#RestiamoLiberi. Emendamento “salva idee” dimostra che ddl Zan è liberticida e istiga all’odio. Fake news da Ostia. Coghe hackerato

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Oggi, 23 luglio 2020 l’amico e collega Marco Tosatti fornisce sul suo blog Stilum Curiae – che seguiamo sempre con grande attenzione – alcune informazioni rilevanti e rivelatori, in riferimento al disegno di legge liberticida Zan.

Innanzitutto, Tosatti ci informa che in Commissione Giustizia della Camera dei deputati oggi sarebbe stato approvato un emendamento, che reintrodurrà la libertà di pensiero, opinione ed espressione. Questo emendamento – che pare introduce una “clausola salva idee” – ha già suscitato reazioni negative da parte degli oltranzisti LGBT, sostenitori della più alta repressività della legge. Al riguardo, Tosatti riporta due commenti, rispettivamente a firma di Mario Adinolfi e di Massimo Gandolfini. Inoltre, racconta l’ennesima fake news, rilanciata dal sindaco di Ostia, Esterino Montino, marito di Monica Cirinnà, quella signora che ha parole così ispirate in tema di Dio, Patria e Famiglia. Infine, informa che è stato hackerata il profilo Facebook di Jacopo Coghe, di Pro Vita e Famiglia.

Omofobia: Adinolfi (PdF): “Ddl zan, emendamento è ammissione di colpa”
“Se ora si consente la libera opinione, vuol dire che l’impianto della legge la negava”

Mario Adinolfi, Presidente nazionale del Popolo della Famiglia (PdF), interviene sugli emendamenti al ddl Zan approvati oggi in commissione alla Camera: “Se ora consentono la libera opinione, vuol dire che l’impianto della legge Zan la negava. L’approvazione in commissione Giustizia alla Camera di un emendamento al ddl Zan, fa emergere tutte le intenzioni liberticide di quella proposta di legge. Basta scorrere insieme il testo dell’emendamento approvato: «Dopo l’articolo 2, aggiungere il seguente: Art. 2-bis. 1. Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte». In pratica è un’ammissione di colpa. Se è stato necessario approvare questo emendamento è di tutta evidenza che il ddl Zan puntava a non consentire la libera espressione di convincimenti ed opinioni. Questo dimostra per tabulas che il disegno di legge in discussione in commissione alla Camera ha un impianto liberticida e va dunque rifiutata in toto da un’assemblea parlamentare democratica. Basta poi scorrere i commenti sotto il profilo Facebook ad esempio di Laura Boldrini per trovare centinaia di esponenti Lgbt che protestano per l’approvazione dell’emendamento che limiterebbe, anche se parzialmente in verità, la caccia all’uomo che si intendeva avviare contro i dissenzienti dopo l’approvazione della legge Zan. È di tutta evidenza che si tratta di una legge pericolosa che istiga all’odio. Va immediatamente ritirata. Forza Italia non conceda sponde a questa operazione dichiaratamente illiberale”.

Gandolfini (Family Day): clausola “salva idee” dimostra che ddl Zan è liberticida. Testo non può essere emendato ma solo respinto!

“Siamo senza parole di fronte all’emendamento ‘salva idee’ al disegno di legge Zan sulla omotransfobia. Si tratta – come ribadito dalla Cei, dalle femministe e da noti ambienti liberali – di una legge inutile e dannosa, che istituisce un nuovo reato, quello di omofobia appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni da parte della magistratura e a derive liberticide. Pertanto, questo testo non può essere emendato in nessun modo e va duramento respinto. Tutti sappiamo benissimo, infatti, che non è in gioco la discriminazione di persone omosessuali, che può essere punita con gli attuali strumenti legislativi, bensì l’imposizione di un pensiero unico che metterà il bavaglio a chi non condivide le idee di alcune minoranze, in materia di filiazione, genitorialità, identità sessuata e percezione dell’appartenenza al genere”, così il leader del Family Day, Massimo Gandolfini.
“Il fatto stesso che alcune forze politiche abbiano formulato questo emendamento dimostra che si tratta di una legge che contiene pericolose minacce di natura liberticida, un intento confermato da numerosi parlamentari che sostengono il ddl, i quali hanno dichiarato pubblicamente che le manifestazioni animate in questi giorni dai gruppi pro-family che contestano questa legge, saranno le ultime che potremo tenere prima di essere accusati e puniti per omofobia”, prosegue Gandolfini.
“Siamo dunque stupiti che la ‘clausola salva idee’ nasca da un’intesa tra la maggioranza e Forza Italia in commissione Giustizia, ma siamo altresì certi che il presidente Berlusconi possa intervenire personalmente per evitare il rischio di una grave frattura fra il suo partito e il popolo del Family Day, che ha sempre riconosciuto a Forza Italia, un atteggiamento laico e prudente in difesa della libertà educativa e del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà. Possibili convenienze politiche non possono distruggere principi e valori di libertà iscritti nelle nobili origini liberali di Forza Italia. Dal canto nostro garantiremo il sostegno alle forze politiche e ai parlamentari che continueranno a battersi con coerenza per la famiglia, la vita e la libertà educativa”, conclude Gandolfini.

Da “Fregene Online” Tosatti riporta:

Il 20 luglio abbiamo pubblicato, riportata dalle agenzie di stampa, la notizia delle offese rivolte a una coppia gay allo stabilimento della Marina Militare di Fregene. Secondo quella ricostruzione i due ventenni si stavano scambiando un bacio al mare per immortalarlo in un selfie. A quel punto sarebbe scattata la minaccia di un bagnante vicino d’ombrellone di chiamare il “maresciallo dirigente per farli cacciare”.
Avevamo riportato anche il commento, raccolto dalle stesse agenzie, di Fabrizio Marrazzo, responsabile del Gay Center: “Quanto accaduto è molto grave – aveva detto – perché ancora oggi una coppia Lgbt non è libera di passare qualche ora di svago in serenità, senza sentirsi offesa o minacciata. Pertanto chiediamo ai gestori dello stabilimento di prendere le distanze dai fatti e di proporre ai bagnanti di farsi dei selfie dove si baciano in segno di solidarietà alla giovane coppia”.
Ora pubblichiamo l’altra versione dei fatti, quella arrivata da un responsabile dello stabilimento della Marina Militare che ha raccolto la testimonianza diretta della persona che avrebbe minacciato la coppia di “chiamare il dirigente”.
“Ho assistito a quanto segue: Due ragazzi di giovane età, poco distanti da noi, provvedevano a spalmarsi la crema protettiva reciprocamente in modo ambiguo e fuori luogo, con massaggi ben visibili che arrivavano anche alle parti intime, con lo stupore dei bambini che assistevano a quanto stava accadendo.
Dopodiché si sono stesi sul lettino e uno dei due, allungando in maniera ripetuta il piede lateralmente, andava a toccare le parti intime dell’altro con insistenza e con l’intento di stimolarlo. Noncuranti della presenza dei bambini, i due giovani hanno iniziato a scambiarsi effusioni amorose in maniera sempre più spinta, toccandosi le parti intime di fronte a tutti i bagnanti.
Valutato quanto detto, nel rispetto del buon costume, della serietà istituzionale dello stabilimento e nella tutela dei minori, ho sollecitato educatamente i due ragazzi a mantenere un atteggiamento consono all’ambiente, nel rispetto del decoro e indiscriminatamente in relazione al loro orientamento sessuale, smentendo dunque l’accusa rivolta al sottoscritto di aggressione omofoba.
Nel ribadire quanto affermato, preciso che, nell’eventuale insistenza del comportamento suddetto, avrei provveduto a chiamare chi di dovere per farlo intervenire. Dichiaro quindi quanto detto e prendo le distanze dal racconto distorto e menzognero esposto dai due ragazzi o chi per loro, avente scopo di strumentalizzazione e scalpore mediatico”.
Per completare, aggiungiamo anche la lettera inviata dalla giornalista Alessandra Rissotto al sindaco Esterino Montino per il suo commento dell’episodio.
Egregio Signor Sindaco, da giornalista mi permetto di suggerire che una notizia ha fondamento quando si sono sentiti tutti i protagonisti. Si è data voce ai testimoni della vicenda che non è certamente un caso di omofobia come superficialmente e frettolosamente si è scritto?
La cronaca: pomeriggio del giorno 11 luglio, stabilimento della Marina Militare a Fregene. Due giovani si scambiano effusioni che, al di là del sesso, sono sempre fuori luogo. Intorno a loro famiglie, bambini, nonni. Sono certamente stati invitati a contenersi e di loro spontanea volontà si sono rivestiti e allontanati. Dove sta l’omofobia? In Liguria un ragazzo e una ragazza che amoreggiavano su uno scoglio hanno richiamato diverse pattuglie di polizia. Si tratta di eterofobia?
Aggiungo già che ci siamo che, per fortuna la Marina non soffre neppure di forme di razzismo, basta frequentare il belvedere del bar per constatare i colori della clientela.
Alessandra Rissotto

Dalla pagina Facebook di “NelleNote: pro-family, pro-life”, Tosatti riporta:

In questi giorni, proprio mentre è in discussione il #ddlZan si stanno moltiplicando sui media i casi di presunta omofobia.
Anche a Fregene due ragazzi sarebbero stati cacciati in malo modo dalla spiaggia per un bacetto. Così almeno raccontava Esterino #Montino, marito di Monica #Cirinnà. Era #omofobia?
No, era la normale reazione dell’esercente ad atti quasi-osceni in luogo pubblico, davanti ai bambini.
Come succede a qualunque coppia “ecceda” nelle effusioni in spiaggia o altrove.
L’impressione è che si cerchino col lanternino episodi trascurabili per farne casi mediatici per esercitare pressione per far approvare la legge.

Infine, Tosatti riporta quanto scritto da Jacopo Coghe due ore fa sul suo diario Facebook:

Omofobia, Coghe (Pro Vita e Famiglia): “Hackerato il mio profilo FB”
“Il mio profilo Facebook è stato hackerato. Sintomo questo della brutta situazione che stiamo vivendo? Strano che succeda proprio in questo momento in cui lottiamo per evitare il bavaglio arcobaleno e contro quanti vorrebbero imporre l’indottrinamento gender nelle scuole cancellando diritti costituzionalmente garantiti come quello di opinione e di pensiero” ha dichiarato Jacopo Coghe vice presidente di Pro Vita e Famiglia spiegando di non poter più accedere alla sua pagina social.
“Un profilo, il mio, che giorno per giorno spiegava e metteva in luce le ombre del ddl Zan-Scalfarotto sull’omotransfobia, in discussione in Commissione Giustizia, e che dava notizia dei gravi attacchi, degli insulti e delle ingiurie che stanno vivendo come me tanti genitori e persone che credono nella famiglia naturale e che vogliono poter continuare a dire che un bambino ha bisogno di mamma e papà”, ha concluso Jacopo Coghe.

Postscriptum

Consigliamo la lettura di “Ddl #omofobia, 12 domande e risposte svelano l’inganno”, con cui “NelleNote: pro-family, pro-life” ha riassunto il testo di un articolo della Nuova Bussola Quotidiana, per sintetizzare i punti più pericolosi del ddl Zan: QUI.

Postilla

Ma una legge contro la cristianofobia e una contro la eterofobia no?

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