Papa Francesco incontra l’ “ex” nemico Cristina Kirchner. Abbracci e sorrisi
La festa nazionale di Argentina è il 25 maggio, il giorno in cui si insediò la primera junta indipendente nel 1810. E ogni anno, per tradizione, nella cattedrale di Buenos Aires l’arcivescovo presiedeva la celebrazione del Te Deum, alla presenza del presidente della Repubblica. Sotto la presidenza di Cristina Fernandez de Kirchner, però, questa tradizione è stata interrotta. La Kirchner non tollerava le omelie dell’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio, troppo critiche nei confronti della sua gestione. E così, è stata inaugurata la tradizione dei Te Deum itineranti, con la presidenta a presenziare ora qui, ora là, ma lontano da Jorge Mario Bergoglio. Ora che questi è Papa Francesco, però, l’occasione di una visita in Vaticano non poteva essere persa.
E così, Cristina Kirchner sbarca a Roma, e ottiene con il primo Papa argentino della storia una udienza e un pranzo privato. I due non si sono mai amati. Per anni, mentre la Kirchner portava avanti le sue politiche economiche, Bergoglio le attaccava duramente. In una nazione ridotta alla fame con la crisi dei bond argentini, la ripresa economica della Kirchner appariva a lui solo un fuoco di paglia, e comunque un modo di incrementare le disuguaglianze sociali. Con le sue omelie, Bergoglio interpretava il sentimento della pancia della nazione, e allo stesso tempo provocava i mal di pancia della Kirchner.
La quale quattordici volte si è rifiutata di riceverlo alla Casa Rosada, la residenza dei presidenti argentini. Ma che nel momento dell’elezione di Papa Francesco, ha pensato bene di cogliere l’opportunità mediatica. E Papa Francesco – tranquillo, perché la Kirchner in fondo sa già cosa lui pensa di lei – ha messo da parte le questioni personali e l’ha accolta con un abbraccio, regalandole la più meravigliosa delle campagne pubblicitarie.
In fondo, il governo è ufficialmente soddisfatto dell’elezione di Papa Francesco. Ma – raccontano dall’Argentina – “gli scribi al servizio della Cristiana stanno cercando di sollevare polvere e gettare ombre su ogni sua parola”. Lo fanno attraverso ammiccamenti, sorrisi all’interno delle trasmissioni della tv di Stato, in un giornalismo che in Argentina definiscono militante e che ha già fabbricato la storia della comunione data da Bergoglio a Videla ai tempi della dittatura. La foto è falsa, ma la questione viene riproposta ogni tanto.
La controinformazione partiva, in realtà, ad ogni omelia pronunciata da Bergoglio. I portavoce del governo entravano in azione, i programmi giornalistici della tv di Stato facevano le loro allusioni, ed era tutto un parlare contro l’arcivescovo. Che lasciava fare. Poi, magari dopo un mese, riprendeva: “Come avevo detto cinque omelie fa…”
Ma tutto questo è acqua passata, perché Francesco è Papa, e può abbracciare e baciare la sua “ex” nemica. Cristina Kirchner arriva a Roma, vestita di nero con il cappellino, e mette a segno un buon colpo mediatico. Riceve in regalo da Papa Francesco un libro con tutti i discorsi degli argentini all’incontro di Aparecida del 2007, che fu il momento in cui la Chiesa latinoamericana prese fortemente la strada indirizzata da Benedetto XVI, quella dell’amore per il creato e del Vangelo, piuttosto che quella della teologia della liberazione, con tutte le sue venature marxiste. Quello che i due personaggi si siano detti, non si sa.
Si può immaginare, però, perché Bergoglio non è uno che ha peli sulla lingua. E anche perché in fondo l’Argentina è il Paese messo sotto attenzione dall’ultimo Rapporto sulla Dottrina Sociale nel Mondo. In Argentina, la secolarizzazione ha avuto nuovo impulso e forza quando, nel corso del 2011, è stata approvata una legge sulla procreazione artificiale che ha denaturalizzato la procreazione, una legge sul riconoscimenti sulla “identità di genere” e una modifica del Codice civile per permettere l’utero in affitto. La tendenza è chiarissima, e Bergoglio non aveva mancato a denunciarlo, prendendo una posizione netta, ad esempio, contro i matrimoni gay.
Il suo pensiero, però, è considerato più aperto in Argentina, perché – sostengono – Bergoglio parlava di fronte alla Conferenza Episcopale Argentina, infarcita di vescovi molto attenti alla morale sessuale, e considerati da alcuni come vere e proprie spine nel fianco messe lì dall’allora segretario di Stato Sodano, che faceva ribaltare sistematicamente le terne di possibili vescovi proposte dal primate d’Argentina. Sarà. Ma la fredda omelia pro eligendo romano pontifice di Sodano, letta con il senno di poi, sembra quasi una promozione di Bergoglio al soglio pontificio, con quelle parole sulla misericordia che saranno riprese poi da Papa Francesco.
Il quale alla fine sarebbe invece anche aperto – dicono – alla regolazione da parte dello Stato delle convivenze, lasciando però la salvaguardia giuridica speciale alla figura del matrimonio intesa come unione tra uomo e donna.
In una conferenza stampa dopo l’incontro, la Kirchner ha sostenuto che “il Papa è preoccupato” per il peso del governo della Chiesa, ha fatto sapere di avergli chiesto un aiuto per quanto riguarda il caso delle Malvians/Falkland – le isole contese tra Inghilterra e Argentina – ha sottolineato che “mai avevo baciato un Papa” e che “Francesco mi ha regalato una rosa bianca di Santa Teresa, ha fatto sapere di essere rimasta colpita “dal suo riferimento alla grande patria argentina”. E poi, ha aggiunto che Papa Francesco vuole tornare in Argentina, vuole visitare la sua patria da Pontefice. Chissà che non lo faccia giù a luglio, in occasione del viaggio che dovrà intraprendere per andare a Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventù: Papa Francesco ha già mostrato in diverse occasioni la sua imprevedibilità.
Ma aver messo sul tavolo il problema delle Falkland ha fatto subito indispettire il governo britannico, preoccupato della possibile presa di posizione di Papa Francesco e rafforzato da un recente referendum che ha sancito la volontà dei cittadini delle isole di rimanere britannici.
“Non ci aspettiamo che la posizione del Vaticano cambi – ha detto un portavoce del governo del Regno Unito – La Santa Sede è chiara nel considerare che la questione delle isole Falkland è di natura bilaterale tra nazioni sovrane e che non ha alcun ruolo da giocare”.
Vedremo come cambierà la diplomazia vaticana, sotto Papa Francesco.