Giornata Mondiale dell’Acqua: elemento essenziale per la vita

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Oggi, venerdì 22 marzo, da 20 anni si celebra la giornata mondiale dell’acqua, nell’anno internazionale per la cooperazione idrica indetto dall’Onu: il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha pubblicato il volume ‘Acqua un elemento essenziale per la vita’ (Libreria Editrice Vaticana), che raccoglie i contributi della Santa Sede ai quattro ultimi Forum Mondiali, svoltisi con cadenza triennale dal 2003 al 2012. Con metodo interdisciplinare, nel volume sono ripercorse le problematiche riguardanti l’acqua, considerata come un bene economico, sociale, ambientale e, soprattutto, come un bene comune essenziale: ‘prima tra le materie prime’, indispensabile per la sopravvivenza dell’umanità e della Terra stessa. Sono, poi, analizzati gli elementi critici dal punto di vista geopolitico, poiché il cosiddetto ‘oro blu’ è sempre più spesso al centro di rivalità, di conflitti o di instabilità fra popoli. L’orizzonte è fondamentalmente antropologico, poiché il mancato accesso alle risorse idriche incide direttamente sul sottosviluppo e sulla miseria dei popoli. Di contro dove c’è acqua sono possibili una vita sana e uno sviluppo integrale armonioso. Per questo le soluzioni proposte dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sono strettamente connesse con l’ecologia, gli investimenti, l’alimentazione e l’educazione.

 

I dieci anni trascorsi dal primo contributo, in tale prospettiva, sono stati ricchi di evoluzioni importanti per il settore: come l’accentuarsi del riconoscimento del nesso fra acqua ed energia, l’avanzamento della riflessione sul diritto all’acqua per tutti gli abitanti del pianeta, l’evoluzione delle attività della comunità internazionale concernenti lo sviluppo sostenibile, o ancora il rafforzamento della consapevolezza della necessità di appropriate decisioni politico-economiche a livello globale. Dal quadro generale tracciato, risalta la convinzione che le sfide connesse al problema dell’acqua non possono essere affrontate soltanto con soluzioni tecniche. Infatti i documenti della Dottrina Sociale della Chiesa denunciano:

 

“Non possono essere lodate le società che consumano acqua per finalità superflue, in preda a un consumismo sempre più sfrenato, orientate all’accumulazione illimitata di beni, giacché rappresentano pratiche contrarie ad uno sviluppo sostenibile… L’acqua costituisce un ‘sistema’ su scala mondiale e, se anche non ci fosse un collegamento diretto fra consumo e disponibilità in due luoghi diversi, esistono altri nessi indiretti che vanno tenuti presenti: trasportare, depurare e consumare acqua costa e richiede energia. Orbene, le somme richieste potrebbero essere spese in modo più utile aiutando i più poveri. Non si dimentichi, poi, il fatto che tale energia viene talora sottratta a regioni che ne hanno maggiormente bisogno”.

Quindi il volume sottolinea l’importanza della sobrietà nei consumi, sorretta dai valori della  solidarietà e della giustizia, come è stato evidenziato nelle conclusioni della Santa Sede al Sesto Forum Mondiale dell’Acqua, svoltosi a Marsiglia il 22 marzo dello scorso anno: “La Santa Sede, fiduciosa nel senso di responsabilità dei vari attori coinvolti nella gestione dell’acqua, desidera condividere il proprio punto di vista con i Governi e con tutte le persone di buona volontà. Richiamando il dovere di solidarietà, auspica che gli impegni presi vengano rispettati e che siano adottate soluzioni sostenibili con urgenza e con particolare attenzione ai più vulnerabili e alle generazioni future… L’acqua troppo frequentemente è oggetto di inquinamento, di sprechi e di speculazioni, è sempre più contesa ed è una nota causa di persistenti conflitti. Essa, invece, va custodita come un bene universale che è indispensabile per lo sviluppo integrale dei popoli e per la pace”.

Su tale linea Rosario Lembo, presidente del Comitato italiano per il Contratto mondiale sull’acqua (Cicma), ha rimarcato: “L’acqua rappresenta la principale sfida sociale e ambientale dei prossimi 20/25 anni e non si può puntare a rilanciare modelli di cooperazione fondati sul partenariato pubblico-privato e sulle tecnologie ‘green’, proposte emerse anche dopo Rio+20. Tali proposte, infatti, si sono dimostrate fallimentari”. Mentre Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi, ha sottolineato l’emergenza dei popoli per la scarsità di acqua: “Quasi un miliardo di persone non hanno un facile e sicuro accesso all‘acqua potabile e l’85% della popolazione mondiale vive nella metà del pianeta in cui non c’è sufficiente acqua potabile. La nostra vita è legata all’acqua, un diritto vitale di tutti! Nazioni Unite e Governi ci riempiono esclusivamente di inutili promesse e dichiarazioni di facciata, schiave dei poteri economici. L’acqua non è una merce e non può essere affidata al mercato, in Italia e nel mondo. Oggi, chiediamo fatti concreti”.

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