Il 13 gennaio prima udienza pubblica del processo Rinascita Scott a Lamezia

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“Dopodomani, in quel di Lamezia, ci sarà la prima udienza pubblica del processo Rinascita Scott. Si sta definendo in queste ultime ore tutto il necessario per consentire l’inizio ordinato del dibattimento, anche apponendo le giuste indicazioni stradali per raggiungere l’aula bunker. Se questo avviene, è perché si è capito che il processo doveva esser celebrato in Calabria e non poteva svolgersi a centinaia di km dai luoghi in cui si sono consumati tanti reati di mafia. Quando vuole lo Stato dimostra di poter fare lo Stato. A dopodomani!” (Senatore Nicola Morra, Presidente della Commissione parlamentare antimafia – Facebook, 11 gennaio 2021).

È destinato ad entrare nella storia il maxi processo Rinascita-Scott che si celebra, a partire dal prossimo 13 gennaio, presso il Tribunale di Vibo Valentia nella super aula bunker allestita ad hoc nel polo industriale di Lamezia Terme. Ben 913 sono i testi citati dalla pubblica accusa (Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri con i pm Antonio De Bernardo e Annamaria Frustaci che hanno stilato la lista testi) nel processo con rito ordinario.

Oltre 300 gli imputati. Oltre agli investigatori che hanno seguito da vicino le indagini e redatto numerose informative – carabinieri (soprattutto Ros di Catanzaro, Nucleo Investigativo di Vibo e Ros di Roma), polizia e finanza – a periti e consulenti della pubblica accusa, sono stati chiamati a deporre anche cinque testimoni di giustizia e ben 58 collaboratori di giustizia e fra loro anche il giudice Marco Petrini. Quindi pentiti di primo piano della ‘Ndrangheta vibonese e calabrese, pentiti di Cosa Nostra, della camorra, della Sacra Corona Unita ed anche del clan dei Basilischi (la mafia lucana).

Collaboratori di giustizia di primo livello come Pino Scriva di Rosarno (l’ex “re” delle evasioni e primo pentito della ‘Ndrangheta negli anni ’80), l’ex boss di Messina Gaetano Costa (legato ai Piromalli di Gioia Tauro), l’ex boss di Cosenza Franco Pino, l’ex boss dell’omonimo clan di Siderno Giuseppe Costa, Michele Iannello di San Giovanni di Mileto (condannato per l’omicidio del piccolo Nicolas Green), Gaspare Spatuzza di Palermo (affiliato alla famiglia di Brancaccio guidata dai boss Graviano e che si è accusato dell’omicidio di don Pino Puglisi e di aver rubato la fiat 126 che venne impiegata come autobomba nella strage di via d’Amelio), Tommaso Mazza (già al vertice del clan dei Gaglianesi di Catanzaro), Vincenzo Grimaldi (il cui padre è stato ucciso e per metà decapitato in quella passata alle cronache come la “Strage del venerdì nero di Taurianova”) (Antimafiaduemila.com).

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