Elogio del missionario

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E’ vero, il cristianesimo in se stesso non è europeo o di altra nazione, appartiene all’essere umano tout court. Questo è un bel principio “in principio”, ma non si deve dimenticare che la religione cristiana, soprattutto in senso culturale, si è diffusa in determinate aree geografiche facendone la storia per secoli, si è intrisa di questa storia fino ad incarnarla in se in un modo profondo. Si dice: “ il cristianesimo si deve inculturare completamente nelle culture anche lontane dalla sensibilità europea”. Non bisogna dimenticare che molte di queste genti che ricevevano le attenzioni dei missionari ne ricevevano, oltre che la fede, anche istruzione e cio’ che di buono l’ occidente poteva offrire. Era questa una perdita per queste genti? E’ vero che la storia la fanno i vincitori e certamente alcuni sono stati costretti ad abbracciare lingue e culture che non erano proprie. Ma, in alcuni casi, questo significava un miglioramento delle condizioni sociali di alcuni popoli che erano certamente miserabili al tempo dell’arrivo dei missionari. Ora questi popoli ricercano una via a loro propria di avvicinare il cristianesimo; è giusto farlo, specialmente in un tempo come il nostro in cui di missionari ce ne sono sempre meno. Ma non bisogna dimenticare che in alcune di queste culture esistono ancora oggi valori che sono antitetici al messaggio cristiano e che pur fanno parte integrante della vita di quei popoli: saranno capaci a rinunciare ad essi? Non dimentichiamo che parte integrante di molte di queste culture erano in passato riti magici, stregoni, sacrifici umani e altro ancora.

Un bel libro di Henry Kissinger dedicato alla Cina, straordinario paese, ci ricorda come la situazione disastrosa in cui si era trovato nel secolo XIX, non fosse solo colpa della sete di denaro e di spazi commerciali di Inglesi e Portoghesi (tra gli altri), ma anche della incapacità di uscire fuori dai propri confini della corte imperiale, soprattutto da un punto di vista mentale. Molte terre di missione ancora rimpiangono i missionari, alcuni di essi santi vescovi che hanno forgiato generazioni di cristiani. Se un cinese vuole donare qualcosa di prezioso sceglie un libro di uno dei loro grandi filosofi, primo fra tutti Confucio o altre preziosi segni di questa grande cultura. I missionari cercavano di condividere anche le grandezze presenti nella cultura cristiana (sviluppatasi per molti secoli in Europa): arte, musica, scienza, filosofia, teologia. Parlando con alcuni vecchi cinesi che hanno studiato da giovani nei seminari istituiti nei loro luoghi di origine, si vede la nostalgia per i missionari che hanno dedicato la loro vita a Cristo attraverso il servizio nelle missioni e, magari riemerge un ricordo di qualche brano di canto gregoriano o qualche bel brano musica sacra. Anche questo è un dono dei missionari dell’ Occidente.

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