Numeri ufficiali Covid-19 del 17 gennaio 2021. “I vaccini in generale sono tra gli interventi più sicuri che si possano effettuare in medicina” (Anthony Fauci)

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Anthony Fauci, Direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (USA) in collegamento a “Che tempo che fa” su Rai3 ha spiegato: “A eccezion fatta di reazioni allergiche e anafilattiche rarissime (6 per un milione) non ci sono stati eventi avversi che abbiamo notato. L’incidenza degli effetti avversi è talmente bassa che i benefici sono sicuramente meglio dei rischi”.
È importante che anche i vaccinati continuino a portare la mascherina poiché non si conosce la capacità di contenere il contagio, ha sottolineato Fauci. “Non sappiamo ancora se i vaccini possono contenere la capacità di trasmettere il virus, se uno ne è colpito”, ha osservato – sia col prodotto Moderna che con quello Pfizer è garantita una copertura tra il 94 e il 95 per cento”, ed è quindi lecito dire che non ci si ammala in modo grave. La protezione c’è, ma è importante continuare a portare la mascherina perché nessuno può sapere se, anche senza sintomi, anche con il vaccino, risulta contagioso o meno”.

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi domenica 17 gennaio 2021

Ricoverati con sintomi: 22.757 (-27) (-0,12%)
In terapia intensiva: 2.503 (-17) (-0,67%) [con 124 nuovi ingressi del giorno] [*]
Deceduti: 82.177 (+377) (+0,46%)
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 248 (+1)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Vaccino: ore 19 aggiornamento Italia,1.123.021 somministrazioni

Sono 1.123.021 le persone finora vaccinate contro il Covid in Italia, 703.542 donne e 419.479 uomini. Hanno ricevuto il vaccino 831.823 operatori sanitari, 189.810 unità di personale non sanitario, 101.388 ospiti di strutture residenziali. Somministrato sinora a livello nazionale il 79,7% delle dosi consegnate (1.408.875) (Fonte SkyTG24).

Galli su Fontana che ricorre al tribunale del Tar contro la zona rossa lombarda
«La gente è stanca, non si può più andare avanti con una scarpa e una ciabatta»
«Perplesso sulla gestione nazionale»


«Sono chiaramente preoccupato» per l’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia. «Sento che la gente non ne può più e lo capisco molto bene. Ma non si può andare avanti in questo modo». In «una situazione intermedia che forse mia nonna avrebbe definito “una scarpa e una ciabatta”. Credo che delle soluzioni vadano trovate e una possibile potrebbe essere una “dieta drastica”». Una “chiusura importante” modello lockdown nazionale, «se accompagnata però da una serie di altri interventi che facilitino il mantenimento dei risultati: una campagna diagnostica e una campagna vaccinale che siano le più vaste possibili». Lo spiega all’Adnkronos Salute Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano.

Riguardo alle proteste della Lombardia che non ritiene di meritare una nuova zona rossa, secondo l’esperto «il discorso non è di meritarsi o di non meritarsi» una restrizione. «Bensì di valutare con attenzione quelle che sono le problematiche inerenti ulteriori diffusioni dell’infezioni» da coronavirus Sars-CoV-2. «E sulla base di questo non ho elementi per dire che sia sbagliato» ritrovarci “rossi”. «Anche se ammetto che rimango perplesso sulla gestione complessiva del problema a livello nazionale».

Lombardia, Speranza firma l’ordinanza per la zona rossa. Fontana: “Lunedì ricorso al Tar”

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che colloca la Lombardia in zona rossa. La nuova stretta, come previsto, entra quindi in vigore domenica 17 gennaio e durerà almeno fino a fine mese. Dopo le proteste di ieri per “una punizione che non meritiamo”, il governatore Attilio Fontana però ha replicato annunciando che lunedì mattina “presenterà ricorso al Tar contro il provvedimento, con richiesta di misura cautelare urgente”, come si legge in una nota della Regione. È l’ultimo capitolo di una polemica esplosa improvvisamente venerdì, quando Fontana ha iniziato a contestare la decisione presa dal governo sulla base dei dati del monitoraggio Iss. Gli indicatori dicono che la Lombardia è compatibile con uno scenario di tipo 3, cioè ad alto rischio di trasmissibilità. Inoltre, l’indice Rt è superiore a 1,25, proprio la soglia oltre la quale scatta la zona rossa individuata dall’ultimo decreto Covid-19.

Fontana venerdì sera ha inviato una lettera ai Ministri Speranza e Boccia per contestare formalmente l’ordinanza: “Ritengo – ha scritto il governatore – che l’eventuale classificazione della Regione Lombardia in ‘zona rossa’ a decorrere dal 17 gennaio prossimo non sia stata oggetto di adeguata analisi preliminare”. Fontana chiede di “riconsiderare” l’ordinanza “in quanto non sarebbe coerente con i dati complessivi aggiornati dell’andamento epidemiologico in Lombardia”. Lo stesso governatore, però, all’inizio di questa settimana parlava invece di dati in peggioramento. Lunedì 11 gennaio, ospite a Sky TG24, diceva: “La scorsa settimana l’Rt si è improvvisamente innalzato a 1,24 e tenendo conto dei nuovi parametri ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa“. Per poi aggiungere: “Stiamo peggiorando in tutti i parametri“.

La battaglia del governatore leghista riguarda sempre il periodo considerato. “Tale provvedimento – scrive Fontana nella lettera ai ministri – pur basandosi sul monitoraggio dei dati relativi alla settimana dal 4 al 10 gennaio 2021, prende in considerazione come riferimento un RT-sintomi del 30 dicembre scorso, quindi di ben diciassette giorni fa. Tale elemento, così rilevante ai fini della classificazione in zone – si legge ancora nella missiva – è pertanto fortemente datato e quindi non più aggiornato all’attuale andamento epidemiologico”. I dati odierni – sabato 16 gennaio – dicono che la Lombardia ha il maggior numero di nuovi casi (2.134), seppure con 35.317 tamponi effettuati e un tasso di positività al 6%, più basso della media nazionale. La Regione di Fontana registra anche il maggior numero di morti, 78 nelle ultime 24 ore, è il più alto numero di “nuovi” ricoverati: ci sono 63 pazienti in più in area medica. Sono in calo invece i ricoveri nelle terapie intensive (-12).

“Non ho mai fatto polemica con nessun Presidente di Regione e non lo farò neppure ora, dopo che firmo una ordinanza ci sono sempre per alcuni giorni delle tensioni, poi i numeri migliorano, la curva si abbassa e si riducono le persone che perdono la vita”, commenta il Ministro della Salute Speranza nel suo intervento a “Stasera Italia Weekend” su Rete 4. “L’epidemia è ancora in fase espansiva. Le misure sono l’unico strumento che abbiamo per costruire una riposta efficace. La Lombardia è stata già zona rossa, come altre regioni italiane, e proprio con le zone rosse che l’Rt è sceso e sarà così anche in questa situazione”, ha aggiunto Speranza.

“Le dichiarazioni di Fontana lasciano ancora una volta senza parole. Prima concorda con il governo e le altre Regioni i parametri per l’individuazione delle zone di rischio e poi si lamenta se questi parametri fanno scattare le restrizioni in Lombardia sulla base dei dati trasmessi dalla stessa Regione”, dichiara il senatore del Partito democratico, Alessandro Alfieri. “Facciamo ormai fatica a comprendere le decisioni della giunta Fontana: a inizio gennaio non fa riaprire le scuole per l’alto numero dei contagi, perdendo pure il ricorso al Tar, e poi promuove a sua volta un ricorso perché non vuole la zona rossa, dopo aver lui stesso detto ad inizio settimana che stavamo scivolando verso il rosso. Una schizofrenia nelle decisioni e nelle dichiarazioni che la Lombardia non può permettersi. Verrebbe da pensare che si tratti di un teatrino per raccimolare qualche voto in più. Spero di sbagliarmi”, conclude Alfieri (Fonte Il Fatto Quotidiano).

Invece di domandarsi perché la Lombardia ha dati allarmanti e provvedere in merito, Fontana ricorre al Tar. Qualcuno gli dica di spendere le energie e le risorse della Regione Lombardia per contrastare il Sars-CoV-2 e non le oggettive decisioni governative.

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