Pellegrinaggio Macerata-Loreto: la telefonata di Papa Francesco ai pellegrini

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‘Venire al pellegrinaggio? A Dio tutto è possibile’: alle ore 20.45 di sabato 8 giugno Papa Francesco telefona a mons. Giancarlo Vecerrica per salutare i fedeli, che a Loreto dopo una notte trascorsa a camminare nell’antico percorso dei padri e dei nonni sono 100.000, del 35^ pellegrinaggio per assistere alla santa messa, scusandosi con il cardinal Ouellet per averlo fatto lavorare anche nel giorno del suo compleanno. L’attesa era palpitante ed appena Papa Francesco ha salutato mons. Vecerrica: ‘Pronto, come sta lei bene?’ lo stadio è scoppiato in un boato di giubilo e mons. Vecerrica ha risposto: “Santo Padre: è l’applauso dei fedeli, dei giovani, dei vescovi, delle autorità; sono migliaia di giovani Santo Padre”. Ed il Papa ha risposto: “Grazie tante!”.

Poi con il suo caratteristico saluto il Papa ha rivolto parole di incoraggiamento nel perseverare nella fede ai giovani: “Carissimi giovani amici, buona sera. So che siete tanti allo stadio di Macerata, decine di migliaia, arrivati da ogni parte dell’Italia e anche dall’estero per questo 35^ Pellegrinaggio a piedi a Loreto, proposto a tutti voi da Comunione e Liberazione. Vi saluto uno ad uno e in particolare saluto Sua Eminenza, il card. Marc Ouellet, che tra poco celebrerà la Santa Messa. Anche approfitto dell’occasione per fargli gli auguri per il suo compleanno, perché oggi è il suo compleanno! Saluto anche i vescovi delle Marche. So che camminerete per 28 chilometri tutta la notte, recitando il Santo Rosario, cantando insieme, guidati.

 

E’ bello questo perché è il paradigma della vita. Tutta la vita è un pellegrinaggio. L’importante è l’incontro con Gesù in questa strada della vita, l’incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà. Lasciatevi guidare da Gesù, lasciatevi guidare da Gesù! Tante volte anche per noi la fede è un presupposto ovvio del vivere: diciamo ‘io credo in Dio’, e va bene, ma come vivi tu questo nella strada della vita? E’ necessario che la fede diventi un’esperienza presente. Quando ci incontriamo, quando incontriamo il Signore, Egli ci sorprende. Il Signore si può chiamare il Signore delle sorprese. Siate aperti alle sorprese di Dio.

Anche per voi l’avvenimento di questa notte, che ogni anno cresce, è una sorpresa, è il segno che nulla è impossibile a Dio. Come spiegare altrimenti che da 300 che eravate nel 1978 siete diventati lo scorso anno 90.000? Anche voi potete appoggiarvi tutti su Gesù, su questa presenza così affascinante e attraente. Quando vi sentirete stanchi e vi verrà la tentazione di andare per conto vostro, pensate a questo: ripetete il vostro sì, pregate perché ciascuno di voi possa riconoscere nella sua carne piagata nel corpo e nello spirito la propria umanità bisognosa dell’umanità di Cristo, l’unica che può saziare davvero il desiderio dell’uomo. Il tema che avete scelto per questa notte si riferisce a questo. Andate avanti con speranza carissimi giovani, andate avanti con speranza! E per favore: non lasciatevi rubare la speranza; è il Signore che te la dà. Buona Messa, buon Pellegrinaggio e che il Signore vi benedica. Pregate per me!”

Dopo la benedizione papale mons. Vecerrica ha detto che i fedeli pregano per lui per tutta la notte ed il papa ha risposto: “Ne ho bisogno! Un abbraccio a tutti! E fate gli auguri al Card. Ouellet”. E di nuovo ci sono stati gli ultimi scambi telefonici tra il papa e mons. Vecerrica, che ha risposto: “Facciamo gli auguri al nostro Cardinale che ci guida. Ma come vuol bene ai suoi cardinali Santo Padre”. Il Papa: “Ma no, poverino, lo faccio lavorare anche oggi”. Poi mons. Vecerrica chiede: “Santo Padre, chissà che un anno non possa venire anche Lei a celebrare la Santa Messa?” Ed il Papa non ha escluso questa possibilità: “Ma nessuna cosa è impossibile per Dio! Andiamo avanti! Un abbraccio a tutti! E buona notte, e buon Pellegrinaggio.. e pregate per me”.

La telefonata del Papa è stata preceduta dall’intervento del presidente del comitato del Pellegrinaggio Ermanno Calzolaio che ha indicato le testimonianze di una fede viva e attuale in questi ultimi tempi: il sorriso di papa Benedetto XVI alla fine del suo pontificato, l’attesa e la letizia del popolo per l’elezione di papa Francesco e la vicenda del giornalista de ‘La Stampa’, Domenico Quirico, per il quale la famiglia ha chiesto di pregare: “Di recente, ha ricordato Calzolaio, Quirico, in una intervista, aveva detto che i tanti eventi drammatici di cui era stato testimone gli avevano posto la domanda che, alla fine, si pongono tutti gli uomini: ma Dio esiste o no? Quirico ha detto di aver visto la manifestazione della Grazia, la prova dell’esistenza di Dio in un giorno qualsiasi, in Libia, quando due ragazzi salvarono lui e tre suoi colleghi da una morte certa, senza guadagnarci nulla”. Fra le altre, numerose intenzioni di preghiera, anche quelle per i militari caduti nelle missioni di pace e per le preoccupanti situazioni all’Illva di Taranto e all’Indesit di Fabriano.

Nella sua omelia, il cardinal Ouellet ha parlato della sete di infinito di ogni uomo, mettendo in guardia dal ‘culto dell’egocentrismo che rende insensibili ai bisogni degli altri, distruggendo le famiglie e la solidarietà sociale’; il pellegrinaggio deve essere un grande gesto di fede e solidarietà: “Questa marcia sia improntata dalla gioia e dal rendimento di grazie, poiché la sua ragion d’essere è l’incontro con il Cristo risorto, vivente in mezzo a noi, che offre largamente le sue grazie”. Il Prefetto per la Congregazione dei vescovi ha approfondito il titolo del Pellegrinaggio, sottolineando che il desiderio infinito del cuore dell’uomo non può essere colmato da nessun bene particolare ma solo da Dio: “Tanti sono i nostri legittimi desideri il lavoro, una vita di famiglia lieta e pacifica.

Il pellegrinaggio ci richiama la natura dell’uomo e il suo voler andare oltre i desideri particolari e ci porta a chiedere al Signore di nutrire il desiderio della sua presenza nella nostra vita… Il camminare insieme cantando e pregando, sostenendosi vicendevolmente, con le lampade accese nella notte, certamente annuncia la gioia e la speranza del Popolo di Dio, unito nel camminare insieme a Lui per le strade del mondo. Questo camminare insieme manifesta e annuncia la fede di gente di ogni età e condizione che mossa unicamente dal proprio credere cammina in compagnia di Maria, non per andare verso l’effimero, o alla ricerca delle cose nei mercati del mondo, ma per rafforzare la fiducia in Gesù, che si è fatto uomo nel seno di Maria, e che cammina con noi, come con i discepoli di Emmaus per ridare speranza alla vita”.

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