Il quinto giorno del processo a carico del Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Zanchetta. Le argomentazioni conclusive delle parti in diretta su YouTube il 3 marzo

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La quinta e ultima udienza per l’audizione dei testimoni nel processo di primo grado per l’accusa di abuso sessuale semplice continuato e aggravato ai danni di due ex seminaristi GFLG e CM, a carico dell’amico di Papa Francesco, il Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Óscar Zanchetta è iniziata ieri mattina, 25 febbraio 2022 con due confronti: il primo tra Don Carlos Subelza, il parroco della cattedrale di Orán, e la vittima GFLG; il secondo tra lo stesso sacerdote e l’ex seminarista Kevin Montes. In entrambi i casi, i testimoni hanno mantenuto le loro dichiarazioni iniziali e confermato le loro deposizioni. Poi sono state ascoltate le dichiarazioni della psicologa forense Natalia Colombo, che ha svolto la perizia per conto dell’accusa su Zanchetta, complicando ulteriormente la situazione dell’imputato. Infine, sono state lette le dichiarazioni presentate per iscritto dai vescovi succeduti a Zanchetta a sua difesa, Mons. Andrès Stanovnik, OFM Cap. e di Mons. Luis Antonio Scozzina, OFM.

Zanchetta ha lasciato il Tribunale al termine dell’udienza senza rispondere alle domande dei giornalisti, salendo direttamente sulla macchina che lo aspettava davanti all’ingresso del Tribunale.

Video di Silvia Noviasky/El Tribuno: E Zanchetta? Se n’è andato così, in macchina guidata dal suo difensore ufficiale. Non voleva parlare con la stampa.

I pubblici ministeri Rivero e Filtrín hanno precisato a Salta/12 che il fascicolo canonico delle denunce contro Zanchetta era stato richiesto al Vaticano, ma non è stato loro inviato fino a oggi. Solo l’avvocato canonico di Zanchetta, Javier Belda Iniesta, che lo accompagna anche in questo processo, ha presentato digitalmente ciò che riguarda le sue azioni di difesa. Quindi, pare che al riguardo siamo dove eravamo come riferito il 17 febbraio scorso [QUI], contrariamente a come è stata presentata la questione all’inizio del processo.

L’Avv. Javier Belda Iniesta con Mons. Gustavo Óscar Zanchetta.

Come abbiamo riferito ieri [QUI], la sesta e ultima udienza nel processo a carico del Vescovo Gustavo Zanchetta per abuso sessuale semplice continuato aggravato per essere commesso da un ministro di culto religioso riconosciuto, inizierà alle ore 10.15 (ore locale; 14.15 ore di Roma) di giovedì 3 marzo 2022 per la presentazione delle argomentazioni conclusive delle parti, i procuratori Maria Soledad Filtrin Cuezzo e Pablo Rivero per l’accusa e l’avvocato Enzo Giannotti per la difesa. Questa ultima udienza sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube dell’Ufficio Stampa del Poder Judicial della Provincia di Salta [QUI].

La manifestazione fuori del Tribunale di Orán: no all’omertà, no al silenzio sugli abusi sessuali, no agli insabbiamenti. Sì alla difesa delle vittime e dei sacerdoti denuncianti, sì alla verità, si alla giustizia (Foto di Salta|12).

Sara Araguino, una delle donne che manifestano a sostegno dei denuncianti fuori dal Tribunale di Orán, ha raccontato a Salta|12 che da giovedì scorso «i fedeli ricevono un messaggio del tipo “Chiamiamoci alla preghiera e al silenzio, senza pubblicazioni o commenti”. Un altro dei messaggi dice “pensiamo al nostro lavoro”, diretta alle persone che lavorano all’interno della diocesi. Questi sono messaggi anonimi, proprio non sappiamo da chi vengono, da numeri sconosciuti».

La manifestazione fuori del Tribunale di Orán: no all’omertà, no al silenzio sugli abusi sessuali, no agli insabbiamenti. Sì alla difesa delle vittime e dei sacerdoti denuncianti, sì alla verità, si alla giustizia (Foto di Salta|12).

Araguino ha detto, che Don Carlos Subelza, il parroco della cattedrale di Orán stava facendo quelle richieste anche attraverso dei post sui social network e poi le ha cancellate: «Anche nel gruppo WhatsApp della Cattedrale chiede “procediamo nella preghiera e nel silenzio”», ha riferito. «Per me è molto brutto, perché tutti abbiamo il diritto di esprimerci e di esprimere la nostra opinione; e perché da fedeli non possiamo guardare dall’altra parte e non esprimere la nostra opinione; e penso che abbiamo il diritto di condividere se lo desideriamo», ha detto. Ha annunciato che il giorno della sentenza ci saranno, «siano due, tre, quattro o cinque. Accompagneremo i giovani che hanno subito questo abuso, anche i sacerdoti che lo hanno denunciato [al Nuncio Apostolico]. Aspetteremo i risultati [del processo] implorando Dio di fare giustizia».

La manifestazione fuori del Tribunale di Orán: no all’omertà, no al silenzio sugli abusi sessuali, no agli insabbiamenti. Sì alla difesa delle vittime e dei sacerdoti denuncianti, sì alla veritàm si alla giustizia (Foto di Salta|12).

Il confronto

Il parroco della cattedrale di Orán, Don Carlos Subelza, testimone della difesa, si è confrontato con uno dei denuncianti e un altro ex seminarista. Nel primo confronto, tra Subelza e il denunciante GFLG, la Corte ha disposto lo sgombero dell’aula e poi è stato solo riferito che entrambi hanno mantenuto le loro dichiarazioni. Il secondo confronto c’è stato perché l’ex seminarista Kevin Montes ha detto che Zanchetta gli aveva sostenuto i genitali da dietro e che comunicandolo a Subelza, questo aveva risposto che stava «fraintendendo», perché Zanchetta «proveniente da Buenos Aires era una persona amorevole e al nord non eravamo abituati a ricevere quel tipo di affetto». Subelza l’ha negato ed perciò la Corte aveva deciso di metterli a confronto. L’ex-seminarista ha confermato le sue precedenti dichiarazioni e ha affermato che in un altro incontro, nel 2018, Subelza gli ha detto che era stato manipolato dal Rettore del Seminario Giovanni XXIII, Don Martín Alarcón. Ma in realtà, ha aggiunto l’ex seminarista, è stato Subelza a cercare di manipolarlo. Ha detto che Subelza aveva scoperto che «stava vedendo una ragazza più giovane di lui» e gli ha raccomandato di scrivere una lettera per raccontare questa situazione all’Arcivescovo Andrés Stanovnik, cosa che ha fatto, e poi questo ha inviato la copia di quella lettera a Subelza. Poi anche Don Luis Gómez come Don Carlos Subelza «mi stanno a dosso e mi minacciano», ha detto l’ex seminaristo, trattandolo addirittura come un «pedofilo» affinché non testimoniasse contro Zanchetta, altrimenti avrebbero parlato con la famiglia della ragazza. A sua volta, Subelza ha detto di non avere alcun potere su questo testimone. Avendo tra le mani la lettera che l’ex seminarista aveva inviato a Stanovnik «dove c’è la sua firma», ha negato le pressioni e lo ha dato del bugiardo. Inoltre, ha affermato che Gomez è entrato a dicembre 2018 nel Seminario come educatore e sarebbe stato un reato molto serio – ha sottolineato se avesse agito come riferito. L’ex-seminarista ha confermato che Subelza gli ha consigliato di parlare con Gómez, dicendogli che il Rettore Alarcón non aveva più nulla a che fare con il Seminario e ha chiarito che era seminarista fino a gennaio 2019. «Se parliamo di serietà, non è paragonabile alle cose che sono successe lì dentro», ha risposto l’ex-seminarista.

Foto dell’Ufficio Stampa del oder Judicial della Provincia di Salta.

Le dichiarazioni dei successori di Zanchetta ad Orán.

Mons. Luis Antonio Scozzina, OFM, amico di Papa Francesco come Zanchetta, dal 6 aprile 2018 è l’attuale Vescovo di Orán. È stato consacrato da Mons. Stanovnik, co-consacrante Mons. Mario Antonio Cargnello, Arcivescovo metropolita di Salta, già Vescovo de la Nueva Orán (dal 7 aprile 1994 al 24 giugno 1998). Come abbiamo riferito il 23 febbraio [QUI], nella seconda udienza era emerso, che secondo alcuni testimoni Scozzina ha tentato di orientare i seminaristi, invitando un avvocato suo amico a venire a consigliargli prima di andare alla procura. Pensavano che fosse il loro difensore. Niente da vedere con questo, visto che lo hanno trovato in Aula come difensore di Zanchetta.

Mons. Andrès Stanovnik, OFM Cap, Arcivescovo metropolita di Corrientes, consacrato dal Cardinale Jorge Bergoglio. Quando nel luglio 2017 Zanchetta si allontanò dalla sua Diocesi, è stato accolto come ospite di Stanovnik, che era stato suo consacrante. Poi, il 1° agosto 2017, contestualmente all’accettazione delle dimissioni di Zanchetta, fu nominato da Papa Francesco Amministratore apostolico sede vacante ad nutum Sanctae Sedis della Diocesi de Orán (che si trova a 800 km da Corrientes), fino alla nomina di Scorzina, il 6 aprile 2018.

La Diocesi di Orán, che ha sede nella città di San Ramón de la Nueva Orán, in provincia di Salta, situata nell’estremo nord-occidentale del Paese, che si collega con il Cile attraverso il Passo di Sico. La diocesi è stata creata il 10 aprile 1961 da San Giovanni XXIII. Comprende nella provincia di Salta i dipartimenti del Generale José de San Martín, Orán, Rivadavia e la parte orientale dei dipartimenti di Iruya (comune di Isla de Cañas) e Santa Victoria (comune di Los Toldos). Mons. Gustavo Óscar Zanchetta ne fu il settimo vescovo.

Il Vescovo di Orán, Mons. Luis Antonio Scozzina, OFM, con Papa Francesco (Foto della Diocesi de la Nueva Orán, pubblicata da FMAlba.com il 5 settembre 2018).

Mons. Luis Scozzina ha affermato di aver avuto colloqui formali con i denuncianti. Ha spiegato che tra agosto e dicembre 2018 le interviste si sono svolte in vescovado e che ha chiesto a tutti coloro che avevano qualcosa da riferire di farlo per iscritto in modo che potesse poi presentare le relazioni a Roma. Ha precisato che la Congregazione per i Vescovi ha nominato Mons. Carlos Sánchez incaricato dell’indagine previa. Ha detto di aver incontrato i seminaristi dell’epoca di Zanchetta a Orán e molti hanno espresso «disagio» nei suoi confronti, hanno parlato di «trattamento discriminatorio, alcuni si sono sentiti molestati» e ha fatto riferimento a un «conflitto relazionale». Ma ha aggiunto di non aver ricevuto alcuna denuncia di abuso sessuale. Riguardo ai seminaristi denuncianti, ha detto di aver incontrato due volte MC, che gli ha parlato delle «difficoltà» che ha avuto con Zanchetta e che le ha espresse per iscritto dopo aver presentato la denuncia penale. Ha assicurato di aver spianato la strada alla denuncia degli ex-seminaristi, ma ha negato essere a conoscenza dei presunti abusi e ha parlato di percezioni: ha riferito che l’accusatore GFLG gli aveva detto che «si è sentito abusato dalle espressioni affettuose del vescovo». Ha detto che sia GFLG che l’accusatore MC gli hanno rassegnato le dimissioni nel 2018 adducendo «motivi personali». In seguito, ha affermato di sapere che i più vicini ad Alarcón sono stati «indotti a sporgere denuncia presso l’ufficio del pubblico ministero». Ha aggiunto di «essere al corrente» che il seminarista identificato come uno dei favoriti di Zanchetta «ha sentito pressioni» da parte dell’accusa e dei media per denunciare Zanchetta.

Mons. Andrès Stanovnik, OFM Cap con Papa Francesco.

Mons. Andrés Stanovnik ha negato di essere a conoscenza di «condotta sconveniente» da parte di Zanchetta e ha assicurato di aver appreso di questa indagine attraverso i media e che «non ha parlato con le vittime» e «non ha mantenuto rapporti personali con seminaristi indicati come vittime». Ha anche negato di sapere. Ha negato di conoscere il motivo delle dimissioni dei denuncianti e ha affermato che Don Alarcón non gli ha presentato «nessuna preoccupazione, nessun problema dei seminaristi» e che nessun seminarista ha sollevato con lui problemi di abuso sessuale. Stanovnik ha anche smentito il «tentativo di nascondere qualcosa» e ha ammesso di aver ricevuto la lettera del seminarista che gli parlava della sua relazione con un minore e gli ha anche detto di «sentirsi manipolato e ricattato da Don Martín Alarcón». Ha riferito che due sacerdoti che hanno testimoniato a favore di Zanchetta, gli avevano raccontato di manipolazioni dei seminaristi.

La perizia psicologica

I fatti contestati a Zanchetta sono riferite a “tocamientos” (palpeggiamenti) – azione di toccare, soprattutto con le mani, una zona erogena (art. 176 del Codice Penale argentino sul delitto di palpeggiamenti, atti libidinosi o atti di connotazione sessuale senza consenso), di cui è accusato da due ex seminaristi, GFLG e CM.

In riferimento all’accusa di “palpeggiamenti”, a titolo di paragone ricordiamo, che in dicembre 2020 il Tribunale di Parigi ha condannato l’Arcivescovo Luigi Ventura, ex Nunzio Apostolico in Francia, a otto mesi di reclusione con la condizionale, per palpeggiamenti. Ad accusarlo cinque uomini tra cui due funzionari del municipio di Parigi e un seminarista di 20 anni che ha riferito palpeggiamenti durante e dopo una Messa). Il Direttore della Sala Stampa della Sede dichiarò: «La Santa Sede ha preso atto della sentenza nei confronti di Mons. Luigi Ventura. Il legale del presule ne ha ribadito l’innocenza. La Santa Sede conferma il rispetto per le autorità giudiziarie francesi, con le quali Mons. Ventura ha sempre dimostrato la volontà di collaborare”. Il Direttore del FarodiRoma commentò: «Un’accusa assolutamente inverosimile».

Come abbiamo riferito il 24 febbraio [QUI], in precedenza tre psicologhe forensi che hanno effettuato le perizie psicologiche su GFLG e CM – Silvia Aguirre, Nadia Miguez e Rossana Otaiza – hanno concluso che i denuncianti «hanno subito episodi di abuso sessuale». Ieri, Natalia Colombo, la psicologa forense per l’accusa, ha illustrato la sua diagnosi della perizia svolta nel 2019, in disaccordo con la relazione della psicologa per la difesa, Eleonora Naranjo. Colombo ha concluso che Zanchetta ha tratti psicopatici nella sua personalità, una tendenza a manipolare e simulare aspetti della sua personalità, percepisce gli altri come oggetti da manipolare, li oggettiva per raggiungere i suoi obiettivi e i suoi rapporti con le persone sono utilitaristici.

Nei giorni precedenti, diversi testimoni hanno segnalato maltrattamenti da parte di Zanchetta e la capacità di influenzare le persone, fatto che Colombo ha confermato: «Ha una personalità manipolatrice, questo segna anche il suo mondo di relazioni. C’è una oggettivazione delle persone e delle situazioni». Nel linguaggio della psicoanalisi, l’oggettivazione è il processo per il quale si tende a localizzare nella realtà esteriore immagini e vicende inconsce o soggettive.

Zanchetta «cerca di sfruttare ogni situazione, la sua introspezione è quasi nulla, ha poca capacità di autocritica», ha aggiunto Colombo. Ha anche indicato che “gli manca di leadership e autorità e questo genera conflitti perché vuole posizionarsi in un posto importante”.

Colombo ha affermato che a livello sessuale Zanchetta ha una «dipendenza infantile e immaturità molto ampia». Ha riferito che Zanchetta non riconosce gli atti a lui attribuiti, non nega che siano stati commessi, ma «assegna la responsabilità ad altre persone». Ha detto che Zanchetta cerca di nascondere aspetti della sua personalità, si presenta come una persona affascinante, piacevole, ma ha difficoltà a controllare gli impulsi e le emozioni; è una persona immatura e ha difficoltà a stabilire relazioni, che cerca di giustificare le sue azioni in storie di abbandono e mancanza di affetto. Colombo ha anche affermato che Zanchetta «osserva solo una parte della realtà che è ciò che gli interessa e lo serve», che tende a manipolare. «C’è la oggettivazione delle persone e delle situazioni, lui cerca di trarne beneficio», ha assicurato. E nemmeno ha la capacità di autocritica, tende a non accogliere la realtà ed è sessualmente immaturo. Secondo questa perizia, Zanchetta riesce ad aggirare le norme sociali, ha difficoltà a rispettare le norme comuni e questo è legato al modo in cui si avvicina alla realtà. Ha anche trovato difficoltà ad adottare comportamenti sostitutivi, «non ha la capacità di sublimare» e questo influisce sui suoi legami e relazioni sociali, ha detto Colombo.

A livello affettivo, Zanchetta ha bisogno del contatto fisico nelle relazioni con le persone, da ricondurre a «situazioni precoci della sua prima infanzia», ha affermato Colombo. «Non ha conosciuto suo padre”.

Come tratti psicopatici nella sua personalità, Colombo ha trovato una tendenza a «manipolare». «Percepisci gli altri come oggetti. Le carenze emotive e la storia della vita che ha rafforzano questi tratti. Vuole ottenere vantaggi personali, il suo rapporto con le persone è usare gli altri a suo vantaggio», ha assicurato.

La Corte ha affrontato le discrepanze tra la diagnosi della psicologa dell’accusa, Natalia Colombo e quella della psicologa della difesa, Eleonora Naranjo, presente durante i colloqui psicologici con Zanchetta, ma giunta a una conclusione totalmente opposta. Come abbiamo riferito ieri [QUI], Naranjo ha testimoniato nel pomeriggio del 23 febbraio.

Il pubblico ministero Rivero, e i giudici María Laura Toledo Zamora e Raúl López hanno chiesto a Colombo informazioni sulla relazione della psicologa della difesa, Eleonora Naranjo, poiché differiscono nelle loro conclusioni.

Il procuratore Pablo Rivero ha chiesto a Colombo dettagli sulle «difficoltà di controllo degli impulsi». Colombo ha risposto che ha a che fare con la struttura del sé, che in questo caso è fragile, immaturo e infantile. Ha sottolineato che per il controllo degli impulsi ci deve essere una personalità sana, per sublimare e adottare un’altra azione socialmente accettabile. Ha esemplificato che una persona che ha difficoltà di controllo degli impulsi, prima del desiderio di picchiare, non interrompe questa azione, ma «colpisce» e per mancanza di consenso sessuale «costringe una persona che non vuole avere rapporti sessuali, non avendo la possibilità di razionalizzare e non far emergere l’impulso». Colombo ha osservato che essere in un luogo di autorità, i tratti psicopatici «saranno più intensi», «puoi costringere le altre persone a fare quello che vuoi».

Il giudice Toledo Zamora ha precisato che Naranjo ha anche sottolineato che la personalità di Zanchetta è «dettagliata, ordinata meticolosa ed esigente, [e] non presenta una patologia compatibile con tratti psicopatici». Naranjo aveva indicato che Zanchetta ha «una personalità pertinente di tipo logico e sana». Aveva aggiunto che i test effettuati hanno rivelato che «si identifica con i poveri e gli indifesi, e non ci sono segni di patologie». Interrogata al riguardo della sua perizia in senso totalmente opposto, Colombo ha affermato, sottolineando i suoi anni di esperienza come psicologa forense, che «non esiste una classificazione di personalità pertinente, non ne ho mai sentito parlare. È la prima volta che vedo una tale definizione nei rapporti».

Il giudice López ha ricordato che Naranjo ha affermato di essere una professoressa all’Università Cattolica di Salta, che è specializzata in psicologia dei sacerdoti e che «lavora con loro quando hanno un problema». Colombo ha risposto di non essere a conoscenza dell’esistenza di una tale specialità di «psicologia dei sacerdoti», «la scienza è la stessa», «la psicologia è psicologia, dottore. Operiamo con standard e codici etici internazionali», e ha chiarito che nel suo caso è un’esperta di profili di psicologia criminale e forense.

Per quanto riguarda la differenza nella valutazione del livello intellettuale di Zanchetta, Colombo ha affermato che «i test dimostrano che ha un livello intellettuale normale, e che mostra molta ambizione, un bambino onnipotente, questo gli causa qualche difficoltà a causa di sentimenti di insicurezza e ha bisogno di apparire molto intelligente, ma il suo livello intellettuale è normale”. Al contrario, Naranjo ha dichiarato che Zanchetta ha «un livello intellettuale superiore».

Nella sua testimonianza, Naranjo aveva sottolineato i suoi anni di insegnamento e la sua specializzazione in PNL. La PNL (Programmazione Neurolinguistica) è un approccio pseudoscientifico alla comunicazione e un sistema definito da alcuni suoi promotori come «un approccio alla comunicazione, allo sviluppo personale e alla psicoterapia», ideato in California negli anni settanta da Richard Bandler e John Grinder. Il nome deriva dall’idea che ci sia una connessione fra i processi neurologici (“neuro”), il linguaggio (“linguistico”) e gli schemi comportamentali appresi con l’esperienza (“programmazione”), affermando che questi schemi possono essere organizzati per raggiungere specifici obiettivi nella vita. Non esistono prove scientifiche a sostegno della PNL e gli studi mostrano un consenso generale riguardo la sua inefficacia. Il suo modello terapeutico non ha validità scientifica ed essa è considerata una pseudoscienza, priva di riscontri e fondamentalmente erronea. Tali caratteristiche ne fanno un caso di studio nell’insegnamento universitario e professionale, dove viene utilizzato come modello di teoria pseudoscientifica.

Non è la prima volta che le conclusioni di Naranjo sollevano dubbi in un tribunale nel corso di un processo per abusi sessuali ecclesiastici. Era già successo a metà dello scorso anno, quando Naranjo nella sua capacità di psicologa della Congregazione dei “Hermanos Discípulos de Jesús de San Juan Bautista”, nel processo a carico di Don Agustín Rosa Torino ha testimoniato a favore dell’accusato, rinviato a giudizio per tre denunce di abusi sessuali, poi condannato a 12 anni di reclusione. In questa occasione, riferisce la stampa locale, Naranjo aveva negato di essere a conoscenza di abusi sessuali attribuibili a Rosa Torino, nonostante la Congregazione le avesse inviato una delle vittime, che ha affermato di averle raccontato la sua esperienza. Invece, Naranjo negò i fatti di cui il sacerdote era accusato e sottolineò che uno dei denuncianti – che aveva analizzato – «favoleggiava» (nel senso che raccontava cose inventate).

Fonte delle testimonianze in aula: Silvia Noviasky/El Tribuno e Claudia Alvarez Ferreyra/Salta|12.

Come abbiamo riferito il 25 febbraio 2022 [QUI], la sesta e ultima udienza nel processo a carico del Vescovo Gustavo Zanchetta per abuso sessuale semplice continuato aggravato per essere commesso da un ministro di culto religioso riconosciuto, inizierà alle ore 10.15 (ore locale; 14.15 ore di Roma) di giovedì 3 marzo 2022 per la presentazione delle argomentazioni conclusive delle parti, i procuratori Maria Soledad Filtrin Cuezzo e Pablo Rivero per l’accusa e l’avvocato Enzo Giannotti per la difesa. Questa ultima udienza sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube dell’Ufficio Stampa del Poder Judicial della Provincia di Salta [QUI].

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