Tutto pronto per l’incontro europeo dei giovani a Roma

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La comunità di Taizé, in collaborazione con il Vicariato di Roma, organizza l’incontro europeo di giovani a Roma dal 28 dicembre 2012 fino al 2 gennaio 2013. Questa sarà una nuova tappa del ‘pellegrinaggio di fiducia sulla terra’ cominciato da frère Roger 35 anni fa, che si aprirà, sabato 29 dicembre, con l’incontro con papa Benedetto XVI. Nell’invitare i giovani a Roma frère Alois ha scritto: “Se il 2012 ci ha resi particolarmente attenti ai giovani africani, il 2013 ci permetterà di essere in ascolto dei giovani asiatici: faremo, nei mesi di ottobre-novembre, un pellegrinaggio in parecchi paesi, comprese le tappe a Seul, in Corea, poi a Vasai e Mumbai, in India. Inizieremo l’anno 2013 recandoci, con un centinaio di giovani, a Istanbul, per celebrare l’Epifania con il patriarca ecumenico Bartolomeo e i cristiani della città. La lettera pubblicata lo scorso anno a Berlino, ‘Verso una nuova solidarietà’, continuerà a sostenere la nostra ricerca durante i prossimi tre anni. Essa ha già indicato le tappe della preparazione del ‘raduno per una nuova solidarietà’ che si terrà a Taizé nell’agosto 2015. Per continuare questa preparazione, dedichiamo l’anno 2013, a partire dall’incontro europeo di Roma, a cercare come ‘scoprire le sorgenti della fiducia in Dio’. L’anno della fede, lanciato da papa Benedetto XVI, vi ci sospinge”.

 

 

Ed il primo messaggio ai giovani è arrivato dal Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli: “Lasciate che vi porga i più calorosi saluti e che mi feliciti con voi in occasione del 35° incontro europeo dei giovani. Voi partecipate ad una iniziativa capace di superare le insidie del tempo e la stanchezza della storia. Davvero, non possiamo che congratularci di festeggiare quest’ anno la celebrazione del 35° incontro. Questo solo fatto scredita le più pessimistiche considerazioni che tendono a relegare l’ecumenismo nel posto delle iniziative non riuscite della storia. Se possiamo dire, contrariamente all’opinione comune, che l’ecumenismo non è in panne, è soprattutto perché è sostenuto dalla forza vitale della vostra gioventù.

La gioventù è anche carità, semplicità di cuore e combattimento contro uno sguardo troppo cinico verso la vita che impedisce di cogliere la dimensione fondamentalmente buona dell’umanità… Ma cos’è la fiducia? Si può parlare di una comprensione cristiana della fede? E cosa dire della fiducia in Dio? La fiducia in Dio è innanzitutto un sentimento, quello di fare affidamento su qualcuno o fare affidamento su se stessi. Si dice: avere fiducia in se stessi, o avere fiducia in quella o quell’altra persona. Ma, a differenza di una fiducia che è frutto di un sentimento, la fiducia all’interno del cristianesimo è un atto di fede, un atto di adesione del cuore, di adesione della mente. La fede, di conseguenza, costituisce il fermento della nostra fiducia in Dio”.

Il Segretario Generale della Federazione luterana mondiale, Rev. Martin Junge, ha scritto invece che questo pellegrinaggio di fiducia a Roma testimonia qualcosa di meraviglioso: “Dio cambia le persone! Quando i primi cristiani arrivarono a Roma, circa 2000 anni fa, non erano per nulla i benvenuti. E quale esperienza fanno a Roma dei giovani cristiani oggi? La festa di una vita insieme, pregare, condividere, festeggiare insieme. Tutto ciò non può rimanere nascosto. Come la luce di cui Gesù Cristo disse: ‘Voi siete la luce del mondo; non può restar nascosta una città che sta sopra un monte’… Siatene certi: Questa luce è sempre presente. Essa ci indica il cammino della conversione.

Anche in un mondo che ci spaventa con le sue rapide trasformazioni, con problemi come la disoccupazione giovanile, i cambiamenti climatici, la crisi del debito, gli abusi di potere, e una società che persegue soprattutto la perfezione ed il rendimento. Vale la pena cercare sempre questa luce. E se la scopriamo, essa ci incoraggia a fermarci, cambiare direzione, tornare indietro… Il mio augurio per questo pellegrinaggio: lasciatevi trasformare attraverso e in questa luce di Dio!”.

Anche da parte delle istituzioni politiche sono giunti importanti messaggi. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha scritto: “Vi riunite in un momento di transizione e di profondi sconvolgimenti. L’insicurezza, la disuguaglianza e l’intolleranza colpiscono troppe persone. I governi sprecano enormi e preziosi fondi per armi di morte riducendo gli investimenti a sostegno di cittadini che aspirano ad un livello di vita decoroso. I dirigenti sembrano deliberatamente ciechi di fronte all’urgenza di affrontare il cambiamento climatico, del tutto reticenti a mettere in opera le necessarie e decisive misure… Voi rappresentate la generazione di giovani più numerosa che il nostro mondo abbia mai conosciuto. Tuttavia le possibilità per i giovani non sono adeguate. La disoccupazione giovanile raggiunge livelli record. Molti sono costretti a bassi salari o a lavori senza avvenire, malgrado abbiano una buona formazione. Dobbiamo lavorare insieme per realizzare il vostro potenziale e beneficiare delle vostre energie, delle vostre idee e della vostra leadership”.

Infine il Presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, ha invitato i giovani a scoprire la  fede e la fiducia: “La fede è per me l’adesione ad un mistero. L’adesione, e non necessariamente la convinzione, che invece implica una ‘razionalizzazione’, un approccio di ordine intellettuale più che spirituale: un approccio del credere ‘a’ o del credere ‘in’… In realtà, è quando perdiamo le convinzioni che inizia la nostra fede. Una fede che ci lega, che ci collega all’Altro e agli altri; al ‘fratello straniero’ irriducibilmente diverso da noi in quanto altro ed irriducibilmente simile a noi in quanto uomo… Fiducia non è una parola o un concetto bensì un’attitudine nella vita e di fronte alla vita. La fiducia, dice frère Alois, ‘contiene una chiamata: accogliere in grande semplicità l’amore che Dio ha per ciascuno, vivere di questo amore e prendere il rischio che questo implica’. Avere fiducia è avere fede in e con. In latino, la parola è identica. E’ dire sì: alla vita, all’amore, all’altro che viene… Per superare noi stessi e così aiutare la nostra umanità a superarsi, e ad accostarsi al Mistero della vita e, per il cristiano, accostarsi al Padre”.

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