Papa Francesco, sarà riforma?

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Alla fine è dovuto scendere in campo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato. Chiamato, in una intervista all’Osservatore Romano, a smorzare in qualche modo il numero di voci riguardo come una eventuale riforma della Curia debba essere messa in atto, e mettendo in luce come le parole stesse di Papa Francesco siano state mistificate. “Il Papa è rimasto sorpreso di vedersi attribuire parole che non ha mai pronunciato e che travisano il suo pensiero”, ha detto il sostituto della Segreteria di Stato. L’intervista ad Angelo Becciu è pubblicata sull’Osservatore Romano uscito ieri pomeriggio, che reca la data del 1 maggio. Si parla del gruppo di otto cardinali che il Papa ha nominato suoi consiglieri sia per pensare ad una eventuale riforma della Pastor Bonus (la Costituzione apostolica che regola funzionamento e compiti della Curia romana), sia per coadiuvarlo nel governo della Chiesa universale. Becciu sottolinea che “in effetti è un po’ strano: il Papa non ha ancora incontrato il gruppo di consiglieri che si è scelto e già i consigli piovono…”

Un po’, i consigli sono stati resi pubblici dagli stessi consiglieri. Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, coordinatore del gruppo, aveva fatto notare che si sarebbero potuti dare consigli anche sullo IOR; Errazuiz Ossa aveva sottolineato in tempi non sospetti come la Curia Romana fosse troppo euro-centrica. E poi, ci sono stati i consigli filtrati ad organi di stampa come indiscrezioni, spesso forzature di un progetto di riforma già in atto. Come quando si parla di un “superministero dell’economia” per gestire le finanze vaticane, mettendole sotto l’ombrello del governatorato. Che una riforma della gestione delle finanze sia in atto si poteva presumere dal fatto che la Santa Sede ha chiesto a MONEYVAL (un organismo del Consiglio d’Europa) che i suoi passi avanti sulla trasparenza finanziaria fossero valutati su un numero di parametri più ampio di quello consueto, in modo da mettere in campo tutto lo sforzo riformatore della Santa Sede. Si trattava, però, di progetti già in atto. Chi voleva fare pressione su Papa Francesco? E perché? “Dopo avere parlato con il Santo Padre – dice Becciu all’Osservatore Romano – posso dire che in questo momento è assolutamente prematuro avanzare qualsiasi ipotesi circa il futuro assetto della Curia. Papa Francesco sta ascoltando tutti, ma in primo luogo vorrà ascoltare chi ha scelto come consiglieri. Successivamente si imposterà un progetto di riforma della Pastor bonus, che ovviamente dovrà percorrere un suo iter”.

Le proposte di riforma della Curia romana girano da tempo. Poco prima della morte di Giovanni Paolo II, si racconta che il cardinal Nicora fu incaricato di stendere un progetto per snellire l’organigramma della Curia e renderlo più efficiente. Ne venne fuori una bozza che alcuni hanno definito “brutale”: i Pontifici Consigli sarebbero stati accorpati nelle Congregazioni, e i capi della Congregazioni, insieme ad altri cardinali di fiducia, avrebbero fatto parte di una specie di comitato per la gestione della Chiesa che si sarebbe fatto carico del lavoro della prima sezione della Segreteria di Stato di Sua Santità. Sarebbe scomparsa, di fatto, la Segreteria di Stato di Sua Santità, e sarebbe sopravvissuta solo per la sezione diplomatica. Sarebbe stata riformata anche la disciplina delle università pontificie, che sarebbero state messe sotto l’ombrello di una università romana gestita dalla Santa Sede (presumibilmente l’Università Lateranense) e strutturate per specializzazioni. Il cardinal Coccopalmerio – già nelle riunioni dei cardinali prima del conclave, e poi in un’intervista al Corriere della Sera, dopo la nomina del consiglio degli otto – aveva chiesto un moderator curiae, un moderatore di Curia incaricato di verificare l’efficienza dei vari dicasteri e pungolarli in questo senso. Ma tutto è prematuro, lascia intendere Becciu.

“Non so prevedere i tempi – dice – Il Papa tuttavia ha chiesto a tutti noi, responsabili dei dicasteri, di continuare nel nostro servizio, senza però voler procedere, per il momento, ad alcuna conferma negli incarichi. Lo stesso vale per i membri delle Congregazioni e dei Pontifici Consigli: il normale ciclo di conferme o nomine, che si verificano alla scadenza dei mandati quinquennali, è per il momento sospeso, e tutti continuano nel proprio incarico “sino a nuova disposizione” (donec aliter provideatur). Ciò indica la volontà del Santo Padre di prendere il tempo necessario di riflessione – e di preghiera, non dovremmo dimenticarlo – per avere un quadro approfondito della situazione”. Sottolinea, Becciu, che il consiglio degli otto cardinali è un “organo consultivo, non decisionale”, dunque “non vedo come possa mettere in discussione il primato”. Piuttosto, la scelta del Papa dà “un segnale preciso” su come il Papa intende procedere, perché il loro compito è anche assisterlo nel governo della Chiesa universale. “Non vorrei che la curiosità per gli assetti e le strutture della Curia romana facesse passare in secondo piano il senso profondo del gesto compiuto da Papa Francesco”, punge il sostituto alla Segreteria di Stato. Che parla anche di come le parole del Papa siano state strumentalizzate. Nella Messa di fronte ai dipendenti dello IOR la scorsa settimana, Francesco aveva detto che gli uffici sono importanti, ma fino a un certo punto, serve prima di tutto l’annuncio di Cristo. E poi, dato che aveva davanti i dipendenti dello IOR, aveva aggiunto una battuta scherzosa sullo IOR.

Battuta che sui giornali era diventata una critica all’istituzione, e aveva gettato benzina sul fuoco di quanti che da tempo stanno premendo perché la Chiesa abolisca la sua istituzione finanziaria, in un presumibile attacco subdolo alla sovranità stessa della Santa Sede. Becciu, però, sgombra il campo da ogni speculazione. “Il Papa – afferma – è rimasto sorpreso nel vedersi attribuite frasi che non ha mai pronunciato e che travisano il suo pensiero. L’unico cenno in merito è stato durante una breve omelia a Santa Marta, fatta a braccio, in cui ha ricordato in modo appassionato come l’essenza della Chiesa consista in una storia di amore tra Dio e gli uomini, e come le varie strutture umane, tra cui lo Ior, siano meno importanti. Il riferimento è stato un cenno di battuta, motivato dalla presenza alla messa di alcuni dipendenti dell’Istituto, nel contesto di un serio invito a non perdere mai di vista l’essenzialità della Chiesa”.

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