Il papa ai carabinieri: professionalità indice di solidarietà

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Questa mattina papa Francesco ha ricevuto in udienza i Carabinieri della Compagnia Roma San Pietro accompagnati dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, esprimendo gratitudine per il servizio svolto per la sicurezza ed il servizio pubblico in collaborazione anche con quelle italiane:

“La vostra apprezzata opera nei dintorni della Città del Vaticano favorisce il tranquillo svolgimento degli eventi che, nel corso dell’anno, richiamano pellegrini e turisti da ogni parte del mondo. Si tratta di un’attività che richiede, da una parte, l’esigenza di far rispettare le disposizioni che vengono impartite e, dall’altra, una disponibilità paziente alle esigenze delle persone. Quella pazienza che voi avete con tutti quelli che vi fanno domande, anche con i preti”.

Per il papa la professionalità è indispensabile per esprimere la solidarietà: “La professionalità e il senso di responsabilità, che voi testimoniate sul territorio, esprimono e rafforzano il senso di solidarietà all’interno della comunità sociale. Nel vostro lavoro, attorno al Vaticano come in altre zone della città, siete chiamati a riservare un’attenzione particolare verso le persone fragili e disagiate, specialmente gli anziani, che sono proprio la radice della nostra cultura, la memoria viva della nostra cultura”.

Queste due caratteristiche rendono agevole la fiducia: “Ciò è facilitato dal rapporto di fiducia e di dedizione al bene comune che di solito si instaura tra i carabinieri e la gente. E’ curioso questo, è vero. Quando una persona incontra un carabiniere, ha la consapevolezza di poter contare sul suo aiuto. E questo è più meritorio quando avviene nel nascondimento, attraverso quei piccoli ma significativi gesti del vostro servizio quotidiano. Se anche i vostri Superiori non vedono questi atti nascosti, voi sapete bene che Dio li vede e non li dimentica!”

Questa fiducia però richiede spirito di sacrificio e disponibilità: “La vostra missione si esprime nella dedizione al prossimo e vi impegna ogni giorno a corrispondere alla fiducia e alla stima che la gente ripone in voi. Ciò richiede costante disponibilità, prudenza, spirito di sacrificio e senso del dovere. Vi incoraggio ad essere dappertutto promotori di una cittadinanza responsabile, ad aiutare la gente a essere buoni cittadini, ad essere custodi del diritto alla vita, attraverso l’impegno per la sicurezza e per l’incolumità delle persone”.

Concludendo l’incontro il papa li ha affidati alla Virgo fidelis: “Nello svolgimento della vostra professione, vi accompagni sempre la consapevolezza che ogni persona è amata da Dio, è sua creatura e come tale merita rispetto. La grazia del Signore alimenti giorno per giorno lo spirito con cui vi dedicate al vostro lavoro, stimolandovi a viverlo con un supplemento di attenzione e di dedizione”.

Per quanto riguarda la situazione del Covid 19 la diocesi di Roma in base al nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) del 13 ottobre (in vigore fino al 13 novembre) ha preparato una nota con alcune precisazioni e integrazioni, richiamando le indicazioni contenute nella nota dello scorso 8 settembre:

“Stante la delicatezza dell’attuale situazione epidemiologica, tali indicazioni andranno rispettate con il massimo scrupolo e la necessaria costanza. Nell’effettuazione delle attività di catechesi, ragioni di prudenza inducono, ove possibile, ad avvalersi di modalità ‘a distanza’, eventualmente associate a ridotti incontri in presenza”.

Quanto allo sport, è consentito svolgere attività sportiva o motoria all’aperto e al chiuso, presso aree ecclesiali, “purché nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività”. Sono però vietate, ai sensi del dpcm del 13 ottobre scorso, ‘tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere amatoriale’.

(Foto: Santa Sede)

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