Pier Giorgio Frassati, un santo per i giovani del dopo guerra

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La vita dei Santi incide nella vita dei giovani? L’ Anno della fede è una ottima occasione per “ripassare” la storia dei santi dei nostri giorni e come ha influenzato la “nostra” storia di ogni giorno. Una testimonianza.

Osimo, cittadina nella Marche, pur vivacissima culturalmente, sede di uno storico Liceo Classico, era priva nel 1944 di un Istituto Magistrale. Dinanzi a questa mancanza il Vicario Capitolare, Mons. Igino Ciavattini, riunì in “equipe” i migliori professori della città (tutti volontari) che con grande competenza e passione “inventarono” un Istituto Magistrale. L’Istituto divenne presto parificato, fu scuola di grande preparazione di nuovi maestri, per la nuova Italia sorta dalle macerie della guerra. L’insegnamento religioso come fondamento e coronamento dell’istruzione, attirò i ragazzi desiderosi di apprendere i veri valori della vita: ma quale riferimento religioso, morale e civile per gli studenti? Esempio di giovinezza attiva, morale e gioiosa, felice nel dare più che nel ricevere. La “presenza” di Piergiorgio Frassati è stata vicina, sentita, ammirata, amata subito da chi aveva attraversato, come lui, i momenti difficili e dolorosi di una guerra ! Nella Torino, ancora illuminista, dei primi anni del ‘900, accanto ad una nuova borghesia industriale, vive una moltitudine operaia che conosce i più duri sacrifici del lavoro mal retribuito.

Piergiorgio Frassati appartiene alla borghesia intellettuale e ricca (il padre Alfredo è fondatore e Direttore del giornale La Stampa, e sarà anche ambasciatore a Berlino) La famiglia, nell’agiatezza, non pensa alle necessità dei bisognosi, il ragazzo attraverso la preghiera, la contemplazione e la pratica dei Sacramenti, si impegna ad aiutare i poveri e i sofferenti come insegna il Gesù tanto amato. Piergiorgio attento alla vita dei poveri, si commuove dinanzi ai minatori della Rhur e li aiuta con tutti mezzi disponibili, come aveva fatto con i soldati e le loro famiglie durante la guerra.

Egli ama la vita, la natura, la bellezza e sente il fascino delle vette da cui l’anima rivive l’Eterno Amore; ha tanti amici con i quali ama divertirsi, ma rinuncia all’amore per una ragazza di, origini modeste, che la sua famiglia non avrebbe mai accettato. In questo momento doloroso scrive all’amico Isidoro Bonini: “nelle mie lotte interne mi sono spesso domandato perchè io dovrei essere triste? dovrei soffrire, sopportare a malincuore questo sacrificio ? ho forse perso la fede ? la mia fede, grazie a Dio, e’ ancora abbastanza salda, e allora rinforziamo, rinsaldiamo questa che e’ l’unica gioia, di cui uno possa essere pago in questo mondo. ogni sacrificio vale solo per essa, poi, come cattolici noi abbiamo un amore che supera ogni altro e che, dopo quello dovuto a Dio, e’ immensamente bello come bella e’ la nostra religione, amore che ebbe per avvocato quell’apostolo che lo predicò giornalmente in tutte le sue lettere ai vari fedeli.

La Carità, senza cui, dice San Paolo, ogni altra virtù non vale. essa si che può essere di guida e di indirizzo per tutta una vita, per tutto un programma. essa con la Grazia di Dio può essere la meta cui il mio animo può attendere. ed allora noi, al primo momento, siamo sgomenti, perchè è un programma bello, ma duro, pieno di spine e di poche rose, ma confidiamo nella Provvidenza Divina, nella sua Misericordia….….ogni giorno più comprendo quale Grazia sia essere Cattolici….vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta continua per la verità, non e’ vivere, ma vivacchiare.”

Invece egli vive completamente per aiutare i poveri che è aiutare Gesù. Piergiorgio Frassati, universitario d ingegneria mineraria, fa parte dell’Opera San Vincenzo, della Fuci, segue le cerimonie religiose e nelle processioni è intorno al baldacchino dell’Arcivescovo. Forse nel frequentare le case dei poveri anche nelle malattie, contrae una poliomelite fulminante che lo porta alla morte nella settimana dal 29 giugno al 4 luglio 1925. E’ il giorno più bello della vita, come sempre diceva. Sopportando gli atroci dolori senza lamenti Piergiorgio muore: torna al suo Gesù che tanto ha amato e che aspetta il dono di una vita di 24 anni.

Tutta a città lo piange, i suoi poveri e anche le personalità. Il 20 maggio 1990 Giovanni Paolo II° lo proclama Beato. E’ Patrono dei giovani di A.C. e nello Stato della Città del Vaticano è Patrono del Gruppo Allievi dell’Associazione S.S. Pietro e Paolo già Guardia Palatina d’Onore di Sua Santità.

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