubblicato.
Ebbene, interrogato in merito alla clamorosa opera di disinformazione che ha avuto eco mondiale e raggiunto le Nazioni Unite da una alquanto imbarazzata Lilli Gruber nel corso della trasmissione “Otto e Mezzo” in onda su La7, Giannini semplicemente offre uno spettacolo imbarazzante per la professione del giornalismo. Come si dice in questi casi lasciamo parlare le immagini e a voi i commenti. Non risponde.

«Signori, sappiate che da oggi vale tutto. Questi personaggi sono in avanzato stato di decomposizione morale, se non li fermiamo in tempi brevissimi, ci sarà una tragedia di proporzioni incalcolabili.
Quando vai davanti a milioni di persone e riesci a mentire in maniera così sfacciata, allora veramente sei in grado di commettere qualsiasi crimine, anche quello di trascinare l’umanità nel baratro di un conflitto mondiale.
A questo punto ritengo altamente probabile una provocazione NATO, per mano neonazista, in una centrale nucleare o in un laboratorio dove si studiano armi batteriologiche in Ucraina [*], per poi addossarne la colpa alla Russia.
Ricordate quando parlai della pistola di Cechov?
La tecnica soprannominata “la pistola di Cechov”, che in termini tecnici è detta anche “anticipazione”, è sopraffina e fa spiccare alla storia un vero salto di qualità.
La pistola di Cechov è uno stratagemma che serve per produrre un colpo di scena finale, il “ribaltamento”, e può condurre il lettore a scoprire una situazione insospettata.
Quello della “pistola di Cechov” è un principio drammaturgico fondamentale della narrazione (romanzesca, cinematografica, teatrale…): lo vediamo sempre in azione, ma non tutti sono consapevoli della sua esistenza.
Anton Cechov diceva che se compare una pistola in una scena e poi, nel resto del libro, nessuno la usa è un elemento inutile che va eliminato. Se c’è una pistola, prima o poi deve sparare. Ogni elemento della storia deve avere una funzione.
Nella narrazione della guerra sono entrati in gioco due elementi che sono rimasti finora sotto traccia, che sono appunto i laboratori e le centrali.
Sarebbe il pretesto perfetto per una escalation del conflitto.
Ma allora cosa manca affinché sparino?
La giusta temperatura di ebollizione del sentimento russofobico.
Data la velocità con la quale stanno correndo su questo fronte, è probabile che l’evento si verifichi entro l’estate.
Grazie a Fiorangela Altamura, sempre preziosa con le sue ricerche» (Giorgio Bianchi Photojournalist).

«Il bombardamento del Drama Theater di Mariupol potrebbe aver portato alla morte di 500 persone. La stima è di Human Rights Watch, mentre il sindaco della cittadina Vadym Boychenko sostiene che nel teatro avessero trovato rifugio un migliaio di persone. E l’azienda statunitense di satelliti Maxar Technologies ha distribuito delle immagini satellitari che mostrano come nel cortile del teatro di Mariupol, bombardato dalle forze russe, fosse stata dipinta la scritta “bambini”. Secondo le autorità cittadine di Mariupol il teatro è stato colpito da una bomba lanciata da un caccia russo» (Open).

«Putin starebbe compiendo strage volontaria e indiscriminata di civili -l’ultima nel teatro di Mariupol- ma non si comprende come mai di tanto orrore raccontato non vi siano immagini. Fateci caso: quel che somministrano al grande pubblico sono scene di profughi, di ricoveri e di distruzione. Invece, per mostrare morte e feriti gravi, giornali e mainstream continuano a ricorrere all’utilizzo di foto, video e audio della strage ucraina di Donetsk del 14 marzo.
Ieri sera la trasmissione Contro Corrente di Rete 4 è stata aperta con un servizio che parlava di spari su Ucraini in fila per il pane da parte di militari russi e delle bombe russe sul teatro di Mariupol, senza uno straccio di fotogramma con morti o feriti, ma con l’audio della strage ucraina di Donetsk.
Il servizio di Rete 4 e  il video originale da cui è estratto l’audio “Kiev, ancora bombe sui civili” [QUI]» (Fiorangela Altamura).

In un’intervista con La Mia Russia, il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov risponde alla domanda, perché la situazione con l’Ucraina non poteva essere risolta pacificamente: «Perché l’Occidente non ha voluto risolvere questa situazione con mezzi pacifici. Non si tratta affatto dell’Ucraina. O meglio, non tanto dell’Ucraina, quanto dell’ordine mondiale. Gli Stati Uniti hanno sottomesso tutta l’Europa. Con Biden, gli Stati Uniti si sono posti il compito di sottomettere l’Europa e hanno raggiunto la sua indiscussa adesione al corso americano. L’attuale crisi è un momento fatidico. È un momento epocale nella storia moderna. Riflette la battaglia per come sarà l’ordine mondiale. Il falso senso della propria infinita superiorità prevale anche nella situazione che stiamo vivendo. Ci sono molti ragionamenti sul perché si sono accaniti contro la Russia in questo momento: perché è l’ultimo ostacolo da superare prima di affrontare la Cina. Detto in parole povere, ma c’è una verità in tutto ciò».

«Zelenski appare continuamente su uno schermo per chiedere all’Occidente di far scoppiare la terza guerra mondiale. Il Corriere della Sera rilancia l’intervento di questo pessimo figuro fatto di fronte a membri del Congresso americano. Su la Repubblica il misterioso Di Feo non svela oggi nessun segreto. Libero analizza la situazione delle forze armate italiane in vista di una possibile escalation» (Visione TV).

«Sono stato io a suggerire di bombardare Belgrado. Sono stato io a suggerire di mandare piloti americani e di far saltare in aria tutti i ponti sul Danubio» (Joe Biden nel 1999 fa confessione piena di crimini di guerra).

Propaganda di guerra vera e propria. Vergognosa.

[*] La guerra batteriologica

Vicino a Kharkiv è stato scoperto un altro sito associato ai programmi americani per lavorare con ceppi virali potenzialmente pericolosi e per lo studio di agenti patogeni di malattie potenzialmente pericolose. Nel bosco vicino al paese di Merefa (alle coordinate 49.797476, 36.086781), sono presenti due fabbricati di un laboratorio biologico camuffato.

Nei giorni scorsi, il Ministero della Difesa russo ha affermato che i biolaboratori (di cui abbiamo già riferito più volte) creati e finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina hanno documenti che mostrano esperimenti con campioni di coronavirus di pipistrello. Secondo i documenti scoperti, la parte americana prevedeva di lavorare sui patogeni di uccelli, pipistrelli e rettili, con un ulteriore studio sulla peste suina africana e l’antrace. Secondo il rapporto, di particolare interesse sono state le dettagliate informazioni sull’attuazione da parte degli Stati Uniti di un progetto per studiare il trasferimento di agenti patogeni attraverso gli uccelli che migrano tra l’Ucraina e la Russia e altri paesi vicini.

Il Ministero della Difesa russo ha affermato che lo scopo di questa e di altre ricerche biologiche finanziate dal Pentagono era la creazione di un meccanismo per la diffusione segreta di agenti patogeni mortali.

Gli Stati Uniti stavano conducendo le ricerche segrete sul coronavirus non solo in Ucraina, ma anche (dal 2017) nel laboratorio segreto dell’American Lugar Center di Tbilisi. L’appaltatore del Pentagono nell’ambito di questo programma ha anche studiato i coronavirus nei pipistrelli in Cina poco prima dell’inizio della pandemia – fino al 2019. Il finanziamento del governo degli Stati Uniti per questi studi è di circa 10,2 milioni di dollari, di cui 6,5 milioni di dollari in Georgia, Armenia, Azerbajgian, Turchia e Giordania e 3,7 milioni in Cina. È una parte del contenuto dei documenti recentemente rilasciati dalle autorità russe aventi ad oggetto le attività di ricerca biologica condotte dal governo USA in Ucraina. A breve, il Ministero della Difesa russo pubblicherà il successivo pacchetto di documenti ricevuti dai dipendenti ucraini dei laboratori biologici e presentare i risultati del loro esame (RIA Novosti).

Lo sviluppo di armi batteriologiche in Ucraina

Se apriamo i media Italiani e internazionali troviamo una valanga di notizie false sulla crisi ucraina, ma non troviamo le uniche vere notizie che dovremmo sapere su questa storia», scrive Cesare Sacchetti. Come abbiamo riferito nei giorni precedenti – sulla base di informazioni del Ministero della Difesa russo, confermato indirettamente da fonti NATO, che hanno espresso preoccupazione che i laboratori che studiavano armi batteriologiche finiscano in mano russo. Riferisce Cesare Sacchetti: «Il Ministero della Difesa russo ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha confermato la presenza in Ucraina di laboratori che studiavano armi batteriologiche. Queste strutture erano disseminate in tutto il Paese ed erano finanziate e controllate direttamente dal Pentagono. Il Governo Obama e i governi ucraini che si sono succeduti dal golpe dell’Euromaidan in poi hanno violato in maniera clamorosa la convenzione che vieta la modifica artificiale di letali agenti patogeni. I Russi inoltre hanno rilevato come nelle vicinanze di queste strutture ci sia stato un aumento di patologie quali la tubercolosi e la leptospirosi. È quindi probabile che ci sia stato un rilascio di virus e batteri presenti in questi laboratori nelle zone circostanti. I Russi monitoravano queste attività dal 2014 ed è anche confermato il rinvenimento di campioni di DNA russo in questi centri di “ricerca”. Negli anni passati il Pentagono aveva raccolto il DNA russo per studiare un’arma batteriologica espressamente pensata per sterminare il popolo russo. C’era un piano per lanciare una guerra batteriologica contro la Federazione Russa». Questo piano è stato sventato dalla Russia stessa, certamente non dall’Unione Europea.

I laboratori per lo sviluppo di armi biologiche in Ucraina

Gli analfabeti funzionali, che hanno messo in dubbio l’esistenza di armi biologiche pensate esplicitamente per colpire un particolare gruppo etnico, dovrebbero fare una sforza di leggere l’articolo di Chukwuma Muanya su The Guardian del 20 agosto 2019: Armi biologiche progettate per uccidere solo persone di una razza particolare. Era già nota anni fa la possibilità di realizzare questo tipo di armi e ne aveva parlato persino l’università di Cambridge che aveva lanciato l’allarme sulle ricerche in questo campo. Washington ha lavorato a questo progetto per anni, ad un piano criminale per sterminare la popolazione russa. Non ne trovate tracce sui media Occidentali per una ragione molto semplice. Il loro compito è insabbiare questi crimini. Non denunciarli [QUI].

«BREVE -BRUTTA- STORIA BIO-GEOPOLITICA. Nella propaganda di guerra russa, già dai primi giorni, si è avanzato il sospetto che in Ucraina si stessero preparando “armi non convenzionali” (biochimiche e atomiche sporche). Fake news e colorite “teorie del complotto” secondo gli USA. Il Ministro degli Esteri cinese però rincara la dose ed afferma che in Ucraina, ci sarebbero ben 26 laboratori USA di ricerca su armi biologiche [QUI].
1. la Repubblica riferisce di fonti del “fronte occidentale” (NATO) molto preoccupate per possibili attacchi: “Abbiamo buone ragioni per temere che Putin possa usare armi non convenzionali in Ucraina”.
2. Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, poco dopo, ad un briefing ha affermato che “le forze armate russe hanno ricevuto prove dello sviluppo di componenti di armi biologiche da parte dell’Ucraina sotto la guida degli Stati Uniti dai dipendenti dei laboratori biologici ucraini”.
3. Al Senato USA, un Senatore chiede a Victoria Nuland della Segreteria di Stato di smentire o confermare il coinvolgimento USA in presunti laboratori di ricerca bio-chimica su patogeni ad alto rischio. Inaspettatamente, Nuland conferma (dichiarazione in video nell’articolo postato nel primo commento), naturalmente per sviluppare “difese”.
4. Reuters lancia in esclusiva la dichiarazione di OMS che “ha consigliato all’Ucraina di distruggere i patogeni ad alta minaccia presenti nei laboratori di salute pubblica del Paese per prevenire “eventuali fuoriuscite” che avrebbero diffuso malattie tra la popolazione”.
5. Russia chiede la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a mezzanotte per discutere “attività biologiche militari americane in Ucraina”.
6. Un’ora dopo, il Ministro degli Esteri dell’Ucraina Dmytro Kuleba rilancia su pericolo operazioni false flag russe con armi chimiche» (Pierluigi Fagan).

Il governo cinese, anche se lo fa per distogliere l’attenzione delle proprie ricerche su arme biologiche, intervenendo sulla questione dei laboratori biologici in Ucraina, indirettamente conferma la loro esistenza.
Il governo cinese dice che Washington potrebbe dimostrare la sua innocenza, rispondendo direttamente e onestamente a tre domande:
1. Che cosa cercava di nascondere l’Ambasciata degli Stati Uniti a Kiev rimuovendo in fretta i documenti dal suo sito web?
2. Perché per 20 anni gli Stati Uniti hanno ostacolato unilateralmente il protocollo di verifica della Convenzione sul divieto delle armi biologiche?
3. Cosa impedisce agli Stati Uniti di aprire i loro laboratori biologici all’estero e Fort Detrick per un’ispezione internazionale indipendente?

The Moynihan Letters
di Dr. Robert Moynihan
(nostra traduzione italiana dall’inglese)

Lettera N. 46, 10 marzo 2022: Cosa?!?

L’onorevole Victoria Nuland, 60 anni, Sottosegretario di Stato per gli Affari politici degli Stati Uniti, mentre ha testimoniato alla Commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti lunedì 8 marzo, ha confermato l’esistenza di una serie di bio-laboratori sostenuti dagli Stati Uniti in Ucraina negli ultimi dieci anni circa – qualcosa che era stato ampiamente considerato una “teoria del complotto” fino a quando non ha confermato l’esistenza dei laboratori.

Segue la trascrizione dello scambio tra il Senatore Marc Rubio e Victoria Nuland, l’8 marzo a Washington:
Sen. Marco Rubio: L’Ucraina ha armi chimiche o biologiche?
Victoria Nuland: L’Ucraina ha strutture di ricerca biologica di cui, in effetti, ora siamo piuttosto preoccupati per le truppe russe, le forze russe potrebbero cercare di ottenere il controllo, quindi stiamo lavorando con gli Ucraini su come impedire che uno di quei materiali di ricerca cada nelle mani delle forze russe se si avvicinassero.
Sen. Marco Rubio: Sono sicuro che lei sappia che i gruppi di propaganda russa stanno già diffondendo ogni tipo di informazione su come hanno scoperto un complotto degli Ucraini per rilasciare armi biologiche nel Paese, e con il coordinamento della NATO. Se c’è un incidente o un attacco con armi biologiche o chimiche all’interno dell’Ucraina, c’è qualche dubbio nella tua mente che al 100% ci sarebbero i Russi dietro?
Victoria Nuland: Non ho dubbi nella mia mente, Senatore. E in effetti, è una classica tecnica russa incolpare l’altra parte per quello che stanno pianificando di fare da soli.

Lettera N. 46, 10 marzo 2022: Sui misteriosi biolab in Ucraina

Sono così addolorato, per la guerra in Ucraina, per l’invasione della Russia e per la terribile paura e sofferenza degli Ucraini invasi (per non parlare della minaccia di una guerra nucleare, che potrebbe avvelenare o uccidere molti di noi in tutto il mondo), che non ho voluto scriverne, ma tacere.

Sono rattristato e turbato perché tengo profondamente sia alla Russia che all’Ucraina. Farei tutto ciò che è in mio potere per contribuire a porre rapidamente fine al conflitto.

La mia fede mi insegna che Gesù Cristo, Nostro Signore e Salvatore, che guida i nostri passi anche in questa vita, è il “Principe della pace”. Pertanto, è opportuno che i cristiani si sforzino di fare la pace, di essere “pacificatori” — come Gesù ci incoraggiava a essere quando predicò le otto beatitudini, le otto benedizioni — “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” — nel suo programmatico Discorso sul pendio erboso che domina il Mar di Galilea.

Ho passato ormai metà della vita viaggiando ripetutamente in Russia e in Ucraina, conoscendo persone in entrambi i Paesi – come mi hanno incoraggiato a fare Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI – nel tentativo di cercare di “costruire ponti” tra gli Ortodossi d’oriente e i Cattolici d’occidente, tra la Tradizione Cristiana orientale e occidentale, tra i Bizantini greci e i Cristiani latino-romani, affinché la Chiesa – e la cultura occidentale – potessero “respirare con due polmoni”, per citare la frase di San Giovanni Paolo II.

Ora c’è guerra, paura, maledizione e morte, in quella amata regione, piuttosto che pace, fiducia, benedizione e vita. La guerra non sarebbe dovuta iniziare. E molte altre azioni degli ultimi 8 o 18 o 28 anni non avrebbero dovuto aver luogo, tutte contribuendo al conflitto attuale.

Questa guerra dovrebbe finire e i campi dovrebbero essere seminati questa primavera. Ma la fine della guerra non dovrebbe avvenire in un cataclisma nucleare – o biologico – che potrebbe causare danni colossali, o addirittura porre fine alla vita umana su questo pianeta blu-verde (Perché così tante persone parlano così animatamente di “premere il pulsante” per “lanciare le armi nucleari”? Sono tutti impazziti?).

La fine della guerra dovrebbe avvenire nei colloqui — nei negoziati, per quanto difficili possano essere i negoziati — seguiti dalla creazione di una struttura per una pace giusta e duratura, per quanto difficile possa essere. Dio conceda che sia così, Dio conceda che possiamo trovare un modo per “fare delle nostre spade vomeri…”. “Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Isaia 2,4).

Questo mi porta a una delle storie più strane che abbia mai incontrato – una che sto ancora cercando di svelare e capire, con alcuni, ma certamente non tutti i fatti – quindi abbi pazienza se questa lettera rimane inevitabilmente parziale e incompleta. È la storia dei tanto derisi e piuttosto misteriosi biolab dell’Ucraina.

È mio pensiero che dovremmo almeno conoscere questa storia e sapere cosa ha detto e affermato ciascuna delle parti su questa storia, se vogliamo comprendere più a fondo alcune delle emozioni e delle convinzioni, false o inventate o vere, alla base di questa crisi.

È una storia così contorta, e così agghiacciante, che è quasi incredibile. Ed è una storia così agghiacciante che penso debba essere raccontata, anche se molti pensano che i biolab siano un argomento “tabù”. Infatti, proprio perché sono un argomento tabù, ci deve essere chiarezza su ciò che stava accadendo in quei laboratori.

Dovrebbe essere istituita immediatamente una commissione internazionale, composta da medici di spicco, scienziati di spicco e anche personalità religiose di spicco, per andare a vedere questi laboratori e ascoltare i rapporti su ciò che stava realmente accadendo lì. Un tale gruppo potrebbe ricevere un passe-partout (una specie di passaporto per viaggiare ovunque e ovunque in Ucraina, approvato dalle autorità ucraine e anche dalle autorità russe che incaricano i loro ufficiali militari di onorare il passaporto).

Suggerisco tutto questo con una certa urgenza a causa di una conversazione di quattro ore che ho avuto a metà dicembre, poco prima di Natale, con il dottor Robert Malone, nella sua casa in Virginia. Durante la conversazione, Malone mi ha detto di aver lavorato per molti anni nella comunità di scienziati che cerca di capire il codice genetico umano e di capire come vari virus e malattie colpiscano persone diverse: giovani e anziani, persone senza vitamina carenze e persone malnutrite o malnutrite e carenti di alcune vitamine, e così via. Tra le ricerche di cui era a conoscenza, mi disse, c’era lo studio di diversi gruppi etnici – i celtici irlandesi, per esempio, e i giapponesi, o gli slavi russi e persiani iraniani – per determinare se alcuni virus o malattie potessero essere sviluppato che interesserebbe un gruppo, ma non un altro. Scossi la testa con orrore mentre mi descriveva questa ricerca. E non ho mai scritto niente a riguardo [infatti, se l’avesse fatto, l’avrei condiviso, cosa che non ho fatto con quanto pubblicato, perché non mi convinceva. V.v,B,].

Ma ora lo stesso Malone ha fatto queste stesse osservazioni in un pezzo che ha pubblicato ieri su Substack (una nuova piattaforma dove molti scrittori stanno pubblicando i loro scritti).
In che modo questo è correlato ai biolab in Ucraina? Ebbene, è stato riferito che i laboratori, dislocati in tutta l’Ucraina — alcuni dicono 13 laboratori, alcuni dicono 19 laboratori e alcuni dicono 26 laboratori, le cifre differiscono — stavano raccogliendo campioni di DNA da persone in tutto il Paese, nella parte occidentale del Paese, nella parte centrale, e nella parte orientale, dove gran parte della popolazione è etnicamente russa. Su Internet è stato affermato che ciò faceva parte di una procedura di ricerca volta a sviluppare virus o batteri speciali che colpirebbero uno di questi gruppi e non gli altri.

È vero? Non lo so. Ma il governo russo e il governo cinese hanno entrambi affermato in dichiarazioni pubbliche – non è qualcosa che viene solo detto dai blogger – che sono molto preoccupati di sapere quale ricerca viene condotta in questi laboratori e in altri simili laboratori in tutto il mondo.

Il giornalista britannico Glenn Greenwald ha scritto il 9 marzo: “Le affermazioni secondo cui l’Ucraina attualmente mantiene pericolosi laboratori di armi biologiche provengono dalla Russia e dalla Cina. Il Ministero degli Esteri cinese questo mese ha affermato che “gli Stati Uniti hanno 336 laboratori in 30 paesi sotto il suo controllo, di cui 26 solo in Ucraina”. Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che “la Russia ha ottenuto documenti che dimostrano che i laboratori biologici ucraini situati vicino ai confini russi hanno lavorato allo sviluppo di componenti di armi biologiche”. Tali affermazioni meritano lo stesso livello di scetticismo delle smentite statunitensi: vale a dire, nessuna di esse dovrebbe essere ritenuta vera o falsa in assenza di prove. Tuttavia, i verificatori di fatti statunitensi si sono schierati diligentemente e riflessivamente con il governo degli Stati Uniti per dichiarare tali affermazioni “disinformazione” e per deriderli come teorie del complotto QAnon”.

È ormai noto che i biolab avanzati sono stati effettivamente istituiti in molte località dell’Ucraina circa 10 anni fa, come strutture di ricerca congiunte, gestite dai governi ucraini, ma sostenute dagli Stati Uniti. Lo sappiamo perché il funzionario della Segreteria di Stato americano Victoria Nuland l’8 marzo 2022 ha confermato l’esistenza di questi laboratori in una testimonianza giurata davanti alla Commissione per le relazioni estere del Senato, interrogata dal Senatore statunitense Marco Rubio (Senatore repubblicano della Florida). Il testo della loro conversazione è trascritto sopra.

Prima della conferma da parte di Nuland dell’esistenza di questi laboratori, molte persone parlavano di questi laboratori su Internet, ma nessuno sapeva davvero se fossero in Ucraina, funzionanti o meno. Quindi Internet era pieno di voci. E una di quelle “voci” era che la Russia avesse attaccato l’Ucraina il 24 febbraio, in parte perché temeva un imminente attacco al popolo russo mediante il rilascio – forse in stormi di uccelli infetti che sorvolavano il confine, hanno ipotizzato alcuni – di una sorta di ” bio-arma” creata in questi laboratori, qualcosa di simile al virus Covid-19, ma forse molto più letale.

Naturalmente, una storia del genere sembrerebbe completamente folle: un’altra “teoria del complotto”. Eppure, nello scambio piuttosto artificioso e un po’ strano tra il Senatore Rubio e Nuland, sembra chiaro che due concetti vengono accomunati da entrambi:
1. che ci sono biolab in Ucraina, e
2. che qualche tipo di agente biologico, una peste, per esempio, o un virus simile al Covid-19, forse, potrebbero essere rilasciati dai Russi una volta che avranno preso il controllo di questi laboratori, con i Russi che affermano che la malattia proveniva da uno dei laboratori.

Questo è il motivo per cui questa è una storia così spaventosa: perché entrambe le parti stanno effettivamente parlando del possibile rilascio di un’arma biologica di qualche tipo. Pertanto sembra possibile che ci possa essere effettivamente un’arma del genere, da qualunque parte l’abbia progettata – e se viene rilasciata, potrebbe non essere limitata all’Ucraina o alla Russia – per quanto terribile sarebbe già – ma in realtà potrebbe essere contagioso e diffuso in tutto il mondo, proprio come il Covid-19, ma forse causando una malattia più pericolosa e letale del Covid-19.

Questo è il motivo per cui penso che dovrebbe essere immediatamente costituito un team internazionale di 20/25 persone per andare in Ucraina e ottenere prove di prima mano su ciò che è successo in questi laboratori.
Papa Benedetto XVI ha ripetuto molte volte durante il suo pontificato – era un avvertimento che tornava più e più volte – che gli esseri umani non dovrebbero fare tutto ciò che possono fare. Certe cose non si dovrebbero fare, anche se abbiano l’intelligenza, il genio, per farle, perché sono troppo pericolose, o troppo contro natura, o troppo suscettibili di arrecare danno alle generazioni future, o troppo “intelligenti” ma non sufficientemente sagge. Invenzioni geniali, ma prive di saggezza. E tra queste cose, credo, ci sia questo tipo di ricerca sulle armi biologiche che sono create dall’uomo e che pensa di poter controllare, come controlliamo un arco e una freccia, o un fucile e un proiettile. Ma questi nuove armi che potremmo non essere in grado di controllare, e potrebbero uscire “all’aperto” e quindi causare danni infiniti anche fino alla fine dei tempi.

Per il bene di tutti i nostri figli e nipoti, ascoltiamo tutti “i migliori angeli della nostra natura” – e fermiamo questa follia.

Segue la Parte 15: QUI.

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