Numeri ufficiali Covid-19 dell’8 aprile 2021. Per poter vaccinare servono i vaccini. Lapidariamente

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Secondo gli investigatori il primo cittadino di Opera, nei primi mesi della pandemia, avrebbe arbitrariamente distribuito a stretti congiunti e a dipendenti comunali circa duemila mascherine chirurgiche che la Città Metropolitana e la Protezione civile avevano destinato alle Rsa e alla farmacia comunale.

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi giovedì 8 aprile 2021

Ricoverati con sintomi: 28.851 (-465) (-1,59%) [Superata soglia del 40% di allarme, al 43%]
In terapia intensiva: 3.663 (-20) (-0,54%) [con 259 nuovi ingressi del giorno] [*] [Superata la prima soglia di allarme del 30% e raggiunta la soglia del 40% di allarme, al 40%]
Deceduti: 112.861 (+487) (+0,43%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato all’8 aprile 2021 ore 20:01): 3.694.019 (6,19% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati all’8 aprile 2021 ore 18:34 – Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 273 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Rispondiamo oggi alle molte domande ricevute sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca, dopo il via libera dell’Ema e la decisione italiana di somministrarlo in modo preferenziale (non esclusivo) ai soggetti sopra i 60 anni di età. Possiamo riassumere i messaggi in una sola domanda: “il vaccino è davvero sicuro?”. La risposta è “assolutamente sì”: ma vediamo come possiamo arrivare a dimostrarlo usando, come facciamo spesso, i numeri.
L’Ema ha valutato le informazioni contenute nel database EudraVigilance, che raccoglie le segnalazioni relative a sospette reazioni avverse a farmaci: in particolare, in relazione al vaccino AstraZeneca, alla data del 22 marzo si trovavano 62 casi di trombosi cerebrale e 24 di trombosi venosa, per un totale di 86 segnalazioni sospette. Tra questi 86 casi si sono verificati 18 decessi. Dobbiamo a questo punto considerare il numero totale dei soggetti vaccinati: circa 25 milioni sommando i dati della popolazione dell’Unione europea a quella di Uk (fonte: Ema). Se valutiamo il rischio relativo a un possibile decesso arriviamo allo 0,000072%: in altri termini abbiamo 7 decessi ogni 10 milioni di vaccinati (72 ogni 100 milioni) potenzialmente collegabili alla somministrazione del vaccino. Iniziamo un confronto con la malattia che cerchiamo di combattere usando (anche, non solo) il vaccino in questione.
La Covid-19, in Italia, ha una letalità “ufficiale” del 3,0%. Diciamo ufficiale perché più volte, eseguendo il calcolo inverso a partire dalle terapie intensive, abbiamo visto come sia possibile ipotizzare che il numero degli italiani venuti effettivamente a contatto con il Sars-CoV-2 sia “almeno” il doppio rispetto ai 3.700.393 individuati con test tampone alla sera del 7 aprile: abbattiamo quindi il tasso di letalità, dimezzandolo, e portiamolo all’1,5%. Se proiettiamo questo valore su 25 milioni di soggetti contagiati il numero dei decessi arriva a 375.000 (contro i 18 che sono stati segnalati): pari a 15.000 morti per milione di infettati “reali”.
Possiamo tentare un’altra spiegazione utilizzando il “micromort”: una unità di misura, se così vogliamo chiamarla, anche se è più corretto definirla unità di rischio, introdotta nel 1979 da Ronald Arthur Howard della School of Enginnering (Stanford University), considerato uno dei padri della moderna analisi decisionale. Con questo criterio Howard puntava a definire in modo scientifico il rischio connesso allo svolgimento delle attività quotidiane, rappresentandolo in “una probabilità di morte su un milione”.
Con 18 decessi su 25 milioni di vaccinazioni, si ottiene un valore di 0,7 micromort per quanto riguarda la possibilità di morire per un evento trombotico causato dal vaccino. Un livello di rischio identico (0,7) a quello legato a un’attività che facciamo senza nessuna preoccupazione: sciare.
Abbiamo poi un rischio di 1 micromort ogni volta che guidiamo un’auto per 370 chilometri, magari per andare in vacanza, oppure ogni volta che percorriamo in moto (o scooter) una distanza assai più breve: 10 chilometri. Oppure ogni 27 chilometri percorsi camminando.
E anche se può sembrare incredibile è stato calcolato il rischio (1,3 micromort) legato a un’attività banalissima, che magari da oggi guarderemo con sospetto: sedersi su una sedia, per la letalità legata alle cadute.
Incorporiamo inoltre il rischio di 1 micromort ogni 1,4 sigarette fumate, oppure vivendo per 2 mesi con un fumatore.
Correndo una maratona il livello sale a quota 7, per arrivare fino a 37.932 tentando la scalata dell’Everest.
A pesare sulla nostra percezione di rischio, molto più dei numeri, è un meccanismo psicologico che ci porta a fare collegamenti immediati con eventi direttamente vissuti o conosciuti, oppure dei quali sentiamo parlare spesso. Da questo meccanismo dipende per esempio la sensazione (errata) di un rischio maggiore dell’areo rispetto alla macchina: ogni incidente aereo viene ripreso dai media, mentre non accade per quelli automobilistici. La ripetuta segnalazione degli eventi avversi legati al vaccino distorce la nostra percezione, portandoci a considerare un rischio molto maggiore di quanto sia nella realtà.
Torniamo al vaccino AstraZenca e all’Italia: dove, a nostra maggior tutela, è stato deciso di utilizzare “preferenzialmente” AstraZeneca sopra i 60 anni. Escludendo in questo modo la popolazione (dai 59 in giù) all’interno della quale sono state rilevate le reazioni avverse e i decessi (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Arrestato il sindaco di Opera: mascherine per le Rsa distribuite a parenti e amici e appalti truccati
Inchiesta dei carabinieri: 5 persone ai domiciliari. Oltre al primo cittadino del Comune dell’hinterland milanese anche la sua compagna, responsabile comunale dei Lavori pubblici, e tre imprenditori
di Massimo Pisa
Repubblica, 8 aprile 2021


È un sindaco infaticabile e premuroso, Antonino Nucera. Premura di trovare mascherine, dodici mesi fa, quando la pandemia era appena scoppiata e i dispositivi di protezione erano introvabili, a costo di sottrarle dalla fornitura per la Rsa Anni Azzurri e la farmacia comunale, e distribuirne ai dipendenti, ai vigili, perfino alla ex moglie. Fatiche che il primo cittadino di Opera, 49 anni, calabrese di Melito Porto Salvo, eletto con una lista di centrodestra ha condiviso con la 51enne compagna Rosaria Gaeta, palermitana, responsabile del settore Urbanistica, Edilizia e Lavori pubblici del comune dell’hinterland sud milanese, per favorire imprenditori amici. Gli ennesi Giovanni Marino e Giuseppe Corona, 40 e 51 anni soci della Marino Costruzioni. E i messinesi Rosario e Cono Bonina, padre e figlio di 71 e 46 anni, titolari della Veria srl. Appalti consistenti: il rifacimento del campo sportivo, delle scuole “Don Milani” e “Sacco e Vanzetti”, la manutenzione del cimitero di Assago. O più contenuti ma sempre consistenti, come la fornitura di tre termoscanner, del valore totale di 11mila euro, sempre per il municipio di Opera.
L’inchiesta dei carabinieri della prima sezione del Nucleo investigativo di Milano, guidati dal capitano Michele Mezzetti e dal tenente colonnello Antonio Coppola, ha smantellato un sistema di corruzione collaudato. In cui Nucera – accusato anche del peculato delle mascherine, 2.880 quelle sottratte – era il factotum, Gaeta il braccio operativo e gli imprenditori amici i beneficiari in cambio di favori concreti, come la gratuita ristrutturazione dell’appartamento della dirigente comunale a San Donato Milanese: lavori per oltre 40mila euro tra opere in muratura, porte, serramenti e parquet. Entrambi sono finiti ai domiciliari, così come Marino, Corona e Rosario Bonina, in esecuzione dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Fabrizio Filice. E un’interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività professionali raggiunge l’architetto bresciano 45enne Simone Firmo, accusato di aver manipolato il bando per il campo sportivo.
Ma i carabinieri, inizialmente coordinati dal pm Stefano Civardi e dall’aggiunto Maurizio Romanelli per le vicende di corruzione, hanno poi scoperto un nuovo filone riguardante lo smaltimento della fresatura d’asfalto, la parte residuale e più tossica di lavori stradali che, negli ultimi mesi, erano stati commissionati ad Opera e Locate Triulzi, nel Locate District, o nella demolizione di marciapiedi a Monza e Segrate. Tanto da aprire uno stralcio seguito dal pm Silvia Bonardi e dal capo della Dda Alessandra Dolci. Almeno mille tonnellate di materiale che, invece di essere stoccato presso i centri autorizzati a 16 euro la tonnellata, è stato via via riutilizzato per ricompattare terreni sotto una tensostruttura, sversati su terreni agricoli nel parco sud, interrati nel cantiere di una passerella pedonale. Un traffico illecito di rifiuti coperto da falsi verbali, moduli fittizi, bolle retrodatate. O, come scrive il gip, un “inquinamento procedurale generalizzato di tutto il settore comunale degli appalti”.

A 8 mesi dall’inizio della malattia Covid-19, almeno un sintomo in uno su dieci persone

Otto mesi dopo aver avuto una forma lieve di Covid-19, una persona su dieci ha ancora almeno un sintomo, da moderato a grave, che viene percepito con un impatto negativo sulla vita lavorativa, sociale o casalinga. I sintomi a lungo termine più comuni sono la perdita di olfatto e gusto, stanchezza e, in misura minore, i problemi respiratori. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Jama e condotto da Danderyd Hospital e Karolinska Institutet.

Musei Vaticani riaprono il 3 maggio con norme più stringenti

Prenotazione obbligatoria, puntualità negli orari di accesso, mascherine, distanziamento di oltre un metro. I Musei Vaticani mettono nero su bianco nuove norme per i visitatori. “Potrà essere disposto l’allontanamento dai Musei di coloro che non seguiranno le disposizioni”, avverte la Direzione. “A causa dell’emergenza sanitaria per infezione da Covd-19, a partire da lunedì 3 maggio 2021 e sino a diversa disposizione, le visite ai Musei Vaticani e ai Giardini Vaticani saranno impostate secondo i criteri” stabiliti per la riapertura.

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